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Visualizzazione dei post da ottobre, 2018

UN RE DIMENTICATO! UN RE CONTADINO! Francesco I di Borbone.

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di Maria Lombardo Quando si parla di un Re dimenticato è ovvio che non ha prodotto nulla di interessante per il suo Stato, altrimenti sarebbe stato ricordato e come! Eppure nessuno lo nomina persino i neomeridionalisti convinti di essere credibili di fronte a chi la storia la conosce citano sempre Ferdinando II, che qualcosa di serio nel suo piccolo seppe fare. Il Re Contadino lo chiamavano così e non c’è nulla di cui vantarsi se per un lustro le Due Sicilie( 1825-1830) furono rette da un re dedito all’autarchia, alla terra nel senso letterario del termine e di carattere burbero. Beata ingenuità neomeridionalista! Francesco I figlio del grande Ferdinando I e padre di Ferdinando II, ebbe una discreta educazione che poi sfruttò dedicandosi alla terra e non producendo “frutti” per migliorare lo Stato . Buon naturalista, si cimentò non ancora ventenne nella botanica, pubblicando (secondo il Genoino) due brevi saggi: nel 1795 l'Istruzione per la coltura della pianta del cartamo (

Risorse Calabresi: La Pasta Fioccata di Zagarise prodotto di origine bizantino (CZ)

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di Maria Lombardo E’ un prodotto antico dell’ars culinaria calabrese Zagarisana ma a mio avviso è degno di essere ricordato in questo articolo e fatto conoscere ai più! Zagarise paese della Presila conosciuto non solo per la sua storia ma apprezzato per aver unito il connubio tra natura e cascate di cui gode nei suoi immediati dintorni e i sentieri per gli amanti del trekking. Eh si oggi il trekking è importante per conoscere e per fare sano movimento. Zagarise inoltre è conosciuta come Città dell’olio della presila catanzarese per l’ottima qualità delle olive che produce nel suo vasto territorio dall’ aria pulita, ospita il visitatore a partire dal Museo dell’olio che raccoglie la storia antica degli abitanti dediti per lo più all’ agricoltura e alla pastorizia. Invita chiunque voglia soffermarsi a pernottare nel "Borgo Paradiso" il primo ostello diffuso di tutta la Calabria che ha saputo sviluppare intorno all' antico Palazzo Parise. Direi che potrei anche

In Calabria nella notte tra l’1 ed il 2 novembre si accende “a lampa pi morti”: antiche tradizioni

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di Maria Lombardo E’ una tradizione giunta a noi dalla Magna Graecia si accende per rischiarare la notte ai cari defunti una lampada ovvero una sorta di lampada fai da te, usando l’olio ed un particolare fiore essiccato conosciuto anche con il nome di “Lumìno greco”. Molto semplice da costruire a dire il vero mia nonna la accendeva anche quando mancava la luce e le candele. Fu proprio lei ad insegnarmi come si costruiva. Serve   un bicchiere di vetro riempito con acqua per due terzi e con olio d’oliva per un terzo e l’uso di un fiore essiccato come stoppino:  il fiore di Ballota acetabulosa, chiamato “micciariallu” . Il peduncolo di questo fiore si comporta come canale d’aspirazione dell’olio combustile, appoggiato su un piccolo treppiede fatto da un pezzetto di canna o sughero con un foro centrale. Finché vi è olio nel bicchiere, lo stoppino arde e fa luce. L’uso di questi stoppini vegetali  era molto diffuso in Italia meridionale ed in Grecia , nei secoli scorsi, utilizza

Il liquore Nocino si prepara in estate per riscaldare il Natale dei Calabresi

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di Maria Lombardo Uno dei liquori più diffusi in Calabria è senza ombra di dubbio il Nocino, tra le tante cose un eccellente digestivo nei dopo pasti luculliani delle tavole natalizie di Calabria. Per preparare questo liquorino urgono noci fresche e tenere raccolte nel mese di giugno col mallo verde il gheriglio tenero ed il guscio coriaceo ancora non formato. Insomma usare il frutto sano integro e non maturo! Ora vi elenco gli ingredienti tratti dalla ricetta antica 20 noci fresche e verdi, 1 litro di alcool alimentare puro, un pezzetto di cannella, 5 chiodi di garofano, 1 baccello di vaniglia, una scorza di limone, 500 gr di zucchero, 250 cl di acqua. Per la preparazione poi si devono seguire regole magistralmente attenzione! Le noci vanno lavate bene ed asciugate per poi dividerle in 4 parti. Si adagiano in un recipiente dove si versano tutti gli aromi elencati e le spezie e poi si immerge tutto nell’alcool. Serve il periodo di macerazione per 30 giorni come urge ad ogni bu

