La Fabbrica d’armi di Mongiana (VV)…Sapevate che furono i francesi ad edificarla .
di Maria Lombardo
E’ chiaro che vige tra i neomeridionalisti una
forte influenza negativa quando si parla di Mongiana come importante centro
siderurgico, in parte le loro convinzioni sono vere in parte mortificano la
storia ed il lavoro degli storici sereni. La spinta ad aiutare questi
personaggi a capire gli eventi storici da persona titolata si intende, mi è
stata data da un recente convegno svolto a Lamezia Terme. Non uno storico
titolato ma solo sindaci e un professore di scuola media alquanto sconosciuto
ai più. Bontà loro! premiamo l’impegno ma non la professionalità. La Fabbrica
D’Armi di Mongiana non camminò pari passo con le Ferriere la cui storia è molto
più antica ma venne impiantata solo nel 1852 sfruttando le idee dei Murattiani. Vi rimando all'articolo sul fucile Mongiana di questo blog. “Il moderno” opificio doveva avere un’aspetto neoclassico la moda del tempo dettava questo anche per gli
edifici adibiti al lavoro. Bando a chiunque racconti strane storie di marketing
sulle due colonne di ghisa che accolgono i visitatori del Museo. Chi conosce la
storia come me potrebbe bastonarli duramente! L’uso della ghisa in quel 1852
rappresentava il vero marketing ed è per questo che la ghisa ricoprì le due
colonne doriche. La fabbrica di Armi sorgeva a ridosso di una collinetta vicino
al fiume Ninfo le cui acque venivano sfruttate. L’edificio constava di uffici e
depositi non che di due officine, in una c’erano i limitatori di pezzi di
batteria ed i fucinatori di canne ed armi bianche. A Mongiana bando alla
propaganda si producevano solo i pezzi del fucile modello Mongiana. Tra le
tantissime altre nozioni storiche da far conoscere al grande pubblico fino al
1858 i pezzi venivano spediti a Napoli anzi a Torre del Greco dove li
riassemblavano e usavano una macchina per rigare le canne. Una macchina
importante per l’armeria duosiciliana che a Mongiana non c’era, tutto quel
progresso sbandierato si affievolisce quando si fanno studi inoppugnabili. I
Borbone svilupparono degnamente solo la Campania, il resto era solo Provincia
del Regno. Solo quando si resero conto che i costi triplicavano a pochi anni
dalla caduta del bel Reame la Corona cercò di “correre” ai ripari. Gli operai
della Fabbrica d’Armi erano solo 100 mentre in tutto il complesso siderurgico
circa 1800 in tutto. Per tenere buoni gli operai venivano assunti come filitati
esenti dalla leva. Ed erano costretti a pagarsi da soli le case poiché già
esentati dalla leva. Infatti tutto il villaggio era in mano al Corpo di
Artiglieria, al cui comando vi era un colonnello con la funzione anche di
sindaco. E’ vero anche che i Borbone non furono molto indulgenti con gli operai
ma la vita di questi addetti Mongianesi non fu molto drammatica. Manco'
totalmente lo sfruttamento delle donne ed il lavoro minorile fu limitato a
funzioni gregarie, con orari di lavoro ridotti. E’ chiaro che nei pressi del
villaggio si svilupparono molti enti una piccola scuola, chiesa e un rosario
di attività artigianali. Il fucile Mongiava e lo scrivo scevro di enfasi e
demagogia partecipò a qualche esposizione ma non vinse mai premi se non qualche
sporadico diploma di partecipazione.
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