Laino Castello Vecchio (CS): il borgo incantato del Pollino


 

di Maria Lombardo 


Laino Castello si trova sul colle dove, un tempo i Longobardi fondarono la loro imprendibile fortezza.

Nei secoli precedenti ha avuto tanta importanza al punto da diventare “capitale” del monachismo meridionale.

L’intero paesaggio è maestosamente incastonato, come una gemma preziosa, nel rigoglioso verde della vallata sottostante, cuore del Parco Nazionale del Pollino.! Probabilmente il toponimo deriva dal fiume Lao che la circonda. È un vero e proprio paese abbandonato ma non per questo ha perso la sua bellezza. Una “ghost town” ammaliante! La sua storia è molto affascinante. Non è facile stabilire l’esatta origine di Laino Castello ma ciò che è certo è che nel 1811 Laino Castello era scissa da Laino Borgo. Una separazione che era durata fino al 1928 quando i due comuni si erano riuniti sotto il nome di ‘Laino Bruzio’. Un’annessione che si conclude nell’anno 1947 con una divisione definitiva. Entrambi i centri abitati hanno condiviso numerose vicende storiche. Di origine Magno Greca fondata dai Sibariti altri la vogliono fondata da alcuni sopravvissuti di Lavinium, una città romana dell’area di Orsomarso, i cui abitanti erano scampati alla malaria ed erano riuscite a sfuggire alle incursioni dei Barbari. Di grande fervore economico la città aveva iniziato a coniare monete chiamate “Lainos”, i cui simboli erano il vitello, la colomba e l’aquila. Dopo un periodo di splendore durato circa due secoli, dalla fine del IV secolo a.C., iniziò una lenta e inesorabile decadenza segnata anche dall’incedere dei Lucani e dei Bruzi animati da pressanti mire espansionistiche. La città si riduce ad un villaggio! Laino inizia a risollevarsi con l’arrivo dei Bizantini. Proprio i monaci basiliani, giunti dal Medio Oriente dopo l’editto di Leone III l’Isaurico che propugnava l’iconoclastia e la conquista araba della loro terra natia, iniziarono a impiantare nel territorio una serie di laure, cappelle, chiese e monasteri che fecero accrescere l’importanza religiosa, culturale ed economica di Laino e di tutta l’area circostante. Segni evidenti della presenza dei monaci basiliani si trovano nella chiesa madre di San Teodoro e nell’uso della liturgia greca durata fino al 1562, nonché nella toponomastica di varie località. Nella guerra per il predominio tra Bizantini e Longobardi, questi ultimi, nel 851, si stabilirono sul colle San Teodoro costruendo un castello (Castrum Layni). Con i Normanni il territorio venne smembrato e teatro di tante battaglie. Fino al 1982 i lainesi hanno abitato nel centro storico arroccato sul colle S. Teodoro, ma già nel 1958 quando un muro venne giù, seppellendo la Fiat 600 del medico condotto, i maggiorenti del paese enfatizzarono l’episodio della “frana” fino ad assumerlo quale sintomo dell’instabilità dell’intero centro abitato. Col toponimo "Laino Castello Vecchio" si è soliti indicare quello che oggi resta del paesino costruito sul colle San Teodoro. La particolarità della visita al borgo è data dalla sua ubicazione e dal fatto di essere completamente disabitato, un insieme di case abbandonate che si fondono con la natura che le circonda. La visita è agevole e alla fine del percorso, presso la terrazza panoramica, si può osservare la Gola del fiume Lao.


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