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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Venerdì di Quaresima ricette della tradizione calabrese: “vajanelli jarli”.

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di Maria Lombardo I  peperoni secchi fritti  o  vajanelli jarli , come si chiamano in  Calabria , si friggono in padella con dell’olio e secondo la  preparazione  che trovate di seguito, dopo averli fatti seccare al sol leone dei mesi estivi. I  peperoni  per essere essiccati correttamente vengono  infilzati dal picciolo con un ago  in cui viene infilato uno spago, così da ottenere una vera e propria  collana di peperoni , la così detta “suria i vajanelli”, dai colori sgargianti, di un rosso accesso, che nei tempi addietro adornavano i muri delle case e le finestre dei poveri contadini. I  peperoni da seccare  vengono esposti al forte  sole  dei mesi estivi e ritirati in casa la sera, per fare in modo che non assorbano umidità. Una volta pronti i  peperoni secchi  o  vajanelli jarli , chiamati anche verso Catanzaro  zafarana , o  pipi  oppure ancora  pipi crusci  si conservano per lungo tempo e possono essere utilizzati sbriciolati per condire uova fritte o addirittura past

Sapevate che dopo i moti del 1848 in Calabria, le Dame Lombarde indossarono il cappello alla Calabrese?

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di Maria Lombardo Alcuni mesi prima del fatidico 1848, anno delle rivoluzioni in Italia e in Europa, Reggio Calabria si sollevò contro il regime borbonico il 2 settembre del 1847.La Calabria aveva dimostrato precedentemente in più occasioni di aspirare ad una forma di governo intriso di idealità e princìpi costituzionali. Dopo l’insurrezione di Cosenza del 1837 e prima dell’uccisione dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, avevano trovato la morte, il 10 luglio 1844, in seguito ad un ennesimo moto insurrezionale, Pietro Villacci, di Napoli, di anni 26, Raffaele Camodeca, di Castroregio, di anni 25, Federico Franzese, di Cerzeto, di anni 25, Antonio Raho, di Cosenza, di anni 30, Nicola Corigliano, di Cosenza, di anni 30, Santo Cesareo, di San Fili, di anni 26, tutti fucilati l’11 luglio del 1844.Altre condanne a morte furono commutate in carcere a vita o in lunghi anni di reclusione e da ciò si può comprendere l’entità del moto insurrezionale di Cosenza del 1844, La drammat

Cuoi e pelli in Tropea (VV) : la conceria Pelliccia.

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di Maria Lombardo Nel dare le notizie riguardanti l’enunciate fabbriche avremo a guida la elucubrata memoria del socio cavaliere Pelliccia sulle manifatture del circondario di Tropea: né poteasi da noi averne una migliore poiché alle scientifiche qualità del socio, si unisce l’esser proprietario di una delle sue fabbriche colà esistenti. Egli in tal memoria non solo ha dato le notizie che han servito al nostro lavoro, ma si è anche intrattenuto sull’arte di conciare i cuoi, sull’analisi delle parti costituenti le pelli e sulle diverse sostanze che contengono il tannino, ed ha presentato infine i disegni degli strumenti di cui si fa uso in dette fabbriche. La produzione delle pelli portò alla ribalta nell'800 la zona di Monteleone con in testa la città di Tropea, rinomata non solo per le bellezze paesaggistiche ma anche per la concia delle pelli. Si incarna pienamente una nota frase di De' Sivo, il quale afferma:” Briganti noi combattenti in casa nostra, difen

Il rito delle Ceneri a Belmonte Calabro( CS): “ La nettitata”.

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di Maria Lombardo   Anche a Belmonte Calabro borgo ameno del Cosentino il Carnevale era ed è una festa dai molteplici eccessi. Bere mangiare e persino chiudere le botteghe per ben tre giorni domenica, lunedì e martedì! Insomma la prassi che si seguiva in ogni angolo della Calabria! Ma dopo questi tre giorni di festa eccessiva Carnevale antropotizzato da un beone di paese viene lasciato crepare per l’indigestione causata dagli eccessi. Carnevale viene deriso dai concittadini e persino abbandonato entra in scena la Quaresima che parte proprio dal giorno delle Ceneri entra la “ nettitata”. Ecco l’ordine religioso farsi avanti per 40 giorni! Ma prima del lungo periodo di restrizione, Carnevale muore si svolgono le esequie e si brucia il fantoccio che lo impersonifica con un falò. E’ questo il gesto di   pentimento! Ma ora cerchiamo di capire e far capire cos’ è la nettitata? Rappresentava il ritorno all’ ordine,alla pulizia morale e alla alimentazione regolata e tutte queste qua

La leggenda di San Leone di Saracena (CS): Calabria misteriosa.

