“La Cupeta” il dolce tradizionale di Montepaone (CZ): non facciamolo scomparire!




di Maria Lombardo


Dovrebbe essere una sorta di torrone “ante litteram”,preparato con semi di sesamo, miele, zucchero, vino cotto e mandorle tostate. Le lunghe stecche caramellate hanno una tradizione ultrasecolare e sono tuttora molto popolari. I “mastri copetai” custodiscono gelosamente gli ingredienti e si tramandano i segreti di generazione in generazione.  La lunga preparazione del prodotto non inficia la goduria dei sapori e dell’attesa.  Il dolce è tipicamente natalizio, ma si conserva a lungo durante i mesi invernali. Fino a qualche anno fa, i “cupetari” portavano il loro prodotto in tutte le fiere, così come avveniva fin dal 1700. Attualmente esiste un solo vero e genuini Maestro copetaio le altre sono solo imitazioni, per questo la cupeta rischia di scomparire ed oggi ho deciso di valorizzarla su questo mio blog. Malgrado mi sia impegnata a reperire la ricetta vera della cupeta mi è stata fornita sola quella del vicino parente del torrone montepaonese la giurgulena o torrone calabrese. Ecco gli ingredienti:
 250 gr di sesamo;
  • ¼ di lit di mosto cotto;
  • 25 gr di zucchero;
  • 25 gr di miele;
  • 50 gr di mandorle sgusciate;
  • 50 gr di gherighi di noci;
Preparatelo così:

Lavate i semi di sesamo e disponeteli su una teglia per farli asciugare e tostare leggermente in forno. Porta il mosto cotto a ebollizione. Una volta raggiunto il grado di ebollizione, aggiungete i semi di sesamo, lo zucchero, le mandorle e i gherigli di noci continuando la cottura e mescolando fino a ottenere un composto compatto.Fatto ciò versate il tutto su una superficie abbastanza fredda, come per esempio il ripiano di un marmo, unto con l’olio e con l’aiuto di una spatola e mezzo limone muovete il composto fino a creare uno spessore di circa 1 cm e ½ .Lasciate raffreddare e quando il torrone sarà leggermente duro, tagliatelo in piccoli pezzetti. Un consiglio? Servitelo freddo, accompagnato con un calice di passito.

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