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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

La fontana dell’amore di Gallicianò (RC)

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 di Maria Lombardo  "Canada tis Aga'pi" si trova presso il piccolo borgo di Galliciano, ' nel cuore della Calabria greca( Bova S.)Questo era il luogo  d'incontro dei   ragazzi che si frequentavano molti anni fa.Anticamente, i giovani che si erano "incontrati  alla Fontana  rispettavano  un'arcaica usanza " U' Cippitinna'u" ovvero il " fidanzato o chi per lui, poneva dietro la porta dell'innamorata, un  ceppo di legno al quale era stato  dato un colpo d'accetta ( ma il ceppo restava intero) e, abbellito con nastri colorati significa che " chiedeva in sposa la ragazza. Al mattino, il famigliare che aprendo per primo la porta e, conoscendo la modalita' del rito, ritirava "u cci'ppu"   accettava di " ccippari" ( fidanzare) la figlia con il giovane che si proponeva.Se il famigliare lo faceva rotolare per strada, il significato era un netto rifiuto.Andate a visitare " la Fontana dell'amore

Il marmo verde del Reventino in Calabria

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di Maria Lombardo       Questa roccia è stata usata in passato per le decorazioni di edifici civili e religiosi, sofisticata quanto pregiata. Ha una colorazione grigio-verde oliva con venature biancastre e una durezza tale da conferirgli notevoli caratteristiche fisiche. Facile da lavorare tende a sfaldarsi in fasce sottili. Proprio per questo motivo è stata scelta in passato per le decorazioni interne ed esterne di edifici civili e soprattutto religiosi. Se volete fare un tour ed ammirarla vi consiglio di visitare l Conflenti, ma gran parte dell‘hinterland catanzarese vanta diversi affioramenti: uno tra questi è il sito di Zangarona. Molte ancora sono le cave che un tempo hanno fatto la ricchezza delle maestranze locali ed hanno ancora reso stupende le chiese locali. Ad esempio, proprio l’interno della cattedrale dedicata ai Santi Pietro e Paolo presenta alcuni altari realizzati proprio con il verde Calabria di Zangarona. Oggi però il Verde di Calabria ha problemi nel suo utilizzo sta

La Massa Nicoterana.

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 di Maria Lombardo L’ istituzione della diocesi di Nicotera è documentata a partire dalla fine del VI° sec., quando papa Gregorio Magno scrisse al suddiacono regionale affinché vigilasse sulla chiesa di Nicotera in quanto il suo primo vescovo   di cui si ha memoria Proclo, anche se certamente era più antica,   forse per trascuratezza amministrativa, venne sospeso dall’ufficio. Nel luglio 596, infatti era in penitenza. Del periodo precedente abbiamo il riferimento della Massa Nicoterana che faceva parte del Patrimonio di San Pietro in terra Bruttiorum. Difatti l’ attribuzione del nome “Nicotera”, che probabilmente deriva da Νικóτερας = νίκη ”vittoria” – e τέρας ” miracolo, prodigio ,quindi “Prodigio della Vittoria” sarebbe dovuto non alla   vittoria dei romani su quei popoli, ma   al prodigio della vittoria del cristianesimo sulle dottrine eretiche e pagane   concretizzatosi con la conversione degli abitanti durante l’opera di evangelizzazione. Per ricompensa i nicoteresi sarebbero sta

La chjina, il più antico dolce di carnevale calabrese

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 di Maria Lombardo     Eccovi la ricetta della Chjina, considerate che cosi riuscite a creare circa 10 tortine   Per il ripieno:   1 kg di mollica di pane raffermo 500 gr uvetta idratata 500 gr di noci e nocciole 200 gr di cioccolato a pezzi Buccia di 4 arance Tanta   cannella 1 litro di miele di fichi Per la sfoglia:   1 kg di farina 00 5 uova 4 cucchiai di zucchero 1 bustina di lievito 1 bustina di vanillina 100 gr di burro sciolto Latte 1 bicchiere Tutti i passaggi della chjina, dalla realizzazione della sfoglia al ripieno fino ad arrivare alla cottura in forno. Inizieremo a preparare il ripieno che dovrà riposare per circa un’ora. In una coppa per insalata alta e capiente inseriremo, uno alla volta, tutti gli ingredienti. Quindi la mollica di pane raffermo, l’uvetta idratata precedentemente, le noci e le nocciole, i pezzi di cioccolato fondente oppure al latte, la buccia delle arance grattugiate. Diamo una prima mescolata a tutti gli in

Villa Zerbi particolare palazzo in stile “medioevo veneziano” della Città di Reggio Calabria.

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 di Maria Lombardo     La villa Genoese Zerbi (talvolta chiamata villa Zerbi), è un edificio storico della città di Reggio Calabria. Sorge sul corso Vittorio Emanuele III nell'area dove, prima del 1860, vi era l'antica villa in stile barocco della famiglia dei Marchesi Genoese, antica famiglia del patriziato reggino che alla fine del XIX secolo aggiunse al proprio cognome quello degli Zerbi da cui Genoese Zerbi. Distrutta dal terremoto del 1908, la villa fu riedificata con un progetto redatto dagli ingegneri Zerbi, Pertini e Marzats nel 1915. Attualmente la Villa non appartiene più alla famiglia Genoese Zerbi e per alcuni anni è stata un centro espositivo gestito dal Comune di Reggio Calabria. Il nuovo edificio fu costruito con caratteristiche completamente diverse dall'antica villa, e con nuove scelte di stile architettonico e tipologico, che si differenziano dagli altri edifici del fronte sulla via marina.  L'area in cui sorge è definita da via Giulia, via Zaleu

La Brigantessa Michelina

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 di Maria Lombardo   Michelina Di Cesare fu una brigantessa   nota nel Regno delle Due Sicilie. Nata poverissima a Caspoli, frazione di Mignano Monte Lungo, nella provincia di Terra di Lavoro, il 28 ottobre 1841 ebbe, insieme al fratello, un'infanzia disagiata. Infatti ,Michelina si rese protagonista sin da ragazzina di piccoli furti nel circondario del suo paese natio. Nel 1861 sposò un tale, Rocco Zenga, che morì l'anno seguente lasciandola vedova. Nel 1862 conobbe Francesco Guerra, ex soldato borbonico e disertore verso l'esercito italiano, il quale, però, presto lo abbandonò e si diede alla macchia aggregandosi alla banda di Rafaniello, fino a diventarne capo in quello stesso anno, alla morte di costui. Michelina ne divenne perciò ufficiosamente la sua donna e in seguito lo raggiunse in clandestinità. I due si sposarono nella chiesa di Galluccio anche se non ci fu la registrazione dello sposalizio. Importante era il ruolo di Michelina nella banda: essa, ben   presto,

Come preparare la marmellata al bergamotto

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 di Maria Lombardo Il bergamotto fresco è un agrume con un sapore molto forte a metà tra l’arancia e il limone, e grazie alle sue numerose proprietà è particolarmente adatto alla preparazione di una buona e salutare marmellata fatta in casa. Marmellata al bergamotto: Gli ingredienti •           2 kg di bergamotti •           1,5 Kg di zucchero •           700 ml d’acqua   La preparazione Prendete i bergamotti e lavateli; dopo averli asciugati tagliateli in quattro parti. Rimuovete qualsiasi eccesso dell’agrume, come le estremità, lo stelo ed i semi e teneteli da parte. Sbucciateli e rimuovete la ‘pellicina’ tipica di tutti gli agrumi (per evitare che la confettura diventi amara) e tagliateli a listelli sottili. Prendete quindi la polpa e le bucce e metteteli in una pentola grande piena d’acqua. Portate quindi il tutto ad ebollizione e mescolate bene durante il processo, dopo 5 minuti circa di cottura togliete il tutto dal fuoco e scolateli. Asciugate i bergamotti e ri

Ezio Garibaldi: nipote del Generalissimo

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 di Maria Lombardo Ezio Garibaldi, ultimo figlio maschio di Ricciotti, e penultimo della famiglia, nacque a Riofreddo il 2 gennaio 1894. Studiò presso il collegio Umberto I di Terni. Nel 1910, già iscritto all'Istituto tecnico di Via Cavour a Roma, si unì ai moti degli studenti irredentisti. L'anno successivo, seguì i fratelli nella breve guerra greco-turca e riprese poi gli studi a Fermo, dove si diplomò in ingegneria nel 1914. Raggiunse ancora i fratelli in Francia alla fine dell'anno e combattè con loro nelle Argonne. Rientrato in Italia, partecipò a manifestazioni interventiste tra i fasci d'Azione rivoluzionaria. Frequentò la redazione del " Popolo d'Italia". Si arruolò quindi nell'Esercito italiano nel 1915, assieme ai fratelli, con il grado di Sottotenente di Fanteria. Ferito gravemente, continuò la guerra nell'Intendenza poi in missione a Salonicco. Nel 1917 chiese di tornare in zona di guerra,ma fu di nuovo ferito e così promosso Capitano

Il mio carnevale anni '80 ed i suoi abiti di recupero

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 di Maria Lombardo    Febbraio è il mese del Carnevale, degli scherzi, delle sfilate dei carri, dei fritti.   Ricordo che da bambina a scuola ci facevano disegnare, colorare e ritagliare le mascherine da indossare poi alle festicciole che culminavano con la mangiata dell’ultimo giorno di carnevale. Ammetto di avere un po’ di nostalgia per quei tempi, fatti di stelle filanti e coriandoli. Oggi il Carnevale è sempre più commercializzato e la tradizione si sta via via perdendo. I costumi si fanno molteplici, più moderni ed elaborati e si sono adattati ai tempi odierni. Ma non sarebbe bello far conoscere ai bambini e ragazzi giovani anche le maschere che si usavano una volta? E allora facciamo un tuffo nel passato e nei dolci ricordi del Carnevale, tra le maschere di una volta. Qui vi presento una selezione di quelle che riaffiorano nei miei ricordi in questo momento. Arlecchino Alzi la mano chi non si è mai vestito da Arlecchino! Il costume per eccellenza, soprattutto nei primi anni d

Domenico Mazzitelli il partigiano di Zaccanopoli (VV) che sabotò i nazisti

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 di Maria Lombardo Nato a Zaccanopoli, l’8 aprile 1920. A 19 anni la Leva obbligatoria, precisamente, nel 17° reggimento dell’artiglieria di Novara.Il soldato partecipa alla spedizione militare sul fronte francese (10-25 giugno 1940), il primo organizzato dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini (10 giugno 1940). Partecipa in forza al “Battaglione monarchico divisione Sforzesca” sul territorio albanese, anche alla Campagna di Grecia che ebbe inizio nell’ottobre dello stesso anno, dove rimane fino a gennaio del 1941. Poi ritorna nella caserma di appartenenza. A quel punto, viene concessa al Mazzitelli una licenza e con l’occasione ritorna nel paese natio. Nel mentre Domenico è a casa si infortunò e questo impedì il ritorno alle armi per   un po'! Scampò la partenza per la Campagna di Russia; ne rientrarono in pochissimi. L’8 settembre 1943   l’esercito fu allo sbando, le diserzioni all’ordine del giorno. Verso la fine del 1943 anche a Carpignano venne pubblicato un avviso di c

LA CANDELORA: IL GIORNO IN CUI SI TOGLIE IL PRESEPE E L'ALBERO DI NATALE.

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 di Maria Lombardo  La festa della Candelora segna la fine del tempo del Natale: una tradizione, quella di togliere le decorazioni natalizie il 2 febbraio, giorno della Candelora, a molti sconosciuta, ma che sta cominciando a ritrovare interesse, anche e soprattutto grazie alla riscoperta delle tradizioni autenticamente cristiane, tra le quali la stessa festa della Candelora che, nella tradizione cattolica, consiste nella presentazione di Gesù al Tempio e nella benedizione delle candele, simbolo della «luce per illuminare le genti».Secondo la tradizione questo giorno è considerato anche il giorno della Purificazione di Maria, a 40 giorni dal parto. Secondo l’usanza ebraica, infatti, ogni donna che partoriva un maschio veniva considerata impura per 40 giorni, trascorsi i quali doveva recarsi al Tempio di Gerusalemme per purificarsi.Per tanti anni anche io ho sempre pensato che il tutto andasse tolto il sette Gennaio, dopo aver festeggiato l’Epifania ed aver aggiunto le statuine dei Re M

