Post

Visualizzazione dei post da settembre, 2018

Ecco i gioielli dei Borbone: Fu grazie a Francesco II che si persero per sempre.

Immagine
di Maria Lombardo Nulla rimase in mano ai Borbone dei magnifici gioielli della Corona Napoletana, gioielli che la bellissima Regina d’origine Bavarese indossava nelle feste fatte a corte. Per conoscere questi gioielli ci sono solo giunti i disegni tramite l’ausilio di documenti provenienti dai fondi archivistici di Casa Reale (come il disegno della corona ideato per la incoronazione di Carlo di Borbone a Palermo nel 1735) . Un vero peccato si sarebbe potuto ammirare l’artigianato napoletano in tutta la sua maestosità. Purtroppo rimangono solo note che ricostruiscano quel tempo. ” tracciate dagli stessi creatori, dagli orefici e sarti che operavano a Napoli per la Corte e per le elite. Abiti, uniformi, decorazioni e monili, connessi con scrupolo alle mode imperanti nell’Europa continentale, attraversano il gusto Rococò del Settecento per raggiungere quello Neoclassico ottocentesco. Tornano a splendere i diamanti a taglio inglese, le rose d’Olanda e le perle che ornarono monili

Surjiaca cotta al fuoco con la bottarga di Pizzo: in Calabria la terra incontra il mare!

Immagine
di Maria Lombardo Un tempo era la carne dei poveri! Ma a dir il vero ad avercelo un buon piatto di “surjiaca” magari di Drapia cotta” n’ta pigna o focuni”, anche un tempo se non avevi la terra desideravi anche il piatto di fagioli. Nella piana di Drapia sul Poro questa varietà di fagioli detta” a surjiaca i Drapia” si coltiva benissimo e cucinata diventa una vera leccornia! Cucinarli e facilissimo e non richiedono l’attenzione della massaia che può dedicarsi ad altro. La vita di campagna è dura sul Poro. La sera prima quando la massaia ha deciso che il giorno dopo delizierà la sua famiglia con quest piatto, mette ammollo in acqua questi piccoli gioielli del Poro per ammorbidirli e facilitare la cottura. Il giorno dopo accende il fuoco ed adagia “a pignata” colma di fagioli ed acqua vicino i “vrasci” incandescenti ed un pentolino di acqua a parte per versarla quando quella di cottura si sarà consumata. Una cottura lunga ma un piatto succulento! Gli aromi locali alloro e timo ed

L'ultimo viaggio di S. M. Ferdinando II a Mongiana (VV)

Immagine
di Maria Lombardo Gli storici locali tacciono su molte situazioni che invece andrebbero chiarite. E' chiaro dalle proficue fonti che Ferdinando II Re delle Due Sicilie, viaggiò tre volte in Calabria solo per vedere la fabbrica statale di Mongiana, e lo fece specialmente per visitare i Reali Opifici Metallurgici che la Corona possedeva in Calabria. Tuttavia dopo questa breve ma significativa premessa, dipanerò una situazione storica datata 1852; Sua Maestà, conscio dei suoi possedimenti e tronfio solo di buoni propositi, si portò durante il suo lungo regno ben tre volte nelle nostre contrade visitando in quel periodo paesi e città della Calabria: il primo viaggio lo compì nel 1833 a pochi anni dall’ascesa al trono, poi nel 1844, ed infine nel 1852. Racconterò qui dell’ultimo dei viaggi Calabresi di Ferdinando, puntando l’attenzione solo a quel di Mongiana. Nell’autunno del 1852, il Re decide a sorpresa di ispezionare la Fabbrica Statale di Mongiana sita nel cuore delle Se

Ricette antiche di Calabria: Ravioli di” patati duci”.

