La Massa Nicoterana.
di Maria Lombardo
L’
istituzione della diocesi di Nicotera è documentata a partire dalla fine del VI°
sec., quando papa Gregorio Magno scrisse al suddiacono regionale affinché
vigilasse sulla chiesa di Nicotera in quanto il suo primo vescovo di cui si ha memoria Proclo, anche se
certamente era più antica, forse per
trascuratezza amministrativa, venne sospeso dall’ufficio. Nel luglio 596,
infatti era in penitenza. Del periodo precedente abbiamo il riferimento della
Massa Nicoterana che faceva parte del Patrimonio di San Pietro in terra
Bruttiorum. Difatti
l’ attribuzione del nome “Nicotera”, che probabilmente deriva da Νικóτερας =
νίκη ”vittoria” – e τέρας ” miracolo, prodigio ,quindi “Prodigio della Vittoria”
sarebbe dovuto non alla vittoria dei
romani su quei popoli, ma al prodigio
della vittoria del cristianesimo sulle dottrine eretiche e pagane concretizzatosi con la conversione degli
abitanti durante l’opera di evangelizzazione. Per ricompensa i nicoteresi
sarebbero stati premiati con la fondazione del Vescovado in località Torre del
Vescovo, con l’acquisizione di molti territori circostanti. Si costituì cosi
la grande MASSA NICOTERANA, uno dei
patrimoni più ricchi della Chiesa di Roma con Proclo, che, espiata la penitenza,
fu reintegrato nella carica di Vescovo, una sede episcopale, in località Madama
Diana, ed un clero. Due vescovi vibonesi sono presenti nell'epistolario
gregoriano, a riguardo: il primo è il vescovo Rufino, incaricato nel 595 di
scegliere tra il clero di Massa Nicoterana (l’odierna Nicotera) un sacerdote
degno di sostituire temporaneamente il vescovo, all'epoca penitente. per certe
sue mancanze; il secondo è il vescovo Venerio che, grazie alla stima papale di
cui godeva, fu incaricato dal pontefice, nel 595, di sorvegliare una spedizione
di legname dal Bruzio a Roma, necessario per costruire due importanti
basiliche. La chiesa cattedrale, ubicata
sui resti del tempio greco di Diana Medamea, risultava dedicata alla Madonna di
Romania, titolo che perdurò fino al 1304. Nicotera, menzionata come massa nicoterana,
nel VI° secolo era un aggregato di
fondi contigui con terre affidate alle famiglie notabili .Essa era fornita di
un attivo centro portuale con strutture insediative di piccola e media entità distribuite nel suo
territorio come ad esempio Brivadi,
Colissa, Tarzanà, Casino Mortelleto, Torre del Vescovo, S. Faustina, S.
Pietro, Calafatoni di Joppolo. I Normanni poi, che sin dal 1059 si erano
stabiliti a Mileto elevandola a sede della contea ed erano alla ricerca di un
approdo marittimo per raggiungere molto speditamente la Sicilia e cacciare gli
arabi dall’isola, se ne impossessarono. Fu per questo che Roberto il Guiscardo
nel 1065 decise di ricostruire la città che era stata distrutta nel 902,
spostandola sulla collina prospiciente il mare. Essendo passata, la città, in
eredità al gran conte Ruggero d’Altavilla, questi la dichiarò città regia e
demaniale, spostandovi la domus regia e i praedia regis. Papa Urbano II,
Costanza d’Altavilla, san Bruno di Colonia, san Gerlando di Besançon,
Gioacchino da Fiore furono tra i personaggi importanti accolti nella città,
dove sin dal 1065 era iniziato il processo di latinizzazione con l’arrivo dei
monaci dalla natia Normandia, che costruirono due conventi, a Nicotera e a San
Nicola de Legistis. Venne anche nominato il vescovo dopo il vuoto secolare
dovuto alla distruzione della città e fu restituita la diocesi alla Sede
apostolica, divenendone essa immediatamente soggetta,ovviamente con tutte le pertinenze della massa
nicoterana.
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