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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

Archeologia industriale. Recuperata in Calabria la centrale idroelettrica di Bivongi.

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di Maria Lombardo  Fu la prima centrale idroelettrica delle Serre e benchè si trovi nella zona Borbonica per eccellenza non è stata voluta da loro durante il loro dominio, ma costruita nel 1914 per volere dell'Avvenire Società Idroelettrica di Bivongi. A contribuire a questo facoltoso lavoro furono gli abitanti della Valle dello Stilaro tra cui molti Bivongesi che riuscirono ad utilizzare l'energia elettrica. Col tempo i lavori si ampliarono ed anche Stilo e Pazzano godettero della luce elettrica. Rimase in attività fino al 1953 ed era posizionata sulla sponda sinistra dello Stilaro. Alta 6 metri e mezzo per il periodo era vista con un colosso dell'ingenieria dove erano state adagiate due turbine la Francis della società Ing. Moncalvi & C.” di Pavia che sfruttava la potenza delle acque dello Stilaro convogliate in un canale. Poi si acquistarono due alternatori di 90 kw della Ercole Marelli che compiva 600 giri. L'acqua faceva un giro particolare in un canal

IL RARO CAVALLO CALABRESE...prosperava a Bisignano (CS)

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di Maria Lombardo E ’ una novità anche per me che conosco bene la Regione, non sapevo che la nostra Calabria fosse “ produttrice ” di una razza di cavallo detta proprio calabrese. P urtroppo, esemplari puri al momento ne sono rimasti pochissimi, in quanto tale animale è stato sovente incrociato con il Salernitano e il Purosangue inglese. Un bellissimo animale di colore marrone docile e simpatico e   si adatta bene ai lunghi tempi lavorativi e da molte soddisfazioni anche per questo. Il Calabrerse ha un bella testa di forma rettangolare, la spalla è lunga e inclinata, il dorso robusto e la groppa mediamente obliqua. Gli arti sono forti e muscolosi gli zoccoli regolari e larghi. In passato era un animale da sella ed è ottimo saltatore, infatti è facile da addestrare ed è usato per il turismo equestre ma soprattutto   indicato per il salto; forte,  resistente e veloce, dotato di grande equilibrio. Una razza questa, passiamo ora ad un po’ di dati storici,     allevato in Italia

Marmellata di cipolle di Tropea: la Rossa si trasforma!

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di Maria Lombardo   Rossa di bulbo e dolce di sapore che connubio! Ormai il suo utilizzo in cucina non ha confini ed è oggetto di molte golosità. Ortaggio ricco di vitamina C, calcio, ferro, potassio, fosforo e sali minerali da noi viene ancorata piantata e lavorata come una volta. Ecco che si vedono le “cipuddhare” donne instancabili che le raccolgono e poi pensano anche a come trasformarle in deliziose varianti. Così buona sia cruda che cotta..tanto buona che addolcita con uva passa, zucchero e aromi viene fuori una marmellata squisita,.coniugando dolce e aspro magari accompagnandola da una fogliolina di menta. Inoltre non è come le tipiche cipolle che fa piangere! La presenza del saccarosio la rende dolce e profumatissima. Una vera ricchezza che però secondo gli ultimi dati si sta assottigliando, dato che parte del territorio agricolo di Tropea è stato destinato a camping e villaggi turistici,un fenomeno (per fortuna ) sempre in crescita ed il comparto sta crescendo nell’a

L’ABITO TRADIZIONALE FEMMINILE DI GUARDIA PIEMONTESE (CS)

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di Maria Lombardo   In Calabria esiste un piccolo paesello nel cosentino dove da sempre la sua popolazione si esprime in occitano. Un popolo piemontese si spinge fino al Sud Italia per sfuggire alle persecuzioni religione. I valdesi del Pellice si fermano a Guardia e San Sisto! Purtroppo considerati eretici vennero repressi anche in Calabria Citeriore.I paesi distrutti, gli abitanti, tra cui donne e bambini, sgozzati o arsi sul rogo, ma anche venduti come schiavi ai mori. I pochi sopravvissuti si convertirono alla religione cattolica. Una storia triste quella di questo popolo. I superstiti dovettero convertirsi. A tal testimonianza laporta del sangue, chiamata così dal 5 giugno 1561, oltre ai nomi delle strade che ricordano tali fatti storici. Popolo che si distingue anche per gli abiti tradizionali e la foggia dei capelli, infatti si distinguono almeno tre abiti tradizionali: Tramontana, Dorn e Tramontana de lot. Il primo è quello più notevole diciamo che mostra più visibilità

