La Peonia del Pollino o Peonia peregrina (Banxhurna, in arbëreshë)

Crediti foto: http://andreavacchianoguidapollino.weebly.com/
 

di Maria Lombardo 


L'area del Pollino custodisce una pluralità di piante e fiori, alcune specie endemiche, altre rare, dell'Appennino meridionale. Una di queste è la Peonia pellegrina o peregrina (Banxhurna nella lingua arbëreshë), presente sia sul Monte Carnara che sui monti della dorsale del Pellegrino. Il rosso purpureo ed il velluto dei petali mostrano lo splendore di una natura incontaminata e la rara ed incantevole bellezza di un fiore, capace di competere con la bellezza delle rose. Carnosa e delicata, questa peonia, le cui radici sono tuberi che in passato i popoli dell’Europa meridionale e dell’Asia usavano a scopo medicinale, negli aneddoti e nei canti della tradizione arbëreshë viene associata a una donna bellissima, ma sgarbata, con virtù e difetti, come l’odore forte e acre del fiore, che, una volta colto, si sciupa rapidamente. Un canto popolare di San Paolo Albanese (Pollino lucano) che si intona durante le manifestazioni festose dice: “këto vashasitë e tona çë na undruan si xhinduldhona, faqe kuqe si koqe sheg, si banxhurna tek një breg” (queste nostre ragazze, vestitesi a nuovo come gentildonne, con guance rosse come chicchi di melograno, come peonia su un monte).La peonia è presente anche nella cultura greca: secondo la mitologia greca, Ade (dio degli inferi), ferito da Eracle, chiamò al suo capezzale Peone, il medico degli dei, che lo curò con grande maestria. Il dio della medicina Asclepio, fu assalito dall’invidia e Ade, per proteggere Peone dalle sue ire, lo trasformò in una peonia. Secondo un altro mito, Peone si trovò ad aiutare Latona, futura madre di Apollo e Artemide, durante il parto che si presentava molto difficile. Peone usò allora il succo di un fiore senza nome che, dopo il parto felice, fu chiamato peonia, in quanto Peone fu in essa tramutato. Secondo la medicina popolare, la peonia garantiva all’uomo molti benefici: i suoi semi, appesi al collo di un neonato, lo preservavano dai dolori della dentizione. Radici e petali, avevano invece benefici effetti per l’epilessia e la malaria. Nell’antichità inoltre, era inoltre ritenuta una pianta degli dèi, capace di cacciare gli spiriti maligni e proteggere dagli incubi notturni, utilizzata dai marinai come amuleto portafortuna per proteggersi dalle tempeste e capace di proteggere dai furti, se utilizzata coni fiori secchi collocati dove si mettono le chiavi di casa. Oggi, la radice della peonia viene ancora usata come antispasmodico, sedativo calmante nelle forme di ansia e insonnia e come antidolorifico. Nel linguaggio dei fiori indica timidezza, vergogna, ma in Oriente il suo significato cambia: essa è simbolo di nobiltà e raffinatezza.

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