Nicotera (VV): epoca romana
di Maria Lombardo
Studiosi, ricercatori, archeologi ,scrittori ,geografi ,tutti vengono attratti da quella terra lontana “irrigata dalla celeste rugiada e dalla natural abbondanza delle acque ,che mantiene prati erbosi (...)dal bellissimo loro essere, facilmente si muove l'intelletto alla contemplazione del deliziosissimo giardino piantato da DIO e dato in guardia agli uomini “ sto parlando di Nicotera e che George Gissing definì Esperidi .In siffatta dimensione, Nicotera ,che il Marafioti pone verso mezzogiorno e descrive come luogo dove :”l'aria è salutifera ,come si può assai evidentemente comprendere dalla proporzione lodevole dei corpi dei nicoteresi e dalla bellezza delle donne ...questa città è chiamata da Plinio Medma “.In seguito divenne di Bruzio dominio Romano ….. In un noto libro da me rinvenuto nella biblioteca del mio amato paesello ho scorto un libro che porta titolo :Nicotera ,storia, mito, leggenda ed a pagina 18 gli autori Giuseppe Cinquegrana e Cosma Mazzeo annotano :”IL passaggio da Nicotera a Medma è ancora oggetto di studio ed al momento ci si attiene al Barrio, il quale suppone che,nei primi secoli D.C.,la città era rimasta quasi senza abitanti e fu ripopolata dall'esercito Romano,che ,vittorioso ritornava da guerre in Africa.In onore a questi gloriosi soldati fu dato nome di Nicotera o Nicodra da Vicrtrix, cioè la vincitrice”.Come dire che i Greci gettarono le basi ma toccò ai Romani sviluppare il centro .Lo stesso Barrio nella sua opera :Antichità e luoghi di Calabria a pagina 21 pone scritto “ ….est Romane classis Prefestum Nerva, aut Traiano, aut Adriano imperante ,qui inter Dominitianum, et Antonium Pium fuerant ,ex Aphrica ,(...)et ea ex victoria nominasse Nicotera” .Tuttavia anche nel testo Cronistoria civile e religiosa della Città di Nicotera il Dott .Diego Corso augusto Nicoterese scrive :”Si opina che la città sia surta durante le guerre civili tra Cesare e Pompeo, appoggiandosi ad Appiano, il quale ricorda due vittorie di Sesto Pompeo sopra i Cesarini in questi paraggi”. Effettivamente crediamo che Nicotera fu una colonia de' Romani ma continua il Corso :”Avendo questi nell'anno di Roma 494 AC, riportato la prima vittoria navale sopra i Cartaginesi nel seno di mare posto tra le isole Lipari ,la punta d'Italia e la costa ove poi surse Nicotera (…).Moltissimi gli edifici residenziali ,ed a carattere produttivo e commerciale nell'aggregato urbano di Nicotera se per cronaca non posso definirla Municipium di certo è lecito pensare che fu Urbe in rapido accrescimento ,più consona alla posizione geografica ed alle mutate situazioni politiche che diede Nerone dopo le leggi urbanistiche .Annotano ancora altre fonti storiche tra cui spicca l'erudito monteleonese Vito Capialbi ,si ricollegano alla posizione di uno dei porti più attivi del Mediterraneo, situato nei pressi di Feudo Ravello ,conosciuto ancora dallo storico Strabone che lo definì Emporion (www.marialombardo .tk). Questi ultimi capirono l'importanza dell'Emporion e nelle vicinanze ubicarono una nota cava ancora oggi visibile .La grandezza della Nicotera Romana ruotò intorno a questo facoltoso porto ma ci descrive con dovizia di particolari Solano nei suoi famosi Quaderni stampato nel 1985 :”il porto doveva essere un semplice approdo sul litorale,servito da una piccola banchina ,tale da poter riparare le imbarcazioni (...)e favorito dalla natura e tecnica del luogo con attrezzature portuali molto ridotte”.Il porto ,sottostante la cava permetteva il trasporto dei manufatti ,legati e fatti scivolare per poi imbarcarli sulla naves marmorum .I Romani infatti eressero Nicotera come “ statio “più importante della via