Immagine
di Maria Lombardo E’ una delle ricette della mia infanzia, “ i patati duci” nei campi della mia famiglia non mancavano mai. Deliziose mangiate lesse o sotto la brace sublime nei dolci. Eh si a casa mia si facevano e si fanno dei dolcetti con le patate dolci. In realtà non sono proprio delle patate ma una specie botanica della  Ipomea batatas , una radice tuberosa dal sapore dolce e ricco di amido.   La patata americana non appartiene infatti alle Solanacee ma alle  Convolvulaceae . Un tubero tropicale che ha attecchito bene in tutto il Sud Italia, sfamando intere generazioni. Il colore della buccia può variare dal rosso-aranciato, al marrone al bianco mentre la parte interna può essere gialla, arancione e anche violacea. Ora vi illustro ingredienti e ricetta: Ingredienti : per la sfoglia : 1 kg di farina 0, 1 kg di farina 00, 1 bicchiere di vino bianco, 1 bicchiere d’olio, sale, olio e strutto q.b. per il ripieno : 2 patate dolci, 1 cucchiaio di miele, 1 cucchiaino d

Quando i templi greci erano a colori…anche in Calabria.

Immagine
di Maria Lombardo Siamo a Monasterace Marina dove era collocata l'antica Kaulon, una delle più belle e potenti polis Magno Greche oggi incuria e scarsa protezione stanno distruggendo questo gioiello. La città sorse nell' VIII secolo inutile ribadire che le origini si perdono tra mito e verità, c’è chi la vuole fondata da Klete, la nutrice di Pentesilea, regina delle Amazzoni uccisa da Achille, chi da suo figlio Kaulon, chi invece la considera solo una sub colonia di Crotone. Nel volume Notizie degli scavi di antichi (1922) appartenente agli Atti della Regia Accademia dei Lincei, insieme a tre disegni di Rosario Carta tratti invece dal “Caulonia. IIa Memoria”, propongo uno stralcio del testo pubblicato da Paolo Orsi, in cui dice che un tempo in cui i templi greci non avevano il pallore del marmo e la scabra superficie della terracotta a cui ci ha abituati l’azione abrasiva dei millenni, ma gli sgargianti colori ottenuti col cinabro, l’ocra o il solfuro di mercurio, sol

Meraviglie di Calabria: l'acqua ferrosa di Pizzo alla funtana Garibaldi.... quando anche l'acqua cittadina era fonte di guadagno!

Immagine
di Maria Lombardo  Ci fu un tempo nella nostra Regione in cui quasi ogni cosa veniva commerciata per sbarcare il lunario. Sicuramente erano tempi difficili e ragion per cui si cercava di adoperarsi in ogni modo possibile. La storia che andrò a narrare oggi riguarda il borgo Napitino nota meta turistica della Costa degli Dei ma che probabilmente sarà una storia, uguale a molte altre nella storia dei borghi calabresi. Indubbiamente il mio compito qui è quello di raccogliere il più possibile la memoria storica della Calabria al fine di valorizzarla. Per questo motivo ogni cosa è degna di racconto e ricerca. Nel cuore di Pizzo Calabro è ubicata una fontana di acqua molto particolare conoscono queste informazioni i napitini e probabilmente tutti gli extraurbani del comprensorio di Pizzo. Sto parlando di "Fontana vecchia" - È un simbolo per la città di Pizzo. Sicuramente uno dei tanti simboli di storia e cultura di cui si fregia la città Murattiana. La storia mi insegna ch

E’ arrivato l’autunno in Calabria quando le sposine di San Giovanni in Fiore tessevano l’ozaturu.

Immagine
di Maria Lombardo  In ogni casa tra San Giovanni in Fiore e Longobucco vi era un telaio, le donne e le sposine del comprensorio tessevano per i corredi meravigliose coperte coloratissime. Coperte che richiamano simbologie greche orientali, simboli geometrici accurati che rendevano allegra la povera camera nuziale. La contaminazione ha creato un mescuglio meraviglioso per queste pesanti coperte che proteggono le membra negli inverni silani. Il progresso però ha portato i popoli silani a “vergognarsi “di questa loro bellissima tradizione che si è affievolita quando i Florensi iniziarono ad emigrare ed a preferire i più sobri piumoni. Prima in tutte le vie si udiva la massaia lavorare al telaio per intere giornate usando modi e metodi “meccanici”. Le tessitrici di San Giovanni in Fiore, come quelle di Longobucco e di Castelsilano, erano rinomate in tutta la Calabria ed era un lavoro che incrementava il povero bilancio delle famiglie. Il lavoro per un corredo era lungo urgevano:

TONNO CON CIPOLLA DI TROPEA: l'estate in Calabria continua!

