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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Sapevate che anche i Borbone usarono i metodi “Piemontesi”contro i briganti?

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di Maria Lombardo Per mano borbonica tra il 1 847-1852 furono “ tolti di mezzo, morti o arrestati, un migliaio di briganti”- cita così lo studioso e storico Enzo Ciconte, si può benissimo dedurre che in periodo Borbonico le Calabrie fossero infestate dai briganti e che lo furono di meno dopo l’Unità (consultate l’articolo su questo blog sull’Inchiesta Massari). Dopo il ’48 il governo di Napoli decise di affidare a vari “uomini forti” del Regno il compito di combattere il brigantaggio, soprattutto a militari. E munito di pieni poteri giunge il marchese Ferdinando Nunziante.Fu proclamato lo stato d’assedio in Calabria Citra e Ultra seconda, mentre a Cosenza si insediava un consiglio di guerra con lo scopo di giudicare i briganti con rito sommario. Un enorme dispiegamento di uomini e forze finirono alla forca   107 briganti, tra uccisi e catturati e all’arresto di ben 180 parenti degli stessi briganti. Questo per iniziare! L’arresto dei parenti dei briganti faceva parte delle mi

Le "Fate delle Grutte"la leggenda di Zangarona (CZ)

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di Maria Lombardo Oggi per Viviamo la Calabria vi parlerò di una leggenda col sapore di favola della frazione Zangarona di Lamezia Terme. Ebbene si narra   che alla montagna di Zangarona vivessero delle  Fate ! Queste fate però vivevano nelle “grutte” ossia delle cavità, dimora nascosta   tra i boschi freschi e le rocce e uscivano solo verso mezzogiorno per ballare sotto le piante. Chiunque passando di là a quell'ora poteva vederle... Si dice che a molti cristiani furono regalati ori, terre e castelli solo perché trattavano bene le Fate. Ad altri invece vennero fatte magarìe, e tante sciagure patirono solo perché mancarono di rispetto alle Fate. Si dice che un contadino di ritorno dai campi le vide ballare e suonare flauti e tamburelli. Erano molto allegre!Una di loro nella foga perse un anello molto prezioso o forse lo fece apposta per mettere alla prova l'uomo. Il contadino, infatti, appena vide l'anello per terra fra gli arbusti lo raccolse e se ne scappò. Appen

IL VECCHIO AMARO DEL CAPO, PRODOTTO SIMBOLO DELLA CALABRIA.

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di Maria Lombardo Limbadi, all’ombra del Monte Poro, nella provincia di Vibo Valentia, viene prodotto un liquore molto noto che ha superato da tempo i confini territoriali della regione Calabria affermandosi anche all’estero. Si tratta dell’Amaro del Capo, il cui nome è coniugato da Capo Vaticano, centro turistico della zona, raffigurato anche sull’etichetta, prodotto storicamente dalla Distilleria Caffo, "i maestri distillatori del Sud" , che ne detiene la ricetta originale, rielaborata e migliorata grazie all'esperienza acquisita dalle quattro generazioni della famiglia. Il Vecchio Amaro del Capo è divenuto un prodotto simbolo della Calabria, tanto da essere inserito nell’elenco dei prodotti tradizionali della regione e può fregiarsi oggi dall’appellativo di liquore d’erbe di Calabria. La ricetta di questo amaro è antica e più che segreta, tramandata dalla famiglia calabrese da una generazione all’altra; comprende acqua, alcool, zucchero, aromi naturali e

Vi porto ai Laghi di Sibari un paradiso nato da poco dopo la bonifica della piana di Sibari.

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di Maria Lombardo Laghi, barche, negozi e villette a schiera, no non è Miami ne Venezia, sono i  Laghi di Sibari ! Questo piccolo paradiso tutto  Calabrese  è nato a metà degli anni Settanta grazie all’intuizione di alcuni imprenditori friulani a seguito alla bonifica della  piana di Sibari . Il complesso è dotato di molti comfort come negozi, albergo, cinema, ingresso barca fino a davanti la porta   oltre ad una bellissima spiaggia 100% sabbia di circa 2.5 km. Oltre ad essere un gradiosa attrazione turistica i  Laghi di Sibari  sono un vero e proprio porto, e non uno qualsiasi ma uno dei più grandi del Mediterraneo grazie ai suoi quasi 3000 posti barca. Eh che dire più…Quattro penisole con quasi 50 villette ciascuna con palme ma non solo, i  Laghi di Sibari  rappresentano anche un crocevia per tutti coloro i quali intendono sostare per poi raggiungere le splendide coste della Grecia. Come se non bastasse, sono tantissimi anche i posti da visitare nelle vicinanze, come

