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Visualizzazione dei post da 2017

I Reali d’Italia accorrono nello Stretto dopo il terremoto del 28 dicembre 1908.

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di Maria Lombardo Tiene ancora banco la questione delle “ ossa ” dei reali Savoia rientrati in Italia dopo 70 anni. La questione tiene banco però tra i neomeridionalisti che di conoscere la storia proprio non ne vogliono sapere! Che la storia abbia dato un giudizio pessimo su Vittorio Emanuele III siamo tutti d ’ accordo ma sulla figura della Regina Elena le cose sono ben più articolate e lontane anni luce dai loro sproloqui. Il 28 dicembre 1908 all ’ alba lo Stretto di Messina viene sconquassato da un terribile sisma. Rase al suolo Messina e Reggio Calabria! Avvisati i reali a Roma arrivarono nello Stretto  il 30 dicembre quella mattina la visione della catastrofe atterrirono i Reali Savoia. I Sovrani scesero dalla Vittorio Emanuele e su una feluca fecero un giro sulle due sponde per osservare il dramma, subito dopo risalirono sulla Vittorio Emanuele. Con i reali nel porto di Messina attraccarono la Campania, la Lombardia e la Marco Polo, Elena del Montenegro aveva 35 anni e de

Scorzette candite ricoperte di cioccolato in Calabria non si butta via nulla.

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di Maria Lombardo Archiviato il Natale con le sue mega abbuffate tipiche calabresi a casa mia si sono consumate anche parecchie arance locali rigorosamente bio. Subito è venuto naturale pensare di trasformare quelle scorze turgide e belle in scorzette candite. A me non è mai piaciuta la frutta candita ma un tempo erano le caramelle dei poveri. Mi dispiaceva buttare le bucce, le arance erano biologiche e non trattate, dalla buccia bella spessa adatte per la canditura. Le scorzette di arance candite al cioccolato sono un dolcetto tipico del periodo Natalizio sono ideali da  gustate in ogni momento della giornata come fine pasto o per merenda o se si ha voglia di qualcosa di buono; ideali anche se si vuole fare un regalino goloso. Ecco cosa serve a rance non trattate e biologiche dalla buccia spessa (da 1 kg di arance si ricavano circa 300g di scorze).Acqua quanto basta per ricoprire le scorze nelle 4 bolliture per lo sciroppo.Acqua dello stesso peso delle scorze dopo le 4 bollit

A Pazzano nelle Serre Reggine la sera della Vigilia di Natale succedevano cose particolari.

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di Maria Lombardo Riti che si sono davvero persi nei meandri dei ricordi e raccontati nei testi di studiosi locali molto preparati sto parlando di libro "Quando Maria cantava..." di Sandro Taverniti attuale Sindaco di Pazzano. Taverniti racconta una strana e singolare usanza preticata solo a Pazzano fischiare per esempio durante la Messa di Natale, usanza come detto unica e sui generis che in nessun borgo di Calabria era praticata. In quella notte Santa però nella chiesa di Pazzano succedeva davvero di tutto.  Le lampade luminose venivano accese, campane suonanti a festa così come volavano bianchi piccioni spaventati dal trambusto, il presepe scoperchiato perché tutti lo vedessero e tanti tanti zampognari che suonavano la dolce nenia. I cittadini si disponevano in fila   per baciare per il piede del Bimbo Divino e porre una offerta in un cestino. [...] Una volta le offerte erano prevalentemente in natura. [...] Molti tenevano in mano una lanterna per farsi luce uscen

L'amore al tempo delle serenate vissuto con gli occhi di una giovane Nicoterese.