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di Maria Lombardo Scherza coi fanti e lascia stare i santi dice un vecchio detto.Ebbene tra qualche giorno si celebrerà la festa di   San Leone a Saracena, una festa davvero “sui genereis”. Cari lettori nel blog   troverete un nutrito articolo sulla festa, dovete per forza visitarla. Narra una leggenda locale che San Leone abbia particolarmente a cuore la questione,   tant’è che, secoli or sono, un ladro che stava tentando di trafugare oggetti preziosi ai piedi di una sua statua votiva, ci rimase secco sul colpo. Grande devozione e riverenza quindi, e nessuno che si esime dal festeggiare il Santo quando è il suo momento. In quelle giornate di festa tutta Saracena rende onore al suo patrono, tornano gli emigrati ed omaggiono il Santo con canti e balli e cibo genuino. La cosa bella è che, oltre a processioni e preghiere, i festeggiamenti si caratterizzino per un gozzoviglio generale nelle vie del paese, con falò in tutte le contrade e feste improvvisate in case e garage a base d

IL PADDACCIO DEL POLLINO UN FORMAGGIO SCONOSCIUTO CALABRO-LUCANO.

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di Maria Lombardo Nell’area del Parco Nazionale del Pollino, le capre e le pecore, allevate allo stato brado, si cibano di erbette spontanee e odorose e producono un latte incredibilmente buono da cui derivano prodotti preziosi, lavorati con tecniche tradizionali che uniscono arte e sapienza. Sto parlando del   PADDACCIO per la sua forma sferica “A PADDA ” come nel dialetto locale. Il paddaccio è un formaggio di latte di capra , lavorato rigorosamente a mano, dal gusto leggermente acidulo e dalla consistenza morbida e cremosa. Essendo un formaggio fresco, è privo di crosta, ha la pasta molle e untuosa, di colore bianco avorio tendente al grigio e presenta una leggera rugosità in superficie. Come detto in calce è un prodotto quasi sconosciuto a coloro che non vivono nell ’ area di produzione. Le forme, dalla  pasta  morbida e di colore bianco, dopo una leggera salatura, sono pronte per la commercializzazione, ma essendo un alimento fresco, pur inserito nell’elenco dei prodot

LA CATTEDRALE DI UMBRIATICO (KR).

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di Maria Lombardo Dedicata a San Donato   è tra le più antiche sedi diocesane calabresi (fino al 1818 si avvicindarono 65 vescovi, compr esi due cardinali), sembra poggiare sui resti di un tempio pagano, e fu costruito dal primo vescovo della città, Teodoreto. Quindi la Cattedrale umbriaticese può essere datata intorno alla prima metà del sec. XI e comunque tra il 1030 e il 1040 La primitiva cattedrale a croce latina, venne poi trasformata in cripta.Una iscrizione posta sull'arco di una parete centrale, reca la scritta in greco antico "Tempio costruito da Teodoro Vescovo". E’ chiaro che il tempio è dedicato a San Donato poiché i suoi resti dall'Epirus Vetus (Grecia nord-occidentale), secondo una sua 'Vita' in greco, composta in pieno Medio Evo, sarebbero stati trasferiti nella nuova Euria - cioè Umbriatico - quando la pressione dei barbari costrinse il presule, con il clero e gli abitanti della diocesi, a trasferirsi nell'attuale Calabria. Per qua

RAVIOLI FRITTI RIPIENI DI RICOTTA: IL CARNEVALE DEL COSENTINO.

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di Maria Lombardo E’ un dolce amatissimo nel Cossentino Calabrese, uno di quelli che mette tutti in accordo. Una preparazione davvero molto semplice che vede protagonista la ricotta. Come tutti i dolci ripieni e fritti, anche i ravioli dolci di ricotta  sono beneauguranti  e possono avere la forma differente a secondo dell’usanza locale. In alcuni paesi, vengono realizzati  racchiudendo il ripieno fra due dischi di pasta o fra due quadrati , in altri vengono realizzati con un solo disco chiuso a metà, che riproduce  una mezza luna . Ecco gli ingredienti: 500 gr. di farina 00 150 gr. di zucchero semolato 100 ml di vermouth 80 ml di acqua 80 ml di olio evo Un uovo per sigillare i ravioli La scorza di un limone grattata più il suo succo Ingredienti per il ripieno 500 gr. di ricotta di pecora 150 gr. di zucchero a velo + 30 gr per la decorazione finale Un bicchierino di anice Un pizzico di cannella olio di semi di arachide per friggere Una volta però erano solo

