Sapevate che l’epidemia di Spagnola del secolo scorso partì da Limbadi in Calabria?


 

di Maria Lombardo 


Ebbene si Limbadi nel 1918 fu la “Codogno” di un secolo fa, era però la seconda ondata! Si moriva per questa influenza fuori stagione destando preoccupazione per quelle morti inquietanti. Insomma è come se il covid 19 anno domini 2020 degenera in complicazioni polmonari portando alla morte. Molti crederono che fosse giunta la fine dell’umanità. La prima ondata di influenza passò sostanzialmente inosservata, in Italia come all’estero. La “febbre spagnola”, denominata così non perché provenisse dalla Spagna, ma perché le notizie arrivavano dal paese iberico che in quegli anni era neutrale e quindi non soggetto a censura di guerra, aveva fatto la sua prima apparizione nel marzo 1918, ma fu solamente verso la fine dell’estate che il virus cominciò a mostrare tutta la sua forza dopo una mutazione probabilmente avvenuta nel mese di luglio.A quel tempo però Limbadi non era nel Vibonese ma facente parte della provincia di Catanzaro. Sembra che proprio a Limbadi si poterono osservare, per la prima volta, i sintomi che saranno poi attribuiti alla cosiddetta “febbre spagnola”. Allarmante quella situazione e si doveva assolutamente capire cosa provocasse quella situazione. Nel mese di luglio si svolsero le prime autopsie! Ma il contagio non si fermò a Limbadi ovviamente a macchia d’olio si sparse ovunque e si moriva nel medesimo modo di Limbadi. Il morbo colpì con particolare virulenza il paese di Longobucco (Cs) dove, si racconta, le campane smisero di suonare a morto talmente alto e continuo era il numero dei decessi.Per qualche tempo sembrò che il contagio si fosse fermato al Sud, ma intorno a metà agosto cominciarono a morire in massa, per influenza degenerata in complicazioni polmonari, i giovani militari che si preparavano alla guerra in un centro di addestramento a Parma. Il contagio non risparmiò nessuna regione, tanto che i morti provocati dalla “Spagnola” in Italia furono 600.000, un numero di poco inferiore a quello dei caduti in guerra, che toccò i 650.000 morti.Se molte sono le analogie con il Covid-19, vi è un dato in controtendenza rispetto ad oggi. Mentre la pandemia da Coronavirus ha provocato vittime soprattutto fra gli anziani, la “febbre spagnola” colpì soprattutto i giovani e i bambini. Gli storici affermano che, scorrendo i necrologi di quel periodo, emerge un numero impressionante di persone “scomparse nel rigoglio della giovinezza per un fatale e improvviso morbo”. Inoltre copiosi ed affezionatissimi lettori se volete approfondire sulla spagnola in Calabria nel blog troverete molti altri articoli.

( altra fonte Il Vibonese)

 


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