Immagine
di Maria Lombardo  Due prodotti regali del Vibonese che da sempre fanno la fortuna del nostro territorio. Chiunque si porti in vacanza nel nostro comprensorio non può e non deve partire senza mangiare una ricetta che valorizzi questo connubio di mare e terra. Tonno e cipolla di Tropea che goduria si può gustare su una fumante pizza, primi o secondi luculliani è questa la Calabria. Il tonno fresco sposa la Cipolla rossa di Tropea, famosa per la sua dolcezza inimitabile. Uno sposalizio che in Calabria era piatto povero oggi piatto dei migliori ristoranti della Costa degli Dei. E' un cavallo di battaglia! Tutta la bontà della Calabria con una ricetta da leccarsi i baffi. Ingredienti: 4 fette di tonno fresco 4/5 cipolle rosse di Tropea mezzo bicchiere di aceto 2 cucchiai di zucchero olio extravergine d’oliva farina sale pepe capperi vino bianco trito di aromi calabresi. Preparazione: Lavate il pesce ed asciugatelo, con cura fate scaldare l'olio ed infarinate il tonno dopo

Il fiore all’occhiello dell’artigianato tessile calabrese: il vancale di Tiriolo(Cz)

Immagine
di Maria Lombardo Se c’è un’arte che in Calabria è rimasta immutata da tempi immemori quella è la tessitura. La regione, fino al secolo scorso, era considerata un grande opificio! In ogni casa senza esagerazione vi era un telaio ed   ogni donna di casa lo usava con disinvoltura per iniziare prima con la filatura e finire col ricamo. Segreti che venivano tramandati da madre in figlia e nessuna donna di casa dico nessuna ne era esente. Il gusto per gli arazzi, i ricami   i merletti le sete ed i damaschi incantava ed incanta le donne calabresi. Oggi per Viviamo la Calabria voglio parlarvi del “vancale” di Tiriolo il bellissimo scialle che portavano le “pacchiane” ogni donna ne possedeva uno ed era tenuto come qualcosa di molto prezioso. La stola tipica molto utilizzata a  Tiriolo , piccolo paese della provincia di  Catanzaro , il cui nome deriva da “vanca”, ovvero la panca dove le donne erano solite custodire la loro dote, ovvero il corredo. Oggi fa bella figura nel moderno abb

CALABRIA : L'ESERCITO BORBONICO SI ARRENDE IN MASSA AI GARIBALDINI.

Immagine
di Maria Lombardo Tutto ebbe inizio con una missiva che Garibaldi ricevette il 27 agosto 1860 e portante firma di Francesco II,al tempo Re delle Due Sicilie. Nella lettera il sovrano delle Due Sicilie palesava l'intenzione di voler lasciare libera la sola Sicilia, affinché con un suffragio universale la popolazione decidesse, se restare disunita dal resto d'Italia o meno. La proposta era chiaramente un tentativo di corruzione! Inoltre il Borbone era disposto a lasciare libero il passaggio ai Garibaldini per tutto il Regno, doveva rimanere in mano ai Borbone solo Napoli, ed in più la corona di Napoli avrebbe versato una cospicua somma di denaro. Ovviamente Garibaldi declinò l'offerta senza neppure degnare di risposta il sovrano borbonico. In quelle ore si decideva l'esito della spedizione. L'avanzata in Sicilia s'era dimostrata alquanto facile, in quanto il terreno era stato variamente preparato prima e dopo la discesa di Garibaldi, il quale fu ovunqu

Marmellata di “cutugna”antica conserva calabrese.

Immagine
di Maria Lombardo   Il melo cotogno fino agli anni ’50 era diffusissimo negli orti Calabresi e vanta un passato davvero leggendario, basta una per tutte che portasse fortuna ai contadini che ne avessero un solo esemplare. La leggenda narra che la mela cotogna rappresentò l'emblema di Venere, simbolo di buon auspici ai matrimoni. Sembra un” mescuglio” tra mela e pera a primo sguardo. La mela cotogna è originaria della zona caucasica e dell'Asia Minore, ed è tuttora diffusa nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo Occidentale ed in Cina. Oggi la sua produzione è in netto calo ma fino agli anni ’60 era molto praticata. Attualmente, in Italia è un frutto poco rinomato: la produzione ha subìto una drastica contrazione a partire dagli anni Sessanta del Novecento. Un frutto sui generis avvolto da una peluria che cade quando il frutto matura. La sua polpa è astrngente ed acidula e va quindi trasformata per consumarlo.La pianta di mele cotogne ben si adatta a terreni pove

Calabria la terra dei cachi!