In Calabria la rara felce preistorica Woodwardia radicans

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di Maria Lombardo Si può ammirare in Calabria la rara felce gigante woodwardia radicans, dalle enormi fronde lunghe anche 3 metri. La woodwardia radicans costituisce un importante relitto di flora tropicale del Terziario, tipica rappresentante di una flora tropical-montana che 70 milioni di anni fa, in era preistorica, caratterizzava le aree montuose di alcune regioni del Mediterraneo. Un vero e proprio fossile vivente rimasto in Calabria grazie al microclima particolare caldo-umido e alle condizioni assolutamente incontaminate dei territori in cui vegeta spontaneamente. La felce gigante, tra le più rare al mondo che compare anche nella lista delle piante protette, è stata individuata e segnalata in alcuni luoghi unici dal punto di vista naturalistico: in provincia di Vibo Valentia lungo il corso alto della fiumara Stilaro nei pressi della cascata del Marmarico, nel territorio di Bivongi e di Polia, presso Valle Ruffa nella zona compresa fra i comuni di Drapia, Spilinga

Grotta Rosa, Cascata di Timpa dell’Aquila: i Draghi di Magisano (CZ).

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di Maria Lombardo Quella di Magisano è una realtà paesaggistica e storica di grande importanza. Sul fianco orientale del territorio di Magisano si apre la Riserva Regionale delle Valli Cupe, fra Sersale e Zagarise, che ha come punto di riferimento l’ormai noto Canyon delle Valli Cupe. Attenzione ne ho già parlato in questo blog ed in altri anche delle Valli Cupe! E tuttavia, il territorio di Magisano non è da meno. Intanto è attraversato da ben tre corsi d’acqua di eccezionale bellezza: il Torrente Finoieni, la Fiumara della Foresta e La Fiumara Simeri. Sul solo corso della Finoieni vi sono ber 37 cascate censite da Carmine Lupia. Certo è che tutti e tre i corsi d’acqua nascondono meraviglie inusitate, in parte ancora da scoprire. Ed anche la rete di antichi sentieri che consentiva di percorrere in su e in giù le loro pendici – aggirando i salti – per raggiungere, pascoli, coltivi, carbonaie etc., negli ultimi cinquant’anni, a causa dell’abbandono delle antiche pratiche agro-

Le Frazze di Crucoli ( KR)… Un Carnevale dei tempi passati.

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di Maria Lombardo Le ‘mille Calabrie’, diverse per rapporti produttivi e sociali, per economia e alimentazione, per lingua e per tradizioni culturali non facilitano un discorso unitario e compatto sul Carnevale. I ‘mille Carnevali’, uguali e diversi, presenti nella società calabrese tradizionale confermano quanto sia angusta, parziale, inventata l’idea di ‘calabresità’ a cui si attaccano numerosi studiosi;” (Gallo 1992 : 18). Questo era uno dei “mille carnevali” calabresi persi! Persi col progresso e l’emipazione aggiungerei io. Ma in cosa si distingueva il Carnevale di Crucoli? Il punto di forza erano le frazze una pungente satira che si assaporava solo nel periodo carnevalesco. Con l’espressione dialettale frazze vengono indicate le farse di Carnevale, che fanno parte delle tradizioni carnevalesche di molti paesi calabresi. In questo caso ci riferiamo alle frazze che venivano rappresentate fino agli anni Cinquanta a Crucoli. Un lavorio che durava l’intero anno per questa sort

A Bivongi ( RC) si ringrazia Mamma Nostra, la Vergine che salvò il popolo dal sisma del 5 febbraio 1783.

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di Maria Lombardo In molte zone di Calabria il 5 febbraio si svolgono delle processioni per ricordare il pericolo scampato, dopo le prime violentissime scosse del terremoto calabro-peloritano del 1783. A Bivongi piccolo borgo nella Valle dello Stilaro si celebra l a festa di Maria SS Mamma Nostra, dove la Madonna è venerata col titolo di Mamma Nostra è portata in processione per ben due volte l ’ anno a ricordo di quella triste data. La festività s’inserisce nel panorama religioso e folkloristico dell’Italia meridionale, e più in particolare in quello calabrese. Si celebra due volte l’anno come detto in calce, tradizionalmente la seconda domenica di settembre e il 5 febbraio. Si articola in vari momenti inseriti in un ricco programma religioso e civile che comprende: processioni, esibizioni musicali di vario genere, fuochi artificiali. Può essere considerata la solennità più importante per il paese di Bivongi, molto sentita dagli abitanti del luogo e dei paesi limitrofi. Ogni