Le castagne di Sersale un prodotto De. Co.: Famose “le pastisjie”

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di Maria Lombardo  E’ la Castanea Sativa che gode dei requisiti di “castagna di Sersale” in tutte le sue forme fresca,essiccata e per giunta sfarinata. Ed è una garanzia! Sersale stessa vanta la castanicoltura nel suo comprensorio fin dalla nascita del suo abitato sotto i bizantini. Considerato l’albero del pane in quanto le castagne in tempi di magra hanno sfamato uomini ed animali, grazie alla configurazione pedoclimatica la castagna di Sersale divenne un prodotto d’eccellenza. Ambitissimo il marchio di castagne di Sersale ma l’obiettivo è di essere raccolte e lavorate nell’agro Sersalese tra cui spiccano anche Cropani e Zagarise. Insomma è una piccola ma intensa fascia che li produce. In questa fascia vengono incammerate molte varietà tutte saporitissime la n’serta, Riggiola, Curcia, Palermitana,Ruvellise e Palermitana. Un vero tripudio! Tutte questa varietà sono curatissime in questa fascia e ne rappresentano un vanto. L’agro Sersalese inoltre inizia a vivere la raccolta

Un fenomeno emigrativo poco conosciuto: Le calabrotte delle Langhe

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di Maria Lombardo  L’emigrazione che tanto fa discutere le “menti eccelse” dei neomeridionalisti che tanto si lambiccano ad addebbitare colpe agli eventi storici del Risorgimento ad immaginare becere congiutture, inutilissime collusioni con la massoneria non riescono a capacitarsi che in alcuni casi è stata un’ ancora di salvezza. A loro risultano sconosciuti non solo gli eventi storici ma l’opportunità di crescita e di arricchimento culturale per le regioni che sono state maggiormente interessate dai flussi migratori. Sono gli anni ’50 l’Italia vive il “boom economico”, infatti, milioni di meridionali si trasferirono verso i centri produttivi del “triangolo industriale” e contribuirono in maniera rilevante allo sviluppo economico del Belpaese; condizione che tuttavia accentuò ancor più il divario esistente tra Nord e Sud. Anche i meridionali non volevano più lavorare le terre! Il benessere aveva cambiato le abitudini socio economiche e sopratutto erano mutate le esigenze cu

La Fabbrica d’armi di Mongiana (VV)…Sapevate che furono i francesi ad edificarla .

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di Maria Lombardo  E’ chiaro che vige tra i neomeridionalisti una forte influenza negativa quando si parla di Mongiana come importante centro siderurgico, in parte le loro convinzioni sono vere in parte mortificano la storia ed il lavoro degli storici sereni. La spinta ad aiutare questi personaggi a capire gli eventi storici da persona titolata si intende, mi è stata data da un recente convegno svolto a Lamezia Terme. Non uno storico titolato ma solo sindaci e un professore di scuola media alquanto sconosciuto ai più. Bontà loro! premiamo l’impegno ma non la professionalità. La Fabbrica D’Armi di Mongiana non camminò pari passo con le Ferriere la cui storia è molto più antica ma venne impiantata solo nel 1852 sfruttando le idee dei Murattiani. Vi rimando all'articolo sul fucile Mongiana di questo blog. “Il moderno” opificio doveva  avere un’aspetto neoclassico la moda del tempo dettava questo anche per gli edifici adibiti al lavoro. Bando a chiunque racconti strane storie

MONASTERO DEI SANTI ELIA E FILARETO IN SEMINARA (RC)

