“U ‘ncantatu” leggenda calabrese del pastorello meravigliato del presepio.



di Maria Lombardo



Un tempo in Calabria si faceva solo il Presepio, secondo la tradizione che era di Napoli in giù, l’albero di Natale venne dopo con la globalizzazione. Tra tutte quelle statuine ce n’è perché si espone ancora oggi una alquanto curiosa che ha stuzzicato la mia curiosità: “il pastore meravigliato” o “l’incantato“.Rappresenta un fanciullo con le mani vuote, le braccia aperte e il viso ch esprime meraviglia. “U ’ncantatu” è totalmente assorto nel gurdare il Bambinello. La costruzione del Presepio in Calabria si svolgeva prettamente quando i padri tornavano dall’estero e  portavano in dono qualche altra figurina ai bimbi lasciati in terra natia. Tutti i personaggi collocati al proprio posto ed ecco la curiosità dei bimbi ed il mito del pastorello incantato. Questo povero pastorello arriva a mani vuote non ha doni per la nascita di Gesù. Mentre tutti erano diventati buoni lui era rimasto povero portava con sé la meraviglia di una notte particolare! Quando le feste passarono e si raccoglieva il presepio per l’anno venturo un bambino si tenne per se quella statua e lo ammirava tutte le sere. Una sera un lampo spaventò il bimbo e nelle mani aveva la statuetta ed ecco che balbettò qualcosa raccontava la nascita del Redentore e della sua meraviglia nel vedere ogni anno quella nascita, dopo quel racconto il bambino si addormentò con la statuetta sul petto.

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