Conoscete il ramo dei Borbone di Roccaguglielma ed il loro strano caso

Crediti foto: Wikipedia

 di Maria Lombardo 


 

Quando scomparve il Regno delle Due Sicilie i tanti rami cadetti della Corona di Napoli si sparsero per l’Italia ed il mondo. Vi furono però molte contrapposizioni! Alcuni rimasero fedeli alla loro discendenza altri abbracciarono le idee liberali. In queste vicende un caso del tutto peculiare è quello dei Borbone di Roccaguglielma, un ramo cadetto derivante da un matrimonio diseguale che, appena pochi anni dopo la nascita del Regno d’Italia, riconobbe il nuovo stato unitario e rinunciò alle velleità di restaurazione, ottenendo il pieno riconoscimento da parte dell’Italia sabauda e, in seguito, partecipando attivamente alla vita dello stato italiano. So che i neomeridionalisti rimarranno senza imprecazione alcuna poiché loro di ricerca seria ne svolgono davvero poco e non conoscono quanto sto narrando. Questo dei Borbone di Roccaguglielma era discendenza Luigi di Borbone Sicilie (1824-1897), conte di Aquila, figlio del re Francesco I ° delle Due Sicilie e l'Infanta Maria Isabella di Spagna. Luigi fratello di Ferdinando II ebbe da sempre la fama di liberale già Luogotenente del Re in Sicilia per alcuni mesi nel’48. Ebbene fu emarginato dal fratello prima e dal nipote Francesco II dopo. Criticò aspramente l’operato con cui agì il nipote quando perse il trono coi Piemontesi. Francesco lo accusò di cospirazione e lo spedì in esilio in Brasile con la famiglia ma alla fine si fermò in Francia. Torniamo però al storia del  primo conte di Roccaguglielma è il principe Luigi di Borbone-Siciles (1845-1909), sposato morganaticamente a New York nel 1869 con Maria Amelia Bellow-Hamel y Penot (1847-1914), sepolta nel cimitero di Montmartre. Inoltre la moglie morganatica era figlia di un ricco mercante ebreo americano stabilito a Cuba  John Bellow-Hamel y Nathans I Pénot, originari di Bordeaux, si erano stabiliti a Filadelfia nel 1810. In esilio si impegnò molto nell’arte, da giovane, studiando pittura con lo Smargiassi e ispirandosi alla maniera della scuola di Posillipo, egli aveva rivelato buone tendenze artistiche. Nell'esilio egli si dedicò assiduamente alla pittura, subendo l'influsso dei paesaggisti francesi ed esponendo i suoi quadri, vivamente apprezzati, in non poche mostre, e soprattutto nella grande esposizione del 1878. Mentre faceva tutto questo Luigi Maria a causa di questo matrimonio perse ogni titolo Francesco II si accanì contro questo matrimonio. Nonostante tutto lo ritenne degno solo di un minuscolo feudo in Ciociaria. Riconobbero l'unità d'Italia i suoi eredi, ricevendo da Umberto I la conferma del titolo di conti di Rocca Guglielma. Ecco che si iniziò a parlare di battaglie legali per usare i titoli reali e siamo solo nel 1901. Ne uscirono vincitori ma a metà i parenti domiciliati in Francia si opposero ancora! Una discendenza che fece parlare molto di sé ma che incarnò il “cambio di stagione” ad ogni latitudine.


G. Maresca, I Borboni conti d'Aquila, poi conti di Roccaguglielma, in Rivista araldica, LXVII (1969), p. 137

H. Acton, Gli ultimi Borboni di Napoli (1825-1861), Milano 1962, ad Indicem


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