Rito di Longobucco (CS) per San Giuseppe: “U mmitu”
di Maria Lombardo
La storia,
attribuisce le sue origini all’iniziativa dei Signori medievali nell’offrire ai
propri sudditi, una volta all’anno durante la Festa di San Giuseppe, un pasto
caldo, nutriente, povero ma gustoso…pasta e ceci appunto. Alla vigilia della
festa di San Giuseppe, si aveva l’usanza
di distribuire ai vicini di casa i piatti tipici di questa festività“U mmitu”.
Un gusto dal sapore retrò, povero ma gustosissimo.“U mmitu” ha dunque origini
antichissime e continua a tramandarsi ancora oggi di generazione in
generazione. In dialetto longobucchese
“U mmitu” significa “L’invito”, infatti
si soleva e si suole ancora oggi preparare la pietanza in grandi
“cuarare”, pentoloni, disposte nelle varie “Rughe”, rioni, del borgo e nelle
campagne, e veniva distribuito a chiunque ne desiderasse un pò, il quale
portava dietro con sé il pentolino dalla propria casa. Le donne che lo cucinavano come ancora oggi si
fa per devozione a San Giuseppe. Oggi
le “cuarare” non sono più quelle di una volta, sono diventate più piccole, però
la tradizione di donarlo è rimasta, indipendentemente dalla condizione sociale
di ricco o di povero, c’è chi lo dona ai “rugari”, i vicini, o chi
semplicemente lo distribuisce ai membri della propria famiglia.
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