Popilia. Nicotera, la città incontaminata ove si trova l'abbondanza , menzionato nell'itinerario dell'Imperatore Antonino Pio , divenne poi mansio terrestre e marittima . Benchè la storia ignori il complessivo delle colonie militari spedite nelle singole Regioni ,pure esplicitamente è agevole potersi dire che la Via Popilia costruita dal console P.Popilio Lenata da Reggio a Capua passasse per Nicotera (la grande arteria consolare).A tal proposito si propone nuovamente il Corso che ci dice :”Lo attestano ad ogni piè sospinto ,i diversi monumenti esumati dalle campagne adiacenti , e la tradizione costante e diurna ,che dice Nicotera aver avuto accrescimento dalle reliquie di Medama “.Sebbene le sorti storiche diedero onore alla nuova Urbe col nome di Nicotera troviamo segnato nella Tavola Peutingeriana ,il punto dove Strabone ,collocava Medama .La tradizione ,infatti è consona alla storia, perché nei primi tempi l'Urbe di Nicotera era posta sui piani della costiera di Maddama -Diana e pochi chilometri dal mare e dalla vetusta Medama. Dalla compilazione dell'Itenerario in sino al IV secolo ,non vi è menzione negli annali dell'Impero di Roma, se non che tali regioni furono sotto Adriano e Costantino rette dai Consolari ,che risiedevano a Reggio chi vuol capire capisca .Il grande avvenimento risultò essere la diffusione anche a Nicotera della buona novella ,Nicotera fu abbracciata al pari di Reggio ,di Locri e Taureana nella dottrina di Cristo .Ma ci lascia scritto il Marafioti ,nel suo scritto Cronache e antichità di Calabria del 1601 :” fin dai primi tempi si rese vassalla del Crocifisso onde ne meritò una sede vescovile delle più antiche di Calabria “.Nicotera, sotto i Romani cresce a nuova vita sono passati gli anni in cui subisce declini perenni dovuti ad invasioni o epidemie malariche ma si fa nascere un luogo che passò alla storia come contrada Romana . Tuttavia molti dei resti di tale luogo vennero rinvenuti dal Cav. Capialbi assiduo frequentatore di Nicotera che in prossimità dell'antico porto scopre l' acquedotto di epoca Romana che forniva il centro di acque salubri. Tracce di quanto io attesto le possiamo trovare su un testo che porta titolo Nicotera nei suoi archivi a cura di E. Gligora per le edizioni Virgilio che a pagina 34 affronta lo studio di un documento datato 1762 e che attesta l'esistenza delle vetusta mura. Ma a conti fatti il conte Capialbi che nella sua magnifica opera Mesma e Medama fu il primo studioso che si è interessato alla questione lasciò ai posteri tali parole :” di fermo nell'ampia pianura dalla parte tra mezzogiorno e ponente di Nicotera ,(...) si trova un maestoso lunghissimo acquidotto ,opera Romana ,(...).Per mezzo di esso si conduevano le acque vicino al mare in un sito ,(...), denominato S.Teodoro (…),che riuniva le acque ,e le faceva sgorgare per uso agli abitanti ,e del prossimo emporio o porto.”Ma vi è ancora il prof. Russo ,illustre studioso ,pubblica a sua volta ,una nuova carta topografica molto dettagliata , tale scritto è corredato di fotografie scattate dallo stesso nell'estate del 1926 quando trascorse a Nicotera Marina le ferie estive . Quanto scritto apparve nella Grande Fonte opera di Vincenzo Russo :”Da questo posto internandosi (…) si possono scorgere i piloni scoperti da Capialbi ….(...)i resti dell'antico acquedotto non sono però solamente i piloni scoperti dal Capialbi (…) .Sotto gli ulivi e tra i filari delle vigne affiorano gli sfiatatoi dell'acquedotto, in cui scorre timidamente l'acqua cara alla ninfa medme “.Tuttavia il Russo con altre parole afferma :”Le dimensioni dell'acquedotto (..) danno l'idea di un opera maestosa ,che doveva essere proporzionata all'importanza della Città “.Sebbene il territorio detto di S.Faustina fu la zona Romana per eccellenza al tempo del Russo l'area fu disseminata di laterizi di ogni sorta ,segnale della presenza di una fabbrica andata distrutta dai privati .In siffatto contesto non possono mancare le autorevoli parole del noto archeologo Nicoterese Achille Solano che in un Saggio di scavo dice :”...