Sotto i Borbone in Calabria vi era solo dell’ottimo artigianato:Artigianato delle Serre: famosi lettini in ferro battuto!

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di Maria Lombardo  Mi soffermo per l'ennesima volta su una storia poco conosciuta, conoscere la storia vuol dire assaporare in toto il suo percorso collocare dove è possibile eventi di cui si disconosce l'esistenza. Ecco io lo vedo così il lavoro dello storico! Un lavoro che tassello dopo tassello viaggio dopo viaggio nei nostri archivi carichi di sapere antico, mi ha permesso di studiare una Calabria diversa laboriosa e molto innovativa ma solo nell'artigianato. Non tutti sono a conoscenza che Serra San Bruno avesse una sua zona industriale fatta di segherie, di importanti cantieri del carbone borbonici e di innumerevoli botteghe artigiane di fabbri. Ogni fabbro poi aveva la sua specializzazione. Vi era chi faceva oggettistica per la quotidianità chi invece si prestava a lavorare con i falegnami e chi produceva davvero opere d'arte per arredamento o per inferriate.Un'area che si estendeva a ridosso del centro abitato e che usava la forza dell'acqua del

Orsomarso ( Cs) l’antico rito del “rimagghiettu di San Giuvanni”.

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di Maria Lombardo La Calabria è una terra ricca di antichi e bellissimi riti, per data importante balzano fuori una miriade di borghi di Calabria che praticano ancora i riti antichi. Oggi vi porto ad Orsomarso comune sede della Riserva naturale Valle del fiume Argentino. Ideale per escursioni tra una natura lussureggiante in uno dei parchi più estesi d’Europa. Insomma un luogo che vale la pena visitare e scoprire i suoi antichi riti. Ad Orsomarso per esempio   gli anziani solevano dire ”Su ligati ru san Giuvannu”, per indicare un legame particolare di parentela,  non  di sangue. Un legame che si creava quando si faceva da padrino in un battesimo, in una cresima, o si era testimone in un matrimonio. Questo rito e modo di dire ha radici molto lontane nel tempo quando questi legami erano davvero tenuti molto in considerazione. Le ragazze per esempio che erano cresciute insieme ed erano molto legame stringevano un legame particolare e diventavano “comare di mazzetto”. Ognuna pre

Minestrone estivo in Calabria si può: “vajianesjia chi patati e zucchine”.

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di Maria Lombardo Ecco l ’ ennesimo e salutare piatto della tradizione rurale del Mezzogiorno ma in Calabria occupa un posto di rilievo tra le pietanze più preparate. Un piatto davvero ricco di sapori che mette d ’ accordo tutti! E ’ vero che questi piatti sono apprezzati di più quando passa quell ’ impeto giovanile che trascina i giovani i quali si fanno ammaliare dalle campane pubblicitarie piuttosto che dai ricordi. Ecco cosa serve per preparare questo piatto versatile gustoso sia caldo che freddo. Fagiolini 500 g Patate 2/3 Zucchine 3 Olio Extravergine D’oliva q.b. Aglio 3 spicchi Ponete l ’ acqua sul fuoco deve prendere bollore intanto pulite i fagiolini strappando punta e coda lavateli ben bene e sbucciate le patate. Intanto le patate vanno tagliate a pezzettoni, pulite le zucchine e tagliatele a pezzettoni. L ’ acqua deve iniziare a bollire e iniziamo a immergere fagiolini patate e zucchine e salate 10 minuti prima di spengere la fiamma..Quando sia i fagiol

Il sisma del 16 dicembre 1857: quando gli aiuti dello Stato Borbonico furono inesistenti.

