Il mio personale 8 marzo va al ricordo della Sindaca Caterina Tufarelli Palumbo

Crediti foto: https://www.paese24.it/
 

di Maria Lombardo 



In quegli anni, la razione del pane è di 250 grammi e nel 1947 gli italiani sono i cittadini peggio alimentati di tutta la parte occidentale. Nel 1945 il tasso di mortalità infantile è di 103 ogni mille nati vivi e per scendere sotto i 50 bisognerà aspettare il 1956. Per capire la gravità, basti pensare che oggi il tasso è di circa il 3 per mille. In questo contesto storico così delicato e drammatico si inserisce la figura di questa straordinaria donna.

Caterina Tufarelli Palumbo nasce a Nocara il 25 febbraio 1922, paese a mille metri di altitudine al confine con la Lucania, con un panorama mozzafiato, da dove è possibile ammirare il Golfo di Taranto. Rimase orfana a pochi mesi e, dalla quinta elementare fino alla licenza liceale classica, studiò a Roma in collegio, a Trinità dei Monti, dalle suore del Sacro Cuore dove si distinse per bravura, vincendo numerosi premi scolastici. Le amicizie coltivate in questo ambiente, le furono utili nel periodo di sindacato: sindaco di Roma, Re d’Italia, Presidente del Consiglio De Gasperi, di cui fu compagna di scuola delle figlie, Ministro del Turismo e Spettacolo e di altre personalità dell’epoca in quanto, anche se sindaco di un piccolo paese montano della Calabria, aveva un canale privilegiato con interlocutori di questo calibro. Nel 1941 conosce Baldo Pisani, di professione avvocato e se ne innamora a prima vista. I due si sposeranno il 28 aprile 1943, in piena guerra, diventando genitori di tre figli: Oscar nato nel 1944, Giuseppe nel 1948 e Giorgio nel 1955. Nel frattempo, iniziò la facoltà di giurisprudenza a Roma, ma si laureò a Napoli. Il 24 marzo 1946 venne eletta all’unanimità sindaco di San Sosti, si impegnò molto per migliorare le sorti del paese e la vita della sua gente. Fece edificare il palazzo comunale con annesso cinema, fece costruire scuole, strade, l’acquedotto, l’orologio, (la cui necessità era da tutti sentita soprattutto dai lavoratori), il mercato coperto, oltre a istituire un’apposita struttura per aiutare le famiglie meno abbienti. A fine legislatura, nel 1952, lasciò un bilancio consuntivo con tutte le opere realizzate, scusandosi per quello che non era riuscita a fare. Il bilancio consuntivo è un obbligo degli amministratori soltanto da qualche anno. Dopo seguirà nell’ombra l’attività politica del marito che, nel frattempo era stato eletto consigliere provinciale e poi Presidente della Provincia di Cosenza per tre legislature. Seguirà i suoi figli nella loro crescita, si dedicherà a scrivere articoli su vari giornali e su svariati temi. Non ha mai dimenticato i più sfortunati, è stata sempre presente nel sociale in qualità di Presidente, per oltre trent’anni, delle Dame di Carità. La sua vita fu intensa e breve, infatti si spense a Roma il 7 dicembre 1979, a soli 57 anni. E’ stata una donna coraggiosa, determinata, ma allo stesso tempo sensibile e umile, un’anima bella.

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