Il cappello calabrese, terrore delle polizie austriache, papaline e borboniche

 di Maria Lombardo 


 

Dopo i moti anti-borbonici del ‘48 i Calabresi adottano un cappello di foggia strana che in breve tempo diventa simbolo della resistenza all’oppressore e anche segno di riconoscimento tra”i cospiratori “. Una circolare di Polizia di Monsignor Giuseppe Milosi Ferretti inviata ai vari governatori , specifica che “Si è osservato che in onta di reiterate avvertenze e divieti intorno l’uso di cappelli di color bianco con nastri ed orlatura nera, o verde o rossa nonché di altri così detti all’Ernani, e che in qualunque modo per la forma e per il colore escono dall’ordinario, seguono tuttavia ad usarne taluni non senza ammirazione dei buoni.”Per cui “Interesso la Signoria Vostra Illustrissima a dare le più pronte disposizioni per il pieno relativo effetto nella parte che la riguarda”.Il cappello “ sovversivo “ viene proibito con decreto del 15 febbraio 1848 a firma del barone Torresani Lanzenfeld, allora direttore generale della Polizia di Milano dell’Impero Asburgico. Nonostante ciò, i cittadini milanesi si beffeggiarono del decreto e modificarono i cappelli “patriottici”; così, giusto per imitare la penna, simbolo di libertà e rimasta sul cappello alpino, sollevarono lateralmente la tesa del proprio copricapo. Allo scoppio delle Cinque Giornate di Milano, i cappelli sanzionati dalla polizia Asburgica ricomparvero numerosissimi sulla testa di tutti, uomini e donne, abbelliti da vistose coccarde.Il cappello alla “ Calabrese” o “ Ernani , indossato non molto cripticamente quale segno distintivo politico.la Bombetta degli Alpini del 1873 nella sua foggia ricalca il Cappello alla Calabrese o alla “Ernani” Il ministro Magnani Ricotti con decreto n. 69 del 24 marzo 1873 ne fissa le caratteristiche.La bombetta non subì nemmeno l’influenza di altre due riforme uniformologiche dovute al Ministro Luigi Mezzacapo nel 1876 e del Ministro Mazè de la Roche nel 1879. Anzi, la Bombetta fu adottata, anche dal Tiro a Segno Nazionale, fondato nel 1878, dalla Guardia di Finanza operante in montagna e da alcune Guide Alpine, segno che divenne veramente molto popolare, nonostante la poca praticità.

 

 

 

Bibliografia

Gabriele Petrone, La Calabria che fece l’Italia. 1799- 1861, Rende, 2009.


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