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Visualizzazione dei post da 2021

In Calabria tra fine Dicembre e inizio di Gennaio da secoli si rinnova il tradizionale rito della macellazione del maiale.

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Crediti foto: https://www.irpiniaoggi.it/   di Maria Lombardo  L’allevamento e macellazione di questo suino era considerato un prodotto alimentare indispensabile dai nostri avi. Fino a qualche anno fa infatti non esisteva un nucleo familiare che non allevasse un maiale per nutrirsi delle carni di esso. Carni gustosissime che costituivano il primo fabbisogno energetico giornaliero. Il maiale, prima della sua uccisione, veniva acquistato e fatto ingrassare dopo lunghi mesi di sacrifici da parte della famiglia contadina. La macellazione andava dalla festività di Santo Stefano fino al giorno dell’Epifania. La mattanza si consumava in maniera abbastanza pittoresca e andava fatta dotandosi di coltelli di vario genere. E ogni persona aveva un ruolo ben preciso, da chi preparava il povero animale a chi puliva le cuoia con dell’acqua bollente. C’era poi anche chi girava il sangue che sgorgava come una fontanella dalla carotide dell’animale affinché non si coagulasse per fare il sanguinaccio

Siete mai stati al Museo della Memoria Ferramonti di Tarsia (CS)

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 di Maria Lombardo  Del campo di internamento edificato a Tarsia ho parlato ampiamente negli anni passati sia in questo blog che in altri. Infatti dal 1940 al 1943 nella frazione Ferramonti venne realizzato un campo di internamento civile. Di esso, utilizzato fino al 1945 per ospitare profughi, non resta praticamente nulla. Il campo di Ferramonti, il più grande d’Italia, fu utilizzato dal 1940 al 1943 per internati ebrei, italiani e stranieri, antifascisti, apolidi e cittadini di potenze nemiche. Le condizioni di internamento, nonostante gli sforzi nell’auto-organizzazione da parte dei prigionieri stessi, furono rese difficili dall’insalubrità del luogo, dagli scarsi rifornimenti, e anche dai combattimenti tra i vari eserciti nell’estate del 1943. In quel periodo il campo fu ufficialmente disciolto, ma molti internati, non avendo alternative, scelsero di rimanervi. Il campo fu quindi amministrato dagli Alleati, che lo diedero presto in gestione agli stessi (ormai ex) internati fino a q

Sapete che Ingrid Bergman fu a Catanzaro. La firma sul lenzuolo

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  di Maria Lombardo  Nel 1950, sul n.41 de "L'Europeo" settimanale (poi ripreso da "L'Europeo" bimestrale nel gennaio 2006) trovò posto un articolo dedicato a Ingrid Bergman madre e seduttrice scritto da Camilla Cederna, forse la più colta e brillante cronista di costume nel secondo Novecento. Ne "posto" un breve brano, molto emblematico di una certa Italia. (S.L.L.) Nel racconto “Una violacciocca per Ingrid” scritto da Sergio Caroleo viene descritto l’episodio del loro arrivo e il particolare fascino dell’attrice, così riassunto in alcune righe: “…Ingrid, inefficacemente celata da un paio d’occhiali scuri a goccia, con la bionda chioma raccolta da un foulard annodato alla nuca, apparve a tutti imponente nella sua naturale bellezza. Portava un leggero cappotto chiaro, che lasciava intravedere i pantaloni, capo di vestiario quasi del tutto inusuale per le donne catanzaresi. Aveva tra le mani una Leica, che tradiva uno sguardo curioso ed emancipato s

“U suffrittu”, tipica prelibatezza dell’antica cucina reggina

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Crediti foto: https://www.ntacalabria.it/   di Maria Lombardo  Il soffritto, nell’accezione classica, è l’insieme di spezie ed ortaggi che serve per soffriggere qualcosa: dalla carne al pesce, agli intingoli per i diversi piatti di pasta. A Reggio Calabria ‘u suffrittu’ è un piatto gourmet, espressione di quella cucina tradizionale che non passa mai di moda e che ha come base la carne di maiale. Si tratta, infatti, di un succulento spezzatino a base di carne e di interiora di suino. La pietanza, un tempo, si preparava soprattutto durante la stagione invernale in concomitanza con l’uccisione del maiale. Un rito più che usanza “fare” il maiale e si riunivano interi nuclei familiari. La ricetta de ‘u suffrittu’ si inserisce in questa usanza secolare e mantiene ancora intatta tutta la sua storia culinaria di estrazione popolare, fatta di sapori forti e genuini. Ingredienti per 6 persone: - 600 grammi di carne di maiale - 400 grammi di interiora di maiale - Un bicchiere di olio extravergin