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di Maria Lombardo I ricordi di gioventù di mia nonna parlano di serenate e di amori “fatti da lontano” eh si a quel tempo l'innamorato lo potevi solo guardare da lontano. Mia nonna nacque e crebbe in un piccolissimo centro vicino a Nicotera, Badia crebbe con una nidiata di fratelli maschi che erano una vera tortura! Discoli e liberi scorazzavano per i campi creando scompiglio a mio nonno Peppino innamoratissimo di mia nonna. Peppino figlio più piccolo da Zè Pruvidenzia ( zia Provvidenza) aveva deciso di sposare una ragazza bella ma povera! La mia bisnonna si è sempre opposta a quest'amore, mio nonno benestante e figlio di coloni della famiglia Prenestini doveva sposare una donna del suo “rango”. Era davvero dura la vita che doveva fare per vederla, tutti i giorni vestito di tutto punto alla foggia annii '30 inizio '40 ( completi di sartoria bianchi e blu, cappello e bastone da passeggio) si recava a Badia per l'orario di Messa. La ragazza non usciva mai di c

E' il Reggino Calabrese il produttore di vini antichi

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di Maria Lombardo . In vino veritas! E' questa la frase di romana memoria che maggiormente conosciamo, ma è pur vero che la Calabria è quella terra che si affaccia sul Mediterraneo che da secoli e secoli coltiva ed apprezza l'arte del vino. Bere un bicchiere di vino con amici è senza dubbio l'attività aggregativa che i nostri nonni amavano fare. Ed ogni buon calabrese ha questa forma innata di saper produrre questo nettare. E' proprio così il vino del Reggino calabrese è proprio nettare! Non vi è stampa antica o ritrovamento romano che ci spieghi il ruolo che il vino ha ricoperto nella nostra cultura.Un ruolo importante lo ha rivestito in occasione dei simposi, dove il piacere del bere era coniugato alla cultura, un connubio particolarmente interessante: il simposiarca sceglieva una tematica da trattare e ognuno dei conviviali esponeva il suo punto di vista. Le mie letture mi portano mi portano ad Esiodo nelle Opere e i giorni VIII secolo a. C. già il noto autore

Le piparelle dolce del Natale di Villa San Giovanni (R.C)

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Crediti foto: https://lapiparella.com/ di Maria Lombardo Un dolce della tradizione Natalizia Villese preparato con mandorle, miele e spezie ed è legato storicamente anche alla città dello Stretto, dove viene prodotto da pasticcerie, bar e panifici. La piparella di Villa è sui generis si caratterizza per il taglio trasversale a fette sottili, che la distingue anche dallo stomatico, dal quale differisce anche perché le mandorle sono inserite direttamente nell'impasto. Nate durante i primi anni del ‘900 grazie al pasticcere Nino Strati e diffusesi nel tempo grazie anche ad altri pasticceri come Carmelo Ventre, Domenico Adamo e Pietro Greco, la piparella di Villa viene assimilata al cantuccio toscano e si abbina ai vini passiti ma si può gustare anche con bevande quali caffè, tè o latte di mandorla. Gli ingredienti sono infatti solo 3-4: farina, zucchero, miele e mandorle. Inoltre sono presenti nell’impasto chiodi di garofano, cannella, scorze di arancia e/o di limone essiccate.

La Questio dell'abbandono di Brancaleone.

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di Maria Lombardo  La storia del borgo Medioevale di Brancaleone sta carpendo molto la mia attenzione. Ultimamemte per amor di cronaca mi sto impaludando nelle fantastiche storie dei borghi calabri abbandonati. Posso scrivere a chiare lettere che questo Borgo non fu lasciato a causa di nessuna alluvione tanto meno quella del 1953. Il paese in quell'evento non fu colpito e continuò ad essere abitato dagli anziani, forti e tenaci ed attaccati alle origini. Sicuramente è vero che agricoltura ed economia vennero compromesse ma non l'abitato. Probabilmente fu la politica che decise che Brancaleone Superiore dovesse sorgere altrove per darle un volto moderno. Una prima congettura! Le case popolari, certamente per consentire una vita più degna alle famiglie, che vivevano in precarie condizioni igienico sanitarie. Era case all'avanguardia con tutti i confort (allaccio idrico e fognario, energia elettrica e predisposizione al gas), crearono purtroppo un disorientamento iniz

La Calabria Grecanica.

