Il mio carnevale anni '80 ed i suoi abiti di recupero


 di Maria Lombardo 

 

Febbraio è il mese del Carnevale, degli scherzi, delle sfilate dei carri, dei fritti.  Ricordo che da bambina a scuola ci facevano disegnare, colorare e ritagliare le mascherine da indossare poi alle festicciole che culminavano con la mangiata dell’ultimo giorno di carnevale. Ammetto di avere un po’ di nostalgia per quei tempi, fatti di stelle filanti e coriandoli. Oggi il Carnevale è sempre più commercializzato e la tradizione si sta via via perdendo. I costumi si fanno molteplici, più moderni ed elaborati e si sono adattati ai tempi odierni. Ma non sarebbe bello far conoscere ai bambini e ragazzi giovani anche le maschere che si usavano una volta? E allora facciamo un tuffo nel passato e nei dolci ricordi del Carnevale, tra le maschere di una volta. Qui vi presento una selezione di quelle che riaffiorano nei miei ricordi in questo momento.

Arlecchino Alzi la mano chi non si è mai vestito da Arlecchino! Il costume per eccellenza, soprattutto nei primi anni d’infanzia. Coloratissimo e sgargiante, nasce a Bergamo da una famiglia di umili origini. Il suo vestito è composto da una serie di toppe colorate, avanzi dei costumi dei suoi amici. Vivace, astuto e dispettoso si dice sia stato servo di un avaro signore. Sempre alla ricerca di cibo e pronto a fare scherzi e combinare guai col suo batocio, il bastone che usa nelle innumerevoli liti.

Colombina Furba e maliziosa, incarna la figura della servetta pettegola e intrigante sempre pronta a ficcare il naso negli affari della padrona Rosaura alla quale non manca di suggerire astuzie e sotterfugi. Non le viene difficile circuire il severo Pantalone, padre di Rosaura. Di origini veneziane, le sue caratteristiche le riscontriamo anche nella commedia di Plauto nella figura dell’ancella astuta e provocante. Di aspetto gradevole, cattura le attenzioni maschili e nonostante sia molto corteggiata, rimane fedele al suo amato Arlecchino.

 Pulcinella La maschera dal naso adunco è una delle più antiche e famose maschere partenopee. Appare per la prima volta nelle scene nel 1300 come personaggio pigro e sfaticato. Il nome deriva probabilmente da piccolo pulcino, forse per il modo di parlare stridulo. Fondamentale nella Commedia dell’ arte del 500, Pulcinella incarna vizi e virtù dell’uomo. Così chiacchierone da non saper mantenere nessun segreto (da qui il detto del segreto di Pulcinella), questo personaggio è anche pigro, lento e molto goffo. Il suo costume formato da camicione e pantalini è di colore bianco, come il cappello. La maschera invece è nera, dalla quale si percepisce un naso grande e adunco.

 Il Costume da Zorro. Una volta non stavamo incollati alla televisione come ora, si guardavano pochi cartoni animati e via fuori a giocare.Era una delle maschere preferite da carnevale anche perché fare il costume da Zorro era relativamente facile. Ci voleva un cappello di carta, un mantello che riuscivano a confezionare le mamme una spada anche di cartone annerivano un turacciolo e via coi baffi, i jeans e una camicia bianca.

Il Costume da Cowboy. In ordine di popolarità questo era senz’altro il secondo. Tenete presente che all’epoca si formavano interi battaglioni di bambini con  il Costume da Il Cowboy che ingaggiavano epici scontri. E insomma pure Il costume da Cowboy era molto facile da fare: si prendeva pure  un cappello di carta come quello di Zorro, però marrone, si mettevano jeans, una bella camicia a quadri, il gilet del nonno e un camuffo intorno al collo e il costume era bello e che fatto. Però in realtà quelli che sceglievano il costume da Cowboy lo facevano per la pistola che sparava veramente, che era una pistoletta a tamburo che ci si mettevano come cartucce dei tappini gialli; il problema è che i tuoi genitori di cartucce te ne compravano dodici e le sparavi subito.Il Costume da  Fantasma. Io non vorrei che vi faceste strane idee: non è che all’epoca si morivano tutti di fame: è solo che pure quando c’erano, i soldi ai bambini erano considerati soldi sprecati! Pigliavano un lenzuolo vecchio,ci facevo due buchi ad altezza occhi (questo, se avessi avuto gli occhi distanti settanta centimetri l’uno dall’altro).

 Costume da Spagnola. Questo costume consisteva in una gonna bianca a palloni neri con l’orlo rosso, una casacca rossa e nera, una parrucca  un neo falso grande, un ventaglio per schermare il visino. Non potevano poi mancare le nacchere.

 Costume della Damigella del Settecento. Questo pure era praticamente identico agli altri due delle femmine, anche perché il sotto quello era e questo a differenza degli altri era tutto in tonalità azzurre e rosa con corpetti strettissimi. Altra caratteristica fondamentale di questo costume era il fatto di essere lungo due metri. Costume Da Ballerina. Contrariamente a quello che si pensa, il terribile Costume Da Ballerina non era mai, per nessun motivo, indossato da bambine che facevano effettivamente danza, perché i tutù e le scarpette le vendevano direttamente in palestra. Viceversa, il Costume Da Ballerina era quello prediletto da bambine che con il tutù di organza cucito fresco dalla nonna e le scarpe marroni di tutti i giorni facevano la loro bella figura come star del cinema.

Queste sono le maschere che hanno fatto parte della mia infanzia, naturalmente ne esistono tante altre. Magari potete aiutarmi voi a ricordarle tutte.

Allora, vi ho fatto venire un pochino di nostalgia o tutto sommato preferite le maschere moderne?


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