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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

Sapete che Cesare Lombroso visitò la Calabria scrivendone un libro e bevve pure l’Amaro Cicerone che ancora si produce a Catanzaro

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  di Maria Lombardo  Uomo singolare Lombroso, nel suo viaggio in Calabria si soffermo' al fondaco del Fico presso l'Angitola. Dopo aver bevuto qualche bicchiere di robusto e forte vino vinciguerra, scrisse nei suoi appunti che il Fico era riferito a Sicae-Sica, nella cui villa fu ospitato Cicerone. Il fatto curioso fu che un Serrao dei Galli, dopo qualche decennio, finanziò l'apertura di un bar di belle epoque su corso Mazzini a Catanzaro, dove fu promossa la vendita dell'Amaro Cicerone, prodotto dai Serrao con erbe speciali che si trovavano soltanto nei loro terreni al Fondaco del Fico, dov'era la villa di Sica con il profugo Cicerone. Un infuso d’erbe dalle benefiche proprietà ideato da un farmacista calabrese e dai suoi fratelli a Catanzaro, L'elevatezza della vita sociale catanzarese in quel tempo impressionò favorevolmente anche lo storico inglese George Grissing e un altro inglese Norman Douglas che fu sorpreso dalla cortesia, ingegnosità dei catanzaresi,

Il monumento ai caduti di San Ferdinando (RC) fuso dallo scultore Francesco Jerace

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  di Maria Lombardo  Perché si conosce tutto della storia di San Ferdinando e dei Nunziante sia del periodo borbonico che postumo. Perché io in prima persona ho ricercato e letto tutto di quanto è stato scritto da Polimeni in poi e  questo blog ne è testimonianza, qui è raccolta tutta la storia legata ai Nunziante del borgo della Piana di Gioia Tauro. Perché non bisogna dimenticare il lavoro di ricerca fatto dall' Architetto Pirrottina fondatore della pagina "San Ferdinando C'era una volta" che sotto i miei consigli è diventato anche abile storico per tutte le conferenze svolte in Calabria e regioni limitrofe che abbiamo fatto per parlare di caso San Ferdinando come unicum nella storia malgrado i suoi antecedenti macabri. Sul come Vito Senior ottenne queste terre a discapito dei napoleonidi. Nel 1926 venne affidato a Jerace l’incarico di fondere su commissione dei Nunziante  un monumento in bronzo probabilmente locale che andava a ricordare ad imperitura memoria il sa

“ PANISPAGNA” il "pan di Spagna di Dipignano" bellissimo borgo del cosentino

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  di Maria Lombardo  E’ un prodotto molto ricercato, viene preparato interamente in modo manuale senza l'utilizzo di macchinari o prodotti fortemente industriali. È un dolce molto delicato dal profumo dolce e piacevole adatto ad ogni momento della giornata. Questo dolce, soffice ed alto quasi come un panettone, tipico di un borgo situato nell’hinterland cosentino, Dipignano appunto, si prepara senza lievito con farina e zucchero, e viene gonfiato montando accuratamente le uova. La cottura avviene in forno a legna, la sua forma è circolare e viene consumato così a secco oppure farcito di crema o cioccolato. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pan di Spagna di Dipignano nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Calabria (PAT). È prodotto che in Calabria veniva inizialmente prodotto solo durante le festività e gli eventi importanti, successivamente però è diventato un alimento di tutti i giorni appunto perché molto legge

Il mio personale 8 marzo va al ricordo della Sindaca Caterina Tufarelli Palumbo

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Crediti foto: https://www.paese24.it/   di Maria Lombardo  In quegli anni, la razione del pane è di 250 grammi e nel 1947 gli italiani sono i cittadini peggio alimentati di tutta la parte occidentale. Nel 1945 il tasso di mortalità infantile è di 103 ogni mille nati vivi e per scendere sotto i 50 bisognerà aspettare il 1956. Per capire la gravità, basti pensare che oggi il tasso è di circa il 3 per mille. In questo contesto storico così delicato e drammatico si inserisce la figura di questa straordinaria donna. Caterina Tufarelli Palumbo nasce a Nocara il 25 febbraio 1922, paese a mille metri di altitudine al confine con la Lucania, con un panorama mozzafiato, da dove è possibile ammirare il Golfo di Taranto. Rimase orfana a pochi mesi e, dalla quinta elementare fino alla licenza liceale classica, studiò a Roma in collegio, a Trinità dei Monti, dalle suore del Sacro Cuore dove si distinse per bravura, vincendo numerosi premi scolastici. Le amicizie coltivate in questo ambiente, le furo