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di Maria Lombardo Uno dei più gloriosi monasteri della Valle di Gioia Tauro è quello dedicato ai Santi Elia e Filoreto di Seminara. Sotto il mirino di Imperatori per la sua posizione venne colpito da un terremoto che lo devastò in toto, e poi abbandonato. Il processo di latinizzazione andava a colpire questi centri in modo da indurli ad abiurare il rito greco. Fu Sant'Elia a posare la prima pietra dopo un sogno in cui gli veniva indicato il luogo per l'asceterio. Subito lo popolò coi suoi discepoli ed iniziò il pellegrinaggio. L’imperatore romano, Leone VI il Sapiente, donò alla fondazione beni e rendite cospicue. Gli storici datano nell’anno 884 la costruzione del cenobio. Elia era un personaggio carismatico dotato di profezia e capace di attirare a se molta gente. Egli fu intimo di patriarchi e generali, viaggiò molto, attraversò l’Africa del nord (allora sotto il dominio arabo), giungendo fino a Gerusalemme e in Siria; giunse pure ad Amalfi, accolto dal vescovo della

L'ultimo Sindaco illuminato di Nicotera: Giuseppe Rascaglia.

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di Maria Lombardo E' veramente anacronistico sentir parlare a Nicotera di Sindaci illuminati, eppure a cavallo tra il 1956 ed il 1959 Nicotera visse una sorta di primavera del progresso. Un periodo breve   ma una Amministrazione comunale guidata da Giuseppe Rascaglia che lasciò numerose opere,   altre invece abbattute col passare degli anni. Giuseppe Rascaglia nasce a Nicotera il 6 gennaio 1894, persona colta che si fece distinguere per le sue abilità e le sue illuminanti attiduni all'ammodernamento della cittadina Nicoterese. Uomo di cultura fu Direttore Didattico inseguito conseguì il titolo di Geometra e persino ricevette la Croce di Cavaliere per la mole di opere che lasciò ai posteri. Politico ligio ed attento rimase sempre fedele al suo partito la Democrazia Cristiana e fu sotto questa bandiera che ottenne a pieni voti la palma di Sindaco di Nicotera. Impresario e costruttore edile è riuscito a lasciare a monito di tempi che furono moltissime opere di pubblica

Le tante leggende calabresi sul giorno dei morti

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di Maria Lombardo Ed anche sul giorno in cui si commemorano i defunti la Calabria “sfodera” le sue più belle tradizioni non solo culinarie come abbiamo visto in questa settimana di preparazione. Si tratta di credenze legate, innanzitutto, all’idea che la vita e la morte sono comunque, sempre, inevitabilmente legate. I cari defunti ripopolano i nostri paesi solo per una notte tornano a far visita ai vivi. I nostri “penati” ritornano in spirito sulla Terra per rifoccillarsi o solo per assistere alla messa. Tutto il mondo è paese e le leggende calabresi assomigliano a quelle del resto d’Italia. In Aspromonte si crede che nella notte tra giorno 1 e 2 novembre, i morti si radunano in chiesa per sentire la loro messa, la cosiddetta “messa dei morti”. Nessuno dei vivi li deve interrompere per non rischiare il contagio della morte. Addirittura c’è chi pensa che i defunti rimangano per l’intero mese di novembre tra noi. Così le famiglie mettono ogni sera sul tavolo un piatto ricolmo d

“O’ Murticell “ in Campania si usa preparare il famosissimo torrone dei morti.

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di Maria Lombardo  Una bellissima e buonissima tradizione culinaria quella Campana tutta cioccolatosa ed attesissima. In Campania la ricorrenza dei Santi e dei morti vede protagonista sulle tavole il cosiddetto “torrone dei morti”, così chiamato in onore di Antonio da Casoria. Non è un torrone tradizionale state attenti ha il “sapore” dell’omaggio che i vivi ed i morti si scambiano in questo giorno e quindi si riproduce un prodotto dolciario che ricorda la cassa da morto. Un tripudio di ciocccolato che è l’ingrediente base. Inoltre si predilige maggiormente il cioccolato fondente in maggior quantità rispetto agli altri che vanno nel ripieno insomma un gioco anche cromatico. Si aggiungono le nocciole ed una crema per addensare. Oltre al classico gusto alla nocciola, ci sono molte varianti: al caffè, alle mandorle, ripieno di riso soffiato, al cocco e così via. In questo periodo le pasticcerie campane propongono questo Paradiso dei golosi così invitante da ancorarsi a vecchie tr

La Calabria delle tradizioni per il giorno dei Defunti prepara i Morticeddi.