Sospiri o 'dolci della sposa' fatti in casa... "durci da sposa"

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di Maria Lombardo In dialetto calabrese sono i 'durci i zita', dolcetti semplici ma deliziosi, tipici del giorno delle nozze ma usati anche per qualsiasi altro evento. Sono dei dolcetti che fanno parte della tradizione culinaria della mia terra, la Calabria. Immancabili nei banchetti dei matrimoni e da qui il nome dolci della sposa o “durci i zita” in dialetto calabrese, ma richiestissimi dalle pasticcerie anche per qualsiasi altro tipo di occasione. Delle vere tentazioni per i più golosi. I sospiri sono dei dolci semplici ma deliziosi, davanti ai quali nessuno, o quasi, riesce a resistere.  Delizie fatte da un semplice e piccolo pan di spagna, farcito con crema e ricoperte da glassa bianca, arricchita da codette colorate o ciliege. Io vi propongo la mia versione, facile e veloce da preparare in casa, con un profumo dal gusto che sa di casalingo, senza ricorrere alla pasticceria, per un risultato che vi farà leccare i baffi. Ingredienti: Per il pan di spagna:

La quarantena nella storia dell'epidemie calabresi, un male necessario

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di Maria Lombardo In questo tempo, in cui tutti sono “medici e sapienti” come canta Bennato, si danno giudizi frettolosi disconoscendo il passato. Dire che una simile situazione non è stata mai vissuta e che siamo alla fine dei tempi è inesatto, superficiale. Ecco le ragione degli appunti, che abbiamo deciso di pubblicare su questa pagina, visto che i libri trovano poca diffusione. Vediamo, allora, ciò che è avvenuto ieri quando l’uomo per difendere la sua sopravvivenza fu costretto a scoprir e i benefici dell’isolamento sociale. Sorvoliamo sul periodo antico e cominciamo ad analizzare l’esperienza degli eroi delle epidemie, i medici, per poi incunearci nei meandri delle scelte politiche, nelle conseguenze economiche e tradizionali. Ovviamente, il nostro quadro di riferimento è il Mezzogiorno e la Calabria. Nel Medioevo, durante la peste 1347-48, i medici calabresi attribuirono la diffusione del contagio pestilenziale alle polveri velenose sparse dai musulmani. Lo straniero, q

SAPEVATE CHE NELLA BAIA DI NICOTERA (VV) ESISTONO COLONIE DI CORALLO MADREPORARIO ARBORESCENTE?

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di Maria Lombardo Non parlo mai del mare di Nicotera nei miei articoli per non illudere il turista e per non alzare critiche inutili. Una volta era un mare bellissimo quanto pulitissimo!   Ma di questa cosa voglio parlarrne ed apprezzare la scoperta. La baia di Nicotera custodisce, ad una profondità marina di 80 metri, delle vaste colonie di corallo madreporario arborescente. É quanto hanno scoperto nelle acque del Tirreno vibonese i biologi marini dell'Unità organizzativa "Marine Strategy" dell'Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria (Arpacal). La biodiversità del mare calabrese, a otto anni di distanza dal ritrovamento, da parte dei tecnici dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), di una foresta di corallo nero nei fondali delle acque prospicienti Scilla, regala così un'altra interessante scoperta scientifica che apre nuovi scenari di conoscenza. "Si tratta di un madreporario -

“NZUNCATEDDRA O GNAMMARA” : GASTRONOMIA DI SAN MARCO ARGENTANO (CS).

