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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Kephas l'amaro Grecanico.

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  di  Maria Lombardo  Amaro preparato nella Calabria Greca con le migliori erbe digestive mediterranee: finocchio, alloro e liquirizia. E' una ricetta di Petru i 'Ntoni, che si trova sulle colline di Bova (RC), in piena area grecanica. Fatto con tradizionali erbe mediterranee della zona, l'alloro, il finocchietto selvatico e la liquirizia, che hanno elevate proprietà digestive. Gustalo molto freddo a fine pasto come dissetante, unito ad uno spruzzo di acqua tonica, una fetta di limone e del ghiaccio. Ottimo per delizioni affogati in particolar modo con delizioso gelato alla nocciola. Ingredienti: Acqua, Alcool, zucchero, aromi naturali: alloro, finocchietto selvatico, liquirizia. (fonte web)

Babbaluti di Seminara (RC) : le bottiglie calabresi contro il governo borbonico.

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  di Maria Lombardo    Seminara, cittadina situata tra le pendici interne del monte Sant’Elia e la piana di Gioia Tauro, è uno dei più noti centri di produzione della ceramica della provincia di Reggio Calabria. Una realtà ricca di antichi saperi là dove con orgoglio, passione e amore, si tramanda una tradizione culturale in grado di unire storia, arte, simbologie e ritualità.La ceramica a Seminara ha origini antichissime, discende sicuramente dalle ceramiche della Magna Grecia.È legata   alla cultura delle maschere teatrali dell’antica Grecia con i suoi significati catartici. Sono altresì fondamentali i legami con la cultura millenaria della satira contro il potere, del mito di Prometeo e con le tradizioni religiose e mistiche legate al mondo della natura.Nella cittadina Aspromontana al tempo della redazione del Catasto Onciario, creato nel diciottesimo secolo da Re Carlo di Borbone, le botteghe di ceramica erano una delle principali attività, tanto che vi era un quartiere periferic

Tipica delizia di Serra San Bruno (VV):” pitta china cullu pipi di maju!

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  di Maria Lombardo  A maggio si raccolgono i fiori di sambuco per fare frittelle o la focaccia nota come "pitta china cullu pipi di maju", tipica delizia di Serra San Bruno (VV). Una semplice focaccia con l’impasto a base di farina di tipo 0, lievito, sale, olio extravergine e acqua. Imbottita di cipolle, olive, filetti di acciughe sott’olio o altro e, naturalmente, una manciata di fiori di sambuco. Fatela così:  1 kgdi farina 00  500 circa di acqua 1 cubetto di lievito di birra o il lievito madre  50 gr di grasso o di olio evo sale q.b. Ripieno: 350 gr di cipolle di Tropea 400 gr di olive verdi  5/6 acciughe sott'olio  sale  una manciata di fiori secchi di sambuco olio evo. Il termine "sambuco" deriva dal greco "sambyke", che indica uno strumento musicale a corde realizzato con i rami dell'arbusto. Alcuni sostengono che lo strumento musicale sia un flauto. Il sambuco esisteva già in epoca preistorica e le sue bacche violacee servivano per tin

Pitte con sardella di Cirò ( KR)

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  di Maria Lombardo  Vi ho parlato in altri articoli della "sardella" prodotto tipico Calabrese a base di pesce, pescato mei mari della costa jonica e lavorato a mano e da essa molte sono le ricette che possiamo ricavarne, come ad esempio le "pitte con sardella" o meglio delle girelle con dentro questo prelibato prodotto, accompagnato magari da un buon Vino Ciro'. Non userò le grammature questo tipo di ricette va a “sentimento”… cioè quanto ne volete. INGREDIENTI pasta per pizza olio di oliva sardella origano PREPARAZIONE preparare delle striscie con la pasta per pizza di 7/8 centimetri a secondo della grandezza a piacere della vostra girella, spalmare sopra un po' di olio di oliva e sardella a volonta', un pizzico di origano e infine cominciate a richiudere la striscia da una delle due estremita' fino ad ottenere un rotolo e mettendolo in posizione verticale, con il palmo della mano, andremo ad esercitarvi una pressione dall'alto v