Mario Martire l’aviatore del cosentino che morì a Mauthausen

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 di Maria Lombardo  Nato a Pedace (CS) il 10 luglio 1919, morto a Mauthausen il 17 febbraio 1945. Mario Martire è stato un ufficiale pilota che si è distinto in varie campagne militari (Etiopia, Spagna, Grecia, etc.), dimostrando grande abilità di aviatore. Prima di seguire l’amore per la Patria si distinse nel calcio giocando nei “Lupi della Sila”. Numerose furono le imprese compiute da Mario Martire nel corso della Seconda guerra mondiale, questa volta con il grado di tenente, al comando di una veloce squadriglia di aerei e, grazie alla sua perizia, riuscì sempre a tornare al Campo base, anche quando operazioni ad alto rischio nel settore mediterraneo avevano richiesto un elevato prezzo in termini di aerei abbattuti e uomini morti ed egli stesso aveva avuto il suo velivolo crivellato di colpi. Il 9 settembre 1943 il capitano pilota, medaglia d'argento al valore, è stato sorpreso all'aeroporto di Cameri (No) dopo la soffiata di una spia fascista. Ufficiali e avieri, privi di c

28 DICEMBRE 1908 nascono i comitati “Pro Calabria” per la ricostruzione post terremoto calabro-peloritano

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 di Maria Lombardo    E’ l'anniversario di una pagina triste della città di   Reggio e Messina: distruzione e morte. ".. in un cataclisma che nessuna mente umana avrebbe potuto concepire, nemmeno nei sogni di una macabra fantasia, che nessuna parola saprà mai riprodurre, che nessuna penna saprà mai descrivere, noi abbiamo perduto tutto…"Una poesia che la poetessa Ada Negri scrisse per l'occasione invitava alla raccolta aiuti che fu copiosa sia Italia che all’estero:… Fratelli in Cristo, destatevi dal sonno, andate a soccorso con zappe e leve, con pane e vesti. Nelle lontane terre dell'arsa Calabria crollano ponti e città: i fiumi arrestano il corso, sotto le case travolte le creature sepolte vivono ancora, chi sa!! … Batte la campana a stormo. Pietà, fratelli, pieta!... Ed ecco che il 28 dicembre 1908 alle 5,21 un fortissimo terremoto d’intesità dell’undicesimo grado della scala Mercalli distrusse le città di Messina e di Reggio Calabria. Per evitare la dispersi

Sapete che esiste il triangolo stocco calabrese: Mammola, Cittanova e Canolo tutti nel Reggino

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Crediti foto: http://ilricettariodellanonna.altervista.org/   di Maria Lombardo  La Calabria non è una terra monotona. Quando si crede di aver schematizzato tutto c’è sempre il colpo di scena. Il passaggio dalla costa tirrenica a quella ionica incontra il naturale spartiacque nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Costa, montagna, pianura. Storie diverse, territori diversi, cibi diversi. Il mare d’estate e quello d’inverno, poi paesaggi e storia di un mondo pastorale e rurale, infine la montagna. Al posto della neonata, del pesce spada, dei surici di mare, entrano in scena i formaggi, l’olio, i salumi, il miele, le confetture di agrumi. Una cucina di terra, per riassumere. Difficile però rinchiudere tutto in un elenco: qui nulla è scontato, meno che mai banale. Quando si crede di aver catalogato costa e montagna, cibi di terra pietanze di mare, ecco Mammola. In un gioco di carte sarebbe quella che spariglia. Alle porte del Parco Nazionale dell’Aspromonte spunta Mammola patria del pesce s

Lo sapete? La mistica Natuzza Evolo miracolata per intercessione di San Giuseppe Moscati

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Crediti foto:  https://www.ilriformista.it/   di Maria Lombardo  Tra tutte le storie davvero suggestive e degne di nota che avvolgono la figura di Natuzza Evolo, la Mistica di Paravati, va ricordato il rapporto che Ella ha avuto con il grande santo medico Napoletano   Giuseppe Moscati. È per questo che voglio riportare un episodio narrato dal professore Marinelli, grande studioso della figura di Natuzza. San Giuseppe Moscati oggi è conosciuto in tutto il mondo per virtù della sua intercessione e della Carità che esercitava presso i suoi malati. Egli infatti era un medico. "Il Beato Giuseppe Moscati (1880-1927) le apparve più volte. La prima volta che lo vide, Natuzza fu particolarmente colpita dalla sua bellezza, e gli chiese: "Professore, perché siete così bello?". Al che il Beato le rispose: "Perché sono vicino alla Madonna e perché nella mia vita ho praticato la Carità umile e nascosta, che non offendeva nessuno". Il medico Santo l'aiutò quando fu oper

