La leggenda calabrese dell’albero di fico: ecco perché a Natale mangiamo le crocette





 di Maria Lombardo 


Da sempre i calabresi ma non solo hanno considerato l’albero del fico come un amuleto tanto da piantarlo in ogni pezzo di terra e nei giardini delle case. I suoi dolci frutti hanno sfamato generazioni di calabresi cresciuti a “pani e fica sicchi”! Inoltre una bella leggenda narra:” Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù un brutto giorno dovettero fuggire verso l’Egitto, per scampare alla strage degli innocenti ordinata da Erode. Presto però scese il buio e, non essendoci nessun altro riparo, i tre decisero di trascorrere la notte sotto un fico che, appena vide la Sacra Famiglia, allungò i rami e allargò le foglie fino a nasconderla completamente agli occhi dei soldati del malvagio re. Quando fece giorno la Madonna uscì dal verde nascondiglio e rivolgendosi all’albero di fico disse: «Che tu sia benedetto, o fico. Per due volte all’anno darai i frutti più dolci della terra». Da allora, all’inizio e alla fine dell’estate il fico dona i suoi frutti dolcissimi e i calabresi, in ricordo di questa leggenda, li fanno seccare al sole e li consumano a Natale, per celebrare la nascita del Bambin Gesù, sottoforma di crocette, i famosi fichi secchi imbottiti di noci e scorza di mandarino.”

(fonte web)

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