La leggenda del tesoro di Alarico

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 di Maria Lombardo Deriva soprattutto da questo racconto risalente al 550 d.C. dello storico gotico Jordanes: «Alarico, colpito da morte improvvisa, uscì dalla scena del mondo. I Goti, piangendo per il grande affetto, deviano dal suo corso il fiume Busento, presso la città di Cosenza. Infatti qui il fiume, sceso dal piede del monte presso la città, scorre con onda pura. Dunque, raccolta una schiera di prigionieri, scavano il luogo della sepoltura in mezzo all’alveo, nel grembo del quale seppelliscono Alarico con molte ricchezze, e di nuovo riconducendo le acque nel loro alveo, perché il punto non fosse riconosciuto da qualcuno, uccidono tutti gli scavatori…».Da allora in molti, colpiti dall’accenno al favoloso tesoro che comprendeva anche l’oro del saccheggio di Roma, ben presto ciclicamente si dedicarono alla ricerca. Ettore Capecelatro, divenuto governatore di Cosenza, nel 1747 organizzò con grande dispendio di uomini e mezzi una vera e propria campagna di scavi che però non ebbe ris

Antica ricetta di mia nonna ma rivisitata: frittata di pomodori secchi

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 di Maria Lombardo Ingredienti per 4 porzioni 150 g di pomodori secchi 1 cipollotto 8 uova 6 cucchiai di olio extravergine di oliva 2 fette di pancarré 1 fetta grossa di prosciutto cotto un poco di latte sale e pepe Ricetta frittata con pomodori secchi Lavate e tagliate a pezzetti i pomodori secchi, asciugateli. Affettate sottilmente il cipollotto. Sbattete in una ciotola le uova, salatele e pepatele; togliete al pancarré la crosta, bagnatelo con il latte, sbriciolatelo e poi aggiungetelo alle uova insieme al prosciutto tagliato a dadini In una padella antiaderente mettete a scaldare l’ olio e fate appassire il cipollotto per 3-4 minuti, aggiungete i pomodori girandoli con una forchetta per 5 minuti circa, poi versatevi le uova sbattute e fate cuocere per 10 minuti. Girate la frittata con l’aiuto di un piatto e fatela cuocere anche dall’altro lato per 5 minuti circo fino a che sarà di un colore dorato. Servite la Frittata con pomodori secchi tagliata a pez

L'Area marina protetta Capo Rizzuto

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 di Maria Lombardo In provincia di Crotone nel 1991 viene istituita una vasta area marina protetta di circa 15.000   ettari. La più vasta area marina d'Italia! Otto promontori si affacciano sulle acque in questione tra cui il parco archeologico di Capo Colonna  e poi punta Le Castella. Una riserva marina che è rinomata per la sua floristica e faunistica marina tra spiagge bianche e tiziane a seconda del luogo, e mare davvero incontaminato. Questi fondali sono davvero bassi, caratteristica di queste zone nel resto della Calabria sono invece alti e pure rocciosi. Nonostante questo i suoi fondali sono ricchissimi di posidonia e di varie specie i  poriferi ,  cnidari ,  mollusch i ; tra le presenze ittiche  soragli ,  cernie ,  triglie ,  donzelle  e il coloratissimo  pesce pappagallo . Il mondo sommerso dell'Area Marina Protetta è caratterizzato da ciliate e secche, che scavate dal mare e dalle correnti, creano labirinti di cunicoli e anfratti ed offrono un perfetto rifugio a molt

Sapete che la canzone “Marina” fu scritta da un calabrese: Rocco Granata

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 di Maria Lombardo Rocco Granata nasce il 16 agosto del 1938 a Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza. Celebre cantante, è noto soprattutto per il suo brano di enorme successo "Marina".Ancora bambino emigra con la famiglia in Belgio, a Waterschei. Mentre il padre lavora in una miniera di carbone, Rocco - costretto a cambiare vita a soli dieci anni - insegue il sogno della musica: suona la fisarmonica e, crescendo, si esibisce in tutto il Belgio con il suo gruppo, The International Quintet. Nel 1959 registra il 45 giri "Manuela / Marina": il lato B diventa ben presto un successo internazionale, toccando la vetta delle classifiche di vendita del Belgio e della Germania, ma guadagnando riscontri più che positivi anche nel resto d'Europa e negli Stati Uniti (solo in Germania vende più di un milione di copie, aggiudicandosi il disco d'oro). La storia di "Marina", tra l'altro, è piuttosto curiosa: Rocco, infatti, aveva scelto di usare come singo

