Scilla e Cariddi tra mito e leggenda

di Maria Lombardo
Lo Stretto di Messina da sempre è angolo interessato da miti e leggende legate al mondo dei marinai e dei navigatori. Fin dall’antichità i naviganti avevano terrore di navigare nelle acque dello Stretto, poiché braccio di mare colpito da venti e correnti irregolari che non riuscivano a spiegarsi. Credendo che qui dimorassero Scilla e Cariddi due temibili mostri marini. E’ Omero che parla del mito nella sua Odissea  a seguito di un malefico incantesimo della maga Circe (sua rivale in amore per il dio marino Glauco) aveva assunto le sembianze di un mostro che, vivendo in una grotta della rupe all’imbocco settentrionale dello Stretto, provocava terribili marosi e divorava gli sventurati marinai naufragati su quelle coste. Anche sei compagni di Ulisse perirono nelle sue fameliche bocche. Il genio di Omero. Cariddi invece, spesso raffigurata come un altro orribile mostro e detta “colei che risucchia”, generava un immenso e vorticoso gorgo, al largo di Capo Peloro (la punta settentrionale della Sicilia), che improvvisamente agitava il mare ed inghiottiva navi intere. Lo Stretto dunque da sempre ha suscitato mistero e generato fantasie popolari, raramente scalfite dalla realtà dei fatti.  Del mostro marino Cariddi si conosce poco esistono una serie di ipotesi per alcuni Cariddi era ua ninfa, figlia di Poseidone (il mare) e di Gea (la terra) ed  era continuamente tormentata da una grande voracità. Si narra che avrebbe rubato e divorato i buoi di Eracle che era passato dallo Stretto coll’armento di Gerione, e che Zeus, per punirla, l’avrebbe tramutata in un orribile mostro. Alcuni autori narrano invece, che la ninfa sarebbe stata uccisa da Eracle stesso, ma poi resuscitata da suo padre Forco. In ogni caso, si sa di certo che Omero fu il primo a parlarne, dicendo che il mostro ingoiava tre volte al giorno un enorme quantità d’acqua  per poi sputarla trattenendo, però,  tutti gli esseri viventi che vi trovava. Maggiori notizie si hanno sulla “dirimpettaia” Scilla una bellissima ninfa. Scilla, figlia di Tifone ed Echidina. La bella ninfa si recava spesso a passeggiare sugli scogli si Zancle odierna Messina qui incontrò Glauco e si innamorarono. Glauco per Scilla rinnegò Circe che trasformò Scilla in un mostro marino. Così Scilla andò a nascondersi presso lo stretto di Messina in un antro là dove la costa calabra si protende verso la Sicilia. Da lì seminava strage e terrore tra i naviganti che imprudentemente le passavano vicino. Era diventata un cane a sei teste molto rabbiosa!
Calabria le terra del mito.

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