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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

IL NASOCCHIO LA MASCHERA APOTROPAICA TROPEANA CONTRO IL MALOCCHIO.

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 di Maria Lombardo Le maschere rivestono un ruolo molto importante nella cultura calabrese. Spesso vengono usate come elemento decorativo: sui portali in tufo delle abitazioni, sui portoni principali a fare da battente e sulle fontanelle d’acqua sorgente. Specialmente quelle con le corna lunghe, la bocca aperta e la lingua di fuori nella tradizione popolare sono efficacissimi amuleti contro gli invidiosi (portatori di malocchio), il diavolo, gli spiritelli dei campi (maligni e burloni). Apuleio nelle Metamorfosi parla di questa abitudine: “li prendono e li inchiodano alle porte perché con la loro morte atroce facciano penitenza delle disgrazie che il loro volo infausto reca alle famiglie”. L'antropologo Raffaele Corso, invece, nel suo “Amuleti” descrive l'utilizzo di maschere utilizzate per scacciare il malocchio "ora scolpite in pietra viva, ora plasmate in creta”. Ma cos’è il nasocchio? “Una maschera strana, con un lungo naso e occhi grandi, realizzata unicamente in terr

Sapete che nella concattedrale di Nicotera (VV) sono conservate le reliquie di San Clemente Martire

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 di Maria Lombardo La Concattedrale di Santa Maria Assunta, cattedrale fino al 1986 nella diocesi di Nicotera, unità acque principali alla diocesi di Tropea dal 1818. Oggi la chiesa é Concattedrale della diocesi Mileto-Nicotera-Tropea. All’interno della stessa, ci sono le reliquie di San Clemente Martire. Le stesse, sono state deposte in un’urna in vetro sulla navata di sinistra della Concattedrale. Papa Clemente primo, generalmente noto come Clemente Romano per distinguerlo dall’omonimo Alessandrino, è stato il quarto Vescovo di Roma e papa della chiesa cattolica e quella ortodossa, che lo venerarono come Santo. Adiacente all’urna, c’è un documento scritto in latino riportante il seguente testo: Fratel Saverio Cristiani ordinario (= vescovo) di Sant’Agostino e per grazia del Vescovo Porfinate pastore di Dio e della Sede Apostolica Prefetto prelato domestico della Sacra ed Apostolica Sede – assistente al Soglio Pontificio. Abbiamo fatto in presenza insieme con gli altri e singolarmente

Giuggiole candite

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 di Maria Lombardo Le giuggiole candite sono golosi dolcetti che possono essere mangiati come snack fuori pasto, in grado di fornire dolcezza e gusto in un boccone. Come altri tipi di frutta candita, possono essere utilizzate anche come ingrediente in molte ricette, ad esempio per farcire dolci da forno o guarnire torte e pasticcini.   Ingredienti 1 kg giuggiole secche 1/3 tazze di acqua fredda 2/3 tazze di zucchero semolato 2 cucchiaini di amido di mais Preparazione Lavare e sgocciolare le giuggiole. Bucherellare ogni giuggiola un paio di volte con una forchetta. Mescolare l’acqua fredda, lo zucchero e l’amido di mais e portare a ebollizione.Aggiungere le giuggiole e far cucinare con pentola scoperta per 30 minuti, mescolando ogni tanto. Togliere dal fuoco, lasciar raffreddare e riporre il composto per tutta la notte in frigorifero. Al mattino, rimettere a bollire il composto scoperto per altri 30 minuti. Quindi, rimuovere le giuggiole dallo sciroppo e metterle su tegl