Questa stagione vi insegno a fare “a saimi” servirà per i dolci di Pasqua

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Crediti foto:  https://lacuocaignorante.altervista.org/   di Maria Lombardo    Come tutti i grassi da condimento, ha il duplice ruolo di esaltare organoletticamente la gradevolezza dei cibi e di consentirne la cottura in modo uniforme. Si ricava dal grasso di maiale per fusione, e si usa maggiormente per le fritture, dato il suo elevato punto di fumo. Le parti grassose maggiormente usate per ottenere la sugna,   è un tipo di grasso e precisamente quello delle viscere della zona surrenale, mentre lo strutto è il prodotto derivante dal processo di scioglimento del grasso sottocutaneo. Insomma i pezzettini di lardo che provengono dalla grossolana sgrassatura della cotenna e dei pezzi di carne destinati ai salumi. Lo strutto   di maiale o sugna fatto in casa genuino come quello di una volta: ricetta, ingredienti, dosi, preparazione e conservazione. Le ricette di impasti per molti dolci e alcuni tipi di fritti come zeppole, pizze rustiche, biscotti salati, sono senza dubbio più gustose e

Le vigilie in Calabria con "pitti i baccalà", le frittelle sono sempre deliziose!

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Crediti foto: https://www.tribugolosa.com/   di Maria Lombardo    Le frittelle di baccalà sono veramente irresistibili, adorate e “divinizzate” da ogni calabrese. In Calabria per le Vigilie di ogni festa comandata sono istituzione!   Ingredienti : - 600 gr baccalà dissalato - 100 grammi di farina 00 - 100 grammi di pecorino grattugiato o parmigiano - 1 uovo - prezzemolo -  sale - pepe - olio per friggere   Procedimento : Prepariamo la pastella facendo molta attenzione a non formare grumi con uova e farina, insaporiamola con il formaggio, il sale, pepe e prezzemolo tritato, poi versiamo in questa pastella il baccalà. Il baccalà deve essere precedentemente sbollentato pochissimi minuti, privato delle spine e tagliato a piccoli pezzettini. Se il composto dovesse risultare troppo asciutto, aggiungete un pochino di acqua per rendere più morbida la pastella. In un’ampia padella fate riscaldare l’olio, versate le frittelle a cucchiaiate poco distanti l’una dall

La Razzona la Ferriera privata di Carlo Filangeri in Calabria coeva a Mongiana

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  di Maria Lombardo  Il primo maggio del 1816 Cardinale cittadina del versante ionico calabrese, subì il riassetto dato dai Borbone alla Calabria, a seguito della Restaurazione. Posizionata nel circuito del Principato di Satriano è balzata agli onori grazie alla figura di Carlo Filangeri, e della lungimiranza dello stratega, di posizionare sua ferriera privata alla Razzona zona montuosa del Cardinalese. Studiata da   uno degli storici più in voga John A. Davis in Società ed imprenditori nel Regno Borbonico Laterza Bari 1979 a pag 20 annota:” la ferriera di Cardinale è conosciuta a pochi”. La Razzona posizionata nel complesso del Principato di Satriano venne ereditata a conti fatti dal giovane militare Carlo Filangeri, figlio dell'illustrissimo Gaetano Filangeri, gli storici locali tra cui spicca Cirillo autore di   “Cardinale e la sua storia” Edizioni Sud Grafica pag 48 mette nero su bianco quanto detto:” Satriano, Isca, Sant' Andrea, San Sosti, Badolato, Spadola Torre Ruggero

" 'A SIRA E L'ABBUTTU" antico rito di Cropani (CZ) per l’Epifania

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Crediti foto: https://www.istockphoto.com   di Maria Lombardo  A Cropani la vigilia dell' Epifania ('u Vattisimu) era conosciuta come "a sira e l'abbuttu" e secondo la tradizione si dovevano mangiare tredici cose. La scelta del numero tredici non era casuale, questi alludeva, infatti, alla tavola dell'ultima cena attorno alla quale sedettero Gesù e i dodici apostoli. Trovo questo antico rito in un testo sulla storia del borgo di Cropani (Cropani, ogni metro una porta).La tradizione era rigorosamente rispettata sia dalle famiglie benestanti sia da quelle povere; quest' ultime, non avendo la possibilità di preparare tredici pietanze diverse, solevano contare ogni singolo ingrediente dei pochi e poveri piatti per arrivare a tredici. La semplicissima pasta alle alici con la mollica ne contava già quattro (olio, alici, pasta e mollica), i broccoli in pastella, cinque (olio, broccoli, farina, uova e sale) poi si contava il baccalà fritto, il vino, un pò di frutt

Fichi ripieni ricoperti al cioccolato delizia della Sila.