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di Maria Lombardo  "A inoltrarsi appena fra gli speroni dei monti, sulla striscia del torrente, si vede la montagna che nasce tra la valle animarsi della sua vita segreta, e sembra di udir le voci di tutte le sorgenti che scaturiscono da essa. Si rivelano i paesi coi loro fiocchi di fumo, le voci disperse, i suoni intermessi, la voce soprana delle capane..." (Corrado Alvaro) Mi sono sempre posta la domanda chi sono i greci di Calabria? ….Sapevo che in Calabria vi sono alcune zone che si esprimono in linguaggi diversi dal dialetto comune i Gracanici, gli Arbresch e che con la globalizzazione questo antico linguaggio si sta perdendo. La zona Grecanica è detta Bovesia un posto dove resiste da secoli o da millenni la lingua greca. Essa è una zona, un gruppo di paesi che si affacciano sulla Valle dell'Amendolea dominata dall'ominimo Castello di origini molto antiche. Bova (Vùa), Roghudi e Chorìo di Roghudi, Gallicianò (Gaddhicianò), Roccaforte del Greco (Vunì), Am

“La Cupeta” il dolce tradizionale di Montepaone (CZ): non facciamolo scomparire!

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di Maria Lombardo Dovrebbe essere una sorta di torrone “ante litteram”, preparato con semi di sesamo, miele, zucchero, vino cotto e mandorle tostate. Le lunghe stecche caramellate hanno una tradizione ultrasecolare e sono tuttora molto popolari. I “mastri copetai” custodiscono gelosamente gli ingredienti e si tramandano i segreti di generazione in generazione.  La lunga preparazione del prodotto non inficia la goduria dei sapori e dell’attesa.  Il dolce è tipicamente natalizio, ma si conserva a lungo durante i mesi invernali. Fino a qualche anno fa, i “cupetari” portavano il loro prodotto in tutte le fiere, così come avveniva fin dal 1700. Attualmente esiste un solo vero e genuini Maestro copetaio le altre sono solo imitazioni, per questo la cupeta rischia di scomparire ed oggi ho deciso di valorizzarla su questo mio blog. Malgrado mi sia impegnata a reperire la ricetta vera della cupeta mi è stata fornita sola quella del vicino parente del torrone montepaonese la giurgulena o

La famiglia Barracco di Crotone tra i finanziatori della Spedizione dei Mille.

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di Maria Lombardo  Quando si asserisce che tra i finanziatori della Spedizione dei Mille vi era la famiglia più ricca di Calabria e più influente sia a Napoli e poi a Torino si intuisce subito che stiamo alludendo ai Barracco. Della storia si deve sapere tutto pro e contro è questo l'antidoto per essere veritieri.Poco nota questa storia come è poco nota la personalità di Giovanni Barracco e di altri esponenti della sua “gens”. Per tradizione aristocratica e per ricchezza erano ineguagliabili ma fu dopo le rivolte del '48 e col voltafaccia di Ferdinando sulla Costituzione che si schierò coi liberali. Assieme a Stanislao suo primogenito firmò la protesta del Parlamento Napoletano del 15 maggio di quell'anno. Segnato da questo cambio del Re divenne membro di uno dei più noti circoli liberali di Napoli. Nella Capitale frequentò personalità come Ruggero Bonghi, Gaetano Filangieri, allo stesso fratello del re di orientamenti più aperti, come fu Leopoldo, conte di Siracu

Calabria ancestrale: U monacu jancu dell'Aspromonte.