Il mediano del Cosenza che morì a Mathausen: l’antifascista Vittorio Staccione

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  di Maria Lombardo  Vittorio Staccione è stato un calciatore torinese degli anni ’20-‘30 e un antifascista socialista di famiglia operaia. Visse quasi quattro anni a Cosenza, dove giocò per la squadra rossoblù dal 1931 al 1934, e morì nel campo di concentramento di Mathausen, il 16 marzo 1945, a 40 anni. A questo personaggio dimenticato il “Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti della Libertà” gli ha dedicato una delle nuove quindici “pietre d’inciampo” installate a Torino; e quella per Staccione, davanti alla sua ultima casa in via San Donato 27, è stata la cerimonia ufficiale della giornata.Vittorio giocava nel ruolo di mediano. Era stato scoperto a 13 anni in un campetto di periferia nel ’17 dall’ex capitano del Torino Heinrich Bachman, ed aveva esordito nella massima divisione con la maglia granata nel 1924, a 20 anni. Aveva già idee socialiste e qualche volta s’era scontrato in risse con i fascisti. Ceduto in prestito alla Cremonese, tornò a gi

Araclem: la bibita calabrese agli agrumi nata durante il lockdown

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di Maria Lombardo    Durante il precedente lockdown dello scorso marzo, il timore che il raccolto di arance e clementine potesse andare perduto ha spinto un’azienda calabrese a realizzare, proprio con lo scopo di preservare il raccolto, una nuova bibita: Aranclem.Araclem è una bibita dissetante dal cuore calabrese composta al 100% dal succo di arance e clementine prodotta dall’azienda Russo di Casabona. L’azienda è ubicata n provincia di Crotone, e la bevanda Araclem è stata presentata proprio qualche giorno fa al Mercato aperto di Campagna Amica a Cosenza.“Tutto è cominciato durante il periodo di quarantena nella scorsa primavera –   ha spiegato Francesco Russo, titolare dell’azienda agricola– c’era la paura che tanto prodotto potesse andare a male, così abbiamo pensato che l’unica cosa che si potesse fare fosse trasformarlo”.Il direttore di Coldiretti Calabria, Francesco Cosentini, presente durante l presentazione della bevanda calabrese Araclem con soddisfazione ha dichiarato: “Noi

Simeri Crichi (CZ), nel 1809 i briganti filo borbonici fecero strage di inermi cittadini nel centro di Crichi. Cronaca dell’eccidio del 1809

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 di Maria Lombardo  Simeri Crichi, paese del catanzarese, ha visto consumarsi una strage degli innocenti   nell’estate del 1809, la quale vide martiri innocenti fanciulli figli di legionari e guardie filo-francesi, crudelmente uccisi da briganti filo-borbonici appartenenti anche a zone locali. “I briganti della banda di Bartolo Scozzafava di Tiriolo perpetuarono a Crichi uno degli più efferati crimini contro l’umanità, uccidendo 38 fanciulli, che gettarono nelle fiamme, facendo insorgere l’intera Europa contro l’eccidio che è stato definito “Novella strage degli innocenti di Crichi”.Intanto nelle varie “cupe” continuavano a trovare rifugio le bande brigantesche, proseguendo l’indistinta protesta contro la lunga oppressione.“Briganti” li avevano definiti i Francesi del generale Championnet, a gennaio del 1799, quando avevano proclamato la Repubblica Partenopea. Ma “brigante è una parola quasi magica […] Chiamateli ribelli, se volete; ma questi ribelli non combattono il nuovo governo che

Voglio portarti di nuovo a Fiumefreddo Bruzio (CS) per scoprire le opere di Salvatore Fiume.

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  di Maria Lombardo  Un borgo magico, a strapiombo sul Tirreno dove ogni giorno i colori caldi del tramonto sono un’istantanea da immortalare. Un borgo lontano dalla modernità, dove vivere le giornate in modo slow, disconnessi dal mondo e connessi con la bellezza e il silenzio che lo contraddistingue. In questo meraviglioso borgo giunse Salvatore Fiume un siciliano di Comiso, uno degli artisti più famosi del ‘900. Nasce un amore a prima vista che lo porta a lasciare un enorme patrimonio artistico. Salvatore Fiume è davvero artista eclettico non solo pittore ma anche scultore, scrittore, architetto e scenografo. Oggi le sue opere si trovano nei più importanti musei del mondo tra cui i Musei Vaticani, l’Ermitage di S. Pietroburgo e il MoMa di New York. Salvatore si porta a Fiumefreddo così affascinato dall’omonimia del nome del paese ma rimane folgorato da questo borgo mozzafiato. Quando Salvatore Fiume arriva a Fiumefreddo Bruzio negli anni ’70, chiede al sindaco di poter decorare la cu