Inverno è ...”Prima Natali no friddu e no fami dopu Natali friddu e fami”mia nonna Maria la spiegava così

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 di Maria  Lombardo Mele cotogne cotte sotto la cenere Le mele cotogne cotte sotto la cenere hanno un sapore e un profumo intenso perché questo metodo tradizionale di cottura della frutta, o anche delle patate, tipico dei nostri nonni, esalta le caratteristiche degli alimenti. L’esperta in questo caso era mia nonna che, la sera prima di andare a dormire, con l’ultima brace del caminetto, ricopre le mele cotogne che io preparo semplicemente lavandole bene, asciugandole le adagiava sotto la cenere. Difficile è dosare la quantità di brace e cenere per ricoprirle bene e fare in modo che la cottura sia adeguata e non si brucino. Il giorno successivo a colazione, come spuntino o dopo pranzo possiamo gustarci questa delizia così naturalmente buona! Ingredienti: 1 mela cotogna per persona. Preparazione: scegliete mele il più possibile sane e mature al punto giusto, lavatele accuratamente strofinandole bene sotto l’acqua. Asciugatele e incartatele prima con la carta da forno e poi con

I "zziringuli" del Vibonese

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 di Maria Lombardo I Ziringuli sono pezzetti di carne semi magra contenuta all'interno del lardo, questi rimanendo solidi decantano nel ormai strutto e alla fine del recupero dello stesso rimangono al fondo della caldaia solidificando con dello strutto non recuperabile, i ziringuli sono il primo alimento conservato del maiale che viene utilizzato per l'alimentazione, già dal primo giorno si usano come guarnizione e condimento in padella per la cottura delle uova, chiaramente stiamo parlando di cibi grassi ma di una genuinità e di un gusto indescrivibile. Si possono conservare nel vasetto di terracotta ed utilizzarli in tal senso per lunghi periodi senza catena del freddo.

IL sequestro Falcone e De Simone vescovo di Nicotera…Ciccilla e Pietro Monaco

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 di Maria Lombardo Maria o Marianna Oliviero detta, Ciccilla, sposò Pietro Monaco. Questo suo matrimonio era stato preceduto da una tragedia. Il Monaco aveva già sposato Concetta Oliviero, sorella di Ciccilla, ma le sue attenzioni erano per Ciccilla non per la moglie. Ma Ciccilla ,folle di gelosia, attrasse in inganno la sorella in casa e la uccise a colpi di accetta. Le 37 accettate furono il suo battesimo di crudele brigantessa. Ella, infatti indossò subito vestiti maschili da brigate e seguì il marito compiendo, con lui, uccisioni, rapine e sequestri di persona a scopo di riscatto. Tra l’altro, il Monaco, col sostegno della nuova moglie decise di sequestrare alcuni membri di una ricca famiglia di Acri, i Falcone. I due, col concorso della loro banda, fecero il colpo nel settembre del 1863. Insieme con i Falcone sequestrarono anche il vescovo di Nicotera e Tropea, De Simone, ed il canonico Benvenuto. Ma inseguiti da una truppa della Guardia Nazionale e da un gruppo di Squadriglieri,

Il lago Ampollino nella Sila Piccola

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 di Maria Lombardo    Il lago Ampollino è un lago artificiale situato in Sila, una zona montuosa della Calabria. Fu il primo invaso artificiale ad essere realizzato in questa regione, tra il 1916 e il 1927, per scopi idroelettrici. Il lago ha una caratteristica particolare: bagna tre diverse province, cioè quella di Cosenza, quella di Crotone e quella di Catanzaro. Si trova a circa 12 km dal centro di San Giovanni in Fiore e a 19 da quello di Cotronei. Il lago Ampollino è circondato da boschi e montagne che offrono uno scenario suggestivo e vario. Tra i monti che fanno da cornice al lago ci sono il Scorciavuoi, lo Zingomarro, il Montenero e il Gariglione, il più alto della Sila Piccola. Il lago è alimentato dai fiumi Ampollino e Savuto, e a sua volta alimenta la centrale idroelettrica di Orichella, posta nel territorio di San Giovanni in Fiore. Il lago è collegato con il lago Arvo tramite una condotta in galleria. Il lago Ampollino è una meta ideale per gli amanti della natura e del