AGLI ETERNI VALORI DEL IV NOVEMBRE: IN RICORDO DEI CALABRESI NELLA GRANDE GUERRA



di Maria Lombardo



E' la data che si imprime nel cuore di ogni Patriota, nel ricordo solenne dei 650.000 Caduti per la Patria che ci richiamano al solenne monito.E' il richiamo all'essenza dei Valori fondanti della Nazione di cui dobbiamo essere sempre gelosi custodi.Al Grande Popolo dei Caduti faro costante della Nazione. Definita la Quarta Guerra di Indipendenza perché ad essa si deve il compimento del disegno risorgimentale di Unificazione dell’Italia, la Prima guerra mondiale si distinse drammaticamente per una perdita umana di oltre 20 milioni di vite spezzate tra militari e civili, di altrettanti militari feriti e di quasi otto milioni di soldati dispersi. . Drammatiche furono le percentuali dei mancati ritorni soprattutto al Sud, in Basilicata (21%), in Sardegna (13%) ed in Calabria (11%). Ed ecco a pochi giorni dalla festa del 4 novembre dopo che tutti hanno “ sparato le proprie cartucce” concedo il mio tributo personale a quei ventenni calabresi che morirono per l’Unità in terre lontane. Vite brevi e timidi sogni già infranti in trincea. Tantissimi, prevalentemente ventenni o poco più, furono i soldati anche calabresi che combatterono e morirono durante la Prima guerra mondiale. Un tributo di vite umane inestimabile, il sacrificio immenso di una generazione scandito da un’infinità di nomi riportati nell’Albo d’oro dei militari caduti nella guerra nazionale 1915 – 1918 curato dall’allora ministero della Guerra del Regno d’Italia, oggi confluito nel ministero della Difesa, anche custodito presso la biblioteca dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria; nel suo quarto volume contiene i nomi dei giovani calabresi sacrificatisi in nome della Patria, il Regno d’Italia. Cento anni fa la disfatta di Caporetto ad opera delle truppe tedesche ancora brucia! Su quegli altopiani a Bainsizza il 25 ottobre 1917 perse lì la vita il giovane soldato originario di Serra San Bruno, Azaria Tedeschi di appena trent’anni. Lui come dei cosentini, Vincenzo Forte, classe 1886, nato a Spezzano Albanese e morto il 12 gennaio 1939, e Luigi Settino, originario di San Pietro in Guarano, classe 1897, morto in combattimento sul Carso il 15 maggio 1917, e del reggino Antonio Panella, classe 1895, morto a Sella di Dol in Slovenia il 27 agosto 1917, ricevette la medaglia d’oro al valore militare, come riportato sul volume “Le medaglie d’oro al valore militare 1917” a cura dell’omonimo gruppo, pubblicazione edita a Roma nel 1968 e custodita anche presso la biblioteca dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria, dove è possibile consultare anche l’annuario del liceo ginnasio “Tommaso Campanella” di Reggio Calabria (Biblioteca Archivio di Stato), presidio culturale in prima linea nel riscatto dopo la disfatta di Caporetto, grazie all’impegno profuso da professori e alunni nell’opera di rinnovamento spirituale. Ma questi sono solo alcuni nomi di una generazione decimata! Molti i giovani calabresi dispersi negli ospedali per malattia o ancora prigionieri, vi sono  i reggini Nicodemo Agostino di Mammola (classe 1880), Domenico Belcastro di San Giorgio Morgeto (classe 1893), i catanzaresi Raffaello Andreaggi di Pianopoli (classe 1885), Pasquale Borelli di Sersale (classe 1887), i cosentini Francesco Bilotto (classe 1887) di Torano Castello e Raffaele Caligiuri (classe 1898) di Bocchigliero. Tra i soldati calabresi caduti a Caporetto si ha notizia del giovanissimo Pasquale Anania (classe 1896) del distretto militare di Cosenza e originario di San Marco Argentano, soldato del 4°reggimento artiglieria da campagna. Tra la Slovenia e Gorizia trovarono ancora  la morte il cosentino Cesare Arsenio classe 1839 di Carolei e il reggino Carmelo Domenico Barillà, classe 1886 di Calanna. Sul Piave invece “ fiume caro alla Patria” nel 1917, persero la vita anche il reggino Francesco Albanese (classe 1881) originario di Siderno e il cosentino Salvatore Bartella (classe 1897) originario di Marano Marchesato. Vorrei ricordare ai miei lettori che sono scelte di nomi che abbracciano tutta la Calabria non c’è pretesa di esaurire in queste poche righe la memoria del sacrificio di tanti soldati calabresi morti in quei giorni. Siamo tutti figli e nipoti di coloro che sacrificarono il loro bene più prezioso perchè ci fosse un futuro o forse perchè da un certo punto in poi non ci fu via d’uscita diversa dal combattimento nel regio esercito e dalla morte. Non si tratta solo degli elenchi delle vittime della carneficina che fu la Prima Guerra mondiale ma di un prezioso patrimonio di valori, moniti e speranza.



Commenti

Post popolari in questo blog

Le paste Gioiosane un dolce tipico di Gioiosa Jonica: venite a gustarle in Calabria!

LIMBADI (VV). MOTTA FILOCASTRO: IL SANTUARIO DELLA SANTA CROCE.

La Riganella è un dolce del rituale pasquale, tipico delle comunità d'origine albanese