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Crediti foto:  https://www.lacucinadibacco.it/   di Maria Lombardo  I fichi ripieni ricoperti al cioccolato sono una specialità dolciaria tipica della Regione Calabria e precisamente della zona silana. Essi vengono preparati in particolar modo nel periodo di Natale, ma possono essere gustati anche durante tutto il periodo autunnale. Il ripieno conferisce un ottimo e delizioso sapore ai fichi, che vengono arricchiti al loro interno da: miele, Marsala, noci tritate, mascarpone e cioccolato al latte. Ingredienti per 4 persone Fichi freschi se periodo – 8 oppure già secchi Noci tritate – 35 Gr. Miele – 2 cucchiai Marsala – 2 cucchiai Mascarpone – 80 Gr. Cioccolato al latte – 80 Gr. Preparazione Lavate i fichi, asciugateli e tagliatevi la base, in modo che stiano in piedi . Incidete ora la sommità, formando una croce profonda circa due cm. Portate il forno a 200 °C ( se ventilato 180°C. Poi, mescolate bene tra di loro le noci tritate, il miele, il marsala e il mascarpone

Laino Castello Vecchio (CS): il borgo incantato del Pollino

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  di Maria Lombardo  Laino Castello si trova sul colle dove, un tempo i Longobardi fondarono la loro imprendibile fortezza. Nei secoli precedenti ha avuto tanta importanza al punto da diventare “capitale” del monachismo meridionale. L’intero paesaggio è maestosamente incastonato, come una gemma preziosa, nel rigoglioso verde della vallata sottostante, cuore del Parco Nazionale del Pollino.! Probabilmente il toponimo deriva dal fiume Lao che la circonda. È un vero e proprio paese abbandonato ma non per questo ha perso la sua bellezza. Una “ghost town” ammaliante! La sua storia è molto affascinante. Non è facile stabilire l’esatta origine di Laino Castello ma ciò che è certo è che nel 1811 Laino Castello era scissa da Laino Borgo. Una separazione che era durata fino al 1928 quando i due comuni si erano riuniti sotto il nome di ‘Laino Bruzio’. Un’annessione che si conclude nell’anno 1947 con una divisione definitiva. Entrambi i centri abitati hanno condiviso numerose vicende storiche.

Nella notte del capodanno 1977 veniva ucciso ad Africo, Turi Barbagallo, era tra i pochi ad opporsi alla 'ndrangheta della Locride

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Tino Petrelli,  Strada con donne al trasporto di cose     di Maria Lombardo  Turi Barbagallo con molti altri giovani di Africo, si opponevano al potere della ‘ndrangheta, stretti tra la criminalità, le istituzioni compiacenti e la passività del PCI. La situazione era tesa durante gli anni ‘70: Rocco, Turi e gli altri giravano armati per contrastare le ‘ndrine. Si ritrovavano in Piazza de Gasperi, detta “Piazza Rossa” vista la presenza dei giovani militanti. Era lì che spesso avveniva il braccio di ferro con i picciotti, in particolar modo nella notte di Capodanno, dove spesso e volentieri Turi, Rocco e gli altri dimostravano di possedere anche più potere di fuoco delle ‘ndrine grazie alla rete di conoscenze e legami con organizzazioni di altri paesi che avevano facile accesso ad armi da fuoco. Quei colpi sparati per aria ribadivano che ad Africo c’era chi avrebbe risposto colpo su colpo al potere ‘ndranghetista. La notte del 31 dicembre 1976, però, si era deciso di evitare lo scontro.

Sapete che il torrone di Bagnara Calabra fu il preferito da Casa Savoia già sotto i Borbone

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  di Maria Lombardo  Stavolta i neomeridionalisti possono gongolare perché è una cosa verissima  questo prodotto lo portarono via prima dell'arrivo di Garibaldi! Siamo nel 1846 quando il torrone di Bagnara arriva in Piemonte grazie alla famiglia Cardone ancora oggi in attività. Francesco Antonio Cardone, riprende l’antica ricetta dei monaci e la modifica, creando un nuovo scrigno a base di miele di zagara, albume di uova fresche e mandorle tostate che alla fine del secolo gli vale addirittura il titolo di “Fornitore della Real Casa Savoia”. Ma il prestigio di questo torrone è destinato a crescere sempre di più, soprattutto grazie alle numerosissime botteghe artigiane, le quali hanno creato una cultura manuale nella lavorazione che lo fa distinguere dagli altri “fratelli”. Infatti, nel 1885, N. Marcone scrive che “I torroni di Bagnara fanno il giro del mondo, e veramente sono tali da meritare siffatto onore”. E se un tempo il torrone era un dolce principalmente natalizio, da mangiar

