Le tradizioni per Santa Lucia in Calabria.
di Maria Lombardo
U' Ranu Cuottu, detto
anche a' Cuccìa, era un piatto semplice ma denso di storia. Era fatto di semi
di grano non macinati e non contabili singolarmente perché a mucchietto:
sembrava così indicare proprio la prosperità e l’abbondanza. Il grano, ripulito
dalla pula o da altre impurità era cotto in acqua. Ben scolato veniva messo in
un recipiente e dolcificato con vino cotto o miele o ricotta e zucchero poi
sostituiti con cioccolata e creme varie. Il dolce infatti è da sempre al centro
dei cibi che prospettano benessere essendo espressione massima
dell’abbondanza. In una festa in cui non si usava mangiare ne pane ne pasta il
grano dolce era un degno sostituto. Se aggiungiamo che nella tradizione tutto
ciò che era innumerabile e a chicchi assumeva il valore di portatore di buon
augurio, esso portava dunque fortuna. Non a caso si gettava il riso sugli sposi,
si mangiavano lenticchie a capodanno, si lanciavano confetti e soldi in
monetine spicciole per le feste di famiglia, a chicchi era anche l’uva reputata
di buon auspicio perché da essa si ricavava il vino. Ciò perché il chicco
idealmente morto, è invece carico di potenza, di vita poiché da esso risorge
una nuova pianta con nuovi chicchi. E i semi di grano erano pure quelli che,
germogliati al buio, si sarebbero messi tra qualche mese sugli altari del
Giovedì Santo in parvenza di un piccolo campo in crescita. Santa Lucia era
legata al grano perché invocata nella carestia e per un miracolo inerente: con
l'improvviso arrivo di una nave piena di grano in tempo di carestia salvò gli
abitanti della sua terra. Col grano cotto si chiedeva perciò la protezione alla
santa per il raccolto futuro e si festeggiava per l'abbondanza che sarebbe
certamente sopraggiunta. Il significato augurale del grano cotto era confermato
da alcuni usi ad essa connessi: lo si prepara per voto personale e lo si
distribuiva, a parenti ed amici. Il recipiente in cui si riceveva doveva
tornare al proprietario sporco come rimaneva e non lavato perché ciò toglieva
la Provvidenza. Poteva essere benedetto in chiesa e consumarlo poi come un atto
devoto. Ma il rapporto tra Santa Lucia e i campi non si esauriva il 13 Dicembre.
Piccole immagini della santa venivano usate per le rogazioni o in caso di
mancata pioggia o gravi malanni al raccolto. Si inserivano in una piccola canna
e si immettevano nel terreno. Mentire i Cannuzzi, si diceva. In onore della santa
con i muli o gli asini si portavano in chiesa sacchetti di grano offrendo grano
in offerta detta sarcia. il suo nome non mancava tra le litanie dei mietitori,
degli spagliatori e di quanti lavoravano nei campi. Era
logico quindi che la contrada rurale dove vi era un'icona campestre della santa
prendeva nome di Santa Lucia.
Commenti
Posta un commento
Dimmi cosa ne pensi!