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di Maria Lombardo  Questa è una ricetta che proporrò in anticipo poiché per preparare questo dolcetto serve un po’ di “pre avviso” e sicuramente il modo migliore per insegnare ai nostri ragazzi che non c’è nulla di cui aver paura quando si parla di morti. Bisogna esorcizzare la paura tra il mondo dei vivi e dei morti. A tal proposito ho deciso di proporre una tradizione per ogni Regione del Mezzogiorno. Inizierò dalla nostra meravigliosa Calabria! E’ una tradizione che si è evoluta da noi grazie alla contaminazione delle due coste dello Stretto: Calabria e Sicilia sono terre sorelle anche nell’ars culinaria. Ed in Calabria come in Sicilia il culto dei morti è radicatissimo secondo usi e costumi svariati. E’ un dolcetto che si prepara davvero con pochi ingredientti poiché è una tradizione contadina, con poche cose si potevano sfornare dei capolavori luculliani che facevano attendere con trepidazione la festività specie per i più piccoli. Ingredienti: 600g di zucchero semolato

La Calabria la Regione più ricca e industrializzata sotto i Borbone: una pioggia di fake news.

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di Maria Lombardo Nel mondo neomeridionalista ormai girano troppe notizie false specie su Mongiana. Andiamo per gradi   nel 1874 avvenne l’epilogo di   Mongiana anzi la fonderia di Mongiana viene raccontata come una rapina voluta dal nuovo Stato e non   una chiusura per ragioni economiche. Collegata a Pizzo dalla statale 110 una stradina ritagliata dai borbonici e rimasta inalterata fino ad oggi.Questa    stradina serviva per trasportare i manufatti da Mongiana a Pizzo ed imbarcarli per Napoli. A quel tempo le condizioni per lo sviluppo c’erano tutte miniere di ferro, acqua copiosa, boschi rigogliosi e si cominciò a produrre ponti e materiale ferroviario. Purtroppo nel 1864 questo vanto della siderurgia calabrese smise di produrre e 10 anni dopo messa all’asta. Dal ’64 al ’74 erano diminuite drasticamente le commesse statali i costi dei manufatti calabresi altissimi ed addirittura vetuste rispetto ai prodotti europei. In sostanza i calabresi non si allinearono al progresso e p

LE OLIVE CALABRESI E’ TEMPO DI RACCOLTA E DI NUMEROSE PREPARAZIONI.

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di Maria Lombardo  Calabria terra famosa per la bellezza dei suoi paesaggi e per la bontà della sua enogastronomia che la rende leader nel settore. Le olive non possono mai mancare sulla tavola dei calabresi ne oggi e ne mancavano un tempo, quando le olive erano uno “sfizio” quotidiano. Preparate nei modi più svariati, le olive, anticamente, costituivano una delle principali risorse alimentari della nostra terra. Ben lungi dalla scoperta dei congelatori, dovendo durare per buona parte dell'anno, le olive venivano preparate e conservate con molta cura (in recipienti di terracotta o di vetro, in canestri o in tovaglioli di lino). Un vero tripudio di odori sapori e tradizioni ma serviva ancche molta maestria. Se in casa si possedevano le giare si potevano fare “alivi nta giarra” si mangiavano di più quelle schiacciate e messe in olio e poi quelle “'mpurnati”. Queste prelibatezze in Calabria sono un vero companatico pane ed olive e magari vino rosso locale per i più “chic

L'ORO NERO DI CALABRIA ...