Immagine
di Maria Lombardo E’ arrivato l’autunno col suo carico di bontà! Una goduria tutta autunnale, frutto dolce, compatto e morbido ma attenzione a mangiarlo quando è ben maturo. In Calabria si dice che “n’gargia” cioè da un sapore sgradevolissimo quando non è maturo a puntino. Poiché durante questa fase si riducono i tannini che producono la sensazione gustativa dell'astringenza. Quindi ascoltare sempre i consigli “d’antichi”! Con la sua preziosa polpa si può cucinare di tutto crostate, confetture e vellutate sono all'ordine del giorno. Ma io che sono della vecchia scuola preferisco mangiarlo col cucchiaio.La caratteristica più nota della varietà più diffusa di caco è la sua polpa morbida e cremosa. Ma ne esiste anche un’altra varietà dalla polpa più soda, simile a quella delle mele, chiamato infatti cachi mela o anche cachi vaniglia. Addirittura vi è la varietà cioccolatino meno dolce e può essere mangiato sbucciandolo e tagliandolo a spicchi. Pianta da suolo arido ques

Il Miracolo del Crocefisso a Rombiolo: Calabria miracolosa.

Immagine
di Maria Lombardo Siamo a Rombiolo nell'entroterra Vibonese qui è custodito gelosamente una bellissima statua di Gesù Crocifisso nella Chiesa di Sant'Antonio. Questo quadro venne donato da un ricco mercante Panormita che passava per il Poro. Quel venerdì di marzo del 1643 sulla strada che da Tropea porta a Monteleone al viaggiatore siciliano successe una cosa inspiegabile. Teatro dell'evento fu il casale di Mesiano, fu colto da un' improvvisa bufera, che pareva volesse disperdere tutto per aria. Il Panormita si gettò dal suo destriero tutto contuso abbattuto e persino in ansia si mette in preghiera col suo fedele servo, pregò, a Gesù Crocefisso affinché si movesse a pietà di loro per liberarli dalle malefiche conseguenze quella terribile intemperie. La loro preghiera fu presto esaudita, già che l’orribile temporale in un istante si dileguò. Un miracolo! Una tempesta di una portata non indifferente che fece danni e poteva far disperdere il viaggiatore. Il si

Il Museo delle cere esiste anche in Calabria: Rocca Imperiale (CS).

Immagine
di Maria Lombardo Per visitare qualcosa di inedito ed inaspettato non bisogna fare una visita a Londra e al suo Madame Tussauds, è possibilissimo vedere le statue di cera anche nel cosentino a Rocca Imperiale. Questo meraviglioso borgo conosciuto per i suoi limoni si trova al confine con la Basilicata.   È il centro abitato più a Nord della  Calabria ! Attenzione il centro fino al 1816 ha sempre fatto parte della Lucania, il suo abitato, edificato sulla convessità orientale del pendio, a meno di 200 metri di altitudine, ha le case disposte a gradinata ai piedi della fortezza che gli diede il nome e, ristretto com'è su un'area pressoché inampliabile, con i suoi viottoli, le ripide salite di accesso alla sommità, il campanile vetusto e la severa mole delle costruzioni militari, conserva l'aspetto di un borgo medievale ingentilito dal progresso, ma non sostanzialmente mutato da qual era nei secoli decorsi. Torniamo però a parlare di questo Museo che non ci si aspett

Liquore di uva fragola in Calabria tutto viene trasformato!

Immagine
di Maria Lombardo Liquore esclusivamente casalingo, difficile poterlo trovare in commercio ma vi assicuro che è straordinariamente delizioso e salutare. E soprattutto non tutte le massaie calabresi lo sanno fare, io lo conosco poiché la mia bisnonna lo offrì al buon Ancel Keys quando venne a studiare il metabolismo dei Nicoteresi. Ricetta di famiglia antica e riservata consiglierei di evitare lo scopiazzamento selvaggio! Ma ora vediamo cosa serve per produrlo: ingredienti 1 kilo di uva fragola 100 di zucchero alcool per liquori ,qb chiodi di garofano qb cannella qb Mia nonna lo conservava come una cosa sacra “nta cascia” solo lei aveva la chiave e solo lei la domenica lo portava in tavola come digestivo per accompagnare le sue crostate di frutta di stagione. Era una ricchezza a quei tempi possedere dolci e liquori, ma i miei avi erano coloni e non spartivano col padrone stranamente! Ora però vi dico come si faceva questo nettare delizioso ed a prezzi irrisori. Serve dell’uva

Vita di paese: a Nicotera quando si stava bene!

