Minestra maritata un delizioso piatto contadino calabrese: " a misciglia"

di Maria Lombardo
Il vero sapore dell’antica cucina calabrese è concentrato nei piatti di verdura, piatti semplice ma di un sapore unico. Si identifica col nome di minestra maritata tutte le “erbe i margiu” raccolte nelle proporzioni desiderate. Mai però raccoglierle vicino alle strade ma scegliere quelle dei prati non trattati in dialetto calabrese “i margiu”. Storicamente questo piatto ben aggiustato con verdure e patate ed ortaggi è giunto a noi nel 1300 con gli Spagnoli e si diffuse a macchia.Le erbe spontanee di cui la Calabria è ricca per creare una gustosa armonia di sapori e le erbe devono maritarsi tra loro. Solitamente si aggiunge qualche patata, carote ed un pomodorino. E’ un ottimo piatto unico, se accompagnata da un filo di olio extravergine di oliva, crostini di pane e del formaggio, o semplicemente cucinata con i legumi, che ne ammorbidiscono alcune acutezze amare. Ora vediamo quale erba è consigliabile tra la vasta gamma calabrese sono almeno un centinaio: il finuacchiu servaticu (finocchietto selvatico) o Foeniculum vulgare.carota servaggia, ricottesjiu,denti i liuni, ciririesjia,cardicesjiu, cicorie un vero tripudio! Una volta a casa la verdura si lava con acqua abbondante dopo averla sezionata, insomma si devono tenere solo le parti tenere. Era un deterrente alla fame in passato, simbolo di povertà oggi invece si mangia per ricordare i vecchi sapori e perché è salutare andare ad erbe! Ora però anche se dirò una grande ovvietà ogni buon calabrese sa preparare la minestra spiego come cucinarla e servirla. Ripetere giova sempre! Una volta che l’acqua bolle si butta la minestra a sbollentare e si aggiunge il sale
quanto basta. . Una volta tale unione avveniva nella “pignata” di coccio posta sui carboni ricoperti di cenere del camino. Certamente la varietà delle verdure e della carne è a gusto personale. Magari a fianco in una diversa pignata si cuocevano pure i fagioli, rigorosamente di Caria o Cortale.La verdura viene scolata dell’acqua di rilascio e si “conza” con olio a chi piace una cipolla non guasta, e si gusta col pane casareccio. E’ vero che in Calabria si prediligono i sapori semplici come quelli di un buon piatto di verdura, ma vi è per chi non lo sapesse anche la variante invernale che i contadini di tutto il Sud facevano sposare con la carne di maiale. Il maiale, in particolare, costituiva la ricchezza maggiore; del maiale non si buttava via niente, anche per le parti meno nobili le massaie riuscivano a trovare un utilizzo adeguato e gustoso.

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