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di Maria Lombardo Dall’amicizia con Franco Lombardo di San Marco Argentano bellissimo borgo carico di storia del cosentino, è nata una proficua collaborazione. Collaborazione che mi ha aiutata a scoprire questo borgo affascinante quanto desideroso di farsi scoprire. Oggi però vi parlerò di una ricetta antichissima e di recupero una specie di “frittata” ma senza uova. Si faceva quando le uova erano destinate alla vendita per avere qualche soldino in più! INGRADIENTI:   Farina gr 100 acqua q. b. Un cucchiaio di olio di oliva, cipolle lunghe o dolci o piccanti nel senso che fanno bruciare gli occhi, in tutto n. 7 gambi di cipolle. Ricetta per 4 persone Prima fase : prendere la farina mescolarla con acqua e un pizzico di sale fino a raggiungere una pastella come se si   dovesse fare delle frittelle con solo farina, il tutto in una bacinella capiente unire le cipolle per amalgamare il tutto. Pulire e lavare i gambi di cipolle, poi tagliarli a pezzettini e metterli in un

LA LEGGENDA DELLO SCOGLIO DELLA GALEA DI BRIATICO (VV)

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di Maria Lombardo La baia di Sant’Irene è nota anche come la  Baia delle Sirene  e dei pirati, per via delle storie che ruotano attorno allo scoglio della Galera o Praca. Questa roccia naturale è cosi nota per la sua particolare forma che per via delle numerose cavità, ricorderebbe delle cellette.   Anche in questo caso, ripercorrendo le leggende e le storie di questo luogo incantato, risaliamo al mito greco. È proprio qui, infatti, tra lo scoglio della Galea e Punta Zambrone che sorgevano le famose isole Itacesie, cosi denominate in memoria della patria di Ulisse. Sembrerebbe che lo scoglio della Galea sarebbe l’unico monumento naturale, testimone di questo arcipelago. Inoltre diversi scogli che si trovano lungo il piccolo tratto di costa mantengono ancora oggi delle forme insolite e talvolta strane, tanto da spiegare il perché della presenza delle sirene su questa spiaggia, nei racconti popolari. Proprio per questo motivo s’ipotizza che il nome originario della Spiaggia d

E' nato Kitza!! Il liquore della Costa dei gelsomini in Calabria.

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di Maria Lombardo Per ricordare appunto gli infiniti gelsomini che, un tempo, caratterizzavano la costa ionica della locride compresa tra Monasterace e Palizzi in provincia di Reggio Calabria favorita da un clima caldo e soleggiato. I gelsomini erano raccolti dalle gelsominaie e davano tanto lavoro. Ora tutto questo è scomparso, i gelsomini non nascono più spontanei come un tempo e per ricordare tutto questo è nato il delicatissimo liquore. Il nome Kitza è la madre di tutte le stelle.... " L’importanza ancestrale del gelsomino ha dato vita nel corso dei secoli a moltissime leggende, secondo una di queste si narra che la madre di tutte le stelle, Kitza, nella sua reggia tra le nuvole, trascorreva il suo tempo preparando gli abiti d’oro per tutti i suoi figli, gli astri del firmamento. Un giorno al suo cospetto si presentarono un gruppo di piccole stelline che si lamentavano per il fatto che le loro vesti non sufficientemente belle e brillanti. La grande Kitza, tentò di ca

In Calabria è l’ora dello sciroppo “d’amura i celzu”

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di Maria Lombardo Buonissime more di gelso, bianche o nere a voi la scelta! Da noi ‘a mura, dal latino morus, frutti del morus celsa cioè moro alto, sono le more per eccellenza da non confondere con ‘a mura ‘i ruvetta . La Calabria abbonda di questo frutto antico e dolcissimo, ricche   di calcio, ferro, zinco, vitamine B2, C e K per una triplice azione antiossidante. Inoltre la medicina popolare ne faceva largo uso. L’albero di gelso era già conosciuto dai Greci, per i quali era una pianta consacrata al dio Pan e simboleggiava intelligenza e passione. Fu ai piedi di questa pianta che Ovidio nelle sue Metamorfosi chiude il dramma di Tisbe e Piramo. Contrastati dai parenti, i giovani si incontravano segretamente ma Tisbe un giorno fu creduta morta da Piramo, che alla notizia si uccise e Tisbe a sua volta morì di dolore. I Romani poi ne erano ghiotti facevano persino   il vinum moratum. Plinio il vecchio definiva il gelso sapientissima arborum, il più saggio degli alberi perché

La spiaggia Sant'Irene e lo scoglio della Galea: Costa degli Dei Vibonese.