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di Maria Lombardo Questa Calabria mi sorprende sempre ha molto e dico molto da dire basta ascoltarla, basta essere sicuri che queste terra vuole essere scoperta. La storia che intendo raccontarvi potrebbe essere la sceneggiatura di un film che vede come location l'acroco aspromontano. In contrada Crocefisso, vicino a Bianco esisteva un vecchio cimitero, contiguo ai ruderi del Convento di S. Maria della Vittoria, è interamente scomparso, coperto dalla vegetazione circostante. La storia che voglio raccontare si svolge in questo Convento che risale al 1622 e già dal 1678 era rinomato per le due “Fiere della Croce” che si svolgevano a maggio. Indubbiamente era tappa sicura per chi viaggiava per la Regione. Sempre in questo luogo partivano ed arrivavano le lettere fra Padre Bonaventura e Maria Cristina di Savoia, regina delle Due Sicilie, la quale, prima di sposare Ferdinando II, aveva scelto di farsi monaca. Perché predilesse come suo confessore questo monaco calabrese rimane un

L'antico rito calabrese della "strina"

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di Maria Lombardo Quando dalla viglia dell'Immacolata Concezione fino a Capodanno si sentiva passare per le vie e poi bussare alle porte dei ragazzini che suonavano le nenie e poi esclamavano «Bonu Capudannu / Facitimi la strina ca si no mi dannu» («Buon inizio di anno / Fatemi la strenna altrimenti mi danno»). Mi sono stupita molto poiché è un rito che non e Nicoterese e nemmeno del territorio circostante, fatto che successe comunque qualche tempo fa. Ragazzi di fuori zona che complice la crisi hanno deciso di raccimolare qualche euro per le partitelle natalizie, usando un rito antico. Benvenga vuol dire che il mio modo di presentare la Calabria funziona! Ma cos'è una strina? Fino agli anni '50 era molto in voga, si suonava cantava e poi si bussava ad una porta, magari dove si sapeva che la famiglia era benestante.Erano parole augurali comprensibili all'interno di complessi rituali di un tempo di passaggio e di rinnovamento. La speranza era all'ordine com

Francesco Adilardi diventa Presidente dell'Accademia Medamea di Nicotera.

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di Maria Lombardo  La storia di Nicotera deve essere riscritta poiché cela ancora elementi degni di essere divulgati. Risulta ancora impolverata nel periodo ottocentesco a macchia di leopardo gli altri periodi storici del Borgo. E' cosa nota che questo importante centro culturale avesse abbondato in passato di menti eccelse le carte d'archivio affermano quanto asserisco in calce:”Nicotera abbonda di buoni ingegni, i quali se avessero la pazienza di perdurare nei lunghi studi, salirebbero a gloriosa altezza. Si prediliggono gli studii Teologici, Filosofici, Legali, Medici, Chirurgici, Letterarii; non mancano cultori di Pittura e di Musica; anzi la Musica è molto generalizzata. L’istruzione quindi può dirsi che sia in grandissimo pregio”. Tuttavia se da un lato la cultura si faceva sentire forte e prepotente a Nicotera fino alla seconda metà dell'800 mancavano Accademie e Istituti, esisteva solo il Seminario. In realtà lo studio delle carte d'archivio poche ma buon

UN TEMPO IL CONSUMISMO ERA IGNOTO ALLA NOSTRA CULTURA DI CALABRESI: UN ESEMPIO: IL SAPONE FATTO IN CASA.

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di Maria Lombardo  IL SAPONE fatto in casa, nel secolo scorso, era un rito che era celebrato da donne energiche, abituate alla fatica e amanti della pulizia. Esso era confezionato almeno due volte l’anno. La prima “partita” di sapone si faceva a fine estate. Dopo aver venduto l’olio prodotto dalle piante degli uliveti di famiglia si guardava in fondo alle giare o ai landuni si raccoglieva la murga la morchia, era quello l’ingrediente di base del sapone. Competenza ed olio di gomito facevano il resto, bisognava saper dosare bene ‘a putassa( potassina) che consentiva al sapone di solidificare. La procedura era semplice si metteva sul fuoco il landone , grosso contenitore di latta, di forma cilindrica, nel quale erano state versate le murghe al primo bollore si aggiungeva la soda che avviava il processo di solidificazione della morchia. Era necessario quindi, tenere a portata di mano tanta acqua che buttata sopra a secchiate, regolava il tutto e calmava il bollore della potassa

