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Visualizzazione dei post da novembre, 2017

E' l'Immacolata in Calabria: che profumo di zeppole!

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Crediti foto: https://www.ricettasprint.it/ di Maria Lombardo  Le zeppole sono uno dei tanti piatti tipici della cucina natalizia calabrese. Un piatto contadino che metteva tutti  d'accordo profumi di altri tempi. C'è una frase tipica che in quel periodo viene ripetuta da tutte le giovinette golose “zippula mamma cà ti su figghjia!”. Donne che si tramandano quel sapere culinario di generazione in generazione senza segreti o ingredienti particolari. Sono in realtà pallottole di pasta di pane ( acqua, farina, lievito ed olio d'oliva ma si deve aggiungere acciughe o uva passa a seconda se si preferiscono dolci o salate). Una lunga lievitazione è il “segreto” di questa bontà calabrese e poi fritte in olio locale bollente. Tuttavia benchè questo è un piatto povero se ne fanno delle belle scorpacciate e si predilige farlo quando sono ancora calde e fragranti. Per preparare questo piatto tipico spesso ci si alzava quasi di notte, si procuravano u lavatu ( piccolo panetto di

Kiwi prodotti nel Reggino Calabrese, tra i più pregiati al mondo!

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di Maria Lombardo Il Kiwi o semplicemente kiwi è una bacca prodotta da numerose specie di Liane del tipo Actinidia. Chiamandolo frutto noi commettiamo uno sbaglio ma poco importa il suo gusto è sopraffino. Originaria della Cina questa bacca della famiglia delle actiniadiacee viene coltivata e mangiata da oltre 700 anni.  Importata in Calabria agli inizi degli anni ’ 80 la pianta attecchì bene sia per il clima caldo umido che per i terreni di medio impasto. Il  kiwi prodotto in Calabria  è considerato tra i più  pregiati   al mondo per le  spiccate qualità organolettiche , che lo rendono superiore anche a quello neozelandese, dove a sua volta ha trovato anche in questo territorio un impatto ambientale favorevole. E di questo primato siamo tutti felici! La sola  Piana di Gioia Tauro , può contare su circa  3.000 ettari da cui si ottengono circa  70.000 tonnellate  di kiwi.   Una superficie che rappresenta il 10% della superficie nazionale. Seguito da  Vibo Valentia, Piana di Lamez

Le antiche miniere di Pazzano in Calabria.

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di Maria Lombardo   Quando arrivai a capire (in età non proprio scolara ma pronta alla laurea) che la Calabria era ed è una Regione con un potenziale estrattivo tra i maggiori d'Italia sgranai gli occhi. Qualcuno a scuola si era dimenticato di insegnarmi una cosa importante su questa terra, ragion per cui come in molti casi mi toccava indagare da sola, e così mi si apre un mondo diverso dalla Regione che non ha e non aveva potenziale. Nel comune di Pazzano, sulle pendici dei Monti Stella, Consolino e Mammicomito, si potevano contare circa 30 “bocche” di miniera, di cui poche, purtroppo, ancora visibili. Oggi sono visibili ma non agibili le miniere Regina, Regina ribasso, Italia, Piave, Melichicchi, Umberto I, come anche il deposito degli esplosivi e la cappella dei minatori. La testimonianza tangibile così come per Lungro ed altre zone che testimonia la cruciale importanza di questo centro minerario per tutto il Sud Italia. Sfruttate quasi certamente sin dall’antichità, le m

Un dolce tipico calabrese di Laureana di Borrello (RC): Le Sammartine!

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di Maria Lombardo Guai a confonderle con le “pitte di San Martino” glassate al cioccolato di cui ho parlato ampiamente in questo blog durante il Natale dell’anno scorso. Quelle erano susumelle queste sammartine! Oggi siamo a Laureana di Borrello un bellissimo centro che è adagiato in un posto pittoresco quanto carico di storia. E le tradizioni? Quelle non possono mancare nei centri calabresi che vi racconto, infatti la tradizione vuole che il suo nome derivi da lauro ossia l’alloro una pianta diffusissima in questa zona. Le origini della cittadina sono molto antiche e possono essere ascritte al periodo della dominazione saracena.L'economia di Laureana di Borrello è legata principalmente all'agricoltura e all'allevamento. A Laureana viene praticata una pregiata ars culinaria specie nella pasticceria tradizionale, qui per festeggiare l’estate di San Martino ossia dopo le prime gelate si verifica qualche giorno di lieve tepore. E devo dire che la tradizione è stata rispe

Ricotta fritta panata: La Calabria contadina docet!

