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Visualizzazione dei post da dicembre, 2019

1743, quando Casanova fuggì dalla Calabria: «Abitanti come animali». Eppure era periodo borbonico!

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di Maria Lombardo E’ successo davvero ed in periodo Borbonico per giunta, il celebre seduttore appena diciottenne fu ospite del vescovo di Martirano ma scappò dopo tre giorni dall’arrivo: «La gente di quel posto mi faceva vergognare di appartenere al genere umano”. Eppure in barba alle ciance neomeridionaliste che vedono una Calabria ricchissima sotto i Borbone, il  1743 vede al governo Carlo III uno dei migliori Sovrani di casa Borbone. Alla fine la situazione delle Calabrie era deplorevole da terra di periferia, una periferia abbandonata a se stessa!  Le parole di Giacomo Casanova non furono certo incoraggianti fin dal principio, così scrive nelle  nelle sue Mémoires: «Durante il viaggio fissai i miei occhi sul famoso Mare Ausonium. Ero felice di trovarmi al centro della Magna Grecia, che il soggiorno di Pitagora aveva reso celebre ventiquattro secoli prima. Osservavo con meraviglia la terra famosa per la sua fertilità, nella quale, però, malgrado la prodigalità della natura, 

Vigilia di Natale in Calabria: “i tridici morza” del Vibonese e Provincia.

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di Maria Lombardo   "I tridici morza" natalizi consistono, verosimilmente, in: 1) vermicelli con broccoli e sugo di baccalà, oppure vermicelli con sugo di stocco o, in alternativa "povera", spaghetti con mollica, qualche acciuga e pomodori freschi. 2) Baccalà fritto. 3) Baccalà in umido . 4) Stocco "scaddatu". 5) Broccoli affucati. 6) 'A cucuzza   fritta e, "solari solari"- cioè a strati. 7) Cavolfiore in agrodolce o sbollentato e condito con olio, limone e prezzemolo. 8) frittelle di cavolfiore o di taji, o soltanto con acciughe. 9) Insalata di arance con olive. 10)zeppole con uva passa o con acciughe. 11) Frutta fresca. Finocchi e lupini. 12) Frutta secca 13) Dolci Susumelli, Croccante di mandorle o di noci. Sono 13 i cibi che in Calabria bisogna mangiare la sera della Vigilia di Natale, 13 portate come il numero degli Apostoli insieme a Gesù ma possono essere anche 9, come i mesi dell’attesa, o 7 come le virtù,

L'oro di Capo Rizzuto (KR) si chiama finocchio.

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di Maria Lombardo   I finocchi di Isola di Capo Rizzuto hanno davvero qualcosa in più, sia dal punto di vista organolettico, che dal punto di vista sociale ma anche dal punto di vista storico. Secondo alcune fonti, l’origine del Finocchio di Isola di Capo Rizzuto è da ricercare nella Magna Grecia, in particolare nel comune di  Maratona che in greco significa finocchio  (per l’abbondanza di finocchi in zona). In Calabria è presente da almeno 160 anni, in particolare in quei meravigliosi 5mila ettari di fascia ionica che vanno da Strongoli a Botricello, fino a 200 metri sul livello del mare. Nel tempo si è diffuso sempre di più, ma soprattutto si è legato alla cultura locale, tant’è che quasi tutti se lo coltivano, anche solo per consumo personale.Il finocchio di Isola di Capo Rizzuto si differenzia rispetto agli altri per tre caratteristiche principali: il suo  profumo , che come notò appunto Bernardo Caprotti, è molto più forte e inebriante, soprattutto se tagliato e aperto ap

Natale in Calabria Grecanica: i buonissimi Petrali di Bova.

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di Maria Lombardo Nelle scorse stagioni natalizie vi ho raccontato già la bontà dei petrali nella versione che si fa in tutto il Reggino. A Bova però la “capitale” della Calabria Grecanica   i petrali di Bova hanno una tradizione antichissima e sono aperti come dei cestini  L’origine etimologica del nome indicava "le offerte prenuziali" portate al tempio dai genitori della promessa sposa. Effettivamente nell’antica Grecia esisteva una festa ateniese detta protelia. Ebbene la tesi quindi è suffragata abbondantemente. Inoltre vi era la gamélia, che cadeva nel mese di gennaio, il mese delle nozze. Protélia: È questo il nome del giorno in cui i genitori conducono alla dea sull'acropoli la fanciulla in procinto di sposarsi, e compiono dei sacriflci . Chiaro che questi riti sono giunti fino a noi con la scoperta di frutta votiva in terracotta, le raffigurazioni di dolci antropomorfici che hanno per soggetto bambini, nonché la cerimonia misterica del “corredo della s

Dalla Calabria lo Ndujattone: l’aperitivo innovativo della Locride.

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di Maria Lombardo Dalla creatività e dalla fantasia di un pizzaiolo reggino, noto soprattutto a Caulonia, è nata l’idea di unire un dolce tipicamente natalizio alla bontà e piccantezza di un prodotto calabrese per eccellenza: approda per i buongustai lo  ‘Ndujattone’ , il panettone alla ‘Nduja, un must che non può mancare sulle tavole dei calabresi. Il progetto alquanto bizzarro, sin dalla sua prima realizzazione ha riscontrato in Calabria un enorme successo, alquanto inaspettato anche per  Marco Macrì,  il pizzaiolo di Caulonia ideatore dello Ndujattone, un panettone particolare, dal gusto salato e al contempo dolce e piccante. La preparazione del prodotto richiede all’incirca tre giorni, ma il risultato ottimale risulta essere più che soddisfacente per Macrì, che ha raccontato: “L’idea è nata anni fa in pizzeria. La particolarità del panettone sta nelle gocce di ‘Nduja nell’impasto. Il risultato è stato fenomenale, ha sorpreso anche me”. Lo “Ndujattone” sin dal suo p