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di Maria Lombardo   La Spiaggia Sant'Irene di Briatico è situata di poco più a nord della famosa Tropea, nei pressi della Marina di Zambrone Spiaggia a forma semicircolare semplicemente meravigliosa, non a caso situata all'interno della splendida costa degli Dei.. . Si tratta di una magnifica spiaggia, vero angolo incontaminato di paradiso, caratterizzata da un litorale vario e discontinuo, a tratti frastagliato e con calette rocciose, a tratti di sabbia fine. E’ innanzitutto situata all'interno di un contesto naturalistico unico non solo perchè oggettivamente affascinante, ma anche perchè ben preservato. La cosa è amplificata dal fatto che la spiaggia risulta molto intima e riservata grazie alla presenza alle sue spalle di alte rocce che la isolano da tutto il resto. Il mare che bagna la spiaggia è molto bello, cristallino ed incredibilmente trasparente, ideale per nuotare e fare il bagno. Nei tratti in cui sulla spiaggia affacciano hotel o residence, vi è la p

L’origano selvatico della Calabria, il più ricercato tra 50 tipologie esistenti

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di Maria Lombardo Spezia per eccellenza. In Calabria l'origano selvatico (Origanum Vulgare) è il più diffuso. Ha un profumo ed un aroma molto intensi e cresce spontaneamente lungo la costa, in zone di mare ed in luoghi aridi e soleggiati.La raccolta dell'origano è per i calabresi una vera tradizione: si raccoglie a fine giugno, anzi si dovrebbe fare il 24, giorno di San Giovanni Battista. Una volta raccolto, viene pulito dalle erbacce, diviso in mazzetti e fatto essiccare a testa in giù al chiuso, al riparo dal sole va essiccato a testa in giù in un luogo asciutto e al riparo dal sole e conservato in buste di carta. È possibile conservarlo per più anni chiuso in sacchetti di carta, oppure in vasetti di vetro sbriciolando i fili di origano, foglie e fiori compresi! La cucina calabrese fa un largo uso di origano, per insaporire tantissimi piatti sia di carne che di pesce. Che sapore avrebbe l'insalata di pomodori e cipolla di Tropea senza l'origano? E che d

Agesilao Milano l’arbereshe di Calabria che attentò alla vita di Ferdinando II di Borbone.

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di Maria Lombardo Si parla davvero poco anche in ambienti neomeridionalisti di Agesilao Milano il calabro-albanofono che attenta fallendo la vita di Ferdinando II. Il Regno delle Due Sicilie, il più popoloso dell’Italia dell’epoca, viveva una stagione contraddittoria caratterizzata da uno sviluppo economico a “macchia di leopardo”: a piccole realtà industriali, che andavano oltre gli standard europei, si affiancavano intere aree arretratissime dove i rapporti di lavoro e di produzione erano fermi al medioevo.A ciò bisogna aggiungere la totale mancanza di libertà di espressione che veniva repressa da un apparato poliziesco capillare e feroce che si avvaleva dell’appoggio dell’esercito e, in particolare, dei reparti mercenari di soldati svizzeri. Per quanto riguarda gli Albanesi, residenti nel Regno dalla metà del XV sec., occorre sottolineare che la loro indole era poco incline alle vessazioni che subivano da secoli da parte di feudatari laici ed ecclesiastici. La borghesia t

Grandi novità per la Calabria 5 prodotti entrano nel “Paniere d’Italia”.

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di Maria Lombardo 5 prodotti della Calabria entrano di diritto nel “Paniere d’Italia”, uno strumento – promosso da Italive.it e sostenuto da Autostrade per l’Italia, in collaborazione con Consumerlab – che seleziona e raccoglie le eccellenze alimentari più apprezzate dai consumatori e dalla critica, e che porterà in giro per il mondo la conoscenza di cibi e bevande tipici delle regioni italiane. 73.488 consumatori, critici, esperti ed amanti del cibo di tutta Italia hanno infatti votato online e individuato 40 prodotti locali che, su un totale di 1.025 beni enogastronomici in gara, vanno ora a comporre il “Paniere d’Italia”. Tra i prodotti vincitori inseriti nel paniere anche 5 eccellenze della Calabria:  Amaro Cedramaro (Officine dei Cedri) prodotto a Santa Maria del Cedro (CS); Confettura di cipolle di Tropea (Delizie Vaticane di Tropea) prodotta a S. Domenica di Ricadi (VV); Marmellata di Bergamotto (Azienda Agricola La Spina Santa) prodotta a Bova Marina (RC); Salame

Marco Aurelio Severino di Tarsia (CS) luminare calabrese che scoprì la peste a Napoli nel 1656.