Venerdì di Quaresima in Calabria:” Pittij cu salaturi”

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Crediti foto: https://www.lemillericette.it/   di Maria Lombardo  Che dire questo piatto è un vanto  della cucina contadina calabrese. Nel vaso di terracotta smaltato in estate vengono conservati ortaggi sotto sale da consumare in inverno. Sotto sale vanno   peperoni, melanzane e cipolle, altrove aggiungono anche olive schiacciate e fagiolini. In verità si utilizzano tutti quegli ortaggi che si hanno a disposizione, l'importante è che siano a Km 0. Una volta maturo'u salaturi è ottimo fritto con le sarde sott' olio   oppure per insaporire il pollo. Attenzione a non fare le frittelline sapide! Ingredienti - 200 g di farina tipo 00; - 50 g di pecorino calabrese grattugiato; - 1 uovo; - sale q.b.; - peperoncino piccante in semi q.b.; - 100 g di salaturi; - acqua fredda q.b.; - olio di semi per friggere.   Procedimento : Lavate gli ortaggi per togliere ogni residuo di sale, tamponateli con carta assorbente e poi tagliateli a listarelle. In una ciotola mett

Gioia Tauro (RC) ricorda le vittime del bombardamento del 20 febbraio 1943, 79 anni dopo.

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  di Maria Lombardo  Brutta storia quella che vi sto per narrare il 20 febbraio 1943 alle ore 17,25 un’incursione aerea angloamericana, confondendo la segheria Caratozzolo con un obiettivo militare, lanciò 5 bombe che procurarono danni al Duomo per lo spostamento dell’aria e distrussero alcuni fabbricati. I morti tantissimi a Gioia Tauro! I primi a giungere furono le autorità del periodo il Podestà avv. Antonio Cordopatri ed il vice comandante delle guardie municipali cav. Rocco Toscano, nonché un nutrito gruppo di soldati della vicina guarnigione che cercavano da dare un primo aiuto ai feriti. I defunti ricevettero l’Estrema Unzione, essendosi portati, subito, sul posto il parroco don Pasquale De Lorenzo ed il sac. Giuseppe Minà. Un   bombardamento così cruento che indusse la gente a sfollare nelle campagne, la cittadina era invivibile per la presenza delle reti di collegamento e del mare. Non tutti volevano lasciare le proprie case ma bombardamenti successivi presso la stazione inten

“Frustilitata” di Tortora (CS) per San Giuseppe

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  di Maria Lombardo  E’ un rito che affonda le radici nei riti catartici pagani e di fertilità, consiste nell’accendere un falò di enormi dimensioni la sera del 19 marzo   circa 15 metri alto. Oggi è un falò di san Giuseppe ma un tempo serviva per purificare i campi. Gli antichi pagani lo praticavano il 21 marzo si bruciava con la legna tutte le cose negative. San Giuseppe precede di due giorni la primavera, questo è un rito che è tornato proprio per la festa di San Giuseppe. Non è più un rito catartico ma cattolico e nei pressi del falò si offrono vino e delizie locali LE FRUSTILITATE però sono due l’altra viene accesa a Tortora Marina ed è di eguale importanza. Fino agli anni ’80 del secolo scorso erano ancora 3 quelle che si accendevano nei rioni chiazza, cummenti e carroli ad organizzare erano i giovani per la raccolta di frasche e legna mentre i vecchi ricordano le frustitiliate del centro storico quando era molto popoloso.