Il panettone alla cipolla di Tropea

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Crediti foto:  https://www.quicosenza.it/   di Maria Lombardo  Esiste già da un paio di anni! Da un lato uno dei prodotti simbolo della Calabria, dall’altro il dolce principe del Natale. Da questa unione è nato il panettone artigianale alla cipolla rossa di Tropea. Una sfida lanciata dal direttore artistico del Tropea Cipolla party, Paolo Pecoraro e   accolta con entusiasmo dalla giovanissima e talentuosa chef Denisia Congi. Il risultato ha già ottenuto apprezzamenti degni di nota. A cominciare dalle vendite registrate in occasione dell’arrivo delle festività natalizie. Il panettone alla cipolla è frutto di un esperimento ben riuscito condotto dalla professionista di San Giovanni in Fiore. Il dolce tipico della tradizione natalizia, venduto anche on line attraverso i canali del Tropea cipolla party, viene confezionato nel centro cosentino. Ma arriva in ogni angolo d’Europa. Per questo possiamo dire che si tratta di un prodotto davvero speciale e in grado di soddisfare palati diversi. I

"I crucetti" tradizione dolciaria del Natale Calabrese

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Crediti foto: https://inesfavorita.wordpress.com/  di Maria Lombardo  Con questo nome in Calabria indichiamo i fichi fatti appassire al sole e poi farciti con frutta secca. La preparazione dei " fichi chini " già conosciuta nell'antica Roma fu ripresa nel Medioevo dove, probabilmente grazie alla creatività di alcune monache, presero la forma di una croce cristiana, ottenuta incrociando e sovrapponendo quattro fichi secchi aperti a metà. Oggi come ieri le crucette sono una delle tante prelibatezze, semplici ma dal gusto genuino, che si preparano per il Natale quasi a perpetuare una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Consumati al naturale o " acconzati "   sono un alimento salutare ricco di ferro, potassio, fibre, vitamina A e B, non per niente una volta i contadini impegnati nelle dure giornate di lavoro nei campi li mangiavano nei momenti in cui le energie avevano bisogno di essere ricaricati. Ecco la ricetta, le varianti sono tante, i

Festività natalizie a San Giovanni in Fiore (CS): il canto dello Zugghi

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  di  Maria Lombardo  Ovviamente è un canto di buon augurio che si pratica in casa di amici e parenti. Davvero un rito secolare che si accompagna con la fisarmonica, il tamburello, la chitarra e lo zugghi. E’ simile alla strina insomma! Il nome del canto deriva dal nome dello strumento che si utilizza per accompagnare la voce. Cantato da i pallapallisi doc e suonato da un futuro fisarmonicista con laiuto del capitano della squadra del paese. “Senz’essere chiamati simu venuti, oi simu venuti, a lli patruni lle via li bon trovati." veniva spesso intonato durante le festività di fine anno, in special modo il giorno di Capodanno. Un gruppo di canturi e sonaturi   si riunivano, in allegra compagnia, davanti a case di parenti e amici; dando il loro meglio cantavano fino quando qualcuno non venisse loro ad aprire.   La baldoria non finiva lì: i musicisti venivano invitati ad entrare e a consumare una piccola cena offerta dal padrone di casa, il quale, nella maggior   parte dei casi, &quo

Il paNdujotto Dark: una specialità di Spilinga (VV)

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  di Maria Lombardo  Da circa un paio d’anni a Spilinga alla pasticceria   “Green Bar” si può trovare il panettone alla n’dujia. Inoltre anche l’azienda Livasi di Spilinga produce il suo. E’ il PaNdujotto   e a differenza di altri è un dolce! Un prodotto che ha avuto grande successo fuori Regione la città dove si è registrata una maggiore richiesta di panettoni con la ‘nduja è stata Milano, a seguire Roma, Bologna e Napoli. Il Pandujotto sta incuriosendo davvero molto proponendosi come prodotto innovativo sulle tavole del post Covid. Lavorato con lievito naturale che dona un sapore autentico e genuino. Un dolce-salato, in cui piccante della ‘nduja si sposa con il dolce dei pezzetti di cioccolato fondente al 70%. Un contrasto che può apparire strano ma bilanciato nonché gustoso, assicura chi lo ha assaggiato. Ed è proprio da questo audace abbinamento che nasce l’interesse dei consumatori. Ormai la Calabria vuole intraprendere non essere appendice le aziende agroalimentari calabresi, fac

“ U pastorellu addormentatu” la leggenda di Benino del presepe calabrese

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Crediti foto:  https://mediavoxmagazine.it/   di Maria Lombardo  Nei presepi costruiti secondo le regole più tradizionali, in cima, lontanissimo dalla grotta della Natività, c’è un pastore che dorme beatamente. Il suo nome è Benino e a differenza degli altri non è raffigurato nell’esercizio delle sue mansioni ma mentre sta dormendo accanto al suo gregge. La leggenda vuole che il presepe è in realtà il frutto del suo sogno e svegliare Benino vorrebbe dirne l’istantanea estinzione. Secondo alcune interpretazioni Benino sarebbe il dio greco Pan, dio dei pastori e dio del Tutto che sognava un nuovo ordine per l’universo, dopo averne confuso le carte! Benino è il fatto che stia dormendo.   Il tema del sonno e del sogno è stato affrontato in ogni epoca e letteratura... Anche nella Bibbia ovviamente, dove si legge "E gli angeli diedero l’annunzio ai pastori dormienti”.