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di Maria Lombardo Il premier britannico, come è stato messo in risalto dagli organi di stampa, è stato costantemente seguito, con successo, da un medico calabrese. La politica esalta i  suoi traguardi, ma non si interroga sul perché della lontananza dalla regione di origine. Sembra che l’arroganza del potere cancelli la memoria di chi è protagonista di questa tragedia culturale, di chi alla meritocrazia ha preferito l’interesse personale, l’appartenenza e i rapporti familiari. Quattrocento anni fa lo stesso destino fu di un altro luminare della medicina: Marco Aurelio Severino di Tarsia. Emigrato a Napoli non riuscendo a trovare spazio nella provincia cosentina, egli scoprì la peste introdotta nel porto della città campana a inizio gennaio 1656. Le autorità spagnole, tuttavia, per non compromettere l’economia, fecero finta di non capire intimando il silenzio al professionista. Così, la capitale precipitò nella disperazione diventando un tempio di morte. Solo allora, il viceré

Il viaggio in Provenza, San Francesco il Paolano ed il miracolo per la peste Fine XV secolo.

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di Maria Lombardo Ed ecco che il più grande Santo di Calabria approda nella cittadina di Fréjus   che era colpita da una micidiale peste. Circa metà della popolazione era morta, molti altri cittadini erano fuggiti. Tantissimi erano rimasti chiusi in casa per timore del contagio.Ormai la fama del  taumaturgo Francesco  si propagava sempre più, fino ad arrivare alla corte francese. Partì dalla Calabria, diretto verso la Francia. Prima di arrivare a destinazione, fece due tappe: Napoli e Roma. Per raggiungere la destinazione, sbarcò a Bormes-les-Mimosas. Francesco si trovò, sin da subito, dinanzi alla  micidiale peste  che stava martoriando tutta la regione della Provenza francese. Fu così che fronteggiò subito l’epidemia, liberando la cittadina dal morbo assassino. Si diresse, allora, verso la cittadina di Plessis-lès-Tours, dove risiedeva il re Luigi XI. Sulla strada, farà tappa a Fréjus, epicentro della peste. Il Santo vedendo la popolazione ormai allo stremo intervenne! Si p

Sapete che Anna Magnani potrebbe avere sangue calabrese? Il padre era di Tropea (VV)

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di Maria Lombardo Che la vita della grande attrice Romana che vinse fior fiore di premi tra cui l’Oscar con il film la Rosa Tatuata nel ’56, fosse ammantato di mistero non è una novità. Ma sapere che l’attrice avesse sangue calabrese ci rende orgogliosi.   Renderà più orgogliosi i Tropeani che possono vantarsi anche di questo! Scomparsa nel 1973, Magnani era nata a Roma il 7 marzo 1908, da Marina Magnani , una sarta originaria della Romagna. Sconosciuto, invece, il padre. Ed ecco che da adulta la stessa attrice vuole scoprire di più sulle sue origini ma furono le zie ad informarla che il padre avesse origini vibonesi, i l cognome del papà, che non ha mai conosciuto, era Del Duce  e ad un giornalista che in un’intervista le chiese al riguardo, rispose, con la sua abituale ironia, di essersi fermata nelle indagini perché  non voleva si dicesse che fosse "la figlia del Duce" .     Lei, il cinema italiano la figura apicale del neorealismo ha rifiutato di indagare oltre!

