Sapete che Ingrid Bergman fu a Catanzaro. La firma sul lenzuolo


 

di Maria Lombardo 


Nel 1950, sul n.41 de "L'Europeo" settimanale (poi ripreso da "L'Europeo" bimestrale nel gennaio 2006) trovò posto un articolo dedicato a Ingrid Bergman madre e seduttrice scritto da Camilla Cederna, forse la più colta e brillante cronista di costume nel secondo Novecento. Ne "posto" un breve brano, molto emblematico di una certa Italia. (S.L.L.) Nel racconto “Una violacciocca per Ingrid” scritto da Sergio Caroleo viene descritto l’episodio del loro arrivo e il particolare fascino dell’attrice, così riassunto in alcune righe: “…Ingrid, inefficacemente celata da un paio d’occhiali scuri a goccia, con la bionda chioma raccolta da un foulard annodato alla nuca, apparve a tutti imponente nella sua naturale bellezza. Portava un leggero cappotto chiaro, che lasciava intravedere i pantaloni, capo di vestiario quasi del tutto inusuale per le donne catanzaresi. Aveva tra le mani una Leica, che tradiva uno sguardo curioso ed emancipato sul mondo”. Inoltre anche Soltanto ora Ingrid comincia ad abituarsi alle maniere degli italiani, ma un anno e mezzo fa, quando arrivò in Italia, ne restò sgomenta. Si ricorda di una notte passata a Catanzaro. L'albergo, nel quale, insieme a Rossellini aveva prenotato le stanze, era pieno di notabili catanzaresi, silenziosi, vestiti di nero, ma radunati in tale folla da farle venire le vertigini. Ce n'erano nell'atrio, sulle scale che portavano alla sua camera da letto, nel corridoio, e davanti alla porta del bagno, ch'era a metà del corridoio. Ingrid per andare a dormire dovette passare attraverso ali nere di uomini immobili, dallo sguardo avido e cu­po; poi, andando e tornando dal bagno, li vide ancora fermi nell'ombra, in un silenzio, dice, "da esecuzione capitale". Forse rimasero lì tutta la notte; fatto sta che al mattino le stesse facce intente riempivano di nuovo l'albergo, e in più le mogli, le sorelle, le zie di questi uomini vollero esserle presentate, mentre i bambini vestiti a festa andavano a baciarle la mano. Prima della partenza, poi, l'albergatore chiese a Ingrid l'onore di firmargli il lenzuolo nel quale aveva dormito. Dormì al  “Grande Albergo Moderno” in Piazza Matteotti.

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