Festività natalizie a San Giovanni in Fiore (CS): il canto dello Zugghi


 


di  Maria Lombardo 


Ovviamente è un canto di buon augurio che si pratica in casa di amici e parenti. Davvero un rito secolare che si accompagna con la fisarmonica, il tamburello, la chitarra e lo zugghi. E’ simile alla strina insomma! Il nome del canto deriva dal nome dello strumento che si utilizza per accompagnare la voce. Cantato da i pallapallisi doc e suonato da un futuro fisarmonicista con laiuto del capitano della squadra del paese. “Senz’essere chiamati simu venuti, oi simu venuti, a lli patruni lle via li bon trovati." veniva spesso intonato durante le festività di fine anno, in special modo il giorno di Capodanno. Un gruppo di canturi e sonaturi  si riunivano, in allegra compagnia, davanti a case di parenti e amici; dando il loro meglio cantavano fino quando qualcuno non venisse loro ad aprire.  La baldoria non finiva lì: i musicisti venivano invitati ad entrare e a consumare una piccola cena offerta dal padrone di casa, il quale, nella maggior  parte dei casi, "ringraziava" per la musicale visita regalando loro dei soldi. Di casa in casa, il gruppo, in una sola notte, proponeva la bella serenata natalizia ad altre famiglie, con la speranza di riempire lo stomaco e ancor di più lo stomaco e soprattutto il portafoglio. La festa continuava fino all'alba. Erano parole augurali comprensibili all'interno di complessi rituali di un tempo di passaggio e di rinnovamento. La speranza era all'ordine come i sorrisi gli abbracci e perchè no qualche brindisi si faceva pure. Capisco però che Lo “zuchi” è un canto per chiedere l'elemosina usando la nascita di Gesù come buon auspicio che venivano elargito dalle famiglie ricche. Ragion per cui quando i soldi scarseggiavano si donava cibo, dolci, bevande oggi era diventato un rito di nicchia. Si portava solo agli amici o parenti per augurare prosperità, pace e salute.  Di solito però nelle case dei benestanti si iniziava a cantare e poi si passava agli auguri singoli augurando ad ogni persona auguri speciali in rima. Lo "zuchi" ha il senso della solidarietà e dell'ospitalità tipico della gente di Calabria. E' chiaro che essendo un rito della solidarietà la porta si deve sempre aprire ascoltare e poi fare lo zugghi. Qualora la porta non si apre i ragazzi si vendicano con una “ zugghi della disgrazia”.

 


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