I CALABRESI E I BORBONE , UN RAPPORTO MOLTO PIU' CHE DIFFICILE

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di Maria Lombardo I Calabresi non hanno mai avuto un buon rapporto con i Borbone e hanno pagato molto duramente la loro aspirazione ad essere cittadini e non suddidi, effettivamente in questi anni ho trovato parecchio materiale a prova di quanto detto in calce in giro per la Calabria e non solo. Una terra povera e affamata la Calabria bando a chiunque asserisca fosse terra ricca ed evoluta. Nel giugno 1848 i Borbone inviano uno specialista delle stragi e delle repressioni , il generale Nunziante , che capisce subito di non avere un compito molto facile, attenzione cari lettori in questo blog potete trovare tutta la cronaca storica sulle rivoluzioni calabre contro i Borbone. Torniamo però a Nunziante! Prima di passare a maniere forti, Nunziante  che ha gia'  aveva subito qualche legnata dai patrioti calabresi , prova a blandirli con un proclama in cui fa intravedere la carota e il bastone ; le liberta' costituzionali , ma anche le rappresaglie . Ma i calabresi non si fida

CALABRIA: RISOTTO AI FRUTTI DI BOSCO DELLA SILA

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di Maria Lombardo Se andate in Sila, non disdegnate un risotto ai frutti di bosco. Pensavo fosse un piatto stravagante, invece è stato un  tripudio delle mie papille gustative, con l’unico inconveniente che non mi è bastata una sola porzione. Pero’, ne valeva la pena. Un piatto abbondante seguito da un misto armonioso di frutti di bosco con panna. Durante il pasto, bevete solo acqua fresca delle fontane della Sila. RICETTA INGREDIENTI per 4 persone: ◦ 350 grammi di riso qualità vialone nano ◦ 1 cipolla rossa ◦ 250 g di frutti di bosco freschi ◦ 1 litro di brodo vegetale ◦ 40 grammi di burro ◦ 50 ml di yogurt bianco ◦ 1/2 bicchiere di vino bianco secco ◦ 2 cucchiaini di pepe verde in grani PREPARAZIONE: 1 Lavate per bene i frutti di bosco sotto l’acqua corrente poi fate colare l’acqua 2 Frullate una metà dei frutti e tagliate a tocchetti il restante, separandoli in due ciotoline 3 Intanto, mettete il brodo sul fuoco e portatelo a bollore 4 Mondate e tri

I Salinari di Calabria duemila anni di storia di estrazione del salgemma a Lungro (CS)

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di Maria Lombardo Eureka! ….C'è sempre qualcosa da imparare dalla storia Calabrese, c'è sempre qualcosa che merita di essere tirata in ballo perché poco conosciuta. Intuisco che la mia Regione abbia avuto un passato estrattivo di salgemma, ne ho sentito parlare dagli anziani che acquistavano il sale di Calabria, ubicata nell'agreste cuore del Parco del Pollino e di cui oggi ne rimane una via del sale ancora poco nota e sicuramente da valorizzare. Siamo nella zona dell'Orsomarso una zona verdeggiante di montagna. Qui è ubicato da secoli   il bacino salifero di Lungro che dalla notte dei tempi produceva un sale di ottima fattura. Lo si raggiunge dalla piana sibarita agevolmente trovandosi tra le prime colline che costeggiano il torrente Grondo a confine tra i centri di Altomonte, Acquaformosa e poi Lungro. Il mio viaggio di conoscenza parte dalla popolazione la quale dipinge questa zona come area ricca.   Lungro appare come   linfa vitale, per intere generazion

Il guardiolo l’occitano di Calabria: dialetto di Guardia Piemontese (CS).

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di Maria Lombardo Oggi siamo a Guardia Piemontese culla del guardiolo ossia antica lingua che si parla solo in questo borgo cosentino ed in Piemonte. Ovviamente è una lingua tutelata! Dalle ricerche fatte nel borgo e poi date alla stampa come "Spettro di frequenze e varianti nel linguaggio di Guardia Piemontese d'oggi: sfaldamento, contaminazione o evoluzione?" (contenuto nel volume: AA.VV.,  Guardia Piemontese le ragioni di una civiltà. Indagine sul mondo occitanico calabrese , Gnisci, Paola, 1999, pagg. 53-87) risulta che il dialetto è usato tra le varie generazioni. La metodologia di approccio per questa indagine sul campo è stata la somministrazione del testo di un racconto popolare, inizialmente in lingua guardiola, proposto in italiano a un numero congruo e rappresentativo di abitanti di Guardia Piemontese, con preghiera di volgerlo simultaneamente in guardiolo. Ma cos’è l’occitano? È una lingua neolatina   parlata nel sud della  Francia , sui  Pirenei  (nel