Il “caffè” dei contadini calabresi, quello di cicoria

di Maria Lombardo
Probabilmente è stato bevuto da tutti i contadini in tempo di magra, ma io sono calabrese ed attingo ai ricordi di mio padre per raccontarvi la vita dura dei calabresi durante le varie epoche. Qui le “cose” sono rimaste immutate per secoli ai Calabresi non è mai piaciuto cambiare nemmeno se avessero potuto farlo. La bevanda di cicoria che conteneva caffeina cresceva abbondante nelle terre della mia famiglia, veniva raccolta “atturrata” con “l’atturraturu” un marchingegno a manovella che serviva per arrostire diciamo così la radice di cicoria. La mia famiglia possedeva “l’atturraturu” e mia nonna che sfamava i poveri bimbi del rione lo prestava ai più bisognosi con qualche chilo di cicoria di nascosto dalla mia bisnonna. La cicoria è una pianta erbacea contente acido caffeico e questo surrogato del più nobile caffè era conosciuto fin dal 1600 in Calabria come bevanda. In autunno infatti si raccoglieva la pianta si faceva essiccare e poi tostare e polverizzare. Ma ora entriamo nel rito di questo “caffè” che ha molti pregi tra cui è decaffeinato. La cicoria difatti ha proprietà diuretiche e favorisce la digestione. Nelle sue foglie e nelle radici sono presenti buone quantità di vitamine e sali minerali, nonché sostanze benefiche che aiutano a depurare il fegato. Inoltre i decotti a base di cicoria si sono dimostrati molto efficaci per regolare i livelli di zucchero nel sangue e regolarizzare le funzioni urinarie. Uno dei segreti della Dieta Mediterranea di Nicotera! Ma ora andiamo per gradi passo passo vi spiegherò come produrlo in casa. Una volta raccolta una cospicua quantità di radice va lavata e ripulita ben bene con un coltellino, rimuovete la parte verde e la parte finale della radice. Una volta che la radice di cicoria è pulita, raschiamola con un pelapatate o un coltellino per rimuovere la parte esterna più giallognola. Oggi in casa è difficile avere “atturraturu” quindi la radice si taglia a rondelle e si tosta in forno. Macinate le radici e conservatele ermeticamente. I contadini usavano per prepararlo mettendo i pezzetti in una pentola di metallo smaltato piena d’acqua a bollire sul camino o sulla stufa a legna e ottenevano una bevanda calda da bere al posto del caffè. Le prime volte il sapore sarà amaro e la bevanda è chiara rispetto al caffè ma più tosta la radice più sarà nero. Se il sapore dovesse risultare troppo amaro, si può naturalmente aggiungere un po’ di zucchero di canna o la manna del frassino il dolcificante degli antichi.


Commenti

Post popolari in questo blog

Le paste Gioiosane un dolce tipico di Gioiosa Jonica: venite a gustarle in Calabria!

Polpettone di Melanzane, tanto buono e super facile da preparare

Sapete che il tesoro “du briganti Musulinu” è stato trovato nelle Grotte di Tremusa a Scilla (RC).