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di Maria Lombardo Ho sempre scritto delle sciagure che nel corso dei secoli hanno colpito la Calabria. Questa volta i miei studi sono rivolti alla vicina Basilicata per tre motivi fondamentali   è uno dei   terremoti più distruttivi della storia sismica italiana degli ultimi 25 secoli , è il primo al mondo documentato fotograficamente , è il primo per cui la scienza dei terremoti è definita come sismologia . Un triduo interessante non c’è che dire! Andiamo ora per gradi al racconto storico è il  16 dicembre 1857, alle ore 20:15, 20:18 e 21:15   tre violentissime scosse di terremoto devastarono una vasta area della Basilicata e una parte della Campania. La provincia di Potenza e di Salerno rase al suolo, i danni maggiori   nelle zone montuose, in particolare nell’alta Val d’Agri, 180 località subirono   danni gravissimi al patrimonio edilizio , tanto da rendere inagibili gran parte delle case. Entro quest’area, più di 30 centri subirono danni disastrosi: interi paesi e v

“I mustazzoli” i dolci delle feste paesane del cosentino.

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di Maria Lombardo Come da prassi in questo blog ed in altri vi ho parlato ampiamente dei mostaccioli, raccomandandovi calorosamente di non scambiare mai questo dolce che si trova ovunque con quello prodotto a Soriano Calabro perché “unicum”. Ebbene si questi biscotti anzi prodotti di artigianato culinario hanno davvero pochi ingredienti, farina, lievito e tanto miele millefiori, impastati insieme per avere una pasta omogenea che viene poi modellata in tanti filoncini lunghi e appiattiti. Tuttavia, quelli che vedete nelle feste o fiere del cosentino   prevede l’utilizzo della  melassa di fichi o comunemente “u mele i ficu”. Attenzioni cari lettori non pochi giorni fa ho pubblicato come fare “u cottu i ficu”. Gli ingredienti sono molto diversi dal prodotto di Soriano ma forse le disparate forme possono far cadere in errore. Il prodotto comunque merita ad ogni latitudine della nostra Regione. Ingredienti: _1 Litro di miele di fichi _1 Cucchiaio colmo di miele d’api _7

"U carrettu e a settimana” i giochi più amato dai bimbi calabresi.

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di Maria Lombardo Sicuramente tutti, da generazioni più grandi a noi più giovani, abbiamo sperimentato il gioco del carretto. Ricchi e poveri senza distinzione hanno costruito con ingegno e con attrezzi e materiali di fortuna questo gioco che serviva per spostarsi. Il carretto aveva avuto il suo “boom” quando acquistare un giocattolo era proprio una rarità e quindi per giocare si doveva usare la fantasia. Costruirlo però era molto faticoso! L’abilità di cercare i materiali, l’abilità nelle mani e la fantasia erano importantissimi, spesso poi si doveva ricorrere all’aiuto del mastro dove il pomeriggio le famiglie mandavano i giovani. Il quale gentilmente prestava attrezzi o dava qualche materiale. I ragazzi facevano a gara per andare da "u meccanicu" pur di accaparrarsi i cuscinetti,elemento basilare per la costruzione del carro. Per la sua costruzione si utilizzava una bella tavola per la base, ad essa si fissava l'asse posteriore su cui si infilavano i cuscinet

La storia dei Grimaldi del Principato di Monaco affonda le radici a Seminara nel Reggino.

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di Maria Lombardo Nulla di cui stupirsi per poter fare storia bisogna avere le competenze e la voglia di scoprire nuovi elementi per onorare la Calabria, e certamente seguire certi filoni rende questo lavoro molto piacevole. La storia che sto per portare alla ribalta riguarda la figura Domenico Antonio Grimaldi nato a Seminara nel 1734 esponente di una nobile famiglia genovese, famiglia che nel 1297 occupò la Rocca di Monaco.In Calabria i Grimaldi erano giunti con il figlio di Raniero I signore di Monaco, Bartolomeo, il quale nel 1309 era stato nominato viceré sotto il regno di Roberto d'Angiò ed aveva dato luogo a vari rami, fra i quali quello dei signori di Polistena e di Seminara. La famiglia Grimaldi si distinse però con Domenico e poi col fratello Francescantonio è stato definito da Antonio Piromalli "figura emblematicamente e generosamente illuministica", aveva studiato a Napoli ed era stato allievo di Genovesi; Domenico dopo gli studi a Napoli tornò a Semi