Liquore al Bergamotto di Reggio Calabria

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  di Maria Lombardo  Bergamotto di Reggio Calabria, principe degli agrumi, negli ultimi anni è riuscito a guadagnarsi ampio spazio all’interno delle cucine di chef stellati e non che, grazie alla sua versatilità e al suo profumo lo hanno utilizzato, in ambito culinario, per realizzare diverse ricette spaziando dall’antipasto al dessert. Con il bergamotto di Reggio Calabria è possibile realizzare, oltre che ricette gourmet anche olio aromatizzato, granite, e liquori. Oggi vi proponiamo la ricetta del liquore al bergamotto di Reggio Calabria, ottimo da servire ghiacciato a fine pasto o a fianco del dessert.     Ingredienti 500 ml Alcool a 90° 500 g Zucchero 750 mi acqua 8 Bergamotti di Reggio Calabria Procedimento Lavate e asciugate i bergamotti e sbucciateli con pelapatate. Versate l’alcol in un recipiente di vetro con chiusura ermetica e aggiungetevi le bucce. Chiudete ermeticamente e lasciate macerare per 7 giorni, al buio e in un luogo fresco. Trascorsi i 7 gi

La Francia non ha rubato il bergamotto a Reggio Calabria: le “ Bergamottes de Nancy” sono squisite caramelle.

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  di Maria Lombardo  Ad ottenere nel 1999 l’IGP dell’Unione Europea sono state le “Bergamottes de Nancy”. Si tratta di caramelle che hanno quasi duecento anni di storia e sono diventate un marchio, un brand, famoso che contraddistingue la città di Nancy nell’Alsazia Lorena, provincia al confine tra Francia e Germania la cui appartenenza è stata al centro di diatribe storico-politiche e di guerre per quasi mille anni. La loro storia è nata mentre in Italia si sosteneva che il principe degli Agrumi non era utilizzabile in gastronomia. Solo negli Anni Novanta del ‘900, per merito del Centro Studi Bosio che organizzò in collaborazione con il Consorzio del Bergamotto di Reggio sei edizioni del “Bergamotto Day Prize” è stato superato quell’assurdo pregiudizio ed è stata avviata la tradizione dell’uso gastronomico, oggi in piena espansione per qualità e quantità;Inventate da un pasticciere della città queste particolari caramelle utilizzano ricette di diversi maestri ormai standardizzate ma s

Tropea (VV) dopo la vittoria al Borgo dei Borghi 2021 nasce la pizza “Borgo dei Borghi”

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di Maria Lombardo  Ad avere l’idea originale e creativa, ispirato del successo e dalla vittoria di Tropea nella competizione di Rai 3 Borgo dei Borghi 2021, è stato il ristorante-pizzeria tropeano “Quei bravi ragazzi” Era il 4 Aprile scorso quando Camila Raznovich, in prima serata su Rai 3 con la puntata speciale di Kilimangiaro, annunciava Tropea vincitrice della sfida tra i borghi di tutta Italia.   Da allora Tropea è finita sulla bocca di tutti, rimanendo al centro di un grande successo mediatico non solo in Calabria ma in tutta Italia e all’estero.     Per tale motivo, sull’onda dell’euforia dei calabresi e no, il ristorante-pizzeria Quei bravi ragazzi, collocato nei pressi di Piazza V. Veneto a Tropea, ha avuto l’idea di creare una pizza ad hoc per celebrare la vittoria, non solo della Perla del Tirreno ma di tutta la Calabria.   Sulla Pagina Facebook della pizzeria gestita da Raffaele Euticchio e Giuseppe Giuditta,   viene svelata così la novità del menù 2021:

Specialità della Costa Viola Calabrese:” n’duja di pescespada".

