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Visualizzazione dei post da luglio, 2018

Il Palio di Ribusa a Stilo (RC) si parte dalla fiera!

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di Maria Lombardo La Calabria terra ricca di tradizioni popolari e di rievocazioni storiche che attirano molta gente! La prima domenica di agosto quando turisti ed emigrati si catapultano a Stilo si rivive una suggestiva atmosfera medioevale dei secoli XV, XVI, XVII. Viene denominato Palio di Ribusa. Intanto ricordiamo l’antica fiera seicentesca che raccoglieva le mercanzie dei feudi di Pazzano, Stignano, Guardavalle, Riace e Camini e che si svolgeva alla Porta Stefanina. La fiera in passato rappresentava il posto dove vendere o barattare la qualsiasi senza imposizioni. Una piccola fiamma di libertà! I giorni della fiera erano i più importanti dell’anno perché si poteva veicolare di tutto anche cultura. Per Stilo erano giorni demanialità”. Persino il Re inviava il vessillo Reale per l’evento. . Ma vediamo ora perché è detta “fera de Ribusa” ossia un luogo demaniale di Stilo insomma luogo di rovi. Inoltre questa fiera era minuziosamente organizzata e tali regole dovevano essere

Limbadi (VV) XX XIII° edizione si “celebra” la Giornata del Contadino.

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di Maria Lombardo  E’ la prima volta che mi cimento nel racconto di una sagra paesana, le ho sempre reputate tutte standardizzate con l’offerta delle stesse cose. La “Festa del Contadino” come la chiamava mio nonno Limbadese Doc è l’antesisgnana anzi la matriarca di tutte le sagre Calabresi assieme alla sagra da n’dujia e dello stocco. Arrivata ormai alla XXXIII edizione portando soddisfazione al borgo di Limbadi, ed alla Pro- Loco che organizza tra la fine di luglio o primi di agosto attenzione non c’è una data specifica anno per anno, quest’anno si è deciso di svolgerla il 3 di agosto. Un po’ portando l’idea di aspettare i Limbadesi emigrati che per tempistica non hanno potuto assistere “ a festa du Santu” un po’ per accogliere ed omaggiare il turista che viene a visitare questo pezzo di Calabria. Ma l’evento rientra a pieno titolo nei festeggiamenti civili per il Santo Patrono S. Pantaleone Medico e Martire. Le massaie limbadesi rinomate per l’eccellente cucina stile Medit

Frittata di zucchine un secondo calabrese semplice e classico di Calabria.

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di Maria Lombardo E’ un piatto economico   ma in Calabria tutti i piatti sono   ricette classiche e semplici.   Pochissimi gli ingredienti   zucchine uova olio sale con qualche aggiunta di farina alle zucchine prima di friggerle   conquista tutti.   Piatto inoltre versatile delizioso sia caldo cche freddo. In estate non c’è di meglio di una bella frittata ricca nutriente e saziante.   Il   gusto delicato delle zzucchine si sposa bene con cotture rapide che ne esaltino il gusto, senza alterarlo, come in questa ricetta. Una frittata veloce e semplice da realizzare, dal sapore così delicato che metterà d’accordo tutta la famiglia! Ecco a voi la preparazione gli ingredienti li trovate in calce.   Lavate accuratamente le zucchine, asciugatele e tagliate a rondelle; raccoglietele in un passino a rete, salatele e lasciate che perdano un po' della loro acqua di vegetazione, ci vorrà circa un'ora. Passate le rondelle di zucchine in qualche cucchiaio di farina; a parte, sbatte

C’erano una volta i bagnanti a Marina i Nicotera!

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di Maria Lombardo La mia è una protesta che si svolge prettamente con la penna, una protesta che vuole varcare i confini locali affinchè le urla di preoccupazione e di abbandono di questo lembo di terra possa interessare tutti. Scrivo il dolore di un territorio vilipeso, distrutto economicamente e moralmente e la colpa la consegno tutta alla Regione Calabria assente ed inoltre ad un’amministrazione indegna di governare un borgo ultramillenario come Nicotera. Governare è un’arte e non può farcirsi di pressappochismo e scarsa conoscenza storica del tuo paese.Affido alla storia il testimone ed affido alla storia il racconto di un tempo che fu! Negli ’50 e ’60 Nicotera iniziava incerta i suoi primi passi nel turismo, i turisti erano semplicemente i bagnanti che provenivano dall’entroterra Serre, Rombiolo,Vazzano, Melicucco, Galatro si concentrava a Nicotera l’arrivo di frotte di persone che non avevano grandi aspettative poveri loro e poveri i marinoti. Sono anni in cui l’alberg

Linea Ferroviaria a San Ferdinando ( RC) le scelte del Marchese Nunziante con relativo incendio del villaggio .