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di  Maria Lombardo Uno dei piatti più semplici e facili della cultura culinaria contadina di Calabria. Un tempo davvero un piatto fatto per i tempi di magra, oggi invece è un piatto molto richiesto. Ingredienti essenziali e genuini non serviva nulla! Se da un lato sembrava di non mettere niente in tavola facendo questa pietanza forniva un apporto nutrizionale piuttosto elevato. Infatti era il secondo piatto ideale accompagnato da un primo di pasta e legumi dopo il lavoro nei campi. Si prepara davvero in pochi minuti e con una manciata di ingredienti eccoli a voi inforcate carta e penna: 1 kg di ricotta fresca (in alternativa si può utilizzare il primo sale) 4 uova 3 tazze di pan grattato sistemate in un piatto piano sale e pepe per condire a piacere olio per friggere (semi di arachide oppure olio extra vergine di oliva) Procedimento usate queste accortezze per prepararla la ricotta deve scolare ben bene per eliminare il siero , ottimo uno scolapasta. Si procede con tagliarla

Il convento di S.Elia a Galatro (R.C)

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di Maria Lombardo E' un convento Basiliano quello di S. Elia a Galatro, fondato dai Basiliani che fuggirono dalla Sicilia a causa delle scorribande Saracene. La data di fondazione è del 1075 in contrada Cubasina ma le fonti sono altamente discordanti, altri fanno coincidere l'edificazione tra 900 e 1000. Inoltre l'importanza del convento si fa maggiore poiché si racconta che il corpo acefalo di S.Elia riposa in questo sacro luogo, mentre la testa si trova a Seminara, nel Santuario della Madonna dei Poveri. Vi è una prova tangibile della sua sepoltura in questo luogo sacro: la visita testimoniata di S. Cono da Naso di ritorno da Gerusalemme. Inoltre tra queste mura studiò e visse Baarlam ossia Bernando da Seminara. Baarlam tenne la cattedra di teologia e poiché aveva una sublime preparazione Petrarca volle cooscerlo e seguirlo tanto da divenirne allievo. Inoltre sembra che il sacerdote abbia dato lezioni anche al Boccaccio e subito divenne Vescovo di Gerace nel 1342.

I “vecchiarellii” dalla tradizione Arberesche a tutta la Calabria.

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di Maria Lombardo Tanti nomi per identificare un solo prodotto genuino,salutare e proveniente dalla cultura albanese fino a noi.Vecchiarelle, vissinielli, crispedde o come volete chiamarle a Nicotera e Limbadi si chiamano “vecchii” e sono la pizza dei poveri. In alcune zone come nel cosentino vengono venduto calde calde ripiene o no, nelle fiere. Insomma uno street food calabrese! Un tempo era una frittella che si faceva sotto le feste Natalizie, oggi si fa per dare un assaggio al turista calabrese di quella che è la cucina povera calabrese. Ecco a voi gli ingredienti: 500 g di farina 1/2 cubetto di lievito di birra olio extravergine d'oliva 1 cucchiaino di sale acqua q.b. olio per friggere zucchero semolato a piacere se intendete farle dolci. Iniziamo dall’impasto: preparate il lievito da sciogliere in acqua tiepida, unite farina, sale, e un cucchiaio di olio e poi lavorare energicamente. L’impasto finale deve essere morbido ed omogeneo, ed è una qualità fondamentale. Copr

Per Santa Lucia nel Cosentino Calabrese si prepara la Cuccìa.

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di Maria Lombardo  La maggior parte dei piatti tipici calabresi sono rivisatazioni dei piatti provenienti dalle culture che c’hanno preceduto. Ebbene si è il caso della Cuccìa! Un tempo anche in “Calabria Ultra” veniva preparata per la ricorrenza di Santa Lucia poi mentre alcune tradizioni rimangono vivide altre cadono nel dimenticatoio. Il caso delle Cuccìa che è preparata quindi in “Calabria Citra”. Il Dorsa, in "La tradizione greco-latina negli usi e nelle credenze della Calabria Citeriore", la definisce: "voce rimasta dai greci bizantini " e ricorda che "i Romani avevano le offerte del farro (far pium o mola salsa) del quale servivansi particolarmente nei sacrifici". Pietanza di origine greca la koukkìa che viene preparata per il giorno dei Defunti invece nel nostro Meridione la prepariamo per Santa Lucia. Inutile dire che nel cosentino ne esistono molte varianti, che mutano da paese in paese ed addirittura di porta in porta, preparandola sia n

Lagane e ciciari ara cusentina!

