L'oro di Capo Rizzuto (KR) si chiama finocchio.
di Maria Lombardo
I finocchi di Isola di Capo Rizzuto hanno
davvero qualcosa in più, sia dal punto di vista organolettico, che dal punto di
vista sociale ma anche dal punto di vista storico. Secondo alcune fonti,
l’origine del Finocchio di Isola di Capo Rizzuto è da ricercare nella Magna
Grecia, in particolare nel comune di Maratona che in greco significa finocchio (per
l’abbondanza di finocchi in zona). In Calabria è presente da almeno 160 anni,
in particolare in quei meravigliosi 5mila ettari di fascia ionica che vanno da
Strongoli a Botricello, fino a 200 metri sul livello del mare. Nel tempo si è
diffuso sempre di più, ma soprattutto si è legato alla cultura locale, tant’è
che quasi tutti se lo coltivano, anche solo per consumo personale.Il finocchio
di Isola di Capo Rizzuto si differenzia rispetto agli altri per tre
caratteristiche principali: il suo profumo,
che come notò appunto Bernardo Caprotti, è molto più forte e inebriante,
soprattutto se tagliato e aperto appena colto dal campo; per la fibrosità quasi assente,
o almeno estremamente attenuata, che lo porta ad avere pochissimi “filamenti”
al suo interno; e infine per il suo aroma
persistente, che in bocca dura davvero a lungo. Viene definito
“d’oro” poiché rappresenta una preziosissima risorsa economica per il
territorio, una miniera d’oro. Negli ultimi dieci anni, soprattutto grazie al
lavoro del Comitato Promotore del Finocchio di Isola di Capo Rizzuto e del suo
Presidente Aldo
Luciano, hanno incrementato moltissimo la manodopera locale,
con nuovi impianti di lavorazione e creazione di indotto. A oggi fanno parte
del Comitato ben 60 aziende, anche se il numero è solo in crescita; il loro
scopo è la promozione di questo prodotto e l’ottenimento dell’IGP, ma
soprattutto cercare di mantenere il più possibile la maggior parte della
lavorazione a livello locale. «Lo stiamo vendendo sia a livello nazionale, che
internazionale, sempre secondo buone pratiche agricole, dimostrando che si può
coniugare la qualità con la quantità». E da un paio di anni a maggio, a fine
produzione, organizzano anche la sagra in
suo onore.Il finocchio di Isola di Capo Rizzuto si produce da settembre a
maggio; si tratta quindi di un periodo di produzione lungo, ma che non
comprende tutto l’anno, lasciando scoperti i tre mesi estivi (periodo in cui
gran parte dei finocchi arrivano dall’Emilia Romagna). Così di recente il
Comitato Promotore ha deciso di sperimentare una coltivazione silana per
riuscire ad avere il prodotto anche a giugno, luglio e agosto, con nuovi
impianti sulla Sila dove le temperature sono differenti. In attesa del verdetto,
vi auguriamo una buona degustazione.
(Fonte il web)
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