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di Maria Lombardo San Ferdinando perse la sua occasione di emancipazione a causa di tre signorotti locali rinunciando all'emancipazione della ferrovia. I lavori pubblici per il tratto Gioia Tauro-Nicotera dovevano passare per San Ferdinando seguendo la naturalezza della costa ma tanto si disse e si fece che la ferrovia lambì l'abitato di Rosarno. Il Sindaco Pasquale Barbalace e i due Nunziante Salvatore e Vito, che forti di amicizie di alto loco ottennero che la strada ferrata non passasse nei loro fondi. Secondo il progetto dello Stato il tracciato della Gioia- Nicotera doveva passare la Lamia ed entrare nel fondo Albano e la stazione doveva essere posta all'odierno Calvario. Così il progetto fu spostato a 1500 m ma toccava il fondo Barbalace ma al contrario del Marchese lui voleva cedere la terra e così la ferrovia passò vicino Rosarno(1). Questa soluzione serviva a tutti poiché la ferrovia potesse passare per Mileto e Monteleone. Una vexata questio cominciò ad

IL VIAGGIO DEL RE CARLO III IN CALABRIA

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di Maria Lombardo   A seguito di due guerre di successione, sia quella spagnola che quella polacca, il Regno di Napoli tornò sotto l'influenza della Spagna, la quale, esauritasi la dinastia asburgica, aveva iniziato con i Borbone la sua riscossa. Per disposizione testamentaria il trono passò a Carlo duca di Parma e Piacienza per via materna. Figlio di Filippo V e di Elisabetta Farnese. Il conflitto con cui Carlo agguantò il regno, durò dal 1733 al 1738, fu combattuto prevalentemente in Italia e si concluse con la pace di Vienna, definita da Gianni Oliva un "autentico capolavoro della diplomazia settecentesca". A Francesco Stefano toccò la Lorena ed a Carlo il Napolitano e la Sicilia, il Piemonte invece pagò con la perdita dell'egemonia sull'Italia ma ottenne Parma e Piacenza. Carlo il 10 maggio 1734 si insedia a Napoli e fu accolto trionfalmente! Il popolo, ha scritto Umberto Caldora, faceva ala al suo passaggio e applaudiva: ma non tanto all'indiri

Lavandaie calabresi.

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di Maria Lombardo  Quello della lavandaia in Calabria come in tutto il Mezzogiorno era un lavoro a tutti gli effetti. Vi erano massaie che dovevano espletare questo faticoso lavoro per la propria famiglia e per i “gnuri”. Fino alla metà del secolo scorso per poter lavare queste donne dovevano recarsi alla fiumara! La fiumara era un’importante risorsa per la gente comune, specialmente per la donna calabrese in veste di lavandaia.Il rito del lavaggio dei panni iniziava in casa dove la massaia faceva “à vucata” ossia il bucato. Inizia con un prelavaggio a mano e olio di gomito col sapone di casa, l'arnese principale per svolgere questa tecnica. Forza e concentrazione erano all'ordine del giorno, la donna si caricava di una cesta in vimini di forma circolare adagiata su mattoni o pietre ben pulite. L'insaponatura come detto in calce veniva nell'aia di casa e perciò la biancheria veniva sfregata e torciuta, lasciata qualche minuto al sole di Calabria e poi posiziona

Zungri (VV) nasce la fragranza mediterranea : LA GINESTRA.

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di Maria Lombardo Una deliziosissima boccetta dall ’ aspetto accattivante al pari di un prestigioso gioiello quella del nuovissimo profumo La Ginestra. Essenza mediterannea e recuperata in un piccolissimo centro del Vibonese Zungri la Città della Pietra, un progetto tenuto a battesimo dalla comunità Asfalantea che propone dei progetti molto interessanti sul recupero della Civiltà Contadina. Di questi progetti ne discuteremo in separata sede! Questa inebriante essenza che stupisce serve a promuovere il territorio zungrese tramite la valorizzazione di una preziosa essenza floreale e di questa pianta che prende nome di   “ASFALANTEA”. L’ideatrice di questa fragranza è la Responsabile “ASFALANTEA” Franca Crudo e realizzato per promuovere la pregiata essenza del fiore della Ginestra sulla Roccia.Un’idea, la seguente, che si prefigge di incentivare un punto di forza nel processo di identità culturale della comunità di  Zungri .La Responsabile della Comunità “ASFALANTEA” Franc

Chi erano le brigantesse?