Immagine
di Maria Lombardo Una mattina d’estate a Nicotera quando la coralità paesana faceva da padrona. Oggi quelle belle scenette di vita paesana sono sparite. Colpa del progresso e dei tanti “facimundi tutti i fatti nostri”. Io non ci sto e rimpiango quei tempi! Fino ad una ventina di anni fa i supermercati scarseggiavano ma c’erano le caratteristiche “putiche” ed il mercato settimanale o si attendeva di salire a Vibo dove c’era più scelta. La mattina veniva scandita dall’eco dei venditori ambulanti che passavano vendendo di tutto dal pesce, alle ricotte fresche e frutta che non veniva prodotta negli orti locali. Qualcosa da comprare c’era sempre! Il pomeriggio era l’ora dei "marocchini" come li chiamavamo noi, con le vistose coperte caricate sulle spalle sia d'estate che d'inverno. Solo in seguito si sono attrezzati con carretti e carrozzelle da spingere, carichi di ogni ben di Dio di indubbia provenienza. C'erano i venditori di detersivi ed ogni tanto appariva

Abbazia dei Tridetti a Staiti: Calabria ancestrale.

Immagine
di Maria Lombardo   Una Calabria meravigliosa, inedita ed ancestrale potrebbe essere apprezzata dal turista volenteroso che abbia voglia di scoprirla e di visitarla. Ed allora seguitemi vi condurrò in uno dei borghi più belli dell'Aspromonte! Siamo a Staiti nella Calabria Meridionale a visitare l’abbazia di S. Maria di Tridetti accanto al torrente Fiumarella (oggi un rigagnolo ma un tempo di portata consistente). Edificio di culto bizantino ma porta con se numerose influenze normanne ed accanto motivi arabeggianti. Uno spettacolo singolare ed unico. Risale probabilmente al VII-VIII secolo, o addirittura al XI secolo (come ritiene il grande archeologo Paolo Orsi, sovrintendente alle antichità e alle belle arti della Calabria, che scoprì la struttura nel 1912). Una serie di leggende ( ben tre) aleggiano su questa costruzione ed oggi ho intenzione di farvele scoprire. Si dice che l'edificio sorgesse su un tempio dedicato al Dio Nettuno. Una tesi attendibile il tempio fu er

La Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro crogiuolo di cultura ed autori calabresi.

Immagine
di Maria Lombardo  La Biblioteca di Soriano Calabro, gioiello della cultura Calabrese incastonato in tanta arte e storia  passò tra il complesso conventuale e l'antica Biblioteca San Domenico. L'Istituto della Biblioteca Calabrese nasce nel 1980 prima come Centro Culturale del Folklore e delle Tradizioni Popolari, fondato e diretto dal preside Nicola Provenzano. E' chiaro che il motto Andar per libri era un monito che avrebbe dato inizio a quel prestigioso progetto. Il Provenzano ha fatto di tutto pur di “strapparli ai tarli , ai sorci e alla polvere, vecchi libri stampati, almeno prima del 1962, riguardanti la Calabria…”E' questo il posto sacro per chi vuole studiare la nostra Regione, specializzata nel settore con mille sfaccettature. C’è un Gabinetto delle stampe e dei disegni calabresi, c’è un archivio fotografico ed una videoteca che raccoglie originali e significativi documentari e film di registi calabresi, un servizio cartaceo e informatizzato. Insomma s

Confettura di “‘nnonu”: annona di Calabria.