(...) oltre a garantire un flusso perenne e spontaneo d'acqua fresca non inquinata per i servizi dell'Emporio e del porto fanno sospettare il fiorire di bagni pubblici ,fontane ,canali ,per l'irrigazione di giardini e campi “.Sebbene la storia insegna che a Nicotera già al tempo di Paolo Orsi e dei suoi scavi su Medma ,proprio sul tratto dove lo stesso indicò tracce di antiche cave ,il prof Achille Solano, proprio nel 1972 scoprì una cava di granito .Quanto attestato da Paolo Orsi ebbe giusta collocazione a Nicotera negli anni più floridi dell'Impero di Roma e fino al Medio Evo si lavorava il granito .Sembra infatti che dalla stessa cava di Nicotera partissero le colonne di alcune ville disseminate nell'agro calabro ed al Tocco di Motta Filocastro ,territorio di Limbadi .Sembra ancora che dalla stessa cava provengono colonne utilizzate a Roma e Venezia ,in età Romana . La definizione volgare di cava è sostanzialmente una officina per la lavorazione del granito i Romani di Nicotera la definivano così :”ordo de lapidicinis”del I secolo d. c. tutto avveniva a cielo aperto senza utilizzare giri di parole . E' nell'area della cava con l'ausilio di vetusta ritrovamenti o antiche lavorazioni che ci riportano sulla condizione, gli usi, i culti di quella gente che visse le sue ore quotidiane in quelle aspre petraie pagando il prezzo della vita col duro lavoro. Tuttavia il pezzo più bello e più significativo risulta essere ,un bacino granitico ,artisticamente bello e pregevole è legato più alla vita urbanistica di Nicotera che prodotto per l'esportazione .Annota a testimonianza di ciò ancora Achille Solano nella medesima opera Quaderni :”Infatti , non si può sfuggire come alcuni edifici di abitazione, nel settore meridionale di S.Justina ,dove le tracce di insediamento appaiono densissime ed a carattere residenziale “.Rimangono a testimonianza eleganti pavimenti di mosaico bianchi e neri e numerosissimi suppellettili domestici :olle, grossi recipienti ,anfore ed infine piatti. Nel I secolo d.c .si è fatto gran uso del marmo in loco ,si abbellì la città fonte già attestata con lodevole risultato dal Foderaro nella sua opera Sul Ritrovamento di una colonna nel territorio di Nicotera ,ed infine lo stesso Orsi .Nello stesso periodo Nicotera splendeva di luce propria possedeva una forza produttiva elargita a tutto l'Agro Nicoterese lo stesso Gioacchino da Fiore in visita a Nicotera ebbe a dire a tal proposito :”in quell'epoca nascevano i primi casali di Nicotera Comerconi ,Prichitone, Califate ,Caronite e l'Abbazia”.Sotto questo profilo ,la cava di Nicotera, era utilizzata anche per oggetti di uso domestico lo attestano i ritrovamenti di località Brachò con macine e via dicendo .Suddetta attività dice il Solano terminò solo nel IV secolo :”il terminus ante quem delle monete si ferma in tale epoca per grossi sconvolgimenti del terreno ,eventi calamitosi misti ad incendi colpiscono l'abitato di S.Jiustina e le strutture dell'Emporio attestati da strati di bruciato “.Proprio nel 369 d.c un violentissimo sisma ,colpì tali zone ennesimo evento ,rovinoso per le terre meridionali della Calabria annota ancora il Baratta in Calabria Sismica a pagina 3 :” è Orosio che ci descrive tale evento sismico di elevata portata e che cancellò l'Emporiom ed il porto “.
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