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di Maria Lombardo  Nel mondo neo meridionalista ormai si legge di tutto, un tutto che poco bene fa alla storia in quando scienza. Si sentono storie confezionate per fare propaganda però niente di veritiero sul piano storico, quando mancano le basi ci si può aspettare di tutto. Donne che, per forza, per amore o per convinzione, sparirono nei boschi, e, vestite da uomo, imbracciarono uno schioppo entrando direttamente in azione contro gli invasori, difendendo il Sud: queste sono le brigantesse. E' chiaro che queste donne erano sopratutto drude delle fiancheggiatrici che hanno voluto o dovuto commettere atti violenti. La prima brigantessa della storia fu Francesca La Gamba di Palmi docile “filandara” finchè non le uccisero i figli durante il periodo francese. Donna avvenente dovette divenire una sorta di Erinni per vendicarsi. Suscitò le mire di un ufficiale francese, che, forte della sua divisa e del suo potere, non esitò a farle delle avances, e tentò di sedurla. Ma la donna

Giochi d'altri tempi in Calabria: “ a’ mmucciatesjia”

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di Maria Lombardo  Era sempre bello scorazzare liberi da primavera in poi e praticare questi salutari giochi all’aria aperta. Imperativo solidarizzare e sudare! Si poteva giocare a frotte ed era proprio questo il bello Un gioco di ruoli c’era chi contava rivolto verso il muro e senza guardare, mentre gli altri dopo aver concordato il numero da raggiungere correvano come lepri a nascondersi. L’ultima frase serviva a bloccare la conta ed a tenere un rigoroso silenzio :” cu non s’ammuccia mò non s’ammuccia chjiù”. Il bambino che contava abbandonava la sua postazione è inizia “la caccia” agli altri concorrenti i quali si nascondevano proprio bene. Appena ne scorgeva uno doveva correre tornare al suo posto ed urlare tana per …ed aggiungere il nome di un compagno.Esempio: se un giocatore che si nasconde si chiama Marco e il giocatore che conta lo trova, allora quest'ultimo deve correre alla tana e dire: "Tana per Marco!". "Tana per me!"Se alla tana arriva pri

Paolo Orsi e gli scavi presso Torre Galli: il territorio di Drapia era abitato da uomini primitivi evoluti!

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di Maria Lombardo   Difficile spiegare il legame tra Paolo Orsi, il più grande archeologo che l’Italia abbia mai avuto e gli scavi che portò avanti nel nostro comprensorio. Amante sopra ogni cosa degli scavi in Sicilia e Calabria ed in Calabria nell’area di Monte Poro compì innumerevoli ricerche di basilare importanza. I suoi studi spaziarono molto tra archeologia preellenica e classica. A pari successo! Un grosso imput gli fu elargito dalla visione dei molteplici manufatti protostorici di proprietà del marchese Toroldo di Tropea rinvenuti nelle campagne di Caria dai coloni del Toroldo. L’Orsi sapeva benissimo che l’acroco di Monte Poro è terra fertile e friabile formatasi dalle ceneri vulcaniche delle isole Eolie portate dai venti. A cavallo tra il 1922 ed il ’23 iniziò a scavare ed individuò 300 sepolture a fossa in cui gli inumati erano sepolti vestiti. Qui viveva una civiltà indigena evoluta era chiaro precedente di oltre un secolo l’arrivo dei coloni greci! Un popolo fi

Visitiamo insieme la Fortezza Aragonese di” Le Castella “ ad Isola Capo Rizzuto (KR)

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di Maria Lombardo Oggi per Viviamo La Calabria vi porto seppur virtualmente alla scoperta di uno dei gioielli di Calabria: la Fortezza Aragonese.  Ubicato in un suggestivo borgo marinaro con spiagge dalla sabbia fine e color tiziano ed un fondale ricco di fauna marina. I primi a poggiare piede su questa terra furono i Greci e la colonizzarono gettando le fondamenta del maestoso maniero che si erge tra i flutti del mare. Il maniero è ubicato su un isolotto collegato alla terra ferma da una passerella di sabbia, il suo scopo era di difendere il territorio dai Saraceni. Si narra che questo isolotto fosse un tempo l’isola di Ogigia, la stessa cantata da Omero nella sua Odissea, dove l’eroe Ulisse a lungo dimorò, incantato dalla straordinaria bellezza della Dea Calipso. Da non dimenticare le “cave greche”  da cui veniva estratta la calcarenite, materiale utilizzato per le opere dell'architettura greca.   Le Castella oggi sono l ’ icona  dell’Area Marina Protetta di Capo Rizzu

La leggenda calabrese di Sant’Elia e del demonio: la nascita dello Stromboli.