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  DI MARIA LOMBARDO U no dei comparti più floridi di Calabria Citra (odierna prov. di  Cosenza):l'industria della “rigolizia”( liquirizia). Arbusto infestante tanto quanto prezioso, per l'economia calabrese di 700 ed 800, in pieno periodo Borbonico che amavano degustare le proprietà medicamentose. Venduta già nel '600 a Napoli:” la regolizia sistemata con foglie di alloro”. Dalla notte dei tempi la liquirizia risultò per la Calabria una potenziale ricchezza a tal punto che venne impiegata nell'industria farmaceutica ed erboristica ma è il mercato alimentare su scala mondiale ad acquistare già nel 1715 il prezioso prodotto. Tuttavia ,nello stesso anno la Sibaritide area compresa tra Rossano e Corigliano che impiegava l'80% della produzione, accende le prime ciminiere dei conci ( nome con cui si soleva designare l'industria), inebriando di profumi l'intera area. Annotano così le fonti storiche più autorevoli:” il Duca di Corigliano fece accrebbere il com

Nicotera (VV): epoca romana

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Crediti foto:  https://fondoambiente.it/ di Maria Lombardo  Studiosi, ricercatori, archeologi ,scrittori ,geografi ,tutti vengono attratti da quella terra lontana “ irrigata dalla celeste rugiada e dalla natural abbondanza delle acque ,che mantiene prati erbosi (...)dal bellissimo loro essere, facilmente  si muove l'intelletto alla contemplazione del deliziosissimo giardino piantato da DIO e dato in guardia agli uomini “  sto parlando di Nicotera e che George Gissing definì Esperidi .In siffatta dimensione, Nicotera ,che il Marafioti pone verso mezzogiorno e descrive come luogo dove :” l'aria è salutifera ,come si può assai evidentemente comprendere dalla proporzione lodevole dei corpi dei nicoteresi e dalla bellezza delle donne ...questa città è chiamata da Plinio Medma “. In seguito divenne di Bruzio dominio Romano ….. In un noto libro da me rinvenuto nella biblioteca del mio amato paesello ho scorto un libro che porta titolo : Nicotera  ,storia, mito, leggenda ed a pagin

La verità: Sicilia 1848

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di Maria Lombardo  A seguito di una mia personale ricerca, ho letto pagine interessanti sui moti del ’48. Ho ritenuto scrivere questo interessante pezzo corredandolo di fonti. Il dì 8 novembre del 1830, Ferdinando di Borbone, ascese al trono del Regno delle Due Sicilie col titolo di Ferdinando II. Iniziò con lui un ventennio fatto di grandi aspettative economico-culturali che durò solo un quinquennio ma anche di grandi problemi legati ai focolai rivoluzionari dell’isola di Sicilia, che nel 1848 raggiunse l’apice della sua agitazione, canta così Leone D’Hervete-Saint-Denis:”   La Sicilia è il teatro ove devono iniziare le turbolenze ”(1). Tuttavia prima di iniziare il corso della storia quarantottina in Sicilia è doveroso inquadrare l’isola in tutta la sua interezza geopolitica. Conferma ancora Giovanni Pagano nella sua opera: ” la cagione dei suoi e degli altrui malanni divorava la terra al di qua del faro ”(2). La Sicilia terra ancora poco conosciuta a quel tempo godev

Dinasty: i Florio dalla Calabria alla Sicilia .

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Maria Lombardo Un commento molto esauriente sulla famiglia dei Florio, è quello pubblicato sulla Gazzetta del Sud di Domenica 27 aprile 1986 firmato da Domenico Nunnari e del quale riporterò alcuni brani. “  Dopo il disastroso terremoto che nel 1783 colpì la Calabria, da Bagnara attivissimo centro marinaro in prossimità dello stretto di Messina, partì verso Palermo la famiglia Florio. Nella capitale siciliana i Florio aprirono una drogheria, ma presto dai modesti commerci passarono ad attività imprenditoriali fino a diventare protagonisti assoluti della vita economica dell’isola. Per oltre un secolo la dinastia dei Florio incarnò il sogno dell’industria siciliana di poter competere e addirittura superare l’imprenditoria settentrionale, ma già ai primi del ‘900 la battaglia era persa. Dei Florio che pure fecero di Palermo una delle capitali del liberty e che nelle loro sontuose dimore ospitarono quasi tutti i regnanti europei della loro epoca e buona parte della migliore ar