Il Natale calabrese: luoghi incantati sulla locomotiva della Sila

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di Maria Lombardo E’ cambiato il modo di fare turismo in Calabria, tutti sono interessati alla Regione ed a cosa può offrire nelle diverse stagioni dell’anno. Anche la Sila è mutata grazie ad un gruppo di ragazzi che ha concepito l’altopiano silano non solo come stazione turistica di montagna hanno recuperato il valore storico e turistico delle vecchie stazioni e delle linee dismesse delle calabro-lucane. Meravigliosa questa tratta silana! Tre anni fa venne rimessa in moto una vecchia locomotiva del 1926, di fabbricazione tedesca, che dopo tanti anni di onorato servizio era stata abbandonata su un binario morto di San Giovanni in Fiore. Ed ecco che la Ferrovia Silana è stata inserita nella legge nazionale sulle Ferrovie Turistiche. Un volano per incrementare il turismo nelle zone montane! E proprio domenica 8 settembre lo storico treno a vapore della Sila è diventato il treno dei vini e dei grani antichi della Calabria, un modo per riscoprire i gusti di una volta, i sapori e

Le passulate biscotti natalizi di Ardore (RC)

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di Maria Lombardo Le passulate sono dei biscotti tipici della provincia di Reggio Calabria, sono a base di frutta secca di mandorle e noci, il tutto amalgamato con il miele molto squisiti è sostanziosi. E’ un biscotto che si prepara nel periodo natalizio, ma si possono gustare tutto l’anno, visto che sono molto simili alle barrette di frutta secca, proprio una vera delizia. Dolci semplici, preparati con i prodotti della terra, che non hanno nulla da invidiare ai dolci delle più note marche e per gusto e per originalità esempio  sono le Passulate. Il piccolo borgo reggino tramanda questa tradizione fin dal 1700 ed era un dolce augurale   da regalare e consumare con vino moscato.Attenzione è un dolce di recupero si usano le “nocille” avanzate magari delle feste. Ingredienti 500 g nocciole tostate e spellate 500 g mandorle tostate e spellate 400 g uva sultanina rinvenuta in acqua tiepida 1 cucchiaino cannella in polvere qualche chiodo di garofano scorza di limone fa

“U ‘ncantatu” leggenda calabrese del pastorello meravigliato del presepio.

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di Maria Lombardo Un tempo in Calabria si faceva solo il Presepio, secondo la tradizione che era di Napoli in giù, l’albero di Natale venne dopo con la globalizzazione. Tra tutte quelle statuine ce n’è perché si espone ancora oggi una alquanto curiosa che ha stuzzicato la mia curiosità: “il pastore meravigliato” o “l’incantato“.Rappresenta un fanciullo con le mani vuote, le braccia aperte e il viso ch esprime meraviglia. “U ’ncantatu” è totalmente assorto nel gurdare il Bambinello. La costruzione del Presepio in Calabria si svolgeva prettamente quando i padri tornavano dall’estero e   portavano in dono qualche altra figurina ai bimbi lasciati in terra natia. Tutti i personaggi collocati al proprio posto ed ecco la curiosità dei bimbi ed il mito del pastorello incantato. Questo povero pastorello arriva a mani vuote non ha doni per la nascita di Gesù. Mentre tutti erano diventati buoni lui era rimasto povero portava con sé la meraviglia di una notte particolare! Quando le feste

Sapevate che in Calabria lcrescono i broccoletti selvatici: “i misi misi”.

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di Maria Lombardo Non tutti sono a conoscenza di questa cosa, devo ammettere che non lo sapevo neanche io ! Si tratta di broccoletti selvatici che crescono spontaneamente sotto gli alberi di aranci e mandarini della Piana di Gioia Tauro. Come tutti i prodotti tipici di un territorio, i  misi misi  non si trovano in commercio, ma vengono raccolti a mano e senza alcun costo dai buongustai della zona. Sono più abbondati nel periodo autunnale e sono considerati "l' ortaggio invernale " per eccellenza. L'uso in cucina dei  misi misi affucati  ha origini contadine molto antiche.Come da tradizione nella cucina calabrese, i " misi misi affucati " si gustano prevalentemente spadellati in olio, con spicchi di aglio e peperoncino piccante, previa un'accurata pulitura dei  broccoletti  (si eliminano le foglie che al tatto risultano troppo dure e gli eventuai filamenti dai gambi più spessi), ed una breve lessatura in acqua salata.Spesso i piatti semplici

I paesi del Pollino calabrese per la festa dell’Immacolata svolgono il rito “ du perciavutta”.

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di Maria Lombardo Non solo a Verbicaro, non solo a Mormanno o a   San Sostene dove prende nome di “u trividdru”si svolge questo rito conviviale molto antico.La “Perciavutta”, letteralmente ‘aprire la botte‘, una festa popolare che celebra l’Immacolata Concezione attraverso la convivialità e, come dice il nome, il buon vino. Si assaggia il vino nuovo che, per tradizione, viene degustando con grespelle ripiene di alici salate, peperoni secchi e cavolfiore portate in dono da amici e vicini di casa. Ed ecco che è un buon motivo per salutarsi e farsi gli auguri! Un vecchio detto Verbicarese cita: “chi i boni festi si voli fari, da l’otto dicembre addi cominciari”, in attesa del Natale. Le notizie storiche invece cantano tramite il Padula“… dopo la peste del 1656, tutti i comuni della provincia (…) per ordine del governatore D. Francesco Velasquez, fecero pubblico istromento con la Madonna, con cui si promettea: 1) digiuno nella vigilia; 2) confessarsi e comunicarsi; 3) fare la proc