Dolce popolare della tradizione natalizia in Calabria: "Scaliddri"

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di Maria Lombardo  Un dolce che si prepara nell’alta Calabria ma negli ultimi anni complice il web tutti si dilettano a preparare tutti questi dolcetti sfiziosi e molto antichi. In genere si cospargono di miele come in foto ma potete fare come volete deziose al vino cotto luculliane con cioccolato o naspru. Ingredienti 10 uova (5 intere e 5 solo i tuorli) - un guscio d'uovo pieno di anice - un guscio d'uovo pieno di olio - un cucchiaio di zucchero - mezzo cucchiaino di lievito per dolci - farina quanta ne assorbe - circa 500gr di miele Preparazione Sbattere lo zucchero con le uova, aggiungere in ordine: l'olio, l'anice e la farina. Ottenere una pasta molto morbida. Lasciarla riposare per 10 minuti. Stendere la pasta ed ottenere dei cordoncini di meno di un centimetro di diametro. Aiutarsi con il manico di un cucchiaio di legno. Arrotolare lungo il manico del cucchiaio di legno per una lunghezza di 5-10 cm. Alla base tenere fermo il cordoncino arrotol

Natale in Calabria: Panettone al Gelsomino da assaporare

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Crediti foto: https://strilleat.strill.it/   di Maria Lombardo  Questa pianta, regina della costa di Aspromonte in Calabria, è la protagonista di molte bontà culinarie. A Natale fin dalla scorsa stagione è possibile deliziarsi con questo prodotto luculliano. Un grande lievitato che nasce nella terra di Aspromonte per regalarci un prodotto di qualità. Pochissimi ne conoscono le origini, la storia e le caratteristiche che ne fanno un fiore multiuso. A riscoprirlo è stata, Rosetta Bolognino, che lo ha declinato in molti preparati dai liquori ai cioccolatini. A lavorare al panettone al gelsomino è però Pietro Galea   un maestro pasticciere che ha vinto numerosi premi e che con orgoglio fa della sua terra una fonte di ispirazione per creare dolci particolari, per riscoprire antiche ricette e per proporre in chiave contemporanea nuove creazioni dolciarie. Il fiore bianco a cinque punte, sapientemente dosato è diventato un ottimo ingrediente non soltanto per liquori ma anche per i dolci, come

Spezzano Albanese (CS): la tradizione del “frumento di Santa Lucia”

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Crediti foto:  https://www.cucinarechiacchierando.it/   di Maria Lombardo    Per santa Lucia, a Spezzano Albanese, veniva cotto il grano ed arricchito di aromi, insomma il cosiddetto “frumento di Santa Lucia”. Tuttora qualcuno continua a mantenere viva questa usanza. Gli anziani facevano bollire una “pignata” colma di grano e miele.   Santa Lucia da Siracusa è stata una santa romana, venerata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa! La leggenda vuole che i Siracusani nel 1646, nel corso di una tremenda carestia che li stava decimando, nel giorno di Santa Lucia, videro arrivare in porto una nave piena di grano, che fu immediatamente distribuito alla popolazione. Era tanta la fame che tormentava la città che il popolo non perdette tempo a macinare il grano per confezionare pane e pasta, ma bollì il cereale e lo mangiò così come usciva dalla pentola. Negli anni successivi si iniziò a festeggiare questo insperato salvataggio consumando il 13 dicembre un piatto di grano cotto. Negli

Le Alaci, dolce natalizio tipico calabrese proveniente dalla tradizione magno greca

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Crediti foto: https://www.ricettasprint.it/ di Maria Lombardo  Il Natale è sempre più vicino e con questa festività arrivano sulle tavole dei calabresi tutte quelle specialità tipiche del periodo natalizio che si realizzano secondo le ricette tramandate da generazioni. Oggi vi proponiamo la ricetta di un dolce tipico natalizio che si prepara soprattutto in provincia di Reggio Calabria: la Alaci. Solitamente le Alaci si servono al termine della cena della Vigilia di Natale o del pranzo di Natale.   Ingredienti   1 kg di farina 00   150 gr di burro   100 gr di zucchero + altro per decorare   3 uova   2 bicchieri di spumante dolce   1 cubetto di lievito di birra   la scorza grattugiata di un limone   olio di semi per friggere   Procedimento   Con uno sbattitore elettrico frullate lo zucchero con le uova, poi aggiungete la scorza del limone. Sciogliete il burro e incorporatelo all’impasto amalgamando bene il tutto. Scaldate leggermente lo spumant