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  di Maria Lombardo  Una delle specialità marinare calabresi è la   ‘nduja di pescespada   realizzata con alcuni degli ingredienti simbolo del la Calabria: il pescespada, il peperoncino (dolce o piccante) e l’olio extravergine di oliva.   Morbida, spalmabile, molto piccante, con un colore tendente al rosso , il suo nome deriva dalla somiglianza alla più nota ‘nduja di Spilinga.   La ’nduja di pescespada viene realizzata con carne di pescespada previa affumicatura nell’area dello Costa Viola soprattutto a Bagnara e Scilla dove il “pesce spadaccino” ancora viene pescato con le antiche “feluche” le barche munite di un albero su cui è sistemata la “coffa” da cui il pescatore avvista l’avvicinarsi della preda.   Questo alimento oltre ad essere squisito è anche salutare grazie agli effetti benefici sul sistema cardiocircolatorio, sia per la presenza del peperoncino sia per gli omega 3 presenti nella carne del pesce.  

"I casi i bresta" (case di terra) in Calabria si possono ancora ammirare!

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  di Maria Lombardo  In Calabria ci sono un po' ovunque e si conservano benissimo, sono le case di creta e paglia, dette anche case di bresta in alcune zone dette “case i mattunazzi”.Casette basse costruite con mattoni crudi di creta e paglia detti "mattunazzi", che non raggiungevano i due metri e settanta di altezza nella parte superiore. Le breste venivano fabbricati con creta, terra rossa e paglia, che veniva impastata, con i piedi nudi, in grosse buche e poi veniva compressa in alcune forme rettangolari di tre misure diverse. Dopo aver fatto seccare questa massa di creta e paglia al sole, erano pronti per essere utilizzati nella costruzione delle case. Le case semplici e senza richiami architettonici, rappresentavano un'edilizia povera, ma sostanzialmente necessaria ai bisogni delle famiglie. Muri molto spessi d'estate gli ambienti erano freschi, mentre durante la stagione fredda erano caldi.Le stanze della casa, normalmente due, avevano una grandezza in metri

Dante e "il Pastor di Cosenza”: il 2021 anno delle celebrazioni 700 anni morte Dante Alighieri.

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  di Maria Lombardo  E’ l’anno per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, Sommo Poeta, forse il più grande di sempre e di tutti, padre della lingua italiana. Infatti la "Divina Commedia" è il testo base della lingua italiana e Dante è un simbolo del "mondo italiano", molto prima dell'unità politica del Paese. Non solo Gioacchino da Fiore ("Paradiso", Canto XII) ma anche "Il pastor di Cosenza" ("Purgatorio", Canto III) ma ahimè poco conosciuto ai più che per farsi i saccenti citano solo il florense. Bontà loro! Nel Canto III del "Purgatorio", Dante incontra le anime degli scomunicati, tra cui Manfredi, che, nei vv. 124-132, dice: "Se 'l pastor di Cosenza, che alla caccia/ di me fu messo per Clemente, allora/ avesse in Dio ben letta questa faccia,/ l'ossa del corpo mio sarìeno ancora/ in co del ponte presso a Benevento,/ sotto la guardia della grave mora./ Or le bagna la pioggia e move il vento/ di fuor dal

Kaciuto l'amaro della Calabria Grecanica.

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  di Maria Lombardo    L’amaro Kaciuto, rinomato amaro Made in Calabria, si classifica tra le eccellenze calabresi prodotte dall’azienda La Spina Santa sita a Bova Marina e già nota per la sua importante produzione dell’inconfondibile bevanda Bergotto, ma non solo. Questo pregiato amaro dal sapore inconfondibile e delicato e dall’ottimo potere digestivo è il risultato di una miscela di importanti infusi come liquirizia, alloro, finocchietto selvatico e soprattutto profumatissime e immancabili scorze di Bergamotto di Reggio Calabria, ingrediente che impreziosisce questo amaro calabrese ottimo da degustare ghiacciato a fine pasto. Equilibrato, gradevole e profumato, l’amaro Kaciuto regala sin dal primo sorso un vero e proprio momento di piacere per i palati più raffinati che tramite questo liquore possono assaporare il buono della Calabria. L’amaro Kaciuto, vero e proprio ‘elisir calabrese’, oltre ad essere un ottimo digestivo affianca perfettamente dessert come il rinomato Tartu

Conserva di aglio sott’olio alla Calabrese.

