Paolo Orsi e gli scavi presso Torre Galli: il territorio di Drapia era abitato da uomini primitivi evoluti!
di Maria Lombardo
Difficile spiegare il legame tra Paolo Orsi,
il più grande archeologo che l’Italia abbia mai avuto e gli scavi che portò
avanti nel nostro comprensorio. Amante sopra ogni cosa degli scavi in Sicilia e
Calabria ed in Calabria nell’area di Monte Poro compì innumerevoli ricerche di
basilare importanza. I suoi studi spaziarono molto tra archeologia preellenica
e classica. A pari successo! Un grosso imput gli fu elargito dalla visione dei
molteplici manufatti protostorici di proprietà del marchese Toroldo di Tropea
rinvenuti nelle campagne di Caria dai coloni del Toroldo. L’Orsi sapeva
benissimo che l’acroco di Monte Poro è terra fertile e friabile formatasi dalle
ceneri vulcaniche delle isole Eolie portate dai venti. A cavallo tra il 1922 ed
il ’23 iniziò a scavare ed individuò 300 sepolture a fossa in cui gli inumati
erano sepolti vestiti. Qui viveva una civiltà indigena evoluta era chiaro
precedente di oltre un secolo l’arrivo dei coloni greci! Un popolo fiero
aggressivo e belligerante i corredi funebri della necropoli di Torre Galli
danno questa caratteristica.Niente da eccepire quando si sostiene che tutta
l’area di Monte Poro era abitata da un popolo primitivo evoluto e che il
territorio è disseminato di testimonianze di molte ere preistoriche.
Numerosissime le riviste scientifiche che parlarono degli scavi di Torre Galli,
fecero conoscere una società molto organizzata che emergeva dalle necropoli, i
corredi funerari erano pieni di ornamentie di strumenti da lavoro femminile
.Questa scoperta stupì gli scienziati! Gli scavi dell’Orsi furono apri pista
per altri cultori locali che iniziarono a studiare il luogo e con grande
meraviglia si apprese che questo popolo conoscesse persino il rasoio in rame.
Negli anni ’80 vennero alla luce resti di abitato dell’età del bronzo che
toccavano quali Briatico vecchio, Torre Sant’Irene, Torre Marrana, Gallo,
Mancipa, Mesiano vecchio, Pirara, etc. Insomma ancora l’area archeologica
risulta in fase di studio e se molti testi sono stati scritti molti altri
potrebbero nascere in ogni momento visto la copiosità del comprensorio. È da
ricordare inoltre che alcuni ritrovamenti furono fatti a Torre Galli e in altre
località tra gli anni ’60 e ’70 da Achille Solano del Museo Civico di Nicotera.
Solano e i suoi collaboratori hanno tuttavia condotto recuperi principalmente a
sud dell’area qui considerata. Tra i principali ritrovamenti facenti capo a
Solano si ricordano l’abitato del Neolitico inferiore di Sovereto di Nicotera,
i vasi probabilmente funerari del Bronzo antico di Contrada Montalto di
Nicotera, l’abitato del Bronzo medio di Torre Parnaso di Joppolo, la necropoli
della prima età del ferro di Contrada Rota (comune di Candidoni).Torniamo alle
stupefacienti scoperte di Torre Galli, questa popolazione evoluta attraversò
diversi passaggi per arrivare” all’emancipazione” tra il Paleolico ed il
Neolitico cominciarono a sperimentare caccia ed agricoltura, primissimi accenni
di vita stabile. Ci appare così una tribù che si è di preferenza data alla
lavorazione dei boschi. Infatti, da alcuni indizi sepolcrali che hanno dato
tenui tracce di legno, si può dedurre che sia stata anche in grado di ricavare
delle rozze tavole, unendole a incastro più che a chiodatura, per farne delle
casse mortuarie. Il pane in bitume trovato nel sepolcro 206, ci fa ancora
argomentare come abbia saputo trarre dalle foreste, non solo legname ed erbe,
ma anche pece e materie resinose, infatti, è noto quanta fama godesse
nell’antichità classica la pece della Brettia e l’Orsi non esita a pensare che
anche nell’antichità greca i veri lavoratori dei boschi fossero i Brettii Molto
abbondante nel villaggi neoliticii fin dagli inizi del periodo è la ceramica.
Una ceramica molto rozza! Studiandone il variare della forma e della
decorazione gli archeologi riconoscono delle ‘facies archeologiche’ o‘stili’,
ovvero degli insiemi di manufatti con forme e decorazioni ricorrenti, caratteristici
di determinati periodi ed aree geografiche Si rinvengono le pietre scheggiate
per le armi e persino l’ossidiana una pietra vitrea proveniente dalle isole
Eolie. Che l’uomo primitivo che abitava queste zone sapesse anche navigare? Non
è da escludere visto che l’ossidiana non è una pietra galleggiante.Purtroppo le
informazioni precise si “fermano” all’età del rame quando il popolo che abitava
le terre di Drapia e del Poro iniziò a lavorarlo ma non smise di usare la
pietra. Una gran parte dei resti di insediamento si concentra in una zona
centrale dell’altopiano, attorno ad una depressione in cui doveva esservi un
piccolo lago. A Passo Murato furono infatti recuperati una serie di frammenti
dell’età del rame entro uno strato di sedimenti molto fini di origine lacustre,
sopra i quali vi era della torba (vegetazione fossilizzata di solito formata
entro un bacino lacustre in via di riempimento). Del resto fino a poco tempo fa
entro questa piccola valle, che oggi è drenata da un canale, doveva spesso
riformarsi uno specchio d’acqua (visto anche che nella zona vi è un luogo
chiamato ‘Lacco’). Tuttavia i villaggi crescono nell’età del bronzo in Calabria
i villaggi restano invece in molti casi di dimensioni contenute, simili a
quelle dell’età del bronzo, cioè di norma non superiori ai 10-15 ettari. Con la
prima età del ferro si verifica però anche qui la nascita di alcuni nuovi
insediamenti su pianori piuttosto grandi, dai 20 ettari di Torre Galli.
Torniamo a studiare questi nostri tesori!
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