L'Ascia Votiva da San Sosti è un'ascia particolare di bronzo rinvenuta a San Sosti (CS)

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di Maria Lombardo  Ha due estremità da un lato è ascia e dall'altro martello, rinvenuta nel 1846 a Casalini della Porta o Casolari della Porta della Serra, luogo in cui si trovano i resti dell’antica e misteriosa città di Artemisia, non lontano dal noto Santuario-Basilica della Madonna del Pettoruto, in territorio di San Sosti. Tra il 1857 e il 1860 fu acquistata ma non sappiamo come, dal collezionista e orafo romano Alessandro Castellani e nel 1884 fu venduta all’asta presso l’Hotel Drouot di Parigi, dove venne acquistata da Sir Charles Thomas Newton, archeologo e funzionario del Dipartimento delle Antichità del British Museum di Londra, dove è esposta tuttora. Nel 1852 l’ascia fu raffigurata in un disegno dal vibonese Vito Capialbi, letterato e studioso di archeologia, e su sua segnalazione pubblicata dall’archeologo napoletano Giulio Minervini che ne dette una descrizione sul “Bullettino Archeologico Napoletano”. All’altezza del foro di inserimento del manico mostra una elaborat

Vigilia Immacolata a Roggiano Gravina (CS): attesa come la vigilia di Natale

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  di Maria Lombardo  Siamo a Roggiano Gravina un piccolo borgo posto su   una collina interna in provincia di Cosenza qui la Vigilia dell’Immacolata Concezione non passa in sordina. E quindi paese che vai, usanza che trovi! Attesa come la Vigilia di Natale ma che dico anche di più. Ed ecco che nei giorni precedenti la festa si procurarono   gli arbusti e le ginestre   i "restingi" per bruciare i falò   che qui chiamano "Pagliari". Dopo aver onorato la tradizione si va tutti a tavola: "Questa sera tutti mangeranno gli spaghetti con la mollica. Per tradizione si preparano sette piatti: Spaghetti con la mollica, baccalà al sugo, baccalà fritto, frittelle di broccoli, rape al tegame con formaggio e mollica, polpette di riso e purè di patate .Fanno contorno a tutto questo ben di Dio le fritture, fatte a base di pasta di farina, miele, mosto cotto, marmellata, zucchero, ricotta ed uova...." Una cosa è certa si inizia a preparare già dal primo pomeriggio ma non i

Calabria una ricetta moderna “mandarini cinesi” sciroppati.

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  di Maria Lombardo  In più sciroppati sono un’irresistibile prelibatezza da gustare in ogni momento della giornata. Potete utilizzarli nella preparazione di torte (come la deliziosa Crostata con Kumquat caramellati) oppure in abbinamento a carni, specialmente se rosse e ad elevata componente grassa, o formaggi a pasta molle.   Ingredienti Kumquat 550 g Zucchero 350 g Acqua 360 g Preparazione Come preparare i Kumquat sciroppati Iniziate con la sanificazione dei barattoli e dei tappi, prendete i kumquat e sciacquateli sotto abbondante acqua. Quindi, procedete a diminuire il gusto amarognolo della loro buccia: prendete un tegame dai bordi alti e riempitela con abbondante acqua e scaldate. Quando l’acqua è a bollore versatevi i kumquat   e lasciate sbollentare per 2-3 minuti. Poi scolateli. Ripetete l’operazione di sbollentare i kumquat almeno per 3 volte. Infine riponete i kumquat in una ciotola e lasciateli raffreddare. Dopo questa operazione i mandarini cinesi vanno tag

“A POSBIA” rito per la festa di San Nicola a Galatro (RC)

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  di Maria Lombardo    E’ il caso del culto di san Nicola e della tradizione del granturco bollito (’a posbìa), un rito che si preparaper la sera del 5 dicembre. Ciò per consentire che nel corso della notte riceva la sua particolare benedizione ed essere poi consumato il giorno successivo, quando, secondo il calendario liturgico, ricorre la festività di San Nicola. Il culto di San Nicola é presente sin dai primi decenni dell’anno 1000. Dalla fine del XIV secolo, poi, a San Nicola - Patrono del paese - é stata dedicata la chiesa parrocchiale sul cui altare maggiore è stata posta al culto dei fedeli la statua di marmo alabastrino che – secondo una tradizione orale mai confermata da documenti – proveniva dal soppresso monastero di san Salvatore della Chilèna. Com’era logico, con la diffusione del culto, in tutti i paesi si sono propagate anche alcune tradizioni strettamente legate ad episodi della vita del santo. Si é diffusa, soprattutto, la consuetudine di preparare una minestra di gran