Carciofi sott’olio la ricetta per farli in casa in modo semplice

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Crediti foto: https://cucinare.meglio.it/   di Maria Lombardo  Facile, veloce e sicuro, per una conserva a lungo tempo, anche quando i carciofi non sono più di stagione. Prepariamo tanti carciofi sott’olio a primavera, quando di carciofi se ne trovano tanti e costano poco, da marzo ad aprile, in particolar modo. Sono ottimi da gustare da soli, per un antipasto, o anche per condire insalate, come contorno con carne o pesce e deliziosi anche sulla pizza. Ingredienti : - 10 carciofi; - 1 l acqua; - 1/2 l aceto di vino bianco; - 1 limone; - 1 foglia d'alloro; - 2 spicchi d'aglio; - origano q.b.; - 2 peperoncini; - 1/2 cucchiaio di sale; -  olio di semi di girasole q.b. . Preparazione Prepariamo una ciotola con dell’ acqua e succo di un limone. Puliamo i carciofi, togliamo il gambo. Togliamo le foglie esterne verdi, fino ad arrivare a quelle chiare. Poi tagliamo le punte fino a dove il carciofo è tenero, peliamo la parte terminale del gambo rimasto. Prendia

Collivi, Panaghie piatti luculliani per la commemorazione dei defunti nel mondo arbresche calabrese che si svolge sotto Carnevale

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  di Maria Lombardo  Nel calendario liturgico arbëreshë la festa più importante è la commemorazione dei defunti: si tratta di una festa mobile, che varia con il variare della Pasqua e cade il sabato precedente la prima la domenica di Carnevale, dodici giorni prima delle Ceneri. Durante questa giornata ai morti vengono offerti un’infinità di cibi e bevande, proprio come se fossero vivi: si inizia con la benedizione mattutina delle tombe al cimitero, si cantano le calimere, ovvero delle canzoni molto toccanti, perché ricordiamo che nella cultura arbëreshë la musica non manca quasi mai, anche nelle messe, o nelle azioni, più semplici. Si passa poi a collivi o panaghie, ovvero grano cotto, simbolo della vita che continua: si fa bollire il grano dopo averlo tenuto a bagno, si fa raffreddare e si condisce con cacao, caffè, cannella, chiodi di garofano, anche se ognuno ha declinazioni differenti. In seguito si distribuisce in chiesa dopo la benedizione, insieme a pane, che qui sostituisce sem

Caprino dell’Aspromonte: un formaggio Made in Calabria.

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  di Maria Lombardo  Il Caprino dell’Aspromonte vanta un sapore dolce e acidulo, che diventa piccante nella versione stagionata. È ottimo da servire come antipasto, a fianco di pregiati salumi calabresi, olive verdi schiacciate o degustazioni di conserve sott’olio.   Questa tipologia di formaggio è incredibilmente buona anche affiancata da frutta o miele e si adatta anche alla preparazione di primi piatti o insalate. La Calabria vanta un patrimonio enogastronomico tanto vasto quanto antico, ricco di tradizioni culinarie che tramandate da generazioni vengono portate avanti ancora oggi soprattutto nei piccoli e suggestivi borghi calabresi. La Calabria vanta una tradizione antichissima anche per quanto riguarda la produzione di formaggi e latticini di vario genere, prodotti tipici che negli anni hanno reso famosa questa regione sia a livello nazionale che a livello internazionale. Uno dei formaggi che vanta un’antichissima produzione è appunto il Caprino dell’Aspromonte, un formaggio che

Sapete che l’idea del peperoncino nel cioccolato fu ideato da Casanova in Calabria: Baci di Casanova

