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Visualizzazione dei post da 2022

La carne “Ncatarata” o salata di Calabria: conserve invernali

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 di Maria Lombardo Facciamo un tuffo nel passato quando “si stava meglio quando si stava peggio”. La carne, il pesce o anche i vegetali, che si dovevano conservare per lunghi periodi, venivano accuratamente conservati sotto sale. La carne Ncantarata deve il suo nome al vasetto di terracotta che la conteneva il cantaro, dal greco “KàvTapoS”. Nel caso della carne di maiale, solitamente venivano salati le costine e le cotiche. Vi insegno come le preparavano le mie ave.  Procedura: si procede a strati, si fa prima uno strato di carne e poi uno strato di sale, premendola bene, poi si aggiunge del peperoncino e dei semi di finocchio selvatico, si continua in questa sequenza, per poi procedere con la chiusura del vasetto su cui si adagerà un peso sopra, perché così la carne, perdendo i liquidi a causa della presenza del sale, si abbasserà di livello rimanendo ben pressata. Dopo qualche giorno si prepara la salamoia che andrà a coprire completamente l’ultimo strato di carne, per evitare che ve

La maison Fendi punta sul filato di ginestra calabrese e sull’esperienza di Pasquale Filippelli

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 di Maria Lombardo L’ultimo, in ordine di tempo, è giunto dalla prestigiosa casa di moda Fendi, per la progettazione e realizzazione di un tessuto particolare e unico, destinato alla produzione di 15 borse “baguette”. Filippelli che produrrà il tessuto è titolare di uno “Studio tecnico tessile”, unico in Calabria. Una realtà che si occupa di ricerche, analisi, perizie, consulenze e progettazioni tessili. Dopo le soddisfazioni professionali raggiunte attraverso l’insegnamento, adesso iniziano ad arrivare appagamenti, anche, attraverso la libera professione. Per la produzione del tessuto   sono stati utilizzati filati e coloranti naturali   autoctoni con impatto ambientale zero, sia in fase di produzione e sia al momento dello smaltimento del prodotto. Per la tessitura è stato utilizzato esclusivamente un filato ricavato dalla pianta di ginestra con metodi e tecniche di lavorazione tradizionali,   che il professore Filippelli conosce bene e pratica da tanti anni, apprese nella tradizione

Chiudiamo in bellezza le feste natalizie calabresi: eccovi il PanTerrone l’aperitivo natalizio

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 di Maria Lombardo E’ stato presentato e lanciato, martedì 13, giorno di Santa Lucia, il PanTerrone alla ‘Nduja ed al Limone Igp di Rocca Imperiale, progetto congiunto che unisce insieme tutta la Calabria dall’alto Jonio cosentino a Spilinga, frutto della sinergia creativa e imprenditoriale tra MI’NDUJO e CASA MASTROIANNI, prestigiose e pluripremiate esperienze Made in Calabria conosciute oltre i confini regionali. Extravergine d’oliva, cubetti di limone di Rocca Imperiale IGP canditi, pomodorini confit, timo, maggiorana e ovviamente la ‘nduja. Sono questi gli ingredienti principali del nuovo esperimento creativo, gustoso ed identitario lanciato e degustato nello show food di Corso Mazzini, a Cosenza. Al brindisi augurale col Rosso Silano, l’aperitivo alcolico nato dall’infuso di Amaro Silano, il più antico amaro calabrese, erano presenti, tra gli altri, per Casa Mastroianni, il gelatiere e titolare Francesco Mastroianni, cinque volte Campione italiano di Gelateria ed Ambasciatore del

Le croci di canna. L'Epifania a Cirella di Platì (RC)

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  di Maria Lombardo  Cirella, un piccolo borgo di pianura con poco più di 170 famiglie. Andrea   Bressi si reca a documentare questo rito che non conoscevo ma lo apprendo grazie a lui. E’ il taglio delle canne giorno della vigilia dell’Epifania. Con canne ben scelte e appena raccolte vengono preparate delle croci. In gennaio, infatti, i contadini erano soliti potare i canneti, rispettando “la luna”. Le canne venivano fatte essiccare in luoghi asciutti e poi utilizzate negli orti come sostegno delle piante dei fagiolini e e dei pomodori. Molte persone si premurano di preparare anche delle canne che portano a mazzetti in chiesa, donandole a chi non ha avuto tempo per prepararle. Nella stessa giornata le canne vengono appese o piantate come buon augurio negli orti e nei campi, nelle stalle degli animali, dietro le porte delle case. In passato molti preparavano una piccola croce in canna da mettere dietro la porta come protezione dal demonio. Qualcuno spiega questo rito, «come benedizione

Un piatto per la vigilia di Capodanno di Catanzaro e provincia: soffritto di maiale nella pitta

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 di Maria Lombardo E oggi vi presento un piatto semplicissimo ma di una bontà unica: il soffritto di maiale, una sorta di spezzatino di maiale piccante, tipicamente servito nella pitta, una ciambella di pane tipica della zona, molto ma molto gustosa. Un autentico piatto della memoria e una vera delizia, provare per credere! Non scambiatelo col morzello ma è solo un suo "vicino parente": si tratta sempre di cotture lente, ma mentre il soffritto viene fatto unicamente con carne di maiale, il morzeddhu viene invece realizzato con sola carne di vitello e diverse interiora.  Ingredienti per la pitta: 300 g di farina 0 150 g di farina di semola di grano duro un pizzico di zucchero 4 g di lievito di birra fresco 270-280 g di acqua tiepida 8 g di sale 2 cucchiai di olio evo calabrese 1 uovo piccolo sbattuto Sciogliete il lievito con poca acqua, poi setacciate le farine, versatele in una terrina molto ampia e unitevi il lievito sciolto. Al centro del mucchio, praticate un buco e v

Cioccolato fondente, clementine candite e liquirizia pura. Vi presento dalla Calabria il panettone Amarelli

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 di Maria Lombardo Lievitazione naturale a 36 ore e solo ingredienti di prima qualità per il Panettone tradizionale, in edizione limitata, dell’esperienza imprenditoriale e familiare Amarelli che sceglie per le feste natalizie l’arte di MT Massimiliano Tagliaferro, Dolciere in Corigliano Calabro. Contenuto in una raffinata confezione regalo, con le immagini vintage tipiche del brand conosciuto in tutto il mondo come i bambini che giocano sulla neve o gli gnomi con le bacchette di liquirizia, il Panettone Amarelli si può acquistare nel Factory Store oppure sull'e-shop Amarelli. Il dolce delle feste è stato realizzato nel laboratorio artigianale di via Giovambattista Palatino, calligrafo rossanese del XVI secolo al quale si deve il carattere di scrittura utilizzato in tutto il mondo, tra i probabili Marcatori Identitari Distintivi (MID) della Calabria, Anna e Massimiliano Tagliaferro, eredi di una tradizione pasticciera che pesca ricette e metodi di lavorazione nella memoria del terr

La maison Gucci investe nella Calabria: obiettivo usare la seta Calabrese di Nido di Seta

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 di Maria Lombardo “Gucci investirà in Nido di Seta con l’obiettivo di diventare primi fornitori di materia prima per la sua produzione e diventando progetto pilota per la nascita di nuovi “Nidi di Seta” su tutto il territorio italiano”. Questa la bella notizia lanciata dalla cooperativa calabrese con sede a San Floro (CZ). Il caso di “Nido di Seta” che, dopo anni di duro lavoro, ha finalmente visto riconoscere da uno dei più grandi marchi di lusso made in Italy le proprie fatiche. Il “rinascimento culturale” targato Gucci prende avvio dall’azienda agricola “Il Nido di Seta”, nel piccolo borgo collinare di San Floro, vicino a Catanzaro, dove tre giovani amici, Miriam Pugliese, Giovanna Bagnato e Domenico Vivino, hanno scelto di credere nella loro terra e nella sua tradizioni. I tre ragazzi hanno deciso di costruire il loro futuro in questo piccolo borgo, dove erano rimasti solo 600 abitanti, e ripristinare la tradizionale piantagione e coltivazione del gelso per l’allevamento del baco

Il terremoto dello Stretto di Messina: solidarietà internazionale

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 di Maria Lombardo    Più di cento anni sono trascorsi dalla distruzione portata dal terremoto che ha colpito maggiormente le città di Messina e di Reggio Calabria. Gli addetti all’osservatorio “Ximeniano” annotarono: Stamani alle 5 e 21 negli strumenti dell'Osservatorio è incominciata una impressionante, straordinaria registrazione: “Le ampiezze dei tracciati sono state così grandi che non sono entrate nei cilindri: misurano oltre 40 centimetri. Da qualche parte sta succedendo qualcosa di grave”. All’alba del lunedì 28 dicembre 1908, nella piena oscurità e con gli abitanti immersi nel sonno, seguito da un maremoto, in 37 "interminabili" secondi danneggiò gravemente le città e mise a soqquadro le coste calabro-sicule, con numerose scosse devastante.    La notizia del terremoto e del maremoto che colpì lo Stretto fu registrata anche dall'osservatorio di Domodossola e dal Coast and Geodetic Survey di Washington, fece il giro d'Italia e del mondo.    Messina contava

Come i contadini calabresi dal 25 dicembre al 5 gennaio osservavano il tempo: “i Katamisicchji”

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 di Maria Lombardo Nelle scorse stagioni vi ho parlato dei Katamisi se volete approfondire troverete l’articolo nel blog. Osservavano il tempo atmosferico, prendevano appunti iniziando dal 13 fino al 24 dicembre   (i KATAMISI) e poi proseguivano dal 25 dicembre fino al 5 gennaio (i KATAMISICCHJ) e nella notte del 5 Gennaio, detta ‘La Notte del Battesimo dei tempi’ le previsioni   per tutto l’anno erano complete. I venti e la direzione delle nubi di quella notte erano fondamentali:   vento che soffiava da Levante   era il più desiderato perché preannunciava prosperità e copiosi raccolti, infatti si dice “Levanti linchi i vacanti” (Levante   riempie fino a far   traboccare ciò che era vuoto…)Un cattivo anno invece si preannunciava se le nubi seguivano la direzione di Libeccio “Lapici mai benefici” (Libeccio   non porta mai bene), infatti   le libecciate di fine estate sono quelle che   spesso distruggono i raccolti e le piante. Nessun rilievo era possibile ricavare se le nubi seguivano l

La ghiotta di Natale è un secondo piatto tipico della cucina calabrese

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  di Maria Lombardo   Si prepara tradizionalmente per feste di Natale e di fine anno. Gli ingredienti della ghiotta sono baccalà, cavolfiore, salsa di pomodoro capperi, pinoli ed olive. Il baccalà si fa cuocere in umido con patate e cavolfiori precedentemente lessati ed insaporiti con un guazzetto a base di salsa di pomodoro, pinoli, capperi ed olive. Ingredienti per 4 persone 600 grammi di baccalà 400 grami di patate pelate 400 grammi di ciuffi di cavolfiori 1 grossa cipolla di Tropea olio di oliva extravergine 50 grammi di pinoli 50 grammi di uvetta 100 grammi di di olive verdi denocciolate 1 cucchiaio di capperi dissalati pelati di pomodori Procedimento Sbollenta separatamente per 5-6 minuti i ciuffi di cavolfiore e le patate tagliate a spicchietti non troppo grandi. In un tegame rosola la cipolla affettata sottilmente fino a quando sarà diventata trasparente. Aggiungi le olive, i pinoli, i capperi, mescola e lascia insaporire qualche minuto. Versa la salsa di pomodoro, r

Il museo di Capo colonna a Crotone

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 di Maria Lombardo Una nuova sede museale, costruita tra il 2001 e il 2002, accoglie i reperti più recenti trovati a Capo Colonna. Il percorso espositivo si snoda attraverso tre sezioni, caratterizzate da colori differenti: verde, viola e azzurro, che corrispondono simbolicamente alla terra, al sacro e al mare. La prima sezione (verde) è dedicata alla scoperta della colonia romana che si sviluppò nell'area del santuario dal 194 a.C al I secolo d.C. L'insediamento si trasferì poi sulla rupe dell'antica acropoli di Kroton , nucleo del centro storico della medievale e viceregnale Cotrone, oggi Crotone. Le vetrine espongono i materiali provenienti dalle abitazioni, sia da quelle patrizie ricche e sontuose che da quelle plebee più modeste, offrendo attraverso le diverse classi ceramiche ed i vari oggetti, uno spaccato di vita quotidiana. Tra le ultime scoperte è da segnalare il tesoretto di monete d'oro bizantine da Punta Scifo, che ricorda le vicende della guerra greco-got

Santa Lucia e i falò a Crotone: “vampa di Santa Lucia”

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 di Maria Lombardo La festività di Santa Lucia, il 13 dicembre, è considerata di primaria importanza nel periodo dell'Avvento, il tempo liturgico che precede il Natale. Benché molti conoscano la tradizione cristiana della Santa, spesso viene ignorato il substrato pre-cristiano da cui questa festività deriva. In Calabria alcune reminescenze per la festa di Santa Lucia sembrano ricordare i riti del Nord Europa probabilmente il culto di Lussi. Questa eredità culturale del Nord Europa probabilmente è arrivata in Italia tramite i longobardi che si spinsero con le loro conquiste fino in Calabria. Ma non tutti sanno che sin dai tempi antichi, nella sola cittadina di Crotone il 13 dicembre vi è una particolare tradizione: la “Vampa di Santa Lucia”. Vengono costruiti in ogni quartiere della città delle "piramidi" di legno alte anche 15-20 metri alla cui erezione partecipano tutti, bambini e adulti. Tradizione vuole che al vertice di tali torri si collochi una bambola o una croce.

Mostaccioli di San Giovanni in Fiore (CS)

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 di Maria Lombardo Propongo questi dolcetti da inserire nel menù delle vostre feste e nel buffet dei dolci Natalizi, tradizione di San Giovanni in Fiore Comune della nostra Sila,   nel periodo festivo in tutte le case si preparano questi profumatissimi e gustosissimi mostaccioli col miele, mandorle e cioccolato …uno tira l’altro! Ingredienti per 10/12 persone: 1 Kg di farina 00 1 kg di miele millefiori 1 uovo intero ½ bustina di lievito per dolci ½ cucchiaino di bicarbonato 1 pizzico di sale Par il ripieno: 600 gr di mandorle spellate ½ kg di cioccolato fondente 2 cucchiai di miele Preparazione : Versiamo la farina a fontana sulla spianatoia, formiamo un buco centrale e sgusciamo dentro l’uovo, aggiungiamo la mezza bustina di lievito, il pizzico del sale e del bicarbonato e per ultimo il miele cospargendolo sulla farina. Cominciamo ad impastare fino a quando non avremo un composto liscio, omogeneo e morbido, dividiamo poi l’impasto in quattro parti e stendiamolo lavorandolo 

Villa Giuliani, la casa dei fantasmi a San Lucido (CS)

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 di Maria Lombardo Conosciuta come la villa di Donna Franca, è una splendida villa nobiliare che sorge vicino al cuore di S. Lucido, in località Reggio, su una collina da dove domina l’intera zona. Costruita dal marchese Giuliani intorno al 1850 è disabitata da quasi 30 anni. Fatiscente, è stata acquistata da una famiglia del luogo, che si sta prodigando per restituirla allo splendore originario, mettendo faticosamente riparo agli interventi inconsulti degli anni 70 che ne hanno minato l’integrità stilistica ed estetica. Elegante e nobile si nascondono nell’ombra misteri e verità oscure e terribili, legate principalmente a due fattori: la costruzione della casa su un antico cimitero e la morte violenta di una bimba di circa 8-10 anni. Una storia che mi porta a dire non ci credo ma voglio raccontarla. Della casa si fanno racconti agghiaccianti una serie di manifestazioni violente e terribilmente marcate che si verificano puntualmente nei pressi della villa. Tutti temono la fama sinistra

L'affruntata dell’8 dicembre a Palmi tra la Madonna Immacolata e del Soccorso

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 di Maria Lombardo La festa di Maria Santissima Immacolata è un evento religioso e civile che si svolge annualmente a Palmi l'8 dicembre, nel centro storico cittadino e nell'omonima chiesa. L'evento è organizzato dalla Venerabile congrega di Maria Santissima Immacolata e del glorioso San Rocco nonché dall'omonimo comitato festeggiamenti. Uma ricorrenza molto seguita! Le prime testimonianze storiche del culto di Palmi verso l'Immacolata Concezione risalgono al XVII secolo. Momento principale e caratteristico dell'evento è l'«affruntata» della statua dell'Immacolata, durante la processione, con la statua della Madonna del Soccorso all'interno della chiesa del Soccorso.La settecentesca statua del De Lorenzo andò distrutta da un incendio che colpì, il 30 dicembre 1924, l'antica chiesa dell'Immacolata in cui era collocata. La statua policroma dell'Immacolata Concezione venerata attualmente a Palmi è del 1925, e venne realizzata in sostituzione

'U Misi e Natali, nella tradizione popolare del cosentino 6 dicembre - San Nicola

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 di Maria Lombardo La prima festa del mese di dicembre e quella di San Nicola. Le tre sere precedenti questa ed altre feste, al suono delle campane, annuncianti il termine delle funzioni religiose, ogni famiglia accendeva le "lumin a re" (luminarie), con pezzi di legno resinoso di pino detti "luma" ed altrove "reda'. Il massaro compiva il primo rito propiziatorio-scaramantico: faceva preparare alla moglie "i panicelli 'e San Nicola" (i panini di San Nicola). Al mattino, all'ora di messa, la donna e le figlie si presentavano in chiesa, con le ceste colme di panini, coperte con candide tovaglie tessute al telaio a mano. Le depositavano nei pressi dell'altare ed il prete, dopo aver officiato messa, benediceva il tutto. Vi era chi metteva in atto il rito per grazia ricevuta distruendo i pani. I ragazzi stazionavano davanti alla chiesa, aspettando con impazienza, la fine delle funzioni religiose; all'uscita alzavano le mani, chiedendo a

Cullurielli acresi, ricetta calabrese

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  di Maria Lombardo Delle ricette tradizionali calabresi questa è la regina!   Ecco perché ho scelto di la ricetta e la foto di Nunziatina per mostrarvi la vera forma. Questi cullurielli di forma molto grande e allungata sono la versione acrese, mentre in altre zone della Calabria sono molto più piccoli e l’impasto è diverso (con patate). Simbolo di gioia e di festa, i cullurielli sulla tavola trasmettono sempre tanta allegria. Croccanti e mai unti, rendono speciale ogni occasione con il loro sapore! Ingredienti 1 Kg di farina 750 ml di latte 1 quadretto lievito di birra 20 g di sale Olio di semi di girasole q.b Procedimento In una ciotola bella capiente mettere la farina ed i 20 g di sale. Mescolare e formare una fontana. Sciogliere il lievito nel latte tiepido e aggiungere alla farina, dopodiché iniziare a impastare con le mani, fino ad ottenere un impasto bello elastico. Con l’aiuto di un po’ di farina pulire le mani e lasciare lievitare per 3 ore. Su una spianatoia legg

L'abbazia Santa Maria di Corazzo, fra il verde e la roccia

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di  Maria Lombardo Abbazia di Santa Maria di Corazzo è un’antica Abbazia Benedettina fondata nel XI secolo in località Castagna nel comune di Carlopoli, in Calabria. Sorge nella valle del Corace dove la vegetazione custodisce i ruderi dell’abbazia. Le acque del Corace servivano ad azionare, presso l'abbazia, un mulino e una gualchiera, quindi a fecondare il sottostante territorio agricolo. Data la fragilità del territorio, l’abbazia è stata ripetutamente danneggiata e ricostruita; la prima volta fu ristrutturata dai monaci cistercensi nel XII secolo secondo le loro esigenze visto il loro insediamento proprio in quel periodo; poi, successivamente, in seguito ad altri eventi. Nei primi anni della sua esistenza l’abbazia ospitò Gioacchino da Fiore, che proprio qui vestì l’abito monacale e diede alla luce le sue opere più importanti. Parrebbe che in breve tempo l’Abbazia di Santa Maria di Corazzo divenne un centro nevralgico per tutto il territorio e abbondarono privilegi e donazioni.

Il pandoro (Melegatti) sposa la liquirizia Amarelli

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 di Maria Lombardo Pensando al dolce tipico delle feste natalizie, non si può che associare al Pandoro il nome della storica industria alimentare e dolciaria Melegatti, aggiungeteci l’oro nero di Calabria dell’industria Amarelli. Tra i due category brand, tra i più efficaci marchi Made in Italy che si identificano con i loro prodotti, è nata una preziosa collaborazione: il Natale si festeggerà con una special edition: il Pandoro alla liquirizia Amarelli. Ad esprimere soddisfazione per questa preziosa sinergia sono Fortunato e Margherita Amarelli, rispettivamente Amministratore Delegato e direttore commerciale e marketing dell’azienda calabrese alla 12esima generazione, sottolineando come questo nuovo binomio si inserisce nel percorso storico di co-branding sperimentato con successo insieme a marchi prestigiosi del Made in Italy e che rappresenta ormai un valore aggiunto dell’esperienza imprenditoriale e dalla capacità di fare rete Amarelli. Polvere e granella, tante piccole schegge di

I biscotti di Sant'Andrea, Macchia Casali del Manco (CS)

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Crediti foto: https://www.calabriaportal.com/   di Maria Lombardo  I biscotti di Sant'Andrea sono delle tipicità realizzate a Macchia di Casali del Manco il 30 novembre, in occasione della festa del santo patrono: Sant'Andrea Apostolo. I dolcetti ripropongono nelle forme i segni dell'iconografia del santo: i pesciolini, rievocano la sua origine di pescatore; le X rievocano la croce decussata del martirio del santo; la S e la A le iniziali dello stesso S = San, A = Andrea. Ingredienti   200 gr di zucchero 5 uova 4 cucchiai di miele 250 gr di burro 400 gr di farina di castagne 200 gr di farina "00" 2 bustine di lievito per dolci Preparazione Versate in una ciotola capiente le farine setacciate ed il burro freddo tagliato a cubetti. Frullate il tutto fino ad ottenere un composto dall'aspetto sabbioso e farinoso. Ponete l'impasto sulla spianatoia e aggiungete lo zucchero. Impastate e create la classica forma a fontana, versando al centro i tuorli, il m

Zibibbo di Pizzo Calabro, la storia di un prodotto presidio Slow Food

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 di Maria Lombardo Pizzo Calabro ha origini molto antiche: si narra fosse un paese dalla florida economia già alla fine del 1300, quando i monaci Basiliani costruirono un nuovo porto avviando il commercio di spezie, seta, pesce olio e frutta. Le pregiate uve coltivate a Pizzo erano tutte di Moscato d’Alessandria, meglio noto anche come zibibbo: un vitigno coltivato già dall’anno Mille in quest’area così come nelle isole siciliane. Fino alla seconda meta del ‘900, a Pizzo il Moscato d’Alessandria era principalmente utilizzata come uva da pasto, apprezzata soprattutto per la sua particolare dolcezza. Si narra che inizialmente solo piccolissime quantità di uva erano vinificate, principalmente per essere poi bevute in famiglia nelle ricorrenze importanti. Lo zibibbo di Pizzo Calabro si raccoglie nel suo periodo ottimale, che inizia della seconda decade di settembre. La sua particolare dolcezza rappresenta una delle sue qualità più importanti che gli permette di essere in tutti i sensi unic

Le donne calabresi impegnate nella Resistenza

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 di Maria Lombardo  Così, è assolutamente meno nota la storia di donne calabresi partigiane impegnate nelle Resistenza, ma si sa anche il perché. Alle donne partigiane piemontesi, nel dopo guerra, fu vietato loro di sfilare dopo la Liberazione poiché il PCI voleva apparire come una forza politica credibile. Ciò successe anche in altre realtà italiane. Tante le città in cui i capi brigata suggerirono alle donne di non sfilare oppure di farlo nel ruolo di crocerossina. I numeri ufficiali parlano di 4.653 donne arrestate, torturate, condannate; 2.750 deportate nei campi di concentramento tedeschi e 623 fucilate o morte in combattimento. Le donne partigiane calabresi erano casalinghe, operaie, insegnanti. Tra l’altro, alcune di loro erano giovanissime, ma purtroppo nonostante oggi sia facile reperire informazioni nel web, di loro non si conosce quasi nulla. Il loro apporto nell’opporsi al nazi fascismo è praticamente perso nell’oblio. Cecilia, Angiolina, Nina, Beba, questi sono alcuni

Leggenda dei cinque canti a Pentimele (RC)

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 di Maria Lombardo Oggi vi portiamo a Pentimele, quartiere di Reggio Calabria. La leggenda narra che un tempo molto lontano in una antichissima collina dimoravano tanti animali, cervi, rinoceronti e persino pinguini, un luogo paradisiaco dove regnava madre natura. Secoli e secoli dopo una donna, che abitava in una piccola casa sulla sommità della collina diede alla luce cinque figlie gemelle le quali col passare degli anni divennero delle bellissima ragazze: vestivano nello stesso modo, erano dolci e affettuose, ed erano talmente identiche che distinguerle si rivelava davvero impossibile. Le cinque gemelle erano inseparabili e gioiose della vita. Ogni giorno aiutano la madre nei lavori e la sera filavano e cantavano, intonando, con voci diverse,  le stesse canzoni. I loro canti attraversavano le colline fino ad arrivare in città e così la montagnola iniziò a riempirsi di corteggiatori, provenienti persino dalle terre confinanti. Tutti i forestieri speravano di conquistarle, ma le g

Fegato alla reggina “ficcatu alla rriggitana” ricetta della tradizione

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 di Maria Lombardo  Una preparazione tipica della cucina calabrese originario della città di Reggio Calabria. Il piatto è composto da fettine di fegato di vitello scaloppate, cotte in padella con cipolle brasate, patate e aceto di vino bianco. Ricetta fegato alla reggina Ingredienti 4 fette di fegato di vitello da 100-120 grammi caduna divise in 2 o 3 parti 1 cipolla grande bionda 4 patate medie olio di oliva aceto di vino bianco 1 foglia di alloro ed una di salvia sale e pepe Procedimento Pela le patate e tagliale in spicchi non troppo grandi, friggile in olio di oliva, scola e tieni in disparte. Scaldare un filo di olio di oliva in una padella bassa e larga. Aggiungi le foglie di alloro, la salvia e la cipolla affettata sottilmente. Lascia cuocere a fuoco dolce un paio di minuti fino a quando la cipolla si sarà intenerita. Aggiungi le fettine di fegato e lascia cuocere un paio di minuti per lato. Aggiungi le patate, regola di sale e pepe, sfuma con aceto di vino e mescola ben

La prima donna calabrese laureata era di Rombiolo (VV)

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 di Maria Lombardo  Concetta Pontorieri, calabrese di buona famiglia, aveva carattere e sapeva che fare dei suoi sogni avendo idee chiarissime. Era nata nel 1897 a Rombiolo, un piccolo paese arrampicato sulle falde del monte Poro, vicino a quella che allora si chiamava Monteleone Calabro e oggi Vibo Valentia. Penultima di dieci figli, quando aveva sette anni, rimase orfana del padre, grande proprietario agricolo e sindaco del paese. Era decisa a studiare. Voleva andare all'Università. Il che significava, tra l’altro, lasciare casa e paese. Era il 1916 e in famiglia successe il putiferio. Vinse lei. Uno dei fratelli, prima di partire lui stesso per la Grande guerra, la accompagnò a Roma, alla Sapienza. Pare l’abbia salutata dicendole: “Avrei preferito accompagnarti al tuo funerale". Tra le prime cinque donne iscritte in quella Università, e per di più in una disciplina scientifica, Scienze naturali, Concetta Pontorieri – prima donna calabrese – si laureò a Torino nel 1921 e i

Pagine importanti e dimenticate del Risorgimento calabrese si svolsero in questa Regione; il primo moto risorgimentale.

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 di Maria Lombardo  Non avvenne in Piemonte, ma in Calabria. Certo e che in pochi studiosi ne parlano tranne me che la storia locale la studio sul serio. Certo è ancora l’apporto (anche a livello di vite umane) dato alla causa dell’unità d’Italia da molti meridionali, calabresi e siciliani. Il primo moto del Risorgimento italiano non avvenne nel 1820-21, ma 10 anni prima. E partiamo da un uomo che già nel 1811, cinquant’anni prima dell’Unità d’Italia, coltivava il sogno di un governo costituzionale e di una nazione libera dallo straniero. Quest’uomo si chiamava Vincenzo Federici, ma tutti lo conoscevano con l’appellativo di “Capobianco”, il soprannome datogli dai suoi compaesani perché ancora ventenne aveva tutti i capelli bianchi. Nato nel 1772 ad Altilia, piccolo centro della provincia cosentina, nel 1799 fu uno dei fautori della Repubblica Partenopea in Calabria e 12 anni dopo promotore, con il nipote, il medico Gabriele De Gotti, della prima vendita carbonara del Mezzogiorno. Nel 1

Ricetta cotolette di zucchine spinose

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 di Maria Lombardo Zucchine centenarie, sono un secondo piatto facile e sfizioso. Queste particolari zucchine invernali, dalla tipica forma rotonda e con la superficie ricoperta di morbide spine, vengono tagliate a fette sottili, poi panate con una panatura a base di pangrattato aromatizzato, ed infine fritte, come si fa con le classiche cotolette di carne. Questa versione di cotolette vegetariane, sono particolari e davvero molto buone. Ottime anche come contorno. Per una versione vegana, leggi i suggerimenti in fondo alla ricetta. Ingredienti - 2 zucchine spinose - 200 g pangrattato - 3 cucchiai Parmigiano Reggiano (grattugiato) - q.b. sale - 2 uova Preparazione Sbucciate le zucchine spinose e poi tagliatele a metà, nel senso orizzontale. Eliminate il seme centrale e dopo tagliatele a fette alte circa 3 mm. Sbatte le uova in una ciotola e salatele leggermente. In un altro contenitore, versate il pangrattato e insaporitelo con un pizzico di sale, pepe nero e il formaggio gratt

Palazzo Poerio a Belcastro (Cz) il palazzo che diede i natali a Giuseppe Poerio primo nel foro e nel Risorgimento

