Villa Giuliani, la casa dei fantasmi a San Lucido (CS)



 di Maria Lombardo


Conosciuta come la villa di Donna Franca, è una splendida villa nobiliare che sorge vicino al cuore di S. Lucido, in località Reggio, su una collina da dove domina l’intera zona. Costruita dal marchese Giuliani intorno al 1850 è disabitata da quasi 30 anni. Fatiscente, è stata acquistata da una famiglia del luogo, che si sta prodigando per restituirla allo splendore originario, mettendo faticosamente riparo agli interventi inconsulti degli anni 70 che ne hanno minato l’integrità stilistica ed estetica. Elegante e nobile si nascondono nell’ombra misteri e verità oscure e terribili, legate principalmente a due fattori: la costruzione della casa su un antico cimitero e la morte violenta di una bimba di circa 8-10 anni. Una storia che mi porta a dire non ci credo ma voglio raccontarla. Della casa si fanno racconti agghiaccianti una serie di manifestazioni violente e terribilmente marcate che si verificano puntualmente nei pressi della villa. Tutti temono la fama sinistra della casa! Sembra che essa sia stata costruita su di un cimitero molto antico, visto che in passato non era infrequente ritrovare nel giardino vecchie croci di metallo arrugginite e ossa umane; tra l’altro, la presenza di un enorme viale d’ingresso fiancheggiato da altissimi cipressi non fa che aggiungere credibilità all’ipotesi. Probabilmente già solo questo elemento potrebbe essere sufficiente a giustificare la massiccia serie di eventi inquietanti che vi si verificano. Si dice che  negli anni 50 ci fu un tragico evento che portò alla morte di una bambina, forse non battezzata, figlia dei padroni di casa. La bambina cadde nella tromba delle scale, finendo per incastrarsi con la testa nella balaustra in ferro battuto e morendo pochi minuti dopo. Quando la casa fu abbandonata, iniziarono a succedere cose inspiegabili. Attirati da forti rumori, provenienti dall’interno , due carabinieri forzarono la porta ed entrarono per controllare  i rumori provenivano dal piano superiore e cosi salirono le scale . Appena giunti sul pianerottolo tagliò loro la strada un carrello porta liquori  proveniente da una stanza vuota, che si fermo davanti a loro. Quando improvvisamente le bottiglie sul carrello cominciarono ad esplodere violentemente, i due carabinieri presi dal panico spararono alcuni colpi e poi si diedero alla fuga spaventati dallo strano avvenimento. Quello fu solo il primo di una serie in crescendo di fenomeni inspiegabili. I rumori continuarono per lungo tempo e poi ad essi si aggiunsero lamenti di una bambina e strane luci che provenivano dal suo interno.  In molti giurano di aver sentito una bambina chiamare la mamma nel bel mezzo della notte. Pare che ci fu anche un tentativo di benedire la casa, che non ebbe alcun effetto. Ma i racconti più agghiaccianti provengono da quelle persone che vi abitano vicino: passando di notte in zona è capitato di vedere una bambina nel giardino, vestita di bianco. Certo, dato l’orario era strano che una bambina giocasse all’aperto: la persona che la vide decise di avvicinarsi per parlarle; lei indietreggiò fino al portone per poi scomparire passandoci attraverso. I mobili furono venduti a privati negli anni ottanta-novanta, ma giunsero voci che molti degli acquirenti, insieme al mobile comprato, avevano portato in casa loro anche qualcos’altro, che causava inquietanti e inspiegabili fenomeni, quali voci e rumori, nonché oggetti che si spostavano da soli. Pare che la bambina si manifesti spesso sotto le sembianze di una specie di animale, forse un gatto, di dimensioni spropositate, grosso come un uomo, con le zampe a forma di manine pelose e la testa di bambina, che insegue chi passa lì vicino di notte, chiamando la sua mamma.

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