" 'A SIRA E L'ABBUTTU" antico rito di Cropani (CZ) per l’Epifania

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di Maria Lombardo 


A Cropani la vigilia dell' Epifania ('u Vattisimu) era conosciuta come "a sira e l'abbuttu" e secondo la tradizione si dovevano mangiare tredici cose. La scelta del numero tredici non era casuale, questi alludeva, infatti, alla tavola dell'ultima cena attorno alla quale sedettero Gesù e i dodici apostoli. Trovo questo antico rito in un testo sulla storia del borgo di Cropani (Cropani, ogni metro una porta).La tradizione era rigorosamente rispettata sia dalle famiglie benestanti sia da quelle povere; quest' ultime, non avendo la possibilità di preparare tredici pietanze diverse, solevano contare ogni singolo ingrediente dei pochi e poveri piatti per arrivare a tredici. La semplicissima pasta alle alici con la mollica ne contava già quattro (olio, alici, pasta e mollica), i broccoli in pastella, cinque (olio, broccoli, farina, uova e sale) poi si contava il baccalà fritto, il vino, un pò di frutta secca e qualche fetta di dolce della tradizione ed il gioco era fatto.Tredici portate senza il minimo segno di carne, infatti, "a sira e l'abbuttu" non ci si doceva "cambarare" (non si doveva mangiare carne) in quanto il detto recitava: "chine mange carna 'a sira e l'abbuttu quandu more divente  minzu  cane e minzu  cristianu". Alla fine della cena la tavola rimaneva imbandita in quanto si credeva che durante la notte le anime del Purgatorio uscissero dai luoghi delle loro pene e si recassero nelle case di parenti ed amici per mangiare qualcosa. Anche in questa occasione, come a Natale, agli animali veniva ridonato il linguaggio perduto e quindi per evitare che questi esprimessero giudizi negativi sui loro padroni e magari, come nel caso degli asini, non volessero più lavorare per loro venivano fatti mangiare e bere a sazietà ("a scattapanza"). Era questa una notte magica in cui le fontane scorrevano olio e miele.. è inoltre la notte in cui si "vattianu" (battezzano) i venti.

 


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