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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

Le bugie di Lia Staropoli Presidentessa di Condivisa

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di Maria Lombardo Interessantissimo l ’ articolo fatto pubblicare da Lia Staropoli in cui adirata perchè la scrivente ha comunicato ai lettori che la Staropoli ha  collezionato una “ caterva ” di querele una anche per associazione mafiosa e per aver scoperto ma è una cosa che conosce tutto il comprensorio: la Staropoli millanta di essere avvocato (le ricordiamo che non lo è di studiare poiché l ’ esame d ’ avvocato non si fa per raccomandazione)  si pone l ’ ennesimo “ strale ” di una ipotetica minaccia alla Manzini  in un mio pezzo datato 21 ottobre 2017 scrivo articolo il cui titolo è : Siamo sicuri che la Dott. Manzini è a conoscenza delle tante querele di Lia Staropoli? Per la falsa avvocatessa di Limbadi è una minaccia, certo la comprendiamo certe condizioni  fanno prendere lucciole per lanterne nell ’ articolo e ne in altro luogo c ’ è stata mai una minaccia alla Manzini ecco quanto è scritto: ” Avrà dimenticato di farlo sapere pure alla Manzini che sicuramente sa che l

La Ruota degli Esposti... aiutò molte donne calabresi

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di Maria Lombardo Nei primi anni del 1800, una povera e sconosciuta madre, abbandonava la sua piccola creatura, venuta alla luce poche ore prima. L’abbandono avveniva di solito verso le ore cinque del mattino, in un campo di grano poco lontano dal villaggio o in un luogo appartato nascosto alla vista dei passanti. La donna, posava il  vivo fardello  posto in un cesto a mo’ di culla, dava l’ultimo bacio, prendeva il santino tagliato a metà lo baciava e poi una parte se la deponeva in petto e con le lacrime a gli occhi e la morte nel cuore poneva l’altra parte del ”Segnale” tra i pochi indumenti variopinti  di lana o di cotone in cui la sua creaturina era avvolta per rispettare la tradizione che proibiva di far uscire di casa i neonati non ancora battezzati. Quindi, facendo attenzione a non essere vista raggiungeva  luogo ancora deserto per poi far finta di tornare a casa dalla campagna Rientrata, tirava fuori la metà del “Segnale”e lo guardava a lungo,in silenzio. Quella figur

L'Osservatorio sulle mafie di ConDivisa....

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di Maria Lombardo Fa proprio riflettere vedere il nome della Dott.ssa Marisa Manzini utilizzato con così tanta disinvoltura dall’Associazione ConDivisa della Signora Lia Staropoli ( non scrivo avvocato come altre testate perché non lo è). La Staropoli qualche mese fa ha deciso di istituire un suo Osservatorio, coadiuvato dalla Dott.ssa Manzini e dal signor Gianni Cuozzo, ed è la stessa Staropoli a spiegare cos’è questo Osservatorio in una recente intervista fatta dalla sua amica e “compagna di merende” Enza Dell’Acqua. Ricordiamo ai lettori che le due donne hanno collezionato a testa almeno 20 querele: tutte, per la maggior parte, per diffamazione aggravata in quanto le due donne sarebbero abituate ad etichettare le persone, chiunque e per qualsiasi cosa a loro discrezione, col termine "n’dranghetista". Ma, tornando alla nascita, autorizzata da quale Istituzione o Autorità non è dato sapere, ecco quanto dice la Staropoli:”  “ConDivisa, a questo proposito, istituisce

La fuga del Marchese di Gagliato (CZ)

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di Maria Lombardo Storia e leggenda si fondono spesso nel medioevo; come nel vicino e antico borgo di Gagliato o Gagliati come allora si chiamava; un piccolo borgo di circa 100 anime infeudato ai nobili Sanchez de Luna già dalla metà del 1500.Non si conoscono con precisione ne il tempo ne i protagonisti principali ma si narra di un fatto quasi tragicomico là avvenuto e legato al fatto che le ragazze prima di consumare il matrimonio col legittimo marito dovevano sottostare alle voglie del signorotto locale. Consuetudine sessuale protrattasi per lungo tempo; per cui possiamo provare a ricostruire,con un po' di fantasia, l’accaduto collocandolo un secolo dopo verso la metà del 1600,quando i Sanchez incardinarono il titolo di Marchese.A quel tempo giunse in età da prender marito una graziosa fanciulla appartenente alla famiglia dei Codispoti. Il Signorotto pretendeva dalla ragazza il puntuale rispetto dello Jus Primae Noctis,ovvero il diritto tradizionale di giacere con ogni pro

“ I jirita d’apostoli” i dolci preparati per la festa di tutti i Santi nel Reggino.