L'Antico sorbetto calabrese : la Scirubbetta

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di Maria Lombardo Sono i tempi passati a darci memoria di come si viveva nelle Calabrie e soprattutto delle usanze che in questa Provincia del Regno si andavano praticando. Da attenta lettrice e divoratrice di libri a sfondo storico adagiata sul mio status di studiosa nell'ultimo periodo leggo Diario di un viaggio a piedi di Edward Lear. Lear visita a piedi con un mulo e due compagni nell'agosto del 1848,la zona di Reggio attraversando l'Aspromonte. Il Diario è molto attento ricco di illustrazioni ma la cosa che sopratutte mi ha folgorata: la consuetudine dei nobili che ospitarono l’autore nell’offrirgli , accogliendolo nelle loro case non vi erano alberghi in quelle zone “vino e neve”. Col Diario del Lear sotto braccio inizio le mie ricerche e questa usanza si concentra anche nella mia zona Nicotera. Decido così di indagare su quella, almeno per me, curiosa ed inedita consuetudine e scoprì che, non solo all’epoca, ma anche fino ai primi decenni del ‘900, in Asprom

Domenico Antonio Gullì da Chiaravalle alle Scuole Regie di Monteleone

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di Maria Lombardo Domenico Antonio nasce a Chiaravalle nel febbraio del 1757 da famiglia benestante imparentato per via materna col notaio Dell'Apa. Notaio che 30 anni dopo si occupò di privatizzare le terre delle chiesa per la Cassa Sacra. In famiglia si accorsero subito delle doti intellettuali del figlio e a ragion veduta gli fecero frequentare molti maestri poco preparati a Chiaravalle che tarparono le ali al Gullì. Predilesse lo studio delle lingue; presto parlò e scrisse con padronanza: italiano, latino, greco, inglese, spagnolo. In giro per l'Italia migliorò le sue conoscenze tra Roma e Firenze. La sua fama di uomo colto fece eco prima del suo ritorno in Calabria Ultra, proprio per l'occasione le Scuole Regie di Monteleone fanno di tutto per averlo, gli affidano così la cattedra di umane lettere. Quando nel 1799 cambia lo scenario politico ed il Ruffo dallo sbarco di Punta Pezzo nei pressi di Villa San Giovanni punta su Nap oli, il professor Gullì viene arres

Vi porto alla Ferdinandea... nell'antica fonderia del Reggino.

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di Maria Lombardo  Dopo vent'anni di neo meridionalismo e dopo aver confutato tesi sconfusionate tra i tanti camionisti, pescivendoli, marmisti ex avvocati in pensione e persino persone con diplomini dell'artistico che ripetono con fare perentorio dopo aver letto il cult del meridionalismo, che si riduce ad un solo libro a testa che la Ferdinandea era la casa di caccia di Ferdinando II. Il quale veniva in queste terre a ritemprarsi! Ben altri lidi possiede la storia e questo è il male di chi va ad ascoltare conferenze da inesperti e pennivendoli che abusano di una professione che non è la loro. Tutto quello che rimane dell'antica fonderia della Ferdinandea si trova nella vallata dello Stilaro sul Monte Pecoraro. Un luogo dove tutto è espressione ed evocazione del passaggio Borbonico tra questi faggeti e castagneti. Era il 1833 quando Sua Maestà Ferdinando II fa inaugurare questa fonderia satellite di Mongiana. Tuttavia ancora oggi si crede erroneamente sia la casa d

Le "Crispelle" del versante ionico calabrese!

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di Maria  Lombardo Per quanto riguarda la tradizione calabrese di fare le “crispelle” a Corigliano Calabro si diversificano come si diversificano nel Crotonese. Il mio compito è di raccontarvi in toto la Calabria quindi provate anche questa ricetta. Ecco gli ingredienti per 6 persone ma come dico sempre in Calabria le grammature non servono. Ingredienti per sei persone 350 g farina 50 g burro 50 g zucchero 50 g zucchero al velo olio per friggere un pizzico di sale mezzo bicchiere di vino bianco 3 uova 1 bustina di lievito.  Preparazione Su una spianatoia fare la fontana con la farina, lo zucchero, il sale, il lievito mettendo al centro il burro precedentemente tolto dal frigo e le uova. Impastare delicatamente con le dita, unendo a poco a poco il vino. Lavorare l'impasto fino a renderlo elastico ed omogeneo. Fare una palla e lasciarla riposare in un luogo fresco per circa mezz'ora. Appena la pasta è pronta, stenderla con il matterello in una sfoglia sotti

Il voto di penitenza dei Sanfloresi: Calabria ancestrale.