I ditterii calabrese per la festa di San Martino

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  di Maria Lombardo  Quando arriva l’autunno con tutte le sue sfaccetature bisogna tenere sotto controllo il vino. A testimonianza di ciò vi sono detti tipici calabresi: "A San Martìnu ogni mùstu è bìnu, a San Nicola d’ogni bùtta si fa ra prova, a ra Macculàta ogni bùtta vòtrividdrata". Letteralmente vuol dire:"Il giorno di San Martino ogni mosto è vino, a San Nicola di ogni botte si fa la prova, all’Immacolata ogni botte va trivellata". Oppure Pi Santu Martinu / ogni mustu si faci vinu /   e si la butti ancora bugghi / com’è ndi lu mbivimu!     Per la sera di San Martino e la “degustazione” del vino novello, si è soliti preparare in casa pietanze e prelibatezze tipiche della nostra cucina, per mandare giù i bicchieri di vino. A tavola non può assolutamente mancare un pezzo di pane fatto in casa, le olive schiacciate, prodotti sott’olio, affettati, soppressata, salame, soliti spizzichi da accompagnare con il vino e castagne e fichi secchi. Immancabili i dolci sammar

Trippa alla calabrese

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  di Maria Lombardo  Un sapore forte e identitario e un profumo inebriante: la trippa alla calabrese è una delle ricette più antiche e prelibate del patrimonio culinario calabrese, ancora oggi realizzata secondo quella che è la ricetta antichissima tramandata da generazioni. La trippa alla calabrese è principalmente un secondo piatto realizzato nel periodo autunnale e invernale e l’ingrediente principe è proprio la Trippa, che prima di essere impiegata deve essere ovviamente pulita accuratamente. Questa antica ricetta darà vita ad una delizia che, una volta assaggiata, non vedrete l’ora di proporla ai vostri ospiti nuovamente. Anche questo personalmente è un piatto che può piacere o meno! Ingredienti   1 kg di trippa   Patate (ma se le gradite)   2 cipolle rosse di Tropea   1 peperoncino calabrese    di polpa di pomodoro   2 foglie di alloro   q.b. pepe in grani   q.b. sale fino   q.b. olio extra vergine di oliva   Procedimento   Per prima

La mozzarella silana un prodotto calabrese da non sottovalutare

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  di Maria Lombardo  Tra le produzioni locali calabresi va annoverata una bontà tutta calabrese che, a fianco del rinomato caciocavallo silano, è riuscita a farsi spazio all’interno delle cucine di chef internazionali e non che ne hanno apprezzato soprattutto la delicatezza e il sapore inconfondibile: la mozzarella silana prodotta storicamente in Sila.La mozzarella silana viene realizzata precisamente sul versante orientale dell’altopiano, tra le aree ricadenti nelle province di Cosenza e Catanzaro, zona delimitata tra i monti della Sila Greca e quelli della Sila Piccola. La sua produzione, che avviene in quantità limitate, si svolge principalmente nel periodo estivo.La mozzarella silana si distingue da altre tipologie di latticini per la sua particolare bontà ed il suo gusto delicato. Per realizzarla si utilizza esclusivamente latte di bovini della razza Podolica.Con una forma sferoidale, la mozzarella silana presenta una pasta elastica e uniforme, con un colore bianco puro.   Con un

Ecco a Voi da Trebisacce ( CS) dall’azienda “Li’quo”il liquore alle carrube

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  di Maria Lombardo  Si presenta alla vista con un magnifico colore ambrato scuro e limpido; all’olfatto con note coinvolgenti ed intense; il gusto è dolce-naturale con sentore del cacao che le carrube, per paziente infusione, trasferiscono al liquore. Il risultato, è un infuso avvolgente, che al palato esplode in un complesso di sfumature che spaziano dal cacao, appunto, alla vaniglia anch’essa tipica delle carrube.Questo delizioso e comunque non massificato preparato, è una “punta di diamante”. La carruba è un frutto prezioso e benefico. Contiene vitamine e proprietà antiossidanti utilissime a contrastare i danni dei radicali liberi. Poi varie vitamine del gruppo B, la C, la E, la J e la K implicata nella corretta coagulazione del sangue e nella salute delle ossa. E ancora, sali minerali in quantità come potassio, magnesio, fosforo, calcio, zinco, selenio e ferro. Quindi tante fibre, pectine e polifenoli. Il liquore alle carrube è un ottimo digestivo dopo i pasti, e un buon aperitivo