BIANCO (RC): ECCO A VOI IL “NETTARE DEGLI DEI”.
di Maria Lombardo
“Il nettare degli Dei” sto parlando del vino Greco di
Bianco che nasce e cresce in alcune aree della locride tra Gerace e Bianco.
Amatissimo e ricercatissimo dai turisti insignito in America di uno speciale
riconoscimento. Tra le sue proprietà anche quelle afrodisiache riconosciute in
tempi molto remoti! Padre Fiore, nella sua “ Calabria Illustrata”, riporta uno
scritto del Barrio nel quale si legge: “ Qui ( a Bianco) nasce un vino
straordinario per bontà, è bianco, forte, sempre migliore di se stesso, del
quale si produce una grande quantità”. Bisogna fare un salto di secoli e si ricorda
il poeta liberale geracese, Muscari Tomaioli, in occasione della visita a
Reggio, del Re Galantuomo, durante il banchetto, brindava in presenza della
regale compagnia e di tutta la classe dirigente reggina e calabrese, con
significativi versi proprio con il vino greco di cui tesseva le lodi, Si
tratta, in effetti, di un vino eccezionale ottenuto da un vitigno portato dai
coloni greci, ai tempi del loro insediamento nell’Italia Meridionale. Uso da
qui in poi le parole di Aristide Bava che del vitigno è conoscitore:”
Originario della Tessaglia, da esso traggono origine vini, oggi molto
apprezzati, come il Greco di Tufo, il Lacrima Chrysti delle falde del Vesuvio e
L’Erbaluce di Novara. Ma il vino più pregiato e prestigioso, prodotto con uve
di qualità, cantato da tanti poeti, resta il Greco di Bianco o di Gerace, come
da tradizione. E’ entrato persino nella leggenda. Si racconta, infatti, che
nella battaglia sul fiume Sagra, nei pressi di Caulonia, diecimila soldati
locresi vinsero la battaglia contro centotrentamila crotoniati grazie
all’efficacia del vino greco”. Accanto al Greco c’è da annoverare anche il
Mantonico che è un passito tipico, pregiato e di estrema rarità, di color ambra
e con una tipica lucentezza. Alla pari del vino greco raggiunge livelli
qualitativi ottimali già nella successiva primavera di produzione, ma in base
al disciplinare può essere dato al consumo non prima dell’anno successivo, a
novembre. Il nome di questo squisito passito deriva dal greco Mantonikos che
potrebbe significare indovino, profeta: sembra, infatti, che nel mondo greco-
romano sacerdoti e sibille si inebriassero con questo vino prima di dare i
responsi. Insomma vini pregiati di grande qualità che potrebbero fare la
fortuna dell’intero territorio”. Soprattutto adesso che la loro fama ha
abbondantemente varcato i confini nazionali.
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