La Calabria la Regione più ricca e industrializzata sotto i Borbone: una pioggia di fake news.
di Maria Lombardo
Nel mondo
neomeridionalista ormai girano troppe notizie false specie su Mongiana. Andiamo
per gradi nel 1874 avvenne l’epilogo di Mongiana anzi la fonderia di Mongiana viene
raccontata come una rapina voluta dal nuovo Stato e non una chiusura per ragioni economiche. Collegata
a Pizzo dalla statale 110 una stradina ritagliata dai borbonici e rimasta
inalterata fino ad oggi.Questa stradina
serviva per trasportare i manufatti da Mongiana a Pizzo ed imbarcarli per
Napoli. A quel tempo le condizioni per lo sviluppo c’erano tutte miniere di
ferro, acqua copiosa, boschi rigogliosi e si cominciò a produrre ponti e materiale
ferroviario. Purtroppo nel 1864 questo vanto della siderurgia calabrese smise
di produrre e 10 anni dopo messa all’asta. Dal ’64 al ’74 erano diminuite
drasticamente le commesse statali i costi dei manufatti calabresi altissimi ed
addirittura vetuste rispetto ai prodotti europei. In sostanza i calabresi non
si allinearono al progresso e perirono. Le fonderie di Mongiana dopo quasi due
secoli di oblio vengono “ risvegliate” nel 2010 dal libro Terroni del
giornalista Pino Aprile ( non storico) ed ecco racconta le tesi neoborboniche e
antirisorgimentali del Piemonte che venne a sfruttare il Sud. Ma sappiamo
benissimo che le cose non andarono come racconta Aprile. Ebbene si le fonderie
di Mongiana erano slegate da ogni innovazione o progresso e che il progresso
rimase solo in Inghilterra da dove partì la Rivoluzione Industriale. Inutile
ancora ribadire che le Serre Calabresi non ebbero nemmeno sviluppo nelle
colture e nello sviluppo urbanistico sotto i Borbone, motivo mancavano le
strade. Le condizioni erano al limite il Galanti illuminista calabrese
vicinissimo ai Borbone sostiene:” gli operai non superavano i 40 anni e molti
diventavano prima ciechi o paralitici”. Dopo questa premessa facciamo parlare i
dati storici. Inutile dire che l’arte della fusione dei metalli in Calabria era
praticata dalla notte dei tempi quindi
attenzione non è un “prodotto” borbonico. Tutto ebbe inizio nel 1768 giunse in
Calabria Ultra il Vitruvio Napoletano ossia Mario Goffredo con l’intento di
modernizzare il vetusto polo siderurgico di Stilo. Si scelse però di costruire
un nuovo polo siderurgico nei pressi dell’attuale Mongiana un bel po’ distante
da Stilo, in due anni viene costruito un complesso attenzione non aspettatevi
immense fabbriche come Manchester. Si cominciò a produrre subito oggetti per la
vita quotidiana e si realizzò un villaggio per dare casa agli operai altrimenti
nessuno sarebbe rimasto a lavorare in un posto sconosciuto ed impervio come
Mongiana. Si produceva busti per monumenti, tubi, campane, ruote di ferro,
elementi di macchine, argani, pesi, bracieri, mortai, zappe, chiavi, bulloni,
maglie, catene, componenti per i primi ponti sospesi, rotaie per tratte
ferroviarie. Quisquiglie agli albori! Gli alberi
erano copiosi ed ogni giorno il
disboscamento era feroce serviva un modo per rimpinguare gli alberi tagliati.
Ecco il Decreto Pro Mongiana.
Con questo decreto furono introdotti i cicli di taglio a quarantesimo, in
altri termini era concesso abbattere l’albero più vecchio tra i quaranta
circostanti, albero che veniva scelto con rito ufficiale
(martellatura) e abbattuto a circa 1 metro e mezzo di altezza per permettere ai
boschi di riprodursi spontaneamente. Nel
1804 in periodo Napoleonico giungono gli le menti francesi che progettarono la Fabbrica
d’Armi, la caserma, la fonderia, la Chiesa, il carcere, le strade, il cimitero,
le nuove officine, ponti e canali, edifici, gli alloggi dei dirigenti, la Casa
del Comandante. Insomma, tutto quello che c’era da progettare. E ancora,
realizzarono i forni per la fusione e addirittura modificarono una macchina a
vapore, detta il ventilatore, che serviva per alimentare l’aria
soprattutto in estate quando i torrenti portavano poca acqua. Ebbene si lo
sviluppo di Mongiana si deve ai Francesi non ai Borbonici. Nel 1846 vennero introdotte a Mongiana moderni metodi di affinazione, come per esempio un laminatoio acquistato
in Inghilterra, che ovviamente perfezionarono per le proprie esigenze ma questo non eguagliò gli interventi francesi. E fu sotto
i francesi che si ebbe un periodo di massima produzione si iniziò a produrre
cannoni, mortai, proiettili, granate, baionette, sciabole, else, carabine,
fucili di precisione e si azzardarono
addirittura i primi prototipi di cannoni navali binati e cartucce a percussione
centrale. Le condizioni dei lavoratori migliorano: : orario ridotto lavoro,
assistenza medica, pensione e istruzione pubblica. I Borbone non fecero altro
che sfruttare le migliorie dei Napoleonidi azzardando la produzione della
rotaie e dei ponti sospesi.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminami scusi è stato un refuso... può capitare per chi è impegnato nella ricerca ...la ringrazio per la segnalazione.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina