'U Misi e Natali, nella tradizione popolare del cosentino 6 dicembre - San Nicola


 di Maria Lombardo


La prima festa del mese di dicembre e quella di San Nicola. Le tre sere precedenti questa ed altre feste, al suono delle campane, annuncianti il termine delle funzioni religiose, ogni famiglia accendeva le "luminare" (luminarie), con pezzi di legno resinoso di pino detti "luma" ed altrove "reda'. Il massaro compiva il primo rito propiziatorio-scaramantico: faceva preparare alla moglie "i panicelli 'e San Nicola" (i panini di San Nicola). Al mattino, all'ora di messa, la donna e le figlie si presentavano in chiesa, con le ceste colme di panini, coperte con candide tovaglie tessute al telaio a mano. Le depositavano nei pressi dell'altare ed il prete, dopo aver officiato messa, benediceva il tutto. Vi era chi metteva in atto il rito per grazia ricevuta distruendo i pani. I ragazzi stazionavano davanti alla chiesa, aspettando con impazienza, la fine delle funzioni religiose; all'uscita alzavano le mani, chiedendo a gran voce un panino. Le donne li distribuivano. Altri "panicelli" li portavano a casa, per darli a parenti e vicini di casa. Ognuno ne mangiava, convinto di ricevere le benedizioni del Santo e di venir preservato da mali. L'uso  rimasto così radicato in alcune famiglie, che, pur non possedendo più bovini, continuano a confezionare i "panicielli", per devozione, dicono. Le donne conservavano alcuni di questi panini per mettere in atto una pratica di magia bianca, coinvolgente il Santo. Quando la tempesta imperversava per qualche tempo e dei familiari si trovavano lontano da casa, esposti ai conseguenti pericoli, le donne ponevano sul davanzale della finestra un panino o una sua parte, nella credenza che così si potesse sedare "l'ira di Dio". I massari, come si è evidenziato, avevano una vera e propria venerazione per il Santo. Non meravigliarsi, quindi, se la moglie del marinaio, in partenza per Messina, si rivolge a San Nicola per impetrare una grazia alla "rovescia": far annegare il marito, così da poter convolare a nuove nozze, sposando, questa volta, un massaro, per vivere nell'agiatezza. Una sola gamba di costui, precisa la donna, vale più d'una imbarcazione con trecento remi.

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