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di Maria Lombardo Che dire ormai è diventato un piatto conosciutissimo grazie ad alcuni programmi tv che hanno cucinato in diretta questo piatto tradizionale del Cosentino. Piatto davvero poverissimo tanto quanto deliziosissimo! Ebbene si questo piatto ha una sua storia ed anche antichissima, le lagane sono addirittura citate nei testi antichi. Dicevo di origini antichissime : mi basta citare Orazio, nelle satire ( VI, I libro ) " ...inde domum me ad porri et ciceris refero laganique cantinum " " quindi me ne ritorno a casa per mangiare una scodella di porri, ceci e lagane " ! Una sorta di tagliatelle “ante litteram” impastate con acqua e farina, vengono cotte in acqua salata, e poi condite con un soffritto di olio, aglio e peperoncino e ceci, lessati a parte. Le legane si fanno solo in casa e non sono un prodotto commerciale, poiché a differenza delle tagliatelle vengono tagliate più grosse circa 5-6 centimetri. Ogni famiglia ha la sua personale versione e

“Amara chisjia casa chi non si friji” detto calabrese: Ecco a voi i “Monaceji”.

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di Maria Lombardo Appartengono alla categoria delle zeppole salate e derivano senza ombra di dubbio dalla tradizione romana, i romani furono grandi consumatori di pesce specie di quello calabrese. Però in Calabria è comunque viva la tradizione di friggere per le feste di Natale ed il motivo è palese. Dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù, San Giuseppe dovette vendere frittelle per poter mantenere la famiglia in terra straniera e, per questo motivo, in tutta Italia, le zeppole sono i dolci tipici della festa del papà, preparati per festeggiare e celebrare la figura di San Giuseppe,e per ricordare la nascita di Gesù. Non è un Natale completo se sulla tavola dei Calabresi che vivono sul mare non si mangiano “i monaceji cauddi cauddi” . Ma cosa sono questi “monaceji” ? sono zeppole salate con le alici che si abbinano ad un buon vino locale, ed qui che si racchiude tutta la tradizione del Natale Calabrese. La massaia calabrese non può esimersi di preparare questa delizia nostrana

Una donna che la Calabria ha dimenticato: Rosina Bellomusto uccisa dal marito 53 anni fa!

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di Maria Lombardo Nell’imminenza della Giornata internazionale contro la violenza delle donne anch’io voglio dare il mio contributo. Racconterò la triste storia di Rosina Bellomusto da Fagnano Castello nel Cosentino. Una donna dimenticata anche dalla storia ma che io ho deciso di “riesumare” dall’oblio perché la sua vita col marito- padrone fu veramente drammatica. Rosina era considerata una schiava e lavorava per servire il marito. Lo fa anche perché il marito ha una brutta ossessione per la magia nera e questa cosa spaventava a morte la donna. Una donna sofferente nel corpo e nell’animo il marito arriva a farla calpestare dagli zoccoli di una mucca perché malata di epilessia. Al tempo in cui si consumò questo omicidio la contadina di Fagnano Castello era incinta   già madre di quattro figli maschi, ma minacciata di morte se avesse osato partorire una femmina . Rosina sparita, scomparsa da un giorno all’altro, probabilmente uccisa insieme alla  creatura che portava in grembo

L'uomo del Re: Vito Nunziante e le Calabrie con la morte di Gioacchino Murat ottenne le terre di San Ferdinando.

