A Bivongi ( RC) si ringrazia Mamma Nostra, la Vergine che salvò il popolo dal sisma del 5 febbraio 1783.



di Maria Lombardo



In molte zone di Calabria il 5 febbraio si svolgono delle processioni per ricordare il pericolo scampato, dopo le prime violentissime scosse del terremoto calabro-peloritano del 1783. A Bivongi piccolo borgo nella Valle dello Stilaro si celebra la festa di Maria SS Mamma Nostra, dove la Madonna è venerata col titolo di Mamma Nostra è portata in processione per ben due volte lanno a ricordo di quella triste data. La festività s’inserisce nel panorama religioso e folkloristico dell’Italia meridionale, e più in particolare in quello calabrese. Si celebra due volte l’anno come detto in calce, tradizionalmente la seconda domenica di settembre e il 5 febbraio. Si articola in vari momenti inseriti in un ricco programma religioso e civile che comprende: processioni, esibizioni musicali di vario genere, fuochi artificiali. Può essere considerata la solennità più importante per il paese di Bivongi, molto sentita dagli abitanti del luogo e dei paesi limitrofi. Ogni anno, soprattutto nell’edizione estiva, la festa richiama a Bivongi centinaia di emigrati provenienti da tutta Italia e da Paesi esteri, che ritornano per fede, tradizione o senso di appartenenza al luogo d’origine. Le due edizioni della festa, quella estiva e quella invernale, presentano alcuni aspetti comuni ma anche delle differenze. Per quanto riguarda le celebrazioni la festa di settembre è più articolata e complessa rispetto a quella di febbraio, che mantiene un profilo più semplice. In entrambi i casi i giorni della festa sono preceduti da un periodo di preparazione in cui la messa giornaliera pomeridiana è accompagnata dalla pratica della Novena. Per tutto il periodo della festa il quadro raffigurante l’immagine di Mamma Nostra viene esposto su un baldacchino dietro l’altare maggiore della chiesa. Nei giorni della festa il paese di Bivongi viene decorato con archi luminosi per le sue vie principali. L’edizione estiva della festa è celebrata nei tre giorni di fine settimana culminanti nella seconda domenica di settembre.  Il 5 febbraio è l’anniversario della prima scossa. Secondo la leggenda, Mamma Nostra avrebbe salvato il popolo di Bivongi non permettendo vittime tra i Bivongesi.
Il culto di Mamma Nostra nel paese di Bivongi è legato a due immagini della Madonna che è fregiata di tale titolo: un quadro e una statua. Il quadro fu la prima raffigurazione ad arrivare a Bivongi intorno al 1710. Non se ne conosce l’autore ma un manoscritto del ‘700 attribuisce l’opera a Mariangiola de Matteis pittrice napoletana, figlia del celebre pittore Paolo de Matteis.Il quadro è conservato nella cappella di Mamma Nostra sita nel Santuario di Mamma Nostra a Bivongi.La statua di Mamma Nostra, è una scultura lignea composta da due parti. L’immagine della Madonna col Bambino fu commissionata dai Bivongesi tra il 1720 e il 1730 a Napoli. La base della statua fu realizzata invece intorno al 1860 dallo scultore di Serra San Bruno Michele Barillari.La statua di Mamma Nostra è conservata nella chiesa e viene esposta nei giorni della festa e portata in processione per le vie del paese.La Novena di Mamma Nostra è costituita da una preghiera in nove tempi e da canti che ricordano le vicissitudini legate alla storia e alla leggenda del culto che si tengono tutte le sere per i nove giorni che precedono la Festa di Maria SS. Mamma Nostra. La Novena caratterizza il periodo di preparazione alla festa sia a settembre che a febbraio e viene annunciata all’alba del suo primo giorno con lo sparo di mortaretti nella Vallata dello Stilaro.

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