Sbarco di Garibaldi a Nicotera (VV): Francesco Maria Cipriani scrive un sonetto di protesta!
di Maria Lombardo
Chi poteva darsi agli sfoghi in rima se non il rampollo di una nobile famiglia Nicoterese che con la cacciata del Borbone piangevano sui nuovi fatti storici. Piangeva per i propri commerci e penava per i suoi denari! I ceti conservatori i proprietari terrieri il clero cittadino i quali non si rassegnavano ai mutamenti politici e sociali ebbero una violentissima reazione. Essi avversi al nuovo corso degli eventi, in una collettività a maggioranza di analfabeti affidavano alla poesia il proprio dissenso con toni di condanna insinuazioni ed allarmi ai circoli nicoteresi noti per essere stati i fautori e complici di Garibaldi. Ed ecco che con un sonetto senza titolo si sfoga il Cipriani!
(…) Nu squazuni i Caprera cu na facci di magaru
Ruinau la Talia intera
E pi nui non c’è riparu.
(…) Poi passa unto continente
Cu na murra di squazuni
Ingannau tutti l’aggenti
Stu pirata stu capruni.
Comu a Napuli arrivvau
Fora dissi Gesuiti!
Li dinari s’arrobbau e mo stati comu siti.
Si uniru i deputati buona parte galeoti!
Di st’aggenti c’aspettati sperar beni non si poti.
Si cacciaru li cumbenti
Violaru i monasteri
Cu avi onori si risenti
A sti fatti orrendi e veri.
E li dazzi oh focu amaru
E comu mai li poi raghari simu nudi , non c’è riparu.
E cu n’ce chi po pagari!
(…) Nù Cuvernu, ma na setta di Massoni e Giacobini
Ndi dissangua a tutta fretta senza ossa e senza spini!
Non avendo argomenti per demolire l’azione militare e politica di Garibaldi, il poeta cerca di distruggere la figura di Garibaldi chiamandolo squazuni ossia poveraccio. Ancora oggi accadono queste cose quando privi di argomenti ricorrono all’invettiva ma l’autore fedele ai principi del cattolicesimo e dichiarandosi fedele ai precetti del Papa Pio XII alleato di Francesco II scrive:” Non si voli la cresima rumana attisa l’aricchi e sta a sentiri ca chista è la setta luterana sentisti lu tuttu e dassa iri”. Il poeta evidentemente costernato per l’arrivo di Garibaldi che per lui ed i “gnuri” costituiva la fine dell’età dell’oro accusava i concittadini che erano in contrasto con le tradizioni del passato. Accusa così i Giacobini i Massoni e persino Lutero ma i suoi versi rimangono uno sfogo e nulla più! Evidentemente il Cipriani sapeva che Garibaldi promise terre da strappare ai latifondisti e da dare al popolo.
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