Spezzano Albanese (CS): la tradizione del “frumento di Santa Lucia”
di Maria Lombardo
Per santa Lucia, a
Spezzano Albanese, veniva cotto il grano ed arricchito di aromi, insomma il
cosiddetto “frumento di Santa Lucia”. Tuttora qualcuno continua a mantenere
viva questa usanza. Gli anziani facevano bollire una “pignata” colma di grano e
miele. Santa Lucia da Siracusa è stata una
santa romana, venerata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa! La
leggenda vuole che i Siracusani nel 1646, nel corso di una tremenda carestia
che li stava decimando, nel giorno di Santa Lucia, videro arrivare in porto una
nave piena di grano, che fu immediatamente distribuito alla popolazione. Era
tanta la fame che tormentava la città che il popolo non perdette tempo a
macinare il grano per confezionare pane e pasta, ma bollì il cereale e lo
mangiò così come usciva dalla pentola. Negli anni successivi si iniziò a
festeggiare questo insperato salvataggio consumando il 13 dicembre un piatto di
grano cotto. Negli anni che seguirono, questo salvataggio alimentare divenne
una ricorrenza. E si passò a festeggiare il 13 dicembre consumando un piatto di
grano cotto. Si iniziò a condire il grano con il miele, poi con il vino cotto,
con l’aggiunta della ricotta, i canditi e il cioccolato, diventando sempre di
più un piatto prelibato e buono da gustare. Attenzione provatelo anche salato
grano e ceci proprio come nella foto non vi pentirete. Così, tanto per non
perdere la tradizione, il piatto si contamina con i nuovi prodotti e
accostamenti, si evolve, si addolcisce mescolando il grano cotto alla crema di
ricotta e si aggiunge una vocale in più, forse per distinguerla da dove era
partita: dalla carestia, dalla fame, come se si volesse aggiungere qualcosa per
esorcizzare l’origine della pietanza.
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