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 di Maria Lombardo Così detto dal nome degli ultimi feudatari, ma costruito dalla famiglia dei duchi Sersale. È chiamato volgarmente Palazzo Cirillo, dal nome della famiglia tenutaria in seguito alla confisca dei beni dei Poerio. L'edificio fu edificato dal duca Francesco Sersale nel 1645, in seguito al terremoto di quell'anno che distrusse gran parte del paese ed il castello, provocando 61 vittime. Il palazzo, guardandolo dall'attigua Piazza S. Tommaso d'Aquino, fa bella mostra di un portone arcuato incluso nella decorazione architravata, fiancheggiato da colonne, finestre rettangolari profilate in pietra e cornicione ornato di dentellature, con la facciata laterale su Piazza Poerio in tufo coricata da un balcone barocco; dall'androne si dipartono due rampe di scale arcate in pietra, che conducono ai piani superiori dell'edificio. Nel 2007, dopo lungo restauro, è stato inaugurato quale nuova sede del Municipio. Fu proprio in questo palazzo che il 6 gennaio 1775

Gli nzulli alle mandorle sono dei golosissimi biscotti speziati tipici di Serra San Bruno (VV)

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 di Maria Lombardo  Sono preparati con farina di mandorle e, come ogni biscotto che si rispetti, sono semplici e veloci da preparare. Gli nzulli alle mandorle sono così buoni che resistergli sarà davvero impossibile e avrete voglia di prepararli anche in altri periodi dell’anno. Non dovrete aspettare molto per preparare gli nzulli, poiché l’impasto non è un lievitato e non è una frolla, ma può essere lavorato appena è pronto. L’impasto è un po’ appiccicoso e, inoltre, gli nzulli in cottura hanno la tendenza ad attaccarsi fra loro se messi troppo vicini. Attenzione lettori io vi fornisco una versione casalinga, la ricetta è segreta quindi per assaporare il vero n’zullo dovete andare nelle pasticcerie locali.   Ingredienti  400 g Farina 00 200 g Farina Di Mandorle 150 g Zucchero 2 cucchiai Miele 1 Albume 1 Scorza D’arancia (grattugiata) 5 g Ammoniaca Per Dolci 1 pizzico Cannella In Polvere q.b. Acqua (per ottenere un impasto morbido) q.b. Mandorle (intere per decorare)

Il mistero delle origini di San Gennaro. La “vexata questio” portata avanti dal Nicoterese Raffaele Corso

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 di Maria Lombardo  Le mie indagini partono del dipinto “La decapitazione di San Gennaro” del celebre pittore calabrese Mattia Preti, non è casuale, perché l’antica tradizione di cui voglio parlarvi è legata anche a Nicotera oltre che, a Caroniti, piccola frazione del comune di Joppolo (Vibo Valentia) situata sulla cima del Monte Poro. Una tradizione questa conosciuta anche dagli studiosi napoletani, il popolo poi porta avanti il culto, e può credere o meno a quanto narro. Mons. Luigi Petito, ex parroco del Duomo di Napoli, ne scrive nel suo libro “San Gennaro”, edito nei primi anni ’80, ma io sono Nicoterese e studiosa e non la considero “solo dell’invenzione di un prete”. Nel 1996 don Bruno Sodaro arciprete di Santa Domenica e rettore del Santuario della Madonna delle Grazie in Torre di Ruggiero (Catanzaro), nel quale appunto si parla ampiamente dell’origine calabrese di S. Gennaro. Ma prima di loro Bruno Polimeni studioso della vicina San Ferdinando nell’articolo “La fanciullezza di

La pasta e patate “ara tijeddra” alla tiella è una ricetta tipica cosentina

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 di Maria Lombardo  E’ davvero un piatto povero, semplice,   economico e molto apprezzato, il suo nome deriva dal contenitore in cui si dovrebbe cuocere, ossia il tegame di terracotta. E’ buona sia calda che fredda, di conseguenza si può preparare alla mattina per poi gustarla a pranzo.   Ingredienti - 1 kg patate silane - 400 g ziti lisce - 1 l passata di pomodoro - q.b. olio extravergine d’oliva - 1cipolla rossa di Tropea - 1 spicchio d'aglio - 1peperoncino - q.b. origano secco - 1 ciuffo basilico - q.b. Parmigiano - q.b. pecorino - q.b. mollica   Sugo per pasta e patate "ara tijeddra" Cuoci un sughetto di pomodoro semplice. In una casseruola versa l’olio necessario per coprire il fondo, metti la cipolla tritata, l’aglio tritato o intero per eliminarlo successivamente, a seconda dei gusti, e il peperoncino intero o a pezzi. Appena inizia a sprigionare gli aromi versa il sugo di pomodoro, non far soffriggere eccessivamente altrimenti il sugo diventa amaro. Sala, me