"I casi i bresta" (case di terra) in Calabria si possono ancora ammirare!




 

di Maria Lombardo 


In Calabria ci sono un po' ovunque e si conservano benissimo, sono le case di creta e paglia, dette anche case di bresta in alcune zone dette “case i mattunazzi”.Casette basse costruite con mattoni crudi di creta e paglia detti "mattunazzi", che non raggiungevano i due metri e settanta di altezza nella parte superiore. Le breste venivano fabbricati con creta, terra rossa e paglia, che veniva impastata, con i piedi nudi, in grosse buche e poi veniva compressa in alcune forme rettangolari di tre misure diverse. Dopo aver fatto seccare questa massa di creta e paglia al sole, erano pronti per essere utilizzati nella costruzione delle case. Le case semplici e senza richiami architettonici, rappresentavano un'edilizia povera, ma sostanzialmente necessaria ai bisogni delle famiglie. Muri molto spessi d'estate gli ambienti erano freschi, mentre durante la stagione fredda erano caldi.Le stanze della casa, normalmente due, avevano una grandezza in metri di tre per quattro o quattro per cinque. Il pavimento semplice e in terra battuta oppure di mattoni cotti di "carcara".Il soffitto, "ntavulatu" era costituito per la maggior parte di tavole o di canne intrecciate, "catrizzole", che isolavano le stanze dall'aria che proveniva dalle tegole, "ciaramidi", in terracotta e di forma irregolare, perchè fabbricate a mano. Detto questo incipit in calce invito i lettori a visitare Sartano era una caratteristica, anche perchè sin dall'anno mille nel meridione d'Italia, era uno dei pochi paesi, ad eccezione di qualche palazzotto baronale, ad essere costruito interamente con mattoni crudi di creta e paglia. Questa tecnica costruttiva, comportava il fatto che tutte le abitazioni erano a pianterreno, rarissime le case a due piani, non potendo avere un piano superiore, per la mancanza di pilastri di sostegno. Vi era la cucina, era la stanza principale, dove le donne di casa svolgevano le funzioni giornaliere e dalla quale si accedeva dalla porta d'ingresso, delimitata dal "supraporta", era di castagno o di quercia, verso la parte alta laterale sinistra, c'era "u purtieddru", una specie di finestra, che si apriva durante il giorno per dare luce alla stanza. Si viveva con poco un focolare "u focuni", un focolare con un rialzo dove venivano poggiate e preparate le vivande che cuocevano "supa u tripodi", (treppiedi), dal forno, anch'esso di mattoni crudi e paglia, e da qualche nicchia che serviva per conservarvi il cibo, gli arnesi da lavoro, o altre cose utili, per la casa e il lavoro. L'arredamento semplicissimo, senza fronzoli come oggi, era costituito da un "casciuni", cassone, dove venivano conservati, cereali, salami, fichi e "u grassu du porcu" cioè la sugna di maiale. Poche sedie, un tavolo, la "panera", una "piattera", un "saziere" e "u vintagliu " per alimentare la fiamma del fuoco e qualche stipo ricavato con delle tavole conficcate nel muro, eccezionalmente i più benestanti possedevano la "cridenza", dove mettevano in mostra bicchieri e piatti o vi conservavano derrate alimentari. “I giarri” di olio e del vino, poste vicino ad un sedile di mattoni crudi. Cosa che non mancava mai, nella casa, era la "nnicchiareddra", edicola votiva, dove veniva collocata la statuina del Santo con la "lampa" accessa dove ardeva "u micciarieddru", lo stoppino, mentre alle pareti vi erano appese le "sporte", i "panari" e le "catrizzole", ad una "piertica", pertica, che pendeva dalla "panera" gli abitanti della casa vi appendevano i vestiti, rischiarati dalla luce della lanterna ad olio. Nella stanza da  letto era costituita dalle "casce" (cassoni di legno), dove venivano custodito quel poco di corredo per le figlie, dal letto formato dai "vanchietti" (cavalletti di ferro), dal "saccuni" (sacco che fungeva da materasso), e dalle "culunnette"(comodini), una stanza da letto spartana per il bisogno di gente contadina, umile e laboriosa; alle  pareti si potevano vedere appese i "figuri" (immagini di Santi).  Le vie del paese erano in terra rossa battuta e ciotoli e le prime strade asfaltate si videro solo negli anni ’50.Dopo i tanti sacrifici sofferti, soprattutto con l'emigrazione, le case di creta e paglia, o "i casi i bresti" o di terra, hanno lasciato pian piano il posto alle case in muratura e cemento, ma qualche casupola di "mattunazzi" ancora resiste, attirando la curiosità di molti.

 


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