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             di Maria Lombardo    La storia che intendo raccontarvi oggi è una storia antica ma indubbiamente ha dei rigurgiti nella vita attuale. Tutto ebbe inizio nel settembre 1764, San Floro piccolo centro della Calabria Ultra stava vivendo un'ondata di peste violenta che lasciò sgomenti gli abitanti. Mai, prima di allora una calamità fece tante vittime umane. In tutto il Regno di Napoli, la peste mieteva numerose vittime. Ne conseguirono profondi mutamenti in campo economico e sociale tanto per intenderci. Anche a S. Floro, Borgia, e nei comuni limitrofi nonostante l’altezza e l’aria salubre, il terribile flagello arrivò per mietere numerose vittime. S. Floro fu colpita in modo particolare e a nulla valsero le cure dei medici giunti per cercare di lenire le numerose morti quotidiane di bambini, donne. Giovani e vecchi nessuno si salvò. Non meno profonde furono le conseguenze della morte nera nel sentimento religioso e nella sensibilità collettiva. Da quel settembre fi

Il Cenone di Capodanno dei contadini: zucca fritta e 'vroccula affucati.

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di Maria Lombardo  Nel mio repertorio sulle usanze contadine non poteva e non doveva mancare un pezzo sulle pietanze che i nostri avi portavano in tavola la sera di San Silvestro. Sicuramente non possiamo pensare che fossero dei piatti da nouvelle cousine ma posso garantirvi che se la tradizione continua fino ad oggi potrebbero essere annoverati, sono una vera leccornia! Per la Vigilia sia di Natale che di Capodanno si riunivano come oggi tutte le famiglie intorno ad una tavola “rigorosamente di magro” ma con 13 pietanze. Contraddizione tutta Calabrese! Nemmeno a San Silvestro le massaie calabresi riescono a svecchiarsi nelle peculiarità della cucina locale che è semplice e molto gustosa. Fin dal mattino con le “maniche 'mpaddate”( maniche arrotolate) si cominciava a lavare le verdure ed a preparare dolci tradizionali e zeppole. Nel primo pomeriggio si passava alla preparazione di broccoli e cavolfiori affogati, zucca fritta con la menta, stoccafisso con olive e patate, bac

Emanuele Mancuso muove querela contro il Coisp e Lia Staropoli:” se io figlio di un boss la Staropoli nata, cresciuta e pasciuta con i soldi del padre che ha lavorato sempre con ditte legate a consorterie di primo piano”.

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di Maria Lombardo Anche questa volta Emanuele Mancuso figlio del boss Pantaleone alias “u ‘ngegnieri” non va per il sottile  il quale invia nota di rettifica a zoom24.it ecco quanto dice il Mancuso:”Il sottoscritto Emanuele Mancuso nato a VV il 14.2.1988 e residente a Nicotera via Foschea 2 trav. n.6 In ordine all’articolo (allegato alla presente) pubblicato in data 11.12.2017 h 15:37 dal sito zoom.24.it. attinente ad una presunta notizia di cronaca , nella quale il giornale - ha concesso spazio ad una nota inoltrata dal sign. Domenico Pianese segretario generale del Coisp nonché in difesa dell’amica Lia Staropoli. Si chiede a vostra sign. di pubblicare la seguente nota di replica con le modalità identiche concesse al sign. Domenico Pianese , in modo tale , da poter garantire un trattamento pari - soprattutto volto ad una corretta informazione circa la veridicità dei fatti. Si fa presente che per il medesimo articolo , il sottoscritto sporgerà nuovamente querela. Mi assumo ogni