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  di Maria Lombardo  Già nessuno meglio di Casanova poteva sapere e sperimentare una cosa così, l’amante più famoso di tutti i tempi. Infatti, oltre alle donne, il cioccolato era la vera passione di Casanova, e possiamo dire che il cioccolato ha sedotto il grande seduttore. Egli stesso lascia scritto nel suo diario: “Coltivare i piaceri dei sensi è stata per tutta la mia vita la mia principale occupazione, e non ne ho mai avuta altra più importante. Sentendomi nato per l’altro sesso, l’ho sempre amato e mi sono fatto amare per quanto possibile. Ho molto amato anche la buona tavola e insieme tutte le cose che eccitano la curiosità…” Ed inoltre nei riti del corteggiamento un posto privilegiato avevano per lui gli omaggi di cioccolata che faceva recapitare alle dame che voleva sedurre, convinto dei poteri afrodisiaci del cacao. I suoi amici e anche le sue amanti conoscevano questa passione che assecondavano con doni generosi e continui del cibo degli dei.” Chissà veramente se era un uomo

Il meraviglioso Monumento di Tredoliche a Cirella di Diamante (CS), un vero unicum che rimane una vergogna italiana.

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Crediti foto: https://www.polocerillae.it/   di Maria Lombardo  Il monumento funerario romano conosciuto come Mausoleo di Tredoliche, si trova alle spalle del promontorio di Cirella a Diamante. Questa struttura, un unicum in Calabria, insieme all'adiacente necropoli, rappresenta un documento inoppugnabile circa il ruolo politico e amministrativo svolto da questo territorio nel II secolo d.C., data della sua costruzione riconducibile ad una potente aristocrazia locale che spiega anche l’elevazione a rango municipale di Cerillae. Presenta una forma circolare su una fondazione in opera cementizia e rivestimento esterno in blocchi di calcare quadrangolari ricoperti da laterizi rossi. Ha un diametro di 14 metri all’esterno e di 10 all’interno. L’edificio è accessibile da Ovest, dove si trova un avancorpo su cui si apre l’ingresso vero e proprio ampio circa 2,35 metri. La parete opposta all’ingresso presenta una rientranza rettangolare ed altre 2 nicchie si riconoscono anche sui lati Nor

Tagliatelle dolci di carnevale per la Calabria

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Crediti foto: https://www.senigallianotizie.it /   di Maria Lombardo  Ingredienti - 200 g di farina 0; - 2 uova; - 50 g di zucchero; - 1 cucchiaino di lievito per dolci; - 30 g di burro morbido; - 1/2 bicchierino di limoncello o succo di arancia; - 500 ml di olio di arachidi. Procedimento In una ciotola setacciare la farina, mescolarvi il lievito e lo zucchero, poi di seguito aggiungere le uova, il limoncello, il burro morbidissimo e lavorare bene per circa 15/20 minuti. Avvolgere la pasta in una pellicola e fare riposare per 10/15 minuti, poi fare una sfoglia a mano con il mattarello, tagliare a striscioline come le tagliatelle, oppure usare nonna papera, formare dei nidi e friggere in abbondante olio di arachidi, poggiarle su carta da cucina per far assorbire l’unto in eccesso. Prima di servirle cospargerle di zucchero a velo. Stelle filanti di carnevale al limoncello e tutti saranno felici di festeggiare il carnevale.

Conoscete il ramo dei Borbone di Roccaguglielma ed il loro strano caso

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Crediti foto: Wikipedia  di Maria Lombardo    Quando scomparve il Regno delle Due Sicilie i tanti rami cadetti della Corona di Napoli si sparsero per l’Italia ed il mondo. Vi furono però molte contrapposizioni! Alcuni rimasero fedeli alla loro discendenza altri abbracciarono le idee liberali. In queste vicende un caso del tutto peculiare è quello dei Borbone di Roccaguglielma, un ramo cadetto derivante da un matrimonio diseguale che, appena pochi anni dopo la nascita del Regno d’Italia, riconobbe il nuovo stato unitario e rinunciò alle velleità di restaurazione, ottenendo il pieno riconoscimento da parte dell’Italia sabauda e, in seguito, partecipando attivamente alla vita dello stato italiano. So che i neomeridionalisti rimarranno senza imprecazione alcuna poiché loro di ricerca seria ne svolgono davvero poco e non conoscono quanto sto narrando. Questo dei Borbone di Roccaguglielma era discendenza Luigi di Borbone Sicilie (1824-1897), conte di Aquila, figlio del re Francesco I ° del