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di Maria Lombardo Vito Nicola Nunziante nasce a Campagna prov di Salerno nel 1775 da una modesta famiglia che lo voleva prete(1), quindi figlio di Pasquale e Teresa Notari, il destino, l'educazione ed il proseguo  della vita di Vito fu affidato allo zio prete nella speranza di seguire il sacerdozio, in quanto Don Antonino Nunziante nel 1799 si trovava a Reggio. Proprio a Reggio segretario del Vescovo Cenicola, ma secondo le regole Statali Vito  divenisse idoneo al servizio militare. Entrò ben presto nelle grazie di Pignatelli che comandava il Reggimento Lucania. In prime nozze sposò una donna della sua terra che perì a 27 anni. Dopo Faustina sposò la Barresi sulle Eolie dove aveva iniziato un percorso imprenditoriale. Intanto la quiete nel Regno di Napoli viene turbata dai Napoleonici che occupano il bel Reame. Dalla Sicilia Ferdinando ordina a Vito di organizzarsi per la pugna, mette in sesto 100 uomini  e ne assume il comando. Fu il Croce uno dei primi storici che lo ann

L'Azienda agricola Nunziante a San Ferdinando (R. C) ed il mistero della quarta campana al seguito di Ferdinando II.

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di Maria Lombardo Olio, grano, liquirizia, seta e robbia erano il 75% delle esportazioni dell'intero Meridione, l'agricoltura rimaneva come lo fu da secoli l'unica fonte di lavoro della Calabria. La mancanza di strade fece il resto in Calabria isolò drasticamente i mercati fino ad alienarli. Le zone di mare in Calabria ebbero invece modo di svilupparsi grazie ai porti dove i bastimenti partivano carichi verso Napoli (1). Il Marchese Nunziante pensò e vagliò  tutte le situazioni poiché lo stesso era proprietario di una Compagnia di bastimenti a vapore che impegnò a San Ferdinando. Le terre disboscate divennero una grande e attrezzata azienda agricola cum bosco della Lamia. Con una mossa strategica degna di un grande imprenditore Vito, divenne il solo proprietario dei terreni bonificati escludendo il comune di Rosarno (2).  Bisognava però mettere ancora mano sui terreni, il Re nel 1834 concesse a Vito il permesso di deviare il Mesima e di edificare una resistente diga(

Padellata di salsicce e broccoli calabresi: un secondo della Calabria contadina.

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di Maria Lombardo “Vroccula e satizzu” un secondo piatto invernale del mondo contadino apprezzato da molti anche oggi. Certi sapori non tramontano mai! Un secondo rustico e saporito, davvero molto semplice da preparare, con il quale possono cimentarsi anche i cuochi alle prime armi, facendo comunque un figurone. La padellata di salsicce e broccoli calabresi, mi raccomando, è da servire rigorosamente con fette di buon pane casereccio fresco. Il  piatto si è rinnovato seguendo gusti e mode la salsiccia  insaporita con i semi di finocchietto, che conferiscono alla salsiccia un tono di freschezza molto piacevole, diciamo pure quel tocco in più che le rende davvero speciali. Certo un tempo questi piatti si cucinavano senza grammature se rimanevano a pranzo la contadina aveva da lavorare meno a cena oggi, metterò le grammature poiché certe esigenze esistono poco. Ingredienti per 3 persone: 4 salsicce di maiale, 1 broccolo calabrese (500 g circa), 150 ml di vino bianco secco,

17 novembre 1951 Vibo Valentia: tragedia della "littorina"

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di Maria Lombardo Sono passati 66 anni da quel  17 novembre l’automotrice “M1-36” percorreva, con 70 persone a bordo, il tracciato ferroviario conosciuto come “Pizzo-Porto Santa Venere-Mileto”, importante opera di alta ingegneria inaugurata il 2 luglio 1917 quando ancora Vibo era denominata Monteleone e Vibo Marina si chiamava Porto Santa Venere. Nelle previsioni progettuali originarie la linea avrebbe dovuto congiungere, con un percorso di circa 120 chilometri, Porto Santa Venere a Soverato, consentendo il collegamento Tirreno-Ionio su strada ferrata. Ecco che prima i trenini e poi le “littorine” rappresentavano un modo per raggiungere Vibo e molti paesi interni. Nei mesi estivi , in particolare, il numero dei viaggiatori aumentava sensibilmente grazie alle “corse popolari”, che consentivano a comitive di bagnanti di raggiungere le bianche spiagge di S. Venere con un biglietto del costo di dodici soldi. La tratta ferroviaria con partenza da Porto Santa Venere prevedeva le fermate

Un piccolo e profumatissimo agrume: la limetta calabrese.