Aspromonte :Agosto 1862

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di Maria Lombardo   Chiosa così Garibaldi in una famosa lettera scritta ad Adelaide Cairoli dopo l'episodio dei mille Garibaldeschi:” gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di aver fatto male, nonostante ciò non farei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio” 1. Questa come tante altre frasi sono state estrapolate dai neo meridionalisti in discorsi ben più complessi e sicuramente in discorsi” girati “ per far propaganda. Ultimamente mi è capitato di assistere ad un discorso sconfusionato fatto nei gruppi meridionalisti in cui un tipo affermava:” che Garibaldi si trovava in Aspromonte per inquietare le contadine calabresi e per ciò ferito da un marito geloso” questo è il prezzo di affidarsi a schiere di “storici” camionisti di giorno e dopo le 5 a fare conferenze. Ora chiarirò una volta per tutte a questi signori quanto danno st

La “Mastra Sagna” cosentina: domenica in Calabria.

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di Maria Lombardo Quando si pensa alla lasagna subito viene in mente quella emiliana. Nessuno però sa che anche la Calabria ha le sue speciali lasagne e che questo piatto ha molto a che fare con noi meridionali. Le lasagne  sono un piatto antichissimo e l’etimologia della parola infatti ci riporta al greco  “laganon”,   in latino  “laganum”,  ovvero il treppiede da portare sul fuoco o anche il recipiente che serviva per la cottura dei cibi. Indicata anche come  “laganon”  e  “laganum” : una sfoglia sottile ricavata da un impasto a base di farina di grano, che veniva cotto al forno o direttamente sul fuoco. Apprendo queste notizie da Apicio nel suo ricettario “De re coquinaria”, attento gastronomo romano vissuto tra il 25 a. C. e il 37 d. C.  che chiamava  “lagana” . Una sorta di  pasticcio di pasta e carne alla rinfusa destinato però solo ai “ricchi”. Che meraviglia questa pietanza luculliana si fece largo nei gusti di tutti gli italiani! Ed ecco che le massaie “cusentine”

I Filandari di Mesiano antica arte della filanda della seta nel vibonese.

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di Maria Lombardo Tra i tanti gruppi di antichi immigrati in Calabria vi furono i Mesi che, pur discendendo dall’omonima stirpe Daco-Tracia del basso Danubio, nella Provincia detta appunto Moesia, o Mesia, erano poi stati accorpati ai greci del Ponto e, una volta integrati, con essi, giunsero nelle aree interne della nostra regione, nei pressi di Nicotera. Ma essendo stati oppressi dai lucani Bruzi e da altri popoli loro alleati, diedero sfogo alla loro ribellione prima andando a vivere nei campi e compiendo scorrerie e quando ebbero la sufficiente esperienza nelle pratiche della guerra si gettarono nel combattimento col sostegno della popolazione locale, facendosi rispettare. Così fondarono una citta che dal loro sfogo si chiamò Moesianum da cui Mesiano. La città sorse alle falde di un monte che, forse, in omaggio al loro idolo sportivo, si chiamò monte Poro. A poca distanza dal luogo dove sorgevano le fortificazioni della città di Mesiano, sulle falde orientali del monte Por

La Fabbrica di cellulosa di Serra San Bruno (VV)... dopo i Borbone.