Il legame tra i palmesi e San Rocco

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 di Maria Lombardo   San Rocco è riconosciuto attualmente quale compatrono e protettore della città di Palmi. La storia del culto cittadino verso san Rocco, e quindi della festa, si presume che risalga, quanto meno, alla fine del XVI secolo poiché è testimoniata, nella visita pastorale ex limina del vescovo della diocesi di Mileto Marcantonio Del Tufo nell'ottobre 1586, l'esistenza in città di una chiesa di san Rocco.   Il culto di san Rocco era stato introdotto in città in precedenza, probabilmente a seguito di un evento catastrofico quale un sisma o lo scoppio di un'epidemia di peste o di colera. Nel 1656, la devozione verso san Rocco ebbe un forte impulso, perché proprio a lui si rivolsero i palmesi durante l'epidemia di peste di quell'anno, che colpì duramente tutta la Calabria.Il 18 novembre 1777 venne fondata invece l'attuale Venerabile congrega di Maria Santissima Immacolata e del glorioso San Rocco, a seguito del regio assenso da parte del sovrano Ferd

Pesca Sbergia, il delicato frutto che abbraccia Sicilia e Calabria

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 di Maria Lombardo Questa vera e propria prelibatezza, naturalmente dolce e dalle innumerevoli proprietà benefiche è rara da trovare presso i fruttivendoli. Il suo periodo di raccolta oscilla tra luglio e agosto ed è caratterizzata da una buccia liscia e dalla polpa bianca lattea, oltre che da un sapore dolce e delicato.La pesca Sbergia si narra sia stata introdotta dalle popolazioni arabe che si stanziarono nella zona a partire dal lontano 965. Secondo alcune fonti di tratterebbe del risultato di uno o più innesti. Le caratteristiche organolettiche della pesca Sbergia, sono il risultato delle condizioni climatiche e colturali tipiche dell’area in cui è diffusa. Una particolarità della pesca Sbergia riguarda proprio la sua delicatezza:  si deteriora velocemente soprattutto esternamente e gli alberi che lo fruttificano sono molto esigenti sia per quanto riguarda la difesa parassitaria, che per la potatura.Attualmente annualmente vengono prodotte circa 8000 tonnellate di pesca Sbergia, c

CUTRO (KR). LA PARTITA DI SCACCHI VIVENTI.

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  di Maria Lombardo La partita di scacchi viventi si svolge ogni anno a Cutro la sera del 12 agosto. La sfida scacchistica che vide la vittoria di Giò Leonardo Di Bona è stata riscoperta negli anni novanta, in un programma di recupero culturale: la piazza centrale del paese è stata intitolata al vincitore ed è stata costruita una scacchiera pavimentale gigante in marmo, con un obelisco dedicato al "Puttino". Dal 1997 ogni anno, la sera del 12 agosto si svolge una grande rievocazione storica dell'impresa scacchistica: centinaia di figuranti tra scacchi viventi, cavalli, personaggi coinvolti nell'evento cortigiano e gruppi d'animazione si alternano sulla scacchiera gigante per uno spettacolo suggestivo. Dal 1995, inoltre, Cutro ospita ogni anno un torneo internazionale di scacchi, che si svolge dal 24 aprile al 1 maggio e a cui partecipano campioni provenienti da tutto il mondo.    

C’era una volta…il Ferragosto a Rossano (CS) e il rito “de 'a lumingiana chjina”

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 di Maria Lombardo Nella tradizione di un piatto tipico che rende unica la festa di Ferragosto e il ricordo di quando i ristoranti della città si sfidavano a chi preparava il piatto più buono. Una tradizione da riprendere in un processo di consapevolezza. A Ferragosto ogni massaia rossanese le cucina come meglio aggrada ed è un tripudio di odori.È la tradizione, il rito delle “melanzane piene” (‘a lumingiana chjina). Una tradizione, appunto, di ferragosto e della festa dell’Achiropita i ricordi vanno ad un tempo, non molto lontano, a Rossano, nei ristoranti della città bene, si faceva a gara tra ristoratori e osti a chi meglio sapeva preparare la prelibata “melanzana piena”.Il quindici agosto di non molti decenni fa tra le vie di Rossano c’è un vero e propria sagra della melanzana piena. Una rincorsa a trovare la più buona e gustosa. Altri tempi, altre mode, altri sapori che oggi, purtroppo, vanno perdendosi. Ecco, allora che  in occasione di questo ferragosto lancio una proposta alle