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di Maria Lombardo Questi deliziosi dolcetti sono nati a Bagnara Calabra ( RC) ispirati da una tradizione religiosa molto radicata  di cui si hanno notizie nei libri già dal ‘700.  Su questo delizioso dolce c’è una leggenda molto bella si dice che un pasticcere Bagnaroto li realizzò per due giovani amanti Bagnaresi i quali se li regalavano a vicenda. Secondo la tradizione, una giovane contadina bagnarese, una domenica, trovó sull'uscio di casa un piccolo sacchetto che conteneva un dolce di pan di spagna e zucchero fine, a forma di cannolo siciliano, ripieno di una squisita crema al cacao, leggera e gustosa. Seppe che a realizzarlo fu un noto pasticcere del paese su esplicita richiesta di un giovane boscaiolo che lavorava sulle colline circostanti e che era invaghito di lei. Il nome del cannolo era Dito di Apostolo. La fanciulla allora, per contraccambiare l'interesse espresso dal boscaiolo, ordinò allo stesso pasticcere un dolce che avesse la forma di una piccola torta r

Francesco Pignatelli, i Borbone ebbero con lui memoria corta?

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di Maria Lombardo Marchese di Laino e conte di Acerra ( Napoli , 27 marzo 1734 – Napoli , 11 ottobre 1812 ), fu un generale e politico italiano , vissuto nel Regno di Napoli al servizio dei Borbone . Ricoprì l'incarico di Vicario generale di Ferdinando IV , dopo la fuga di questi in Sicilia , a seguito dell' invasione francese dello Stato Pontificio e della battaglia di Civita Castellana .Il 15 Febbraio 1783 , dopo il terremoto del 5 denominato il Fragello , fu nominato Vicario generale delle Calabrie «con autorità e facoltà ut alter ego sopra tutti li présidi, tribunali, baroni, corti regie e baronali e qualsísiano altri uffiziali politici di qualunque ramo qualità e carattere, come altresì sopra tutta la truppa tanto regolare quanto di milizie» e vi rimase fino al 10 settembre 1787 . Dotato immediatamente di 100.000 ducati per le necessità urgenti della popolazione inviò due navi con beni di prima necessità a Reggio e a Pizzo e si stabili il 22 febbraio

Il 23 ottobre del 1907 ci fu il terremoto dell'Aspromonte: Ricordiamolo.

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di Maria Lombardo Non erano passati due anni dal terremoto dell’8 settembre del 1905 che la Calabria è costretta a vivere un nuovo sisma questa volta colpì il cuore dell’Aspromonte con epicentro Canolo. Questo sisma colpisce l’area Reggina e si verifica di sera quando la gente è in casa (ore 21:28) e probabilmente è preludio del sisma calabro-peloritano del 1908 che distruggerà Messina e Reggio Calabria. La terra d’Aspromonte trema pochi secondi ma la scossa è di magnitudo 5,9 sulla scala Richter ed un’intensità pari all’8°/9° della scala Mercalli. Il sisma si “presenta” dopo mesi di calma apparente durata 3 m3si dirà Mercalli , geologo, sismologo, vulcanologo, nella relazione di quel sisma. L’area interessata fu delimitata ma provocò ingentissimi danni e morti. Ferruzzano scomparve si contarono 158 morti, quasi distrutti anche Sant’ Ilario sullo Jonio, dove perirono 9 persone, e Gerace Marina altre vittime a Brancaleone e molti paesi danneggiati tra i quali Ardore, Gioiosa Jon

Nell'alto Jonio Cosentino si preparano dolci antichissimi: le fave dei morti.

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di Maria Lombardo Per la Commemorazione dei Defunti nell’alto Jonio Cosentino si prepara un dolce “sui generis” chiamati fave dei morti il cui ingrediente principale  è la mandorla. Ma perché si chiamano fave dei morti semplicemente perché un tempo si facevano con le fave. Le fave erano conosciutissime come sacro ai morti già nella Magna Grecia, per via delle sue lunghe radici che costituivano un legame con l’aldilà e dei suoi semi, che come anime dei defunti, giacevano nei baccelli. Un dolce molto antico dove le fave sono state permutate con le mandorle. Ecco gli ingredienti: 150 g di mandorle non pelate 1 uovo 100 g di zucchero 100 g di farina 00 la buccia di mezzo limone 20 g di burro 1 cucchiaino raso di cannella in polvere 1 cucchiaino di lievito per dolci La preparazione è davvero semplicissima le mandorle vanno sminuzzate nel mortaio oggi per tempo si usano mixer e “ company”aggiungete la buccia del limone grattugiata, lo zucchero e mescolate bene. Ora agg

Ma siamo sicuri che la Dott.ssa Marisa Manzini è a conoscenza della tante querele di Lia Staropoli?