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di Maria Lombardo  Le isole Eolie dirimpettaie della cittadina di Palmi in un certo qual senso sono legate tramite la leggenda al filo conduttore Calabria e Sicilia, tutti i pescatori della Tonnara ne conoscono questa storia Esistono però diverse versioni di questo mito dal Perri al Minasi, col Santo giovane e vecchio ma la conclusione è quella. Elia il Profeta giunto da Enna si ferma su un colle per pregare e fondare una chiesa che vedrà la luce poi nel 1804. Viveva in povertà e solitudine si cibava di bacche ed erbe selvatiche e se il suo fisico era gracile non lo era il suo spirito. Racconta infatti che sul monte Sant’Elia, sotto il quale poi è stata fondata Palmi, il santo se ne stava in meditazione quando vide venirgli incontro un uomo molto forte che portava sulle spalle un pesante sacco. Anche i Santi sono curiosi e chiede al viandante il contenuto del suo sacco. Lo straniero dice di portare monete in argento e di volerle dividere con Elia il Profeta, quel viandante era g

Donna pagata per piangere ai funerali, la “Praefica”.

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di Maria Lombardo  Una tradizione ormai morta col progresso, ormai si vergognano pure a “gettare cuvali amari” tipici di queste donne che piangevano e dir poco ai funerali. Piangevano e “cuvaliavano” su compenso, questi erano i patti! Era un lavoro nulla di più e per poterlo svolgere serviva una gran voce tuonante una serie di singhiozzi che solo alcune donne del Sud sapevano fare e lunghi abiti neri da lutto. Questa figura molto affascinante era presente nella nostra tradizione fino agli anni Settanta, una delle tradizioni più longeve. Figura oltremodo suggestiva, la si scorge su frammenti ceramici attici dell’Avanti Cristo; se ne attesta l’attività nell’Antico Egitto, nella Roma pre e post cristiana (sebbene proibita dalle XII Tavole) e, personaggio sui generis, mercenaria della morte – si direbbe – la “praefica” era solita avere la chioma sciolta, in segno di lutto – e per facilitarne lo “strappo” – graffiarsi il viso, simulare scoppi di pianto, dandosi a lamenti funebri e lo

Vi porto al lago Angitola! Oasi del Vibonese

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di Maria Lombardo Anche i più piccoli posti della Calabria e perchè no anche i meno conosciuti sono degni di ribalta e nota. Oggi vi porto al Lago Angitola unn piccolo fiume in provincia di Vibo Valentia. Un fiume che nasce dal monte Coppari nei pressi di Capistrano e poi sfocia nel golfo di Santa Eufemia non dopo aver irrigato 20 km di terreni. Probabilmente fu detto così perché era ricco di anguille.Ma è solo una banale ipotesi! Lungo il corso del fiume Angitola, all'estremità meridionale della Piana di Sant'Eufemia, si trova il lago Angitola esteso per ben 196 ettari. L'area che circonda il lago è definita oasi dell'Angitola e lo è davvero! Logicamente lambisce due comuni Maierato e Monterosso Calabro e venne creata nel 1986 su 300 ettari di terra Calabrese ma le sue rive sono di proprietà della Regione Calabria. Inoltre le floride campagne sono di proprietà di privati e del Consorzio di Bonifica della Piana di S.Eufemia. Il lago è oasi di protezione della f

I Borbone e la jettatura

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di Maria Lombardo Per conoscere bene un periodo storico bisogna conoscere tutto anche quelle cose che sembrano sciocchezze ma non lo sono. Oggi vi parlerò del rapporto dei Borbone con la jettatura sembra un discorso anacronistico per il periodo dell’illuminismo ma in realtà a Napoli la jettatura era una cosa seria. Specie tra i reali! Ricordavo di aver studiato bene questo argomento quando ancora universitaria seguivo le lezioni del noto antropologo Francesco Faeta e per l’ennesima volta mi pone in mano Sud e Magia di Ernesto De Martino. In quel piccolo testo oggetto d’esame ho potuto studiare come i Borbone si ponevano di fronte al concetto di jettatura. Ne leggeremo delle belle! Caratteristico il pensiero di Ferdinando I   che era così convinto che il buon De Jorio fosse uno jettatore che per 15 anni non gli concesse udienza. Il De Jorio era uno scrittore e voleva solo omaggiare il Re della sua opera nulla più. Inoltre per la corte napoletano doveva riceverlo Sua Maestà   ri