Immagine
di Maria Lombardo Attenzione cari lettori di questo frutto andino che cresce a Reggio Calabria ne ho parlato ampliamente in questo mio blog, oggi invece visto che siamo in periodo di annone mature ho deciso di illustrarvi uno dei tanti metodi di “lavorazione” di questo delizioso frutto. Attenzione i frutti hanno rapida deperibilità e non supereranno il paio di giorni verdi e turgidi, subito cominceranno a scolorire   con striature grigiastre. La confettura è un modo giusto per conservare il frutto e non ha bisogno di lunghe cotture che inficeranno il sapore ed il candore della polpa.   L’annona però è un frutto molto dolce se volete potete diminuire le dosi dello zucchero. Ecco a Voi cosa serve: un paio di kilo   di annona   300 g zucchero semolato 1 limone piccolo 1 baccello di vaniglia Preparazione. Aprite le annone dividendole prima a metà poi a spicchi e   iniziate a prelevare la polpa e poi eliminate ogni seme. Trasferire la frutta in un tegame basso, r

I funghi della Sila! È il momento giusto di raccoglierli

Immagine
di Maria Lombardo . I monti della Sila lambiti dal lago Cecita dall’Ampollino è un meraviglioso posto dove vengono custoditi borghi di una bellezza unica , dalla Fossiata al Villaggio Mancuso, da Camigliatello a Palumbo Sila, da Bocchigliero a Petronà, tutti posti che vale la pena visitare. Boschi secolari abeti, pini, faggeti e castagni che custodiscono il Re della Sila. Tranquilli non parlo di un brigante ma del fungo. La nostra regione per la sua orografia ed il suo manto boschivo è terra di fungo un po’ ovunque Sila,Serre, Aspromonte ma in queste ultime zone le specie sono limitate, la Sila invece gode di maggior scelta!Custodito tra questi boschi fittissimi e giusta umidità creata dal microclima temperato tra estate ed autunno favorito dai molti laghetti nei dintorni. Sono 3000 i funghi che crescono in Sila ma attenti a saperli riconoscere. Una risorsa naturale non indifferente e gustosissima che soddisfa l’economia delle comunità montane che li raccolgono e poi le trasf

LA LEGGENDA DELLA ROCCIA DI "GIULIA SCHIAVA"

Immagine
di Maria Lombardo  Il mio interesse per la Calabria per tutto quello che ruota intorno a questa terra non si esaurisce mai ! L'interesse anche per la cultura orale che vive un periodo di alterazione o cancellaione mi induce a raccontare per tutti le numerose leggende. Oggi vorrei raccontarvi la storia di Giulia schiava di un brigante di cui il nome non è dato saperlo. Ovvero una leggenda che ruota intorno ad una roccia e all’enigma di una scritta incisa su di essa. Siamo a Caraffa del Bianco in contrada “ Ferrubara” in un fazzoletto di terra di proprietà di Francesco Minnici che erditò questa leggenda dal nonno. La leggenda di “Giulia schiava”, quindi, si trasmette oralmente da diverse generazioni. Anche perché noi calabresi, oltre all’amore per i racconti, nutriamo pure una singolare attrazione per i briganti. Tutti ricordavano i ricercatori del tesoro che scavavano notte tempo per riscattarsi della misera. Giulia uccisa venne seppellita vicino la roccia. Ecco perché da t

Alessandro Nunziante cambia casacca dai Borbonici ai Piemontesi.

Immagine
di Maria Lombardo Nacque a Messina e figlio di secondo letto di Vito, come i suoi avi anche lui intraprese la carriera militare fino a divenire colonnello nel 1846 (1). Anche lui fu attaccatissimo alla Corona e ricoprì cariche importanti e premi sia da Ferdinando II che da Francesco II. Influentissimo a corte era intimo del Re e lo soccorse in diversi bisogni ci racconta il De Cesare (2). Uomo cinico senza scrupoli infine etichettato come traditore dei Borbone, per tanto passò la sua vita a reprimere col sangue i moti al momento della capitolazione non esitò a passare coi Piemontesi. In molti viaggi tra cui quello in Calabria il 20 ottobre del 1852 quando Ferdinando visitò le Calabrie il De Cesare ancora ci riferisce che nel palazzo dell' Intendenza a Reggio vi erano personaggi tacciati di liberalismo. Sopraggiunge il Nunziante che senza salutare iniziò a prendere a calci una porta in modo furioso. Ma c'è chi sempre per Reggio racconta che dopo l'uscita dal Duomo u