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di Maria Lombardo Si è svolto ieri al Liceo Galilei l’incontro Consenso Sociale e Consenso Social promosso da ConDivisa, associazione pro-divise alla moda che è presente prevalentemente nel mondo ovattato di facebook dove tutto puoi dire e postare. Convegno promosso da ConDivisa ricordiamo che di questa associazione non si conosce ne sede ne direttivo, probabilmente per la Presidentessa la sede è la sua pagina facebook. A sedere alla destra e alla sinistra di Lia Staropoli la Preside della Scuola, la Dott.ssa Marisa Manzini e Massimo Chiacchera dirigente del Commissariato Lametino. S’è parlato di legge sul cyber bullismo ma sicuramente la Presidentessa di ConDivisa tuonando sulla Gazzetta del Sud il suo “dolore” perché “bullizzata” ha dimenticato di dire la verità a chi l’ha ascoltata che ha collezionato con la corrispondente del Quotidiano del Sud Enza Dell’Acqua almeno 20 querele a testa per diffamazioni ed anche aggravate. Avrà dimenticato di farlo sapere pure alla Manzini ch

Il Beato Francesco da Zumpano (CS)

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di Maria Lombardo Il b eato F rancesco, detto dalla sua patria Zumpano nacque dalla famiglia de i Marin i. N on ritrovando fra gli Eremitani quel rigore che si era prefisso nel né volendo abbandonare quel sa c ro istituto, in cui avea professato , studiò come vivere la solitudine n el secolo,  come eremita de i boschi . Questo spinge a pensare che nel tempo in cui egli  visse, essendo na to nel 1455 e mor to nel 1519 ,abbia dato nuovo vigore all’ Ordine Agostiniano che in quel periodo aveva perso  quell’originario istinto all’eremitismo, passando dapprima al cenobio e poi all ’imitazione del Francescanesimo, formando quell’ unicum degli ordini monastici del medioevo. Francesco nacque dunque a Zumpano,  piccolo borgo in provincia di Cosenza, l’ otto luglio del 1455 da Agostino M arini e da Tiberia sua moglie, ambedue d’onesta famiglia, i quali educandolo con molta diligenza nel santo timor di Dio, d’allora lo resero pronto a raggiungere quell’altezza di santità,

A Serra San Bruno (VV) per la festa morti si pratica il rito “lu coccalu di lu muortu”

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di Maria Lombardo La tradizione di Serra San Bruno “capitale” delle Serre Vibonesi è molto apprezzata dai bambini.  Si tratta della realizzazione de “lu cocculu di lu muortu”, mediante l’attività di incavo e pulizia di una grossa zucca (preferibilmente di color arancione), e del successivo girovagare per le vie del paese bussando alle porte delle abitazioni e chiedendo, appunto, “mi lu pagati lu coccalu di lu muortu?”. Il tutto da compiersi fra l’ultimo giorno di ottobre ed i primi due di novembre. Una pratica che consente di ottenere un buon ricavato ai bambini più determinati e meno timidi, che ha subito una qualche attenuazione negli ultimi anni. Ogni luogo contadino analizza ed affronta la morte nel modo più semplice la zucca diviene a Serra un teschio insomma sembra la festa di Halloween “ante litteram”. A Serra per esempio non solo i bambini svuotavano questa zucca gialla creando teschi macabri ma inserivano nella bocca una candela un modo per stabilire un  contatto co

Il "Quadro" di San Domenico di Soriano Calabro (VV)

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di Maria Lombardo Nel 1510 Fra Vincenzo da Catanzaro, un domenicano di vita pia ed austera, su ispirazione del suo Santo Padre Domenico venne a Soriano per fondarvi un convento. Data la scarsezza di mezzi e materiali, chiesa e convento poterono essere costruiti solo con particolari aiuti sollecitati dalla Divina Provvidenza. Così la piccola comunità di frati che si era stabilita a Soriano visse quasi ignorata fino al 1530. In tale anno, nella notte tra il 14 e il 15 settembre, la Madonna, Santa Maria Maddalena e Santa Caterina d’Alessandria vergine e martire apparvero a fra Lorenzo da Grotteria e gli consegnarono una tela rappresentante San Domenico, con il libro nella mano destra e con il giglio nella mano sinistra, perché la consegnasse al superiore per esporla alla venerazione dei fedeli. Nonostante il prudenziale riservo di quei religiosi, nei fedeli sorianesi si destò una straordinaria devozione verso il Santo raffigurato nella tela, che fu chiamata “Il Quadro” per antonoma

Il Ponte di Sofia ad Argusto (CZ) quando la leggenda incontra i monumenti.

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di Maria Lombardo Da alcune antiche note mnemoniche  riportiamo la leggenda del ponte di Sofia. Il millenario racconto è stato ricavato da una trascrizione apocrifa da un manoscritto greco del secolo XII°  e contenuta in una redazione latina rinvenuta nell’archivio di un antico monastero. L’originale è andato forse disperso o venduto da qualche rigattiere venutone in possesso chissà come e la trascrizione probabilmente distrutta da un incendio. Qui la riportiamo come riduzione della narrazione effettuata su appunti mnemonici dal professore Ilario Principe. Girando l’angolo della motta, poche casupole di fango e paglia si erano strette l’una all’altra come per farsi compagnia, e salendo verso il ciglione del terrazzo che si spalancava sulla valle chiusa da alte groppe brulle e sassose, si poteva scorgere il villaggio. Sofia, cercava la sua stella. Intorno frusciavano le canne mosse leggermente dal vento della notte incipiente. Non era ancora primavera e il freddo cominciava a fa