LA LEGGENDA DELLO SCOGLIO DELLA GALEA DI BRIATICO (VV)
di Maria Lombardo
La baia di
Sant’Irene è nota anche come la Baia delle Sirene e dei pirati, per via delle storie che
ruotano attorno allo scoglio della Galera o Praca. Questa roccia naturale è
cosi nota per la sua particolare forma che per via delle numerose cavità,
ricorderebbe delle cellette. Anche in questo caso, ripercorrendo le
leggende e le storie di questo luogo incantato, risaliamo al mito greco. È
proprio qui, infatti, tra lo scoglio della Galea e Punta Zambrone che sorgevano
le famose isole Itacesie, cosi denominate in memoria della patria di Ulisse.
Sembrerebbe che lo
scoglio della Galea sarebbe l’unico monumento naturale, testimone di questo
arcipelago. Inoltre diversi scogli che si trovano lungo il piccolo tratto di
costa mantengono ancora oggi delle forme insolite e talvolta strane, tanto da
spiegare il perché della presenza delle sirene su questa spiaggia, nei racconti
popolari. Proprio per questo motivo s’ipotizza che il nome originario della Spiaggia
di Sant’Irene, fosse Spiaggia delle Sirene. Tornando allo scoglio della Galera
esiste una spiegazione leggendaria e un’altra di carattere storico. La
leggenda narra che sullo scoglio venissero imprigionati e condannati a una
morte lunga e dolorosa i pirati che osavano rubare il tesoro nascosto
all’interno del costone roccioso. La possibile posizione del tesoro dei pirati
nel costone roccioso di Sant’Irene è ancora visibile dall’esterno. Quando vi
troverete davanti lo scoglio della Galea voltatevi e puntate lo sguardo verso
il costone di roccia subito di fronte a voi. Noterete sulla parete una piccola
cavità. Sembrerebbe proprio che li sia custodito il tesoro. Vi suggeriamo di
non avvicinarvi perché nessuno è mai riuscito ad averlo.
I pirati venivano legati su delle sedute, ancora oggi visibili sullo scoglio, che durante il giorno si mantenevano sul livello del mare. Tra la sera e la notte, la marea si alzava lentamente, inabissando i pirati e soffocandoli sott’acqua. E proprio negli ultimi istanti di vita, nell’agonia, i pirati venivano raggiunti dalle sirene che infliggevano loro torture, smangiando il loro corpo.
I pirati venivano legati su delle sedute, ancora oggi visibili sullo scoglio, che durante il giorno si mantenevano sul livello del mare. Tra la sera e la notte, la marea si alzava lentamente, inabissando i pirati e soffocandoli sott’acqua. E proprio negli ultimi istanti di vita, nell’agonia, i pirati venivano raggiunti dalle sirene che infliggevano loro torture, smangiando il loro corpo.
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