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  di Maria Lombardo  L’aglio sott’olio è una conserva molto più digeribile di quello che comunemente si è portati a immaginare.   Preparato in questo modo infatti, l’aglio assumerà un sapore delicato, molto somigliante a quello di una mandorla.Fare delle conserve di aglio sott’olio in casa poi, vi tornerà molto utile per molte cose, per esempio, potrete usare l’olio che ne deriva per condire delle verdure grigliate, le bruschette, nelle insalate, oppure mangiare gli spicchi di aglio sott’olio accompagnate da fette di pane fresco o per aperitivo.Una conserva di antica origine per la quale si prediligono gli novelli dalla buccia rosa o comunque freschissimi. Ingredienti 4 teste di aglio un litro di olio extravergine di oliva 2 bicchieri di aceto un peperoncino rosso oppure delle erbe aromatiche a piacere oppure spezie varie 2 cucchiai di sale grosso Separate gli spicchi di aglio e pelateli. In una ciotola capiente mescolate metà dell’aceto a vostra disposizione con uno st

L’acquedotto rurale di Spilinga (VV) è stato voluto dal nuovo Stato Italiano.

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 di Maria Lombardo  Oggi vi porto a Spilinga tranquillo borgo sul Monte Poro in Calabria per spiegarvi l’esistenza di un acquedotto "romano".   Forse all’apparenza sembra romano ma esiste una documentazione (“Il regno delle Due Sicilie distretto di Monteleone di Calabria” di Filippo Girelli, pubblicato tra il 1852 e il 1859) che attesta la data di realizzazione dell’acquadotto, nella seconda metà del secolo XIX (dal 1867 al 1871).   Dalla Fiumara Poro giungeva fino a Zungri ed era eretto in pietre da taglio. Maestosi archi che ricordanogli acquedotti costruiti dai Romani, della cui presenza nelle vicinanze rimangono, incontestabili testimoni, i reperti di Colarizzi. Questo primo tratto forniva di acqua irrigua i terreni di Spilinga centro e della frazione Carciadi. Il secondo tratto, proseguendo per circa 4 chilometri sul territorio di Spilinga, forniva di acqua irrigua i terreni della frazione Panaia, prima di addentrarsi nel comune di Ricadi. Anche questo tratto dell’acqued

La Frittata di Silene è una ricetta che conosco fin da bambina: “frittata ‘u schcupettu”.

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  di Maria Lombardo    E’ davvero   un erba delicata nell’aspetto e dolce nel sapore. Tra i mesi di   Marzo/Aprile, quando era tenera, la raccoglievamo e la usavamo sia a frittata, che passata in padella come contorno delle uova fritte. In realtà quelle piantine   ogni anno spuntano, io puntualmente le raccolgo e le uso come facevo allora. Ingredienti           8 uova           1 mazzetto di Silene           ricotta           Pepe nero q.b           Olio extravergine q.b. Preparazione Lavare bene e scrollare dall’acqua. In una padella antiaderente, dove andrete a cuocere la frittata, mettete un paio di cucchiai d’olio extravergine e la Silene fate appassire e aggiustate di sale, bastano pochi minuti. Nel frattempo sbattere le uova, in una ciotola, aggiungere la ricotta, un pizzichino di pepe nero se vi piace, altrimenti fatene pure a meno. Versare le uova sbattute e fate la cottura come una comune frittata, rigirandola fino a che le uova non si rapprendono, a

GIAN VINCENZO GRAVINA, IL FONDATORE CALABRESE DELL’ARCADIA

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  di Maria Lombardo  Roma, 5 ottobre 1690, dal mito della natura rigogliosa abitata da ninfe e spiriti della regione greca della penisola del Peloponneso di nome Arcadia nacque l’omonima accademia su impulso di 14 letterati e intellettuali, tra cui anche il calabrese, originario di Roggiano, in provincia di Cosenza, Gian Vincenzo Gravina. Questi natali illustri motivarono l’accostamento nella denominazione del comune del termine Gravina; ciò avvenne nel 1964 per volere dell’allora sindaco Federico Balsano. Il circolo letterario, ispirato anche all’omonimo poema classico di Jacopo Sannazaro (Napoli) 1457 – 1530), nacque al seguito di Cristina di Svezia che, dopo aver abdicato al trono, visse nello Stato Pontificio dal 1655 fino alla morte, avvenuta nel 1689. Frequentarono l’accademia filosofi, storici, scienziati appartenenti alla scuola galileiana e, accanto a Giambattista Felice Zappi (Imola 1667 – Roma 1719), Paolo Rolli (Roma 1687- Todi 1765), Pietro Metastasio, pseudonimo grecizzat