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di Maria Lombardo  Da circa un lustro la mia priorità principale è quella di recuperare il più possibile la storia della nostra Calabria e di presentarla al pubblico per poterla fare apprezzare. Nel cuore della cittadina di Serra San Bruno, “capitale” delle Serre Calabresi tra il 1892 al 1928 nell'antica postazione dell'area industriale di Serra, sorse una Fabbrica di Cellulosa che sfruttava i boschi delle Serre. Non è assolutamente esagerazione dire che primati conseguì la Calabria alla fine dell'800 dal primo produttore nazionale di cellulosa ed energie da biomasse. Sicuramente fu questa la vera industria nella storia della Calabria che diede lustro alla Regione. Ed è chiaro e tutti gli storici più sereni possono confermarlo che la vera industria calabrese fu con questa notissima fabbrica si era passato dall’ormai inutile ferro e inutilissime miniere, alla lavorazione della carta di cui Serra brillò di luce propria. Non è compito facile però imbattersi in ricerche d

“Il Papa è Qui!”.... Callisto II si porta in Calabria per trattare coi Normanni!

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di Maria Lombardo  Nel Basso Medioevo accadde una cosa molto importante per la Calabria poiché Papa Callisto II non esitò a trasferirsi a Santa Eufemia per tentare di risolvere ufficialmente i problemi col popolo Vichingo. Una grave crisi interessava la Chiesa ed i Normanni. Intanto la visita in Calabria riguardò anche un “tour” nella regione. Giunse in Calabria nel dicembre del 1121 e rimase per lungo tempo approfittando anche di sanare i problemi tra Guglielmo I di Puglia ed il conte Ruggero II di Sicilia. Le vere ragioni però non furono centrate sulla conquista di alcune terre Normanne. Il Castello di Vallelonga venne militarizzato ed al Papa quell'avamposto interessava. La cosa vuol dire che se il Papa lasciò Roma per recarsi nelle nostre terre per seguire le cose in prima persona, significava solo una cosa l'assetto territoriale era fondamentale. La Calabria rappresentava uno snodo particolare! Sicuramente il papa, nelle sue manovre, intravvedeva il futuro vantagg

La devozione e la festa per Sant’Antonio da Padova a Nicastro ( CZ)

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di Maria Lombardo Il mese di giugno è considerato anche per i calabresi il mese dedicato a Sant ’ Antonio da Padova. Lo sanno bene i Lametini popolo molto devono al Santo Padovano! Sant’Antonio fu proclamato Patrono di Nicastro con un Diploma del Re Carlo di Borbone, nel 1746. Inoltre il legame col Padovano risale al 1600 quando un terribile tremuoto rase al suolo la città salvando solo il Convento di Sant ’ Antonio. In giro però per i borghi di Calabria si pratica la devozione al Santo con Novena e processione ma i riti più belli sono quelli praticati e che si praticavano a Nicastro. Si inizia con la   «Tredicina», la cittadinanza si reca copiosa al Santuario tra cori e cuori speranzosi chiedendo grazie e praticando i sacramenti a “ N ’ tonarellu ” . Il Santo è raffigurato come un giovane bello e dolcissimo che ha legato da secoli Nicastro al suo culto. Certo in passato il culto era più radicato c ’ è chi ancora ricorda  ‘a nuttata da passare in preghiera sotto la statua del

GELATO AL BERGAMOTTO NON ANDATE VIA DA REGGIO CALABRIA SENZA ASSAGGIARLO.

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di Maria Lombardo Da un paio di anni ormai il gelato al Bergamotto è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Attenzione mangiarlo a Reggio e tutta altra storia, provare per credere! Gli ingredienti ho dovuto estorcerli in una piccola intervista però ho il dubbio che alcuni ingredienti siano rimasti celati. 500 g di zucchero 2 limoni aromatizzante al Bergamotto di Reggio Calabria q.b. 1 arancia rossa di Sicilia 300 g di cioccolato fondente 200 g di scorze d’agrumi miste candite Seguite questo procedimento per riprodurlo in casa con la gelatiera io però facendo pochi chilometri lo gusto autentico. Preparazione  1 – Fare macerare per qualche ora con un litro d’acqua lo zucchero, un pezzetto di buccia di limone, la buccia dell’arancia, solo la scorza esterna, e il succo dei limoni. Filtrare. 2 – Aggiungere l’aromatizzante al Bergamotto di Reggio Calabria a piacere. Mettere nella gelatiera e procedere alla gelificazione. 3 – Mentre il composto gelifica tagliare le