La storia dei Grimaldi del Principato di Monaco affonda le radici a Seminara nel Reggino.
di Maria Lombardo
Nulla
di cui stupirsi per poter fare storia bisogna avere le competenze e la voglia
di scoprire nuovi elementi per onorare la Calabria, e certamente seguire certi
filoni rende questo lavoro molto piacevole. La storia che sto per portare alla
ribalta riguarda la figura Domenico Antonio Grimaldi nato a Seminara nel 1734
esponente di una nobile famiglia genovese, famiglia che nel 1297 occupò la
Rocca di Monaco.In Calabria i Grimaldi erano giunti con il figlio di Raniero I
signore di Monaco, Bartolomeo, il quale nel 1309 era stato nominato viceré
sotto il regno di Roberto d'Angiò ed aveva dato luogo a vari rami, fra i quali
quello dei signori di Polistena e di Seminara. La famiglia Grimaldi si distinse
però con Domenico e poi col fratello Francescantonio è stato definito da
Antonio Piromalli "figura emblematicamente e generosamente
illuministica", aveva studiato a Napoli ed era stato allievo di Genovesi;
Domenico dopo gli studi a Napoli tornò a Seminara dove mise in pratica quello
che aveva appreso. La sua speranza era di portare il progresso e le tecniche
per incrementare il guadagno. I molti viaggi anche in Provenza lo
specializzarono sulla qualità dell'olio, in Piemonte poi osservò con cura le
migliorie per l'arte della seta ed infine in Svizzera studiò con profitto
economia.E Seminara, ci informa Piromalli, divenne un centro di sperimentazione
di macchine agricole straniere, di coltivazione degli agrumi, allora rari nel
territorio, del grano saraceno (mais) fino ad allora ignoto, di navoni (rape
saporite ben note a Genova), di capperi e di funghi. Insomma la Calabria saggiò
solo in quel frangente di tempo un barlume di innovazione agricola. L'aratro
calabrese venne sostituito da quello mantovano poiché dopo l'aratura fa passare
un cilindro sul terreno. Si impegna su irrigazione e pastorizia fa giungere
inoltre in Calabria fior fiore di esperti per portare il progresso. Cure
particolari egli dedica all'olivo, la cui potatura in Calabria "faceva
orrore" e il cui olio era pessimo a causa del sistema arretrato dei
trappeti, e nel 1768 fa arrivare da Genova a Seminara periti fabbricatori
d'olio. Si comincia così a non produrre solo olio lampante o atto a fare
saponi, ma olio di prima fattura. Nel 1770 pubblica il suo Saggio scrivendo che
l'economia calabrese era "un ammasso di vecchie costumanze mal
intese", ma il suo pensiero non incontrò il favore dei signori feudali
locali. I latifondisti calabresi tarpavano le ali al progresso ed al futuro!
Mentre colloca la sua famiglia in posti adeguati, le due sorelle vennero fatte
clarisse nel convento di clausura delle Clarisse a Seminara. Invia anche il suo
unico fratello a studiare a Napoli! Nel 1772 si dedicò personalmente alla
conduzione delle proprietà di famiglia, mentre il fratello Francescantonio si
era trasferito a Napoli per dedicarsi con profitto allo studio e le quattro
sorelle si erano chiuse Negli anni successivi continuò a pubblicare idee e
proposte, avendo come meta finale la trasformazione dell'economia, da realizzare
mediante l'introduzione di nuove e migliori colture. Istruire, migliorare,
trasformare, scrive Piromalli, sono i concetti fondamentali di Domenico
Grimaldi, le cui idee vennero esaltate da teorici illuminati come Salfi e dai
riformatori incontrati a Napoli, dove Domenico risiedeva abitualmente dopo il
terremoto del 1783, che aveva provocato la morte della madre e delle quattro
sorelle e che aveva accelerato il dissesto finanziario dell'intera famiglia.
Grimaldi però rimase deluso del fatto che i calabresi non accettassero il
cambiamento, dopo aver speso rilevanti risorse finanziarie per attuare le
riforme importando nuove macchine e facendo venire a Seminara operai genovesi
esperti nelle nuove tecniche. Duchi di Terranova nel 1574, principi di Gerace
nel 1609, marchesi di Gioia nel 1654, i Grimaldi, al pari degli altri
feudatari, avevano badato allo sfruttamento delle rendite e non
all'investimento di capitali, ed erano riusciti a mantenere i loro possedimenti
anche dopo la caduta degli Spagnoli; nel 1759 Maria Teresa Grimaldi, figlia di
Giovanfrancesco e della marchesa Maria Lucrezia Brignole, lascia Genova e si
trasferisce a Napoli, dove prende possesso dell'eredità, del titolo di
principessa, del palazzo partenopeo e del palchetto al Teatro San Carlo.Inoltre
oltre ai Grimaldi di Seminara vi erano altri membri di un ramo cadetto che,
assieme ai Ravaschieri, ai Cigala, ai Serra, ai Paravagna ed ai Cybo Malaspina
erano venuti in Calabria al tempo degli Spagnoli e, grazie all'acquisizione di
feudi, si erano trasformati da mercanti in proprietari terrieri.
Ce anche una cittadina in Calabria che si chiama Grimaldi nell catanzarese o cosentino penso.
RispondiEliminaPurtroppo in calabria sono troppo lenti ad accettare buone nuove idee.