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di Maria Lombardo Attenzione in Calabria è conosciuta come “piretta ”  o anche con la denominazione di limoncello calabrese o lime calabrese,  e si coltiva da sempre nella Sibaritide. Paolo Bartolomeo Clarici nel 1726 così scrive:” Limon Calaber fructu minimo rotundo angustioribus et brevioribus foliis ”: definisce il piccolo agrume calabrese rotondo e ne spiega le caratteristiche. Agrume dal profumo delicatissimo una buccia di colore giallo-verde, dalla polpa dolciastra o leggermente acidula e poco sapida, ed è un altro dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Calabria (PAT). Forma alberelli o grandi cespugli eretti, ramificati e spinosi, i suoi fiori sono bianchi e profumati, singoli o in infiorescenze, e vengono prodotti dalla primavera all’autunno. Nella Sibaritide si coltiva la cultivar limo di Spagna  il Citrus limetta umbilicata hispanica. Il frutto si distingue per essere piccolo e tondo, provvisto di umbone, quasi del tutto cinto da un solco profondo. Con soddis

Il terremoto di Palmi 16 novembre 1894: da questi eventi si ricostruiscono storia e tradizioni di una terra!

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di Maria Lombardo In realtà viene detto terremoto di Palmi ma colpì l’area calabro- peloritana. Ecco cosa scrivevano le testimonianze al tempo:” «Il 16 novembre del 1894 alle ore 7 e un quarto di notte, quando tutti i cittadini pacificamente stavano nelle loro case, ed altri ancora in piazza, vi fu un tremendo tremuoto che quasi tutta la provincia e la Sicilia ancora subirono immensi danni colla distruzione di fabbricati e nel comune di Palmi vi furono anche dei morti. Io ho avuto distrutto l’intero fabbricato alla Melia, come pure si distrusse la Chiesa. Alla Chiesa Madre del nostro Duomo i danni pure furono tanti che si è dovuto rifare tutto e si doveva ancora rifare il campanile ed altro» (dottor Giovanvincenzo d’Amico-Ferrante).  Con epicentro Palmi “scoppiò” fragoroso alle ore 17.52 di quel 16 novembre. Così annota un cittadino di Palmi Antonio De Salvo: « E già erano le ore 7.15 pom. allorché il terremoto spaventevole, terribile, con due formidabili rombi sotterranei e po

Il Marchese Nunziante e la bonifica di Rosarno e San Ferdinando (R.C)

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di Maria Lombardo Rosarno, oggi uno dei centri più popolosi della Piana di Gioia Tauro, non è sempre stata terra vivibile e salutare  fino a poco più di due secoli fa vedeva la popolazione fuggire nel tentativo di sottrarsi alla malaria. Addirittura decimata da questa “frevi i friddu” la popolazione sino all'800 scese drasticamente. Tuttavia il centro  vide la situazione precipitare all'indomani del sisma del 1783. Tutta la pianura che circonda la cittadina era, infatti, una distesa di malsani acquitrini. Infatti, nelle statistiche pubblicate nel 1786 dal Protomedico del Regno, Vivenzio riporta che ben 20.000 persone morirono, nell'arco di poco tempo, per malaria in tutta la provincia :”le donne erano isterilite e la propagazione della vita umana era rara e corta”(1). La popolazione di questa area di Calabria Ultra diminuiva drasticamente di anno in anno decimata da questi calanchi acquitrinosi che  sorsero a seguito del Tremuoto scriveva così il Vivenzio.  Vennero us

Come si conservano nelle case calabresi le olive?

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di Maria Lombardo A Novembre si conclude in Calabria la raccolta delle olive che oltre  che portate al frantoio per ricavarci del buonissimo olio si possono conservare nei barattoli per poterle  mangiare poi durante tutto l’inverno, in quelle occasioni dove  arrivano ospiti inattesi e in un attimo ecco pronto un semplice antipasto con le vostre olive accompagnate magari con un buon calice di vino. Inizierei dalle   verdi in salamoia sono molto facili da fare, nelle case calabresi ci sono sempre, in ogni famiglia e in ogni paese nel mesi di ottobre si preparano. Ecco ingredienti e procedimento: 5 kg di olive verdi 350 gr di sale fino 5 litri d’acqua 3/4 peperoncini 1 testa d’aglio Rametti di finocchietto selvatico Lavare bene le olive e poi sistemarle in vasi di vetro o la vetusta damigiana  a bocca larga, coprirle d’acqua.Per una settimana cambiare l’acqua a giorni alterni. Per fare la salamoia  sciogliere il sale